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Paola De Simone

Second Hand in XXIV edizione a Napoli dal 2 al 5 dicembre 2021




Serrata la scaletta di eventi con la XXIV edizione di “Second Hand – Di Seconda Mano”, la rassegna di danza contemporanea ideata e realizzata dalla coreografa Gabriella Stazio, presidente di Movimento Danza – Organismo di Promozione Nazionale.

La rassegna, messa a segno nell’ambito del progetto “Gap! Change! Now! – Projects for the next dance generation 2018/2021”, con il sostegno del MIC e della Regione Campania, nella cornice dell’iniziativa “Dance Crossing | Nuovi modelli di mobilità culturale”. diffonde idee innovative, originali e differenti, innescando confronti e dialoghi tra autori locali, nazionali ed internazionali sulla danza e sui temi culturali della contemporaneità.

I nuovi appuntamenti di Second Hand sono in scena dal 2 al 5 dicembre 2021 presso la Sala Assoli di Napoli, in Vico Lungo Teatro Nuovo.

Il costo del biglietto di ingresso per 1 sera è di 10 euro, il biglietto ridotto costa 5 euro.

info biglietti 081 5801558 / 345 4679142 info@casadelcontemporaneo.it

Eccone nel dettaglio il programma:

Giovedì 2 dicembre

ore 20:30 Small living space coreografia e interpretazione Antonio Taurino musica Antonio Vivaldi produzione GRUPPO e-MOTION, con il contributo del MIBACT, della Regione Abruzzo, del Comune dell’Aquila e Operazione RESTART durata 15 minuti Questa altro non è che la drammatica storia di un corpo inscatolato nei propri pensieri, manipolato dalle proprie paure e preso a cazzotti dalle proprie sofferenze; perso, quindi, in un insano circolo vizioso. Un piccolo stralcio di realtà in cui la non accettazione di sé, innesca un insano meccanismo conflittuale: un’intima e violenta lotta con se stessi, che spesso non conosce vincitori.

ore 21:00

Four/Vis a Vis

di e con Sara Pischedda musiche di Marco Caredda luci Stefano Delitala produzione Compagnia ASMED Balletto di Sardegna e Incontri Musicali durata 13 minuti

Forza, bellezza Forza, bellezza Forza, bellezza Vaghi in una foresta sociale, dove le uniche parole che echeggiano sono queste. Ti intimidiscono, ti confondono quasi ti convinci che sia l’obiettivo da raggiungere. Come le sirene di Ulisse, ti seducono e ti fanno percorrere strade nelle quali l’unica cosa che può capitare è perderti. Perdere te stesso. Perdere la testa. Lì dovrai fare i conti con la persona che sei. Essere o non Essere

ore 21:20

Private Rite Something is growing

di e con Marco Casagrande produzione Movimento Danza – MIC – Regione Campania durata 19 minuti

Un corpo inerme. Un luogo tangibile e malleabile che si espande, si deforma e rinasce. Lentamente si sviluppa un intimo rituale tra il soggetto e il piccolo ambiente che abita. La crescita del corpo e del movimento appare direttamente proporzionale alla dilatazione dello spazio che, da piccolo e restrittivo, si trasforma in una passerella dove il rito personale del performer prende vita nella sua totalità. La continua crescita porta alla ricerca di spazi altri, scaturendo un dentro-fuori persistente, un rapporto che nonostante l’apparente deterioramento, tende a ritornare verso il legame primordiale, fondendosi in un’unica scultura che muta nello spazio e nel tempo. L’interrogativo si pone inevitabilmente. Dopo tale esperienza chi è, quindi, il soggetto? E chi l’oggetto?

Progetto finalista dell’edizione 2020 di “Residanza – La casa della nuova coreografia”, bando di ospitalità e residenza coreografica, azione Gap! Change! Now! Projects for the next dance generation – Movimento Danza 2018/2021 e con il sostegno del Ministero della Cultura.

Venerdì 3 dicembre

ore 20:30 I suppose it’s real_studio di e con Michela Silvestrin produzione Compagnia Ariella Vidach / AiEP durata 20 minuti “La nostra realtà è il pianto e il riso, la gratitudine e l’altruismo, la fedeltà e i tradimenti, il passato che ci perseguita e la serenità. La nostra realtà è costituita dalle nostre società, dall’emozione della musica, dalle ricche reti intrecciate del nostro comune sapere, che abbiamo costruito insieme. Tutto questo è parte di quella stessa natura che descriviamo. Della natura siamo parte integrante, siamo natura, in una delle sue innumerevoli e svariatissime espressioni.” C.R L’essere umano è per natura un animale curioso. Nell’uomo risiedono i dettagli di un passato animale ma anche l’orizzonte, attuale, dell’espansione del nostro pensiero sulla sfera tecnica. Queste due nature convivono nell’essere vivente che da quando si è scoperto limitato ha auto la necessità di risolvere il suo pensiero dentro un oggetto.

ore 21:00 Focus On_primo studio di Sonia Di Gennaro Performing Arts Group – Compagnia Giovani Movimento Danza danzano Roberta Ascione, Maria Giovanna Cimmino, Martina Galardo, Francesca Gifuni produzione Movimento Danza, MiC, Regione Campania durata 18 minuti Focus on è un work in progress in cui Sonia Di Gennaro esplora, con il Performing Art Group, le possibili relazioni che fanno parte della nostra quotidianità: incontrarsi, come ignorarsi o perdersi, fino a ritrovarsi. Un primo studio in cui lo sguardo del danzatore si incrocia con gli altri corpi creando figure, costruendo immagini, proiettando ombre, che si allungano, ondeggiano, fluttuano in un mondo dai confini incerti e mutevoli.

Sabato 4 dicembre ore 20:30 Divine Pièce di versi in danza coreografia Roberta De Rosa drammaturgia e regia Michele Casella danzatori Roberta De Rosa, Martina Fasano, Nello Giglio, Katia Marocco, Nicola Picardi produzione ARB Dance Company direzione artistica Annamaria Di Maio durata 45 minuti Donna, sei tanto grande e tanto vali, che chi vuol grazia e a te non ricorre sua disianza vuol volar senz’ali Dante Alighieri, Paradiso XXXIII, vv. 11.15 La Divina Commedia non è solo il viaggio di Dante, ma il viaggio di ognuno di noi: Dante si fa paradigma dell’umanità e guida tutti noi in un percorso verso l’amore, fatto di esperienze terribili e visioni meravigliose. È per questo che, in questa pièce di versi e danza, la figura di Dante non è presente, perché semplicemente è il pubblico che, coronato d’alloro, farà il proprio viaggio. Ad accoglierlo ci saranno solo ed esclusivamente le voci femminili. Un viaggio al femminile che, attraverso uno studio approfondito dei versi, recitati e declinati in danza, dei costumi attraverso l’esame di opera artistiche, attualizzazioni, farà riflettere sulla condizione femminile e sulla discriminazione e parità di genere, uno degli obiettivi significativi dell’Agenda 2030. Il titolo “Divine” si riferisce non solo all’aggettivo che accompagna l’opera a partire da un’edizione del 1555, per definirne il valore artistico e la sacralità, ma vuole richiamare anche alla “divinità” presente in ogni donna.

Domenica 5 dicembre

SERATA BEETHOVEN a cura di Borderlinedanza dalle ore 18:00

Collective Trip Concept, coreografia e regia Claudio Malangone Autori/interpreti partecipanti al workshop pomeridiano Musica 2°movimento 7 Sinfonia di Beethoven durata 10 minuti E’ il momento conclusivo di un “atto di pensiero” del coreografo Claudio Malangone che ha caratterizzato le ultime produzioni di Borderlinedanza nell’ultimo triennio. Punto di partenza sono l’idea di un tragitto e quelle trasformazioni che un ambiente e un corpo subiscono durante un percorso, cogliendone le metamorfosi e le contraddizioni a esso insite. Un viaggio che trae ispirazione tra ciò che vediamo e ciò che immaginiamo per condurre in un luogo intimo e caloroso, dove si apre lo spazio per costruire drammaturgia identificandone l’essenza non nel contrasto tra i personaggi autori/interpreti ma nel confronto tra scena e pubblico, anch’esso protagonista della performance. Il brano presentato è la restituzione al pubblico di un percorso di condivisione tra l’ideatore/coreografo e i danzatori coinvolti in una esperienza laboratoriale all’interno della rassegna.

Thread concept e ideazione coreografica Susan Kempster autori/interpreti Luigi Aruta, Pietro Autiero, Adriana Cristiano, Antonio Formisano, Alessia Muscariello, Giada Ruoppo produzione Borderlinedanza 2021, con il contributo di MIC, Regione Campania durata 25 minuti Questo lavoro è il risultato coreutico di una serie di riflessioni intorno al “filo”, inteso come metafora del modo in cui siamo tutti connessi e interdipendenti. Attorcigliato, sottile tanto da potersi spezzare facilmente o resistente al punto da non rompersi mai, il filo è metafora della vita che scorre o si blocca. I danzatori sono collegati tra loro, creano flussi corali che non mascherano le individualità che lo compongono. I limiti della loro forma sono anche i loro punti di forza, esplorati e reiterati attraverso tempi antichi, rituali e pastorali. Con grazia e umorismo, Thread utilizza la restrizione per trovare la libertà.La nuova produzione internazionale di Borderline Danza vede protagonista la coreografa Susan Kempster (AU) e un corpo di ballo di sei danzatori.



In foto-copertina: Francesca Gifuni in “Sulle ali della gravità”, Teatro dei Piccoli, luglio 2021 – Photocredits Maurizio De Nisi.



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