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Redazione

Ha appena vinto il prestigioso Abbiati 2018 come miglior direttore dell’anno “per il folgorante esordio e i risultati del primo anno di direzione musicale al San Carlo di Napoli, dove ha restituito i tre diversi linguaggi di Elektra, Carmen e soprattutto Fanciulla del West con affascinante identità sonora, ampliando nel teatro quella profonda maestria di orchestratore”, come recita la motivazione, e Juraj Valčuha torna sul podio dell’Orchestra del Massimo napoletano per dirigere, sabato 26 maggio (ore 20.30 con replica domenica 27 alle ore 18.00) un concerto sinfonico che impagina un programma di grande impegno.

La prima parte si apre con il Concerto in re maggiore per violino e orchestra, op. 35 di Erich Wolfgang Korngold nell’interpretazione di Stefan Jackiw, giovane violinista americano - classe 1985 - tra i più apprezzati al mondo per la sua poesia, la purezza del suono e la tecnica impeccabile. Riconosciuto interprete di "materiale musicale insolito" che "colpisce per la sua intelligenza e sensibilità" (Boston Globe) Jackiw è apparso come solista con le più grandi orchestre internazionali.

Nella seconda parte Valčuha e la “sua” Orchestra del San Carlo, affronteranno una grande pagina di scrittura virtuosistica strumentale, l’Eine Alpensinfonie op. 64 di Richard Strauss.

Dedicato al grande solista Bronislaw Huberman, il Concerto in re maggiore per violino e orchestra, op. 35 di Korngold evidenzia un virtuosismo acceso. Korngold era compositore per il cinema e il materiale musicale del suo concerto deriva sostanzialmente da sue precedenti colonne sonore e vuole esaltare il potenziale cantabile del violino, come dimostra l’ampia volta melodica e espressiva dei temi impiegati che sembra adattarsi perfettamente alle caratteristiche dello strumento. "Il mio concerto per violino - così scriveva Korngold nelle note per il programma di sala della trionfale prima mondiale della sua partitura avvenuta a St. Louis il 15 febbraio 1947, con il violinista Jascha Heifetz e la direzione del Maestro Vladimir Golschmann - è un tentativo di tenere in vita la forma melodica nel linguaggio sinfonico. Sono alla ricerca di una risposta a una domanda per me di vitale importanza: c’è ancora posto oggi per la melodia e una musica che scaturisca spontaneamente dal profondo dell’anima come avviene per i grandi classici e che non sia semplicemente costruita a tavolino? Non mi sento un reazionario. Nutro profonda ammirazione per le partiture di Richard Strauss e Gustav Mahler ma sono al tempo stesso anche un acceso e appassionato sostenitore di Igor Stravinskij. Mi ricordo che da Enfant Prodige riuscivo a sorprendere e sconvolgere pubblico e critica con le mie costruzioni moderniste. Dal momento in cui mi sono impegnato a 17 anni a scrivere per il teatro d’opera sono sempre rimasto fedele alla mia profonda convinzione che la musica deve essere portatrice di melodia…".

La Sinfonia delle Alpi fu composta da Richard Strauss nel 1915, a dodici anni di distanza dalla sua ultima composizione sinfonica. Lasso di tempo in cui il compositore tedesco miete successi con le sue opere di teatro, da Salome a Elektra, al Cavaliere della rosa, sino ad arrivare all’Arianna a Nasso. Eine Alpensinfonie è una pagina dalle gradevoli evocazioni di atmosfere alpestri e la sua bellezza risiede soprattutto nella complessità della scrittura strumentale. Formalmente è un solo gigantesco tempo di Sonata. Tutta la composizione si ispira, come recita il titolo, a impressioni montane e naturalistiche. Per ottenere determinate atmosfere, Strauss impiega un organico imponente, con un impressionante spiegamento di fiati e in special modo ottoni, più percussioni dagli effetti speciali: ossia, 4 flauti e ottavino, 3 oboi più corno inglese), heckelphon, 2 clarinetti in si bemolle, un clarinetto in mi bemolle e uno in do più clarinetto basso in si bemolle, 4 fagotti e controfagotto, 8 corni in fa e tube wagneriane in fa e si bemolle, 4 trombe in si e do, 4 tromboni, 2 tube, timpani per due esecutori, cassa, piatti, tam-tam, triangolo, campanacci, glockenspiel, macchina del vento, macchina del tuono, organo, celesta, 2 arpe, e ovviamente archi. In più, fuori scena, 12 corni, 2 trombe, 2 tromboni. Il tutto, per un esercito di circa 120 esecutori.

Tra i più apprezzati violinisti americani, Stefan Jackiw è celebre per la sua poesia, la purezza del suono, la tecnica impeccabile e per il repertorio insolito che propone. È apparso come solista con le orchestre di Boston, Chicago, Cleveland e New Philharmonic collaborando con prestigiosi direttori come Nelsons, Nézet-Séguin, Davis, Valčuha, Temirkanov, Lintu, Morlot, Herreweghe, Venzago e Graf con la Philharmonia di Londra, Deutsches Sinfonieorchester Berlin, Rotterdam Philharmonic, Netherlands Radio Philharmonic, Danish National Symphony, Helsinki Philharmonic, RTVE Madrid, Orchestra Rai di Torino, London Philharmonic Orchestra. Ha eseguito in prima mondiale il Concerto per violino n.2 di David Fulmer, scritto per lui e commissionato dal Festival di Heidelberg. Recentemente ha suonato con la Philadelphia, la Pittsburgh e la Chicago Symphony Orchestra. Il New York Times ha esaltato la sua esibizione alla Carnegie Hall con il Concerto per Violino n.2 di Prokof’ev. È stato in tournée con l’Australian Chamber Orchestra, si è esibito con la Tokyo Symphony Orchestra. In recital è allo Schleswig-Holstein Music Festival con il pianista Christoph Eschenbach e al Louvre a Parigi. In America è presente al Ravinia Festival, Boston Celebrity Series, Kennedy Center di Washington, al Mostly Mozart Festival al Metropolitan Museum of Art di New York e all’inaugurazione della Carnegie’s Zankel Hall. Come musicista da Camera ha collaborato con Yo-Yo Ma, Gil Shaham, Steven Isserlis e lavora regolarmente con Jeremy Denk. Nella stagione 17/18 è impegnato con la Cleveland Orchestra e Juraj Valčuha, con l’Orchestre Philharmonique du Luxembourg (con Valčuha), Lahti Symphony, Bournemouth Symphony, Detroit Symphony (direttore Valčuha), National Symphony Orchestra, Orchestre National d’Ile de France con la Paris Philharmonie and Residentie Orkest Concertgebouw di Amsterdam. Acclamate le sue incisioni dele delle Sonate per violino di Brahms (Sony). c Con l’Academy of St Martin in the Fields e Alan Gilberg, Alisa Weilerstein e Inon Barnatan incide per Decca Gold e con Jeremy Denk. Di origini tedesco/coreane, Jackiw ha iniziato a studiare violino all’età di 4 anni. Nel 2002 è stato insignito del prestigioso Avery Fisher Career Grant.

Dall’ottobre 2016 Juraj Valcuha è Direttore musicale del Teatro San Carlo di Napoli, nonché Primo direttore ospite della Konzerthausorchester di Berlino. Inoltre è stato Direttore principale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai dal 2009 al 2016. Nato nel 1976 a Bratislava, vi studia composizione e direzione, proseguendo poi gli studi a San Pietroburgo con Ilya Musin e a Parigi.

Nel 2006 debutta con l´Orchestre National de France e inizia la carriera italiana al Comunale di Bologna con La bohéme. Da allora è salito sul podio delle orchestre più prestigiose quali i Münchner Philharmoniker, Gewandhausorchester di Lipsia, Staatskapelle di Dresda, Berliner Philharmoniker, Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam, le orchestre americane di Pittsburg, Los Angeles, San Francisco, National Symphony di Washington, New York Philharmonic, Chicago Symphony, Cleveland Orchestra. Con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai ha effettuato tournee al Musikverein di Vienna, alla Philharmonie di Berlino, a Colonia, Monaco e Zurigo, nella stagione di Abu Dhabi Classics e al Festival Enescu di Bucarest.

In campo operistico successivamente ha diretto Parsifal all’Opera di Budapest, Turandot, Elektra, Fanciulla del West e Lady Macbeth di Mtsensk al San Carlo di Napoli, Jenůfa e Peter Grimes al Comunale di Bologna e l´Amore delle tre Melarance e Faust all´Opera di Firenze.

Tra gli appuntamenti più recenti segnaliamo il suo ritorno con la New York Philharmonic, Chicago Symphony, Cleveland Orchestra, San Francisco, Pittsburgh, Philharmonia, Münchner Philharmoniker, Wiener Symphoniker, le Orchestre della Radio di Francoforte, della NDR Amburgo, della Radio Svedese, dell'Orchestra dell´Accademia Nazionale di Santa Cecilia e dell´Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI.

È stato insignito del Premio Abbiati 2018 come migliore direttore d´orchestra.

JURAJ VALČUHA / STEFAN JACKIW

Direttore | Juraj Valcuha Violino | Stefan Jackiw

Richard Strauss, Eine Alpensinfonie "Sinfonia delle Alpi" Poema Sinfonico, Op. 64

Orchestra del Teatro di San Carlo

Sabato 26 maggio 2018, ore 20.30 Turno S Domenica 27 maggio 2018, ore 18.00 Turno P / Turno M Concerti

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