ScarlattiLab/barocco: alla chiesa Anglicana di Napoli si esegue La Galatea di Vittori, rappresentata privatamente nel 1644 nel palazzo dei nobili Spinelli di Cariati
Oggi, mercoledì 18 maggio 2022 alle ore 19.30 appuntamento fuori abbonamento proposto dall'Associazione Alessandro Scarlatti di Napoli, nella chiesa Anglicana di via San Pasquale a Chiaia, con il laboratorio ScarlattiLab/barocco, organico di giovani cantanti e strumentisti (nella foto) di Emanuele Ferrigno) guidati da Antonio Florio (reduce dal successo riscosso pochi giorni fa a Clermont-Ferrand con la sua Cappella Neapolitana) e Franco Pavan in un programma che ricostruisce la prima opera mai rappresentata a Napoli (in realtà, in seconda battuta dopo Le jeu de Robin et Marion di Adam de la Halle scritto e rappresentato nel 1275 per la Corte angioina ma prima della Veremonda, l'amazzone d'Aragona di Francesco Cavalli nel 1652, indicata quale primo nella storia musical-teatrale della città): La Galatea di Loreto Vittori.
“La Galatea è un melodramma composto a Roma nel 1639 - racconta Dinko Fabris, che è responsabile del settore musicologico di questo progetto della Associazione Alessandro Scarlatti - da un poeta e celebre cantante castrato di scuola romana, Loreto Vittori, ma ebbe la sua prima assoluta a Napoli, in un’esecuzione privata avvenuta nel 1644 nel palazzo dei nobili Spinelli di Cariati presso l’attuale Piazza Cariati (il libretto fu rivisto e ristampato più tardi a Spoleto, città natale di Vittori, nel 1655 forse per una nuova esecuzione di cui non resta notizia) Il testo amplifica e complica il poema omonimo di Gabriello chiabrera che narra le vicende di Aci, Galatea e Polifemo (che nel primo Settecento sarebbero state musicate proprio a Napoli da Händel) e comprende canzonette e arie strofiche, recitativi, vari concertati e importanti interventi di un coro di solisti, offrendo momenti di lirismo e grande drammaticità. I Giornali di Napoli dettero ampio risalto alla rappresentazione del 1644 per cui La Galatea può essere considerata la prima opera in musica rappresentata a Napoli, anticipando di sei anni l’arrivo dell’opera “alla veneziana” proposta dal viceré d’Oñate dopo la Rivoluzione di Masaniello.”
Le peculiarità dell’appuntamento sono state approfondite in una giornata di studio su “La Napoli di primo Seicento” questa mattina, al Conservatorio San Pietro a Majella.
Lo ScarlattiLab barocco è un progetto che coinvolge i migliori giovani musicisti di alcuni conservatori italiani, a cominciare dal Conservatorio San Pietro a Majella, e, sin dal 2011 è affidato ad Antonio Florio, oggi significativo interprete del repertorio napoletano tra XVI e XVIII secolo, in unione al contributo musicologico di Dinko Fabris. Sempre con una forte attenzione per la vocalità, nell'intento di offrire la possibilità ai giovani musicisti d'incontrare anche mondi sonori differenti, il progetto si è sviluppato anche intorno alla musica strumentale è stata oggetto di più concerti, con una suggestiva carrellata su partiture dedicate agli strumenti del basso continuo (tiorba, cembalo, organo, violoncello) e d'improvvisazioni su bassi ostinati. Uno di questi concerti fu anche registrato per la rivista Amadeus che dedicò nelle sue pagine uno spazio speciale all’iniziativa.
Nel corso di più di 10 anni i laboratori sono stati dedicati alla musica sacra di Alessandro e Domenico Scarlatti, al filone delle “pazzie” legato all’opera di Pietro Antonio Giramo, e poi ancora, negli anni successivi, alla musica sacra di Jommelli, alla cantata da camera dei salotti aristocratici napoletani, alla villanella cinquecentesca, alla figura della cortigiana/cantante/impresaria Giulia De Caro, oltre che la musica sacra di Cristofaro Caresana, Gaetano Veneziano e Gennaro Manna; la programmazione si è poi aperta al mondo dell’opera buffa napoletana, con la preziosa collaborazione di Peppe Barra e Pino de Vittorio. Negli ultimi anni gli interessi dello ScarlattiLab stanno cominciando a rivolgersi al repertorio extra-napoletano: da Claudio Monteverdi a Luigi Rossi, da Bernardo Pasquini a Benedetto Ferrari .
Una buona pratica per il futuro dei giovani musicisti, ai quali viene riconosciuto lo status di professionisti, e una bella iniezione di fiducia circa il futuro della musica “antica”.
L’accesso ai concerti è consentito con mascherina FFP2
Biglietti:
Biglietto unico €5
Prevendita online: www.azzurroservice.it
Infoline
Associazione Alessandro Scarlatti
081 406011
Whatsapp 3426351571
Programma
Loreto Vittori ( 1600 – 1670)
La Galatea - La prima opera in musica rappresentata a Napoli (1644)
in collaborazione con il dipartimento di Musica Antica del Conservatorio S. Pietro a Majella – Napoli
Ester Facchini, soprano Galatea
Leopoldo Punziano, tenore Aci, I Pastore
Carlo Feola, basso Nettuno, Giove, Polifemo
Danila Pia Abate, soprano Amore, Eco, II Pastore
Marina Meo, mezzosoprano Venere, Un Satiro
Cristina D’Alessandro, contralto Lucindo, III Pastore, Proteo
Ensemble ScarlattiLab
Marco Piantoni, Marco Rozza : violini
Manuela Albano : violoncello
Franco Pavan, Pierluigi Ciapparelli, Paola Ventrella: tiorbe
Angelo Trancone : clavicembalo
Alessandro De Carolis, Gennaro Caccialino: flauti dolci
Antonio Florio supervisione e direzione musicale
Dinko Fabris direzione musicologica
Antonio Florio
Nato a Bari, riceve una formazione classica, diplomandosi in Violoncello, Pianoforte e Composizione al Conservatorio di Bari, sotto la guida di Nino Rota. Approfondisce, in seguito, lo studio degli strumenti antichi e della prassi esecutiva barocca. Dopo aver dato vita, nel 1987, all’ensemble i Turchini, si dedica con pari impegno all’attività concertistica e ad un’intensa ricerca musicologica, esplorando soprattutto il repertorio della musica napoletana dei secoli XVII e XVIII, recuperando in quest’ambito capolavori dell’opera assolutamente inediti, curandone infine la proposta per i più prestigiosi teatri europei e italiani. Tra i molti titoli riscoperti da Florio citiamo “La colomba ferita” (1670), “Il schiavo di sua moglie”(1671) e “La Stellidaura vendicante” (1674) di Francesco Provenzale; “Il disperato innocente” di Francesco Boerio (1673);“La finta cameriera” di Gaetano Latilla (1673); “Li Zite’n Galera” di Leonardo Vinci (1722); “Il Pulcinella vendicato” di Giovanni Paisiello (1767); “La Statira” di Francesco Cavalli (nell’edizione per Napoli del 1666); “Motezuma” di Francesco De Majo (1765). Nel 1999 e nel 2000 ha diretto l’Orchestra Sinfonica di Santiago de Compostela, presentando “La serva padrona” e lo“Stabat Mater” di Giovan Battista Pergolesi.
Non meno impegnativa è la sua attività didattica: ha tenuto seminari e masterclass sulla vocalità barocca e sulla musica da camera per il Centre de Musique Baroque di Versailles, per la Fondation Royaumont e per il Conservatorio di Toulouse. È, inoltre, titolare della cattedra di Musica da camera del Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli dove svolge un corso universitario sullo stile e il repertorio barocco. E’ direttore artistico dello “Scarlatti LAB” , laboratorio per la musica barocca a cura dell’Associazione Scarlatti di Napoli. Tra i suoi impegni più recenti citiamo l’opera di recupero e di revisione dell’opera seria di Leonardo Vinci “La Partenope”, la cui edizione è stata realizzata nel 2004 e sarà proposta in forma scenica quest’anno nel Teatro di Ponferrada e nell’Auditorio di León, in Spagna. Il 2005 ha visto Antonio Florio dedicarsi alla riscoperta e revisione dell’opera “La finta giardiniera” di Pasquale Anfossi, già proposta insieme all’omonimo titolo mozartiano presso la Fondation Royaumont, in forma di concerto e successivamente in forma teatrale, costituendo anche argomento di uno stage internazionale. Quindi, nel 2006, ha diretto i Turchini nell’ambito del prestigioso festival “Anima Mundi” di Pisa, prima di portare in Cina, attraverso quattro tappe, lo spettacolo “Festa Napoletana”. Nello stesso anno, nell’ambito del Festival di musica antica del Mediterraneo Mousiké di Bari, Antonio Florio ha ricevuto il primo “Premio per la diffusione della Musica Mediterranea”. Nel corso della stagione concertistica del 2007 è stato ospite dell’Accademia Chigiana di Siena e del Ravenna Festival, dell’Associazione Scarlatti di Napoli, del Centre Lyrique D’Auvergne di Clermont Ferrand in Francia e del Ravello Festival. Nel 2008 ha diretto al Teatro Valli di Reggio Emilia e al Mercadante di Napoli l’opera “Alidoro” di Leo, il cui allestimento, racchiuso in un dvd, si è recentemente aggiudicato il prestigioso riconoscimento del “Diapason d’Or” e “Orphèe d’or-Paris-accademie du disque lyrique”. Insieme a quest’ultimo, ad Oviedo in Spagna, gli è stato attribuito il premio “Luis Gracia Iberni” – corrispondente al nostro premio Abbiati – per la Miglior Direzione Musicale in occasione della prima esecuzione in tempi moderni dell’opera “Ottavia restituita al trono” di Domenico Scarlatti, presentata a San Sebastian nell’agosto del 2007. Nell’ottobre 2008, insieme con i Turchini, si è aggiudicato inoltre il “Premio Napoli”, nella sezione “Eccellenze Nascoste” della città. Ha partecipato al Festival “MITO” presentando in versione concertistica l’opera “Aci, Galatea e Polifemo” di Haendel nel Teatro dell’Arte di Milano, poi nel giugno 2009 in versione scenica, con la regia di Davide Livermore, al Teatro Regio di Torino. Sempre nel 2009, ha presentato “La Partenope” di Vinci in coproduzione con il teatro di Leon in Spagna Teatro S.Carlo di Napoli, La Maestranza di Sevilla, La Coruna, Santander, Murcia e Premio Oviedo per la miglior produzione teatrale e una lunga tournée in Italia con lo “Stabat Mater“ di Pergolesi. Nel 2010, ha diretto “Orfeo e Euridice” di Fux alla Konzerthaus di Vienna, e in più occasioni l’orchestra barocca “Casa da Musica” di Oporto e l’Orchestra di Galicia-La Coruna.“ Nel 2012 ha diretto alla Konzerthaus di Vienna “Dorimena e Tuberone” di Francesco Conti e “Incoronazione di Poppea” di Monteverdi al teatro Calderon di Valladolid con la regia di E.Sagi. Al Ravello Festival dell’agosto 2016 ha eseguito nel fascino della notte il “Fairy Queen” di Henry Purcell basato sul “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare. Dopo aver cambiato il nome del suo gruppo storico in “Cappella Neapolitana”, dal 2016 Florio ha creato un nuovo centro di musica antica nel cuore di Napoli, presso la Domus Ars (nella splendida chiesa barocca di San Francesco delle Monache a Santa Chiara) con cui è giunto nel 2018 alla terza edizione della rassegna “Sicut Sagittae”. Nel 2018 la sua direzione dell’”Orfeo” di Monteverdi al Teatro Regio di Torino è stata definita dalla critica “impresa di valore culturale altissimo”. Nello stesso anno la consacrazione internazionale della sua costante opera di riscoperta dei tesori di Napoli è giunta con acclamati concerti al Concertgebouw di Amsterdam e a Gand, la prima moderna del “Siroe re di Persia” di Vinci al Teatro San Carlo di Napoli e, nel 2019, la direzione artistica della 19ma edizione del prestigioso Festival “Misteria Paschalia” di Cracovia. Le vicende artistiche di Antonio Florio e del suo complesso si fondono per cui si rimanda alla storia della Cappella Neapolitana per le incisioni discografiche e video da lui dirette. Ultima incisione discografica nel febbraio 2022 “Tormento d'amore” con il tenore Ian Bostridge per l'etichetta Warner Classics.
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