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  • Redazione

Una voce unica. Morbida, luminosa e sensuale, argentea all'acuto e duttile nella linea di un fraseggio di rara bellezza quanto frutto di un naturale talento, fra canto spiegato e mezze voci, pianissimi abilmente smorzati, una dizione sempre consapevole del testo e dagli esiti eccellenti. In più, dalla comunicativa spettacolare.

Una voce fra le più alte per l'arte lirico-leggera del Belcanto, fra le dieci maggiori di ogni tempo e senz'altro, nei nostri giorni, corda tenorile italiana per antonomasia.

La voce è quella di Luciano Pavarotti, grande, immensa stella della lirica nata e spentasi a Modena nella stagione d'autunno, fra il 12 ottobre 1935 e il 6 settembre 2007, a fronte di una straordianria longevità canora e di una fama imperitura. Celebre, a tal merito, quanto sul New York Time scrisse il giornalista Daniel Hitch dichiarando che, quando Pavarotti era nato, Dio gli aveva "baciato le corde".

E del grandissimo Luciano Pavarotti si parlerà oggi, giovedì 31 maggio alle ore 17, raccontandone gli esordi, i rapporti con Napoli e la storia dell'uomo oltre l'artista nella Sala Rari della Biblioteca Nazionale di Napoli in occasione del tradizionale e preziosissimo "Incontro con le grandi famiglie della Musica" promosse per la Stagione dell'Associazione degli Ex Allievi del San Pietro a Majella dal direttore artistico Elio Lupi. Al tavolo della serata speciale ci saranno la prima moglie Adua Veroni, il direttore della Nazionale, Francesco Mercurio, i vertici dell'Associazione, il presidente Vincenzo De Gregorio e il maestro Lupi, i musicologi Paola De Simone e Paologiovanni Maione. A coronamento, un recital lirico con il soprano Nunzia De Falco e il pianista Francesco Pareti su pagine di Rossini, Verdi, Delibes e Puccini.

Una storia, quella di Luciano Pavarotti, che nasce nel momento in cui a intuirne il potenziale fu il padre, Fernando, fornaio nell'Arma dei Carabinieri e ottimo cantante amatoriale, nella Corale Rossini di Modena. Con la moglie Adele Venturi avrebbero quindi incoraggiato gli studi musicali del figlio, in parallelo alle magistrali per farne un maestro di educazione fisica, prima con il maestro Arrigo Pola, per costruire la tecnica fondamentale e, alla partenza di questi per il Giappone, con il maestro Ettore Campogalliani, dal giovane Luciano frequentato assieme alla compagna di studi e poi d'arte Mirella Freni. Luciano avrebbe infatti anche insegnato, per due anni alle elementari, per pagarsi quelle lezioni di canto.

Quindi la svolta, nell'anno 1961: vince il Concorso Internazionale Achille Peri che, in premio, offre il ruolo per una Bohème al Teatro Municipale di Reggio Emilia. Sarà quello il suo primo debutto assoluto, con quel ruolo per lui straordinariamente su misura, Rodolfo, che con il Nemorino dell'Elisir lo avrebbe portato presto in vetta sui palcoscenici del mondo.

E sempre nel 1961, grazie alla prima sicurezza economica racimolata, avrebbe sposato Adua Veroni, con la quale era fidanzato da otto anni. Ne sarebbero nate tre bellissime figlie: Lorenza, Cristina e Giuliana. Fortuna volle che, a quell'esordio, fosse presente un arguto tenore-agente, Alessandro Ziliani, che ne notò il non comune talento. Lo avrebbe scritturato per un Rigoletto al Massimo di Palermo nel 1963 con recite all'estero fra Amsterdam e Dublino. A Dublino lo nota anche l'amministratore artistico della Royal Opera House, Covent Garden (Joan Ingpen, una donna), decidendo di assegnargli l'ultima recita in sostituzione del mitico Giuseppe Di Stefano. In realtà, già dalla seconda metà della seconda recita, Pavarotti ne avrebbe preso il posto suscitando un consenso senza precedenti, quindi sostituendo il grande tenore anche alla popolare trasmissione in tv Sunday Night at th London Palladium. Ne nascerà un importantissimo sodalizio con la Terra d'Albione, salendo sul palcoscenico del Festival di Glyndebourne con Mozart per Idamante e al Covent Garden, dove sarebbe nata la specialissima amicizia di stima con i coniugi Sutherland-Bonynge. Di qui la tournée australiana che nell'anno 1965 lo avrebbe visto interpretare Nemorino, Edgardo, Alfredo, sempre al fianco della stella Joan Sutherland, dalla quale carpì i segreti del sostegno al respiro. In parallelo, alla fine di quell'anno, il suo debutto scaligero con il Rigoletto diretto da Francesco Molinari Pradelli, Bohème diretta da Nino Sonzogno (regia di Zeffirelli) con la Freni al suo fianco come Mimì, Capuleti e Montecchi di Bellini, diretta da Claudio Abbado.

Poi, la leggenda, siglata da quei nove do di petto intonati a fonazione piena e non in falsetto come da scrittura donizettiana nella cabaletta di Tonio "Pour mon âme, quel destin" dalla Figlia del reggimento al Covent Garden nel 1966: un trionfo senza precedenti, dinanzi alla Casa Reale inglese. E, da lì, il volo al Metropolitan di New York, nell'anno 1971.

Pavarotti avrebbe poi affrontato ruoli più spinti (Riccardo, Rodolfo della Miller, Radames, Manrico, e Calaf), ma anche il repertorio più leggero e popolare, le canzoni napoletane. E fino a raggiungere il pubblico della masse fra stadi e parchi, con la straordinaria invenzione dei Tre tenori accanto a Carreras e a Domingo, o con i suoi Friends.

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ASSOCIAZIONE DEGLI EX ALLIEVI DEL SAN PIETRO A MAJELLA

I CONCERTI ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE DI NAPOLI L'INCONTRO CON LE GRANDI FAMIGLIE DELLA MUSICA: ADUA VERONI EX MOGLIE DI LUCIANO PAVAROTTI

Interverranno: ADUA VERONI FRANCESCO MERCURIO Direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli VINCENZO DE GREGORIO Presidente Onorario Ex Allievi S. Pietro a Majella e Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra in Vaticano PAOLA DE SIMONE Giornalista e Musicologa - Docente di Poesia per musica e Drammaturgia musicale (Conservatorio di Potenza) PAOLOGIOVANNI MAIONE Musicologo - Docente di Storia della Musica (Conservatorio di Napoli)

Nato a Modena il 12 ottobre del 1935, Luciano Pavarotti si avvicina molto presto alla musica e al bel canto grazie al padre Fernando, già corista alla “Rossini”, e continua gli studi con il tenore Arrigo Pola e il maestro Ettore Campogalliani. La consacrazione arriva nel 1961, quando il ventiseienne Luciano vince il Concorso Internazionale di Reggio Emilia, dove debutta come Rodolfo in “La Bohème” di Puccini, destinata a diventare l’opera a lui più congeniale, cui si aggiungono presto altri due titoli capitali della sua brillantissima carriera, “L’Elisir d’amore” di Donizetti e “Un ballo in maschera” di Verdi. La sua voce estesa di tenore chiaro, unica per morbidezza, lucentezza e perfezione tecnica, unita ad innate doti comunicative, gli apre le porte dei più grandi teatri del mondo. Nel 1965 il suo esordio alla Scala sempre in “La Bohème” con Mirella Freni e Karajan è un trionfo. Il 17 febbraio 1972, al Metropolitan Opera di New York, Pavarotti interpreta “La Figlia del Reggimento” ed entra nella leggenda: per la prima volta un tenore interpreta a voce a piena i nove do dell’aria. Il pubblico va in visibilio, il tenore riceve 17 chiamate ed ovazioni al sipario. I successi si susseguono in tutto il mondo fino alla fine degli anni Ottanta. Nel 1990, insieme a José Carreras e Placido Domingo, il Maestro dà vita a “I Tre Tenori”, imponendosi in breve tempo come fenomeno musicale. Nel 1991 Luciano Pavarotti seduce altre 250 mila persone con un grande concerto a Hyde Park di Londra, trasmesso in mondovisione. Il successo dell’iniziativa londinese si ripete nel 1993 al Centra Park di New York , dove approda una folla di mezzo milione di spettatori. Sulla scia di una popolarità planetaria, il Maestro ha istituito il “Pavarotti & Friends”, invitando artisti di fama mondiale del pop e del rock per raccogliere fondi a favore di organizzazioni umanitarie internazionali. Scompare a Modena il 6 settembre 2007. Questa sera, nel ripercorrerne la straordinaria carriera riscopriremo, assieme alla ex moglie Adua Veroni, l’uomo oltre l’artista.

RÉCITAL LIRICO

NUNZIA DE FALCO Soprano

FRANCESCO PARETI Pianista

Programma

G. Rossini (1792-1868): “L’invito” da Soirées musicales G. Verdi (1813-1901): “Addio del passato, bei sogni ridenti” da La Traviata L. Delibes (1836-1891): “Le Filles de cadiz” chanson espagnole G. Puccini (1858-1924): “Signore, ascolta” da Turandot

Nunzia De Falco

Nata a Salerno, si è diplomata con il massimo dei voti e lode presso ill Conservatorio di Musica “G. Martucci” della sua città. Ha conseguito il diploma accademico di primo livello in Musicologia, e laureata in Filologia, letterature e storie dell'antichità presso l'Università di Salerno. Si è perfezionata presso l'Accademia di Santa Cecilia con Renata Scotto, Anna Vandi e Cesare Scarton. Ha curato il repertorio con Patrizia Orciani e Ciro Visco. Vincitrice del primo premio al concorso " Francesco Albanese" 2013, del terzo premio al II Concurso Internazional de Canto Opera de Tenerife 2015, ha ricevuto la borsa di studio offerta dall'associazione sancarliana "Giacomo Maggiore". Ha cantato la Sacerdotessa in Aida al Teatro San Carlo di Napoli sotto la direzione di Pinchas Steinberg, e al Teatro Verdi di Salerno diretta da Daniel Oren, Donna Armida ne La finta parigina di Cimnarosa all'Opèra National di Parigi, lo Stabat Mater di Pergolesi con l'Orchestra Sinfonica Siciliana. Recentemente ha preso parte con "I Solisti del San CArlo" a un concerto al Musikverein di Vienna, dedicato al Settecento napoletano, e si è esibita al Concerto di Capodanno al Teatro Verdi di Salerno, sotto la direzione di Daniel Oren e Francesco Ivan Ciampa. Affianca all'attività artista la ricerca musicologica. Di recente pubblicazione è il volume Le Sirene nell'Ulisse di Luigi Dallapiccola, edito da Guida.

Francesco Pareti

Napoletano, ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio “S. Pietro a Majella” di Napoli, diplomandosi in Pianoforte, Clavicembalo, Musica Corale e Direzione di Coro. Ha inoltre conseguito presso il Conservatorio di Musica di Perugia il Diploma Accademico di II livello in Fortepiano e Pianoforte storico. Per 13 anni ha collaborato assiduamente col Teatro S. Carlo di Napoli, giungendo nel 1999 a ricoprire l’incarico di Direttore del Coro. Ha successivamente curato quale Maestro del Coro preparazione ed esecuzione di oratori ed opere liriche, in collaborazione con l’associazione musicale napoletana A.N.C.E.M., e con la Fondazione I.C.O. “Tito Schipa” di Lecce per le stagioni liriche dal 2008 al 2012. Si esibisce frequentemente in concerti, da solista e in diverse formazioni cameristiche, utilizzando sia il Pianoforte moderno sia il Fortepiano. Ha collaborato con il M° Malcolm Bilson per la realizzazione della versione con sottotitoli in italiano del DVD Knowing the Score, ed è autore di una traduzione italiana del monumentale trattato della musicologa americana Sandra P. Rosenblum Performance Practices in Classic Piano Music, pubblicato dalla L.I.M. Dal 1980 si dedica all’attività didattica, insegnando Pianoforte principale in diversi Conservatori di Musica italiani (Lecce, Matera, Potenza, Benevento, Avellino). E' titolare della cattedra di Pianoforte al conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.

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