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  • Paola De Simone

Torna la Traviata di Verdi firmata Özpetek ma con la nuova Violetta del soprano Pretty Yende



Come ormai puntuale d'estate, torna in stagione al Teatro San Carlo l'ampio pacco di recite della Traviata di Giuseppe Verdi che, riprendendo il bell'allestimento del cineasta Özpetek con le scene di Dante Ferretti e i costumi di Alessandro Lai, punta stavolta sulla novità tutta da ascoltare e testare a Napoli della Violetta del soprano di coloratura sudafricano Pretty Yende, giocata in alternanza con Claudia Pavone (le sere del 23, 26, 28 e 30 luglio).

Otto in totale le recite a partire da oggi, venerdì 22 luglio ore 20, per finire a staffetta il 30.

A interpretare Alfredo Germont saranno Francesco Demuro (22, 24, 27 e 29 luglio) e Francesco Castoro (23, 26, 28 e 30 luglio), nel ruolo di Giorgio Germont si alterneranno George Gagnidze (22 e 24 luglio), Gabriele Viviani (27 e 29 luglio) e Ernesto Petti (23, 26, 28 e 30 luglio) mentre Daniela Mazzucato sarà Annina,

Completano il cast: Marco Miglietta (Gastone), Enrico Marabelli (Il barone Douphol), Pietro Di Bianco (Il marchese d’Obigny), Alessandro Spina (Il dottor Grenvil), Michele Maddaloni (Giuseppe), Giacomo Mercaldo (Domestico di Flora), Alessandro Lerro (Un commissionario). Orchestra diretta da Ivan Ciampa e Coro preparato da José Luis Basso.

A cornice degli spettacoli, inoltre, un ricco ventaglio di iniziative per i più giovani

Fresco al San Carlo!, particolare iniziativa rivolta agli Under30: aperitivo a tema La traviata presso il Café del Teatro di San Carlo e visione dello spettacolo (nelle recite del 26, 27 e 29 luglio al costo di 25 euro);

Visite speciali, tour guidati con aperitivo a tema La traviata (dal 22 al 30 luglio al costo di 15 euro);

Avvicinamento giovani all’Opera con Art Bonus attraverso il quale la Fondazione Teatro di San Carlo, grazie al Progetto di mecenatismo culturale per l’avvicinamento dei giovani all’Opera sostenuto da un gruppo di imprenditori, darà l’opportunità agli allievi che hanno partecipato ai laboratori di Officine San Carlo di assistere allo spettacolo del 26 luglio alle ore 20;

Il San Carlo su TikTok che vede approdare il Lirico napoletano sul social TikTok con nuovi contenuti sullo spettacolo La traviata e sulla programmazione 2022-23.

A tal merito i giovani musicisti dell'Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli presideuta da Enzo De Paola hanno assistito alla prova d’assieme di mercoledì 20 luglio alle ore 15.30 e, durante la pausa, hanno dialogato con Ferzan Özpetek, nuovamente a Napoli per riallestire lo spettacolo.

Convinto assertore che “l’Opera quando la conosci non puoi non amarla”, il regista turco naturalizzato italiano ha inoltre voluto mettere a disposizione dei ragazzi e delle loro famiglie 300 biglietti per assistere allo spettacolo, un gesto concreto in linea con le tante iniziative messe in campo dalla Fondazione per contrastare la povertà educativa di alcune aree del territorio, promuovere l’inclusione sociale e l’avvicinamento dei giovani al Teatro.

L’incontro fa parte anche di un più ampio documentario che, oltre al momento di confronto dei ragazzi con Ozpetek, include interviste ai ragazzi della lodevolissima Orchestra Giovanile partenopea e al loro Direttore Giuseppe Mallozzi nell’ambito del progetto Opera Buffa. Il cortometraggio sarà poi pubblicato su ON Il Teatro delle Culture on.teatrosancarlo.it



Guida all’ascolto

di Fiorenza Sassanelli


Cantare il dolore e l’abbandono

La tensione quasi spettrale dei pochi violini che, in tonalità minore, aprono da soli il Preludio di quest’opera capolavoro, in pianissimissimo (Verdi segna ppp), sono il presagio del dramma dell’abbandono e della solitudine a cui è condannata la protagonista sin dal principio, “sola, abbandonata, in questo popoloso deserto che appellano Parigi”. Violetta Valéry è una cortigiana di lusso che l’amore vero sembra poter risollevare da una vita “traviata” a un’altra più onorevole e certo più salutare (la malattia di cui soffre non è compatibile con simili eccessi). All’inizio la donna oppone resistenza, - tanto vale “perire nei vortici”, dice a se stessa - per non cedere alle illusioni (“follie, delirio vano è questo”). Sennonché ella cede all’amore, vi si immerge e sembra a un certo punto toccare la salvezza, finché un giorno il padre del suo amato Alfredo, Giorgio Germont, approfittando dell’assenza del figlio, irrompe nella casa “similconiugale”: il passato della donna riaffiora di colpo, troppo stridente rispetto al mondo borghese di Germont. Questi - racconta - è padre anche di una “vergine” il cui fidanzato minaccia di “ricusare il vincolo”, mutando in “triboli le rose dell’amor”. Dunque s’impone che Violetta lasci Alfredo. Improvvisamente l’incantesimo si rompe, precipitando e degenerando nel drammatico finale che alcune regie ambientano persino nel magazzino di un hotel dismesso o in un loft senza arredi, leggendo tra le righe delle didascalie di Piave quello squallore che scolora il destino decaduto di tante esistenze un tempo dorate. La prima parte dell’opera (un atto e mezzo su tre) è il racconto di una grande illusione, dal magico incontro, durante una festa del mondano circuito parigino, a una nuova vita a due, nella dimensione bucolica di una casetta fuori città. Musicalmente, già dopo poche battute, la tensione dell’incipit del Preludio risolve infatti su due temi simbolo della protagonista: la passione sincera dell’“Amami Alfredo” e la frivolezza dietro la cui maschera Violetta trascorre la sua esistenza. Più che la tubercolosi, a uccidere la protagonista è l’impossibilità di ribaltare il suo destino, la consapevolezza che solitudine e abbandono sono la sua vera condanna. Nella lunga, sofferta e accorata seconda scena del secondo atto, costruita intorno al duetto tra Violetta e Giorgio Germont, le parole della capitolazione della donna sono di un’atroce quanto disarmante lucidità: “Se pur benefico le indulga Iddio, l’uomo implacabile per lei sarà”. La musica unisce potenza e fascino a tanta umana schiettezza, animando il duetto tra Violetta e Germont come una feroce lotta tra un carceriere e la sua vittima impotente. L’abbraccio tra i due è una convenzione ottocentesca: da quell’incontro Violetta esce annientata per sempre. Di qui in poi, La traviata è il racconto di un terribile equivoco: Alfredo, ferito nell’orgoglio, è certo del tradimento. Nonostante l’incontro col padre che lo abbraccia come fosse un figliol prodigo, non è sfiorato dal dubbio degli eventi e quando ritrova Violetta a Parigi infierisce su di lei (“questa donna pagata io l’ho”). La seconda parte del terzo atto è una mascherata, appesantita dall’intervento di “zingarelle e mattadori” che se ai tempi di Verdi servivano a inserire colorati numeri di danza nello spettacolo, ai nostri occhi appaiono campanelli d’allarme della malsanità di certi ambienti in cui lo sfavillio economico è direttamente proporzionale al degrado morale e culturale. Tra queste sabbie mobili annega Violetta. Quando per l’ultimo atto si riascoltano gli archi col loro corale spettrale è finalmente chiaro il significato da memento mori di quel tema, già ascoltato in apertura a mo’ di epigrafe. Purtroppo questa volta l’atmosfera livida non si stempera in passione o frivolezza, soffoca invece in singhiozzo e morte. Il numero conclusivo comincia su una frenetica scala cromatica discendente: Alfredo e Germont tentano una lotta contro il tempo. Ma ormai tutto è inutile.




Dal 22 al 30 Luglio 2022

Giuseppe Verdi

LA TRAVIATA

Opera in tre atti

libretto di Francesco Maria Piave dal dramma La dame auxcamélias di Alexandre Dumas

Direttore | Francesco Ivan Ciampa

Regia | Ferzan Ozpetek

Scene | Dante Ferretti

Costumi | Alessandro Lai

Luci | Giuseppe Di Iorio

Interpreti

Violetta Valery | Pretty Yende (22, 24, 27, 29) / Claudia Pavone (23, 26, 28, 30)

Flora Bervoix | Valeria Girardello♭

Annina | Daniela Mazzuccato

Alfredo Germont | Francesco Demuro (22, 24, 27, 29) / Francesco Castoro (23, 26, 28, 30)

Gastone | Marco Miglietta

Il barone Douphol | Enrico Marabelli

Il marchese d’Obigny | Pietro Di Bianco

Il dottor Grenvil | Alessandro Spina

Giuseppe | Michele Maddaloni

Domestico di Flora | Giacomo Mercaldo

Un commissionario | Alessandro Lerro

debutto al Teatro di San Carlo Artista del Coro

Orchestra, Coro e Balletto del Teatro di San Carlo

Maestro del Coro | José Luis Basso

Direttore del Balletto | Clotilde Vayer

Produzione del Teatro di San Carlo

Teatro di San Carlo venerdì 22 luglio 2022, ore 20:00 - sabato 23 luglio 2022, ore 19:00

domenica 24 luglio 2022, ore 17:00 - martedì 26 luglio 2022, ore 20:00

mercoledì 27 luglio 2022, ore 18:00 - giovedì 28 luglio 2022, ore 18:00

venerdì 29 luglio 2022, ore 20:00 - sabato 30 luglio 2022, ore 19:00

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