Lungo il filo sonoro di partiture che restituiscono, in remake per vario organico, il volto più autentico del patrimonio di Napoli, prendono forma in otto video-flash targati Rai Campania e in prossima vetrina all’Expo 2015 le immagini in dissolvenza dei luoghi, delle tradizioni e dei volti più significativi della città del Golfo (sopra, per gentile concessione della Rai di Napoli, una foto del backstage). Dallo Stabat mater di Pergolesi a Palummella di Piccinni, dall’Uccellatrice di Jommelli alle canzoni napoletane d’arte o a una pagina dello Scarlatti sacro: sono gli allievi e gli spazi del Conservatorio “San Pietro a Majella” a dar forma e voce al racconto firmato dalla regista Barbara Napolitano e affidato a un composito mosaico le cui tessere restituiscono clip dal format “Made in Sud” e da altri programmi prodotti negli studi televisivi della sede regionale della Rai, dettagli dalla Casa dei misteri di Pompei, scorci di vicoli, irresistibili piatti della cucina tipica e un’intera galleria fra i tanti volti celebri nel mondo: da Sofia Loren a Vittorio De Sica, da Tina Pica, Totò a Peppe Barra, Roberto Murolo, l’ex presidente Giorgio Napolitano, il violinista Salvatore Accardo, Riccardo Muti, il trio della Smorfia con Troisi nel celebre sketch dell’Annunciazione, il grande Eduardo, Carosone, Massimo Ranieri e fino al prematuramente scomparso Pino Daniele, con qualche vistosa assenza come quella di Roberto De Simone. Ed è appunto dalla sinergia virtuosa fra la Rai di viale Marconi e il Conservatorio di Napoli che è nato il dvd presentato l’altra mattina dai vertici delle rispettive istituzioni, nella Sala Martucci del Conservatorio (nella foto sotto) con la moderazione di Dinko Fabris.
Dvd, ad oggi, considerato per qualità in vetta alle migliori produzioni pervenute.
«È con orgoglio – ha sottolineato Elsa Evangelista, direttore del “San Pietro a Majella” – che il nostro Conservatorio riprende a partecipare ad una vetrina internazionale, a distanza di ben 142 anni da quella lettera scritta dall’allora ministro al bibliotecario Florimo attestante la presentazione della nostra gloriosa Istituzione all’Esposizione di Vienna». Collaborazione, d’altra parte, ritenuta da Francesco Pinto, direttore del Centro Rai di Napoli «una scelta naturale, pensando di affidare i commenti sonori alla freschezza dei "nostri ragazzi della musica". Un lavoro svolto in itinere, senza troppe regole ma dalle suggestioni profonde». Nell’occasione, Pinto ha definitivamente smentito la notizia di un decentramento a Milano del polo archivistico sulla Canzone napoletana: «L’archivio, digitale – ha detto – non è mai stato spostato da Napoli e, per di più, è liberamente consultabile così come dimostra l’attività di ricerca, in questi giorni, svolta da una collaboratrice del Maestro De Simone per la stesura di un nuovo testo del regista-compositore e musicologo sulla Canzone napoletana. Piuttosto, anziché nella defilata zona della Rai, si è pensato di portarne la principale postazione nel centro della città. Fermo dunque restando qui il server, è chiaro che Brera ed altri luoghi potranno godere di un ascolto in collegamento. Anzi – annuncia Pinto – è mia intenzione realizzare quanto prima un totem anche nel Conservatorio partenopeo quale postazione d’ascolto emblematica della Canzone d’arte napoletana. Analogamente sarei ben felice di realizzare un simile contatto con New York, nella speranza però che un domani non si scriva che l’Archivio è stato spedito in America. D'altra parte, la nostra Canzone rappresenta un patrimonio mondiale e, finché Napoli continuerà a cantare e a suonare – ha concluso Francesco Pinto – resterà una città viva».
Ma quali i criteri di elaborazione per gli otto video? «Lavoro di ricerca per immagini e contenuti, più riprese girate con tecniche d’avanguardia» ha spiegato la regista Barbara Napolitano per poi aggiungere: «Ne è così nato un matrimonio fra due diversi patrimoni: la musica storica reinterpretata dai ragazzi più i documenti tratti dalle teche Rai, comprese le sequenze inedite del girato ma mai montato».
Nell’occasione, la direttrice Evangelista ha annunciato il Master in Musica Antica di II livello coordinato da Antonio Florio, il Master in Beni Musicali di I livello affidato a Dinko Fabris, il
Master in Comunicazione e Management delle Imprese Culturali coordinato da Eugenio Ottieri e il bando per la formazione sia del Coro di voci bianche“ Pietà dei Turchini”, sia dell’Orchestra di strumenti a fiato “ Sant’Onofrio a Capuana”.
Ma, la maggiore sorpresa, è arrivata dall’inedita assegnazione a Peppe Barra (nella foto a destra) di un Corso sulla Canzone e sulla lingua napoletana. A lui, presente in sala, le ultime parole dell’incontro: «Stiamo attraversando – ha concluso il cantante attore cresciuto nella straordinaria fucina, anni Settanta, della Nuova Compagnia di Canto Popolare – un periodo molto brutto per la cultura. Almeno facciamo respirare, come lo merita, la città di Napoli».
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