Residanza: quattro coreografi under 35 oggi in gara al Ridotto del Teatro Mercadante di Napoli con la finale della nona edizione del bando per coreografi organizzato da Movimento Danza
È per oggi, mercoledì 22 dicembre (ore 19) nel Ridotto del Mercadante Teatro di Napoli l'appuntamento con la serata finale della nona edizione di Residanza – La casa della nuova coreografia, bando per giovani coreografi Under 35 indetto da Movimento Danza - Organismo di Promozione Nazionale di Gabriella Stazio.
L’iniziativa è finalizzata a favorire il ricambio generazionale nell’ambito della danza ed è parte del progetto Gap! Change! Now! | Projects for the next dance generation 2018/2021, progetto che gode del sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Campania e che quest’anno si svolge in collaborazione con Teatro di Napoli – Teatro Nazionale.
Numerosi quest’anno i partecipanti, oltre 40. Quattro i finalisti: Marika Di Remigio con la coreaografia Saturno II, Sara Lupoli con Off cells project thema - Omaggio a Berio, Pablo Ezequiel Rizzo con Alce, Claudia Caldarano con Piano solo, corpo solo. Fuori concorso si vedrà anche la coreografia Knotting di Marco Munno, vincitrice di Residanza 2020.
La serata sarà presentata da Elisabetta Testa docente e critica di danza. A scegliere il vincitore di quest’anno sarà come sempre una giuria d’eccellenza composta da Chiara Ameglio, danzatrice e coreografa under 35; Mimmo Basso, direttore operativo Teatro di Napoli – Teatro Nazionale; Valentina Marini, director Spellbound Contemporary Ballet e artistic director Fuori Programma Festival; Gilberto Santini, direttore AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali; Viola Scaglione, direttrice artistica del Balletto Teatro di Torino e della Stagione BTT moves.
Note sulle coreografie in concorso
SATURNO II
Saturno II indaga il rapporto di coppia, la relazione di attaccamento uno-a-uno nel suo equilibrio fragile di silenzi, parole, incomprensioni, passi verso, corse indietro, contatti e distanze. Due identità che non riescono "a disinnescare", che dopo ogni esplosione si quietano per poco, per ricaricarsi ed essere pronti a rivomitarsi addosso, reciprocamente, nuovamente, tutta la propria incapacità di fare un passo indietro rispetto al proprio ego. Due corpi che possono vibrare nella stessa porzione di spazio, o muoversi su livelli diversi che non si incontrano mai, distanti come pianeti, estranei come differenti galassie. I corpi possono tentare di parlarsi, capirsi, viaggiare nella stessa direzione, oppure divergere e prendere strade diverse quando la comunicazione diventa impossibile.
di Marika Di Remigio
con Gaia Figini e Enrico Luly
musiche di Liila, Hania Rani, Sigur Ros e Alex Somers
durata 15 min.
OFF CELLS PROJECT
THEMA • OMAGGIO A BERIO
Off-Cells è un progetto crossmediale il cui focus è l’interazione dei corpi con il suono e la luce all’interno di un live set interattivo. Un percorso sensoriale performativo, metafora della percorrenza dell’inconscio e della profondità della nostra natura interiore. Off-Cells accoglie le opposizioni di buio-luce, del visibile e del non-visibile, in una condizione di oscurità in cui l’occhio attiva delle cellule periferiche della retina dette proprio off-cells. Microuniversi emotivi e architetture d’ombra, abitate dal corpo che è un medium sensibile, posto in un ambiente che comprende tutti i sensi in un unico sistema complesso, una polifonia sensoriale.
Questo capitolo introduce una matrice drammaturgia ulteriore, derivante dal tessuto sonoro dell’opera di Luciano Berio, in particolare rispetto all’analisi di THEMA -omaggio a Joyce, in cui l’autore sviluppa una sperimentazione di fusione e metamorfosi di diversi linguaggi espressivi.
Concept & coreografia Sara Lupoli
performer Maria Anzivino e Ginevra Cenere
musiche Luciano Berio, Asuna
consulenza musicale Dario Casillo costumi Dario Biancullo
produzione ArtGarage
con il sostegno di Periferie Artistiche, Cie Twain e Conservatorio “Nino Rota”
durata 15 min.
ALCE
“Natura! Ne siamo circondati e avvolti, incapaci di uscirne, incapaci di penetrare più dentro di lei. Crea forme eternamente nuove; ciò che esiste non è mai stato; ciò che fu non ritorna – tutto è nuovo, eppur sempre antico.” Goethe, Urpflanze.
ALCE nasce come studio biologico e comportamentale di alcuni tipologie di animali per poi evolvere verso un’indagine sul concetto di natura e "naturale", attraverso una definizione che comprende nella sua molteplicità di significati, l'inclusione degli strumenti tecnologici prodotti dall'immaginazione creativa umana. Avvolto dalla luce e sepolto dall’oscurità, i corpi creano immagini ibride, a tratti aliene, che mutano verso la composizione di figure antropomorfe, rivelando infine un misterioso corpo cibernetico. Traendo ispirazione dalla teoria cyborg della biologa e filosofa Donna Haraway, l'intera danza sfrutta l’androginia e la somiglianza dei performer per inaugurare un nuovo modo di pensare l'identità sessuata, superando la maniera dualistica di contrapporre il maschile al femminile.
coreografia e concept Pablo Ezequiel Rizzo
intrepreti Alessandra Cozzi, Pablo Ezequiel Rizzo
costumi Lucia Amitrani, Manuel Ghidini, Kateryna Kovalchuk
durata 13 min.
PIANO SOLO CORPO SOLO
“Avvertiamo veramente la presenza di un’altra persona a condizione di sentirci soli – Solo così le nostre intime ricerche e complessità possono aprirsi all’altro nella scrittura.”
Piano solo Corpo solo è una performance/concerto in cui ricreiamo nel suono e nel movimento la condizione intima e solitaria della musica “da camera”, per stabilire un contatto sottile ad personam in uno spazio pubblico, un’esecuzione riservata e intima per un vasto pubblico di singoli.
È una “Toccata” sulla carezza, sul tattile “gioco con qualcosa che si sottrae”: la carezza non sa che cosa cerca e ciò che è accarezzato non è toccato, è sfiorato. C’è una tensione verso l’altro che non è mai posseduto, e la ricerca di qualcosa che per sua natura non può che sfuggire.
Da qui la nostra affezione ci spinge al di là della barriera bianca e nera della tastiera e della pelle a sfiorare e far emergere, nell’emotività del discorso strumentale, anche condizioni come l’incomunicabilità, l’alienazione, il disagio esistenziale nel presentismo.
coreografia e danza Claudia Caldarano
composizione e esecuzione musicale Simone Graziano
consulenza drammaturgica Alessandro Brucioni
produzione mo-wan teatro e nòva
durata 15 min.
In collaborazione con Associazione Culturale 4’33” direzione Matteo Gabutti
Con il sostegno delle residenze creative Armunia e InTeatro e dello spazio Atelier delle Arti selezionato NID Platform OpenStudios 2021 - finalista del bando Residanza – La casa della nuova coreografia 2021
Fuori Concorso
Knotting
Knotting è un lavoro coreografico che ha come concetto base l’immagine e il significato del nodo e l’azione in relazione con il corpo in scena “annodarsi”. Esso in senso metaforico è percepibile sotto forma di valenze simboliche e concettuali presenti nella vita e visibile attraverso dinamiche corporali che rimandano alla teoria fisica dei nodi, l’immagine di curve chiuse intrecciate nello spazio. Il nodo è un qualcosa di complicato, complesso, un centro nevralgico e addirittura vitale.“Knotting” è frutto della voglia e della necessità di descrivere e inscenare un lato grigio della mente umana e dunque dell’uomo nella società, che ha la costante voglia di liberarsi dei vari problemi, limiti, costrizioni e nodi.
di e con Marco Munno
Produzione Movimento Danza
Progetto vincitore Residanza – La casa della nuova coreografia 2020
durata 16 min.
Biglietto unico €5,00
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