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  • Paola De Simone

Musiche d'Irlanda alla Pietà de' Turchini, dal vivo e su strumenti doc, con il gruppo ligure dei Birkin Tree guidato dallo specialista Fabio Rinaudo. Con lui, si esibiscono Michel Balatti, Luca Rapazzini Claudio De Angeli e la voce d'incanto di Laura Torterolo



Musica d'Irlanda, a Napoli dal vivo, con il secondo capitolo della stagione “D’istanza creativa” a cura della Fondazione Pietà de’ Turchini, oggi venerdì 4 giugno (ore 19.30) nella Chiesa di Santa Caterina da Siena.

Protagonista, nell'occasione, è infatti il gruppo ligure dei Birkin Tree, formazione italiana di assoluto primo piano in tale genere, con il progetto dal titolo “Song & music from Ireland”. Cinque album all’attivo, e collaborazioni con i Chieftains (innanzitutto) con cui si esibiscono anche nei live, ma anche con grandi interpreti e compositori irlandesi da Tommy Peoples a Seamus McGuire, Martin Hayes, Mick O’Brien, Ciarán Ó Maonaigh, Niamh Parsons, fino a Aoife Nì Briain, formidabile violinista che prende parte anche alla realizzazione del loro ultimo disco “Five Seasons”.

La serata a Napoli, che si inserisce nella programmazione estesa del progetto La Campania è Teatro, Danza e Musica”, promosso da ARTEC/ Sistema MED in collaborazione con SCABEC e Fondazione Campania dei Festival, ne consentirà l’ascolto delle diverse tracce che si aggiungono ad una significativa selezione di classici popolari come “Paddy’s Green Shamrock Shore” o “Molly Malone” (inno non ufficiale della città di Dublino).

In scena gli strumenti classici dell’Irish music (dalla “uilleann pipes” – evoluzione della cornamusa scozzese - al flauto traverso, al violino ed alla chitarra ritmica) sono affidati all’esecuzione del Birkin Tree che unisce maestri indiscussi del genere come Fabio Rinaudo (uilleann pipes, whistles), Michel Balatti (flauto traverso irlandese), Luca Rapazzini (violino), Claudio De Angeli (chitarra) ai quali si aggiunge la straordinaria voce della cantante Laura Torterolo.

In ascolto, dunque, un serrato caleidoscopio di set strumentali o canori estratti dai repertori d’Irlanda, melodie, organici e strutture che sembrano, con il loro suono incantato, tagliare le distanze della storia. Con una sensibilità antica e comunque nuova. Un po’ come i tratti di quella sfumata immagine di copertina scelta per il quinto progetto discografico della formazione fondata nel 1982 a Savona - Five Seasons, pubblicato due anni fa dalla storica etichetta italiana folk e world Felmay, da cui è tratto il maggior numero dei brani in ascolto - spiegata dal leader e specialista di cornamuse Fabio Rinaudo come “un cammino”. Ossia, “la chiusura di un tempo e la nascita di un altro”.

Ed è quel che si avverte entrando nelle particolarissime combinazioni di suono, o di voce e strumenti, fra le diverse riletture e strutture di danza o delle altre tipiche forme musicali irlandesi. Dunque ascoltando in alternanza canzoni o slow air, arie lente e metricamente libere dal profondo contenuto emotivo; jigs, ossia le ben note gighe, vivaci danze popolari in ritmo ternario (si pensi a quelle poste sistematicamente in chiusura nelle Suites bachiane) probabilmente di origine inglese e irlandese, nobilitate entro il circuito di corte in era elisabettiana e persino citate da Shakespeare nel suo “Molto rumore per nulla” (II.1) con la similitudine “hot and hasty, like a Scotch jig, and full as fantastical”; nonché i reel, danze popolari in 4/4 di origine incerta, diffuse principalmente in Irlanda e Scozia, o le marce dalle origini militari. E in unione o a staffetta con la voce femminile, il violino, la chitarra e la mandola, le sonorità parimenti speciali create dai whistles, flauti a fischietto, e dalle uilleann pipes, strumenti derivati dalla musette de cour bretone e dalle pastoral pipes inglesi, quindi evolutisi fra il Cinque e l’Ottocento differenziandosi dalle cornamuse scozzesi per il timbro molto più dolce, una maggiore estensione di scala e, soprattutto, per la trasmissione dell’aria nella sacca non attraverso la bocca, bensì mediante un mantice posto sotto all’avambraccio destro (uilleann significa appunto gomito) alimentando una canna di canto e tre di bordone ad ancia doppia. Il che avrebbe tra l’altro consentito di suonare tale tipologia di zampogna in posizione seduta.

“Il concerto dei Birkin Tree – sottolinea Federica Castaldo, presidente della Fondazione Pietà de’ Turchini – è l’occasione per avvicinarsi agli affascinanti paesaggi sonori della musica irlandese. Un itinerario dove si potranno ascoltare sia antiche ballate sia godere del ritmo e dell’energia di componimenti originali creati, nel solco di una secolare tradizione musicale, da questo straordinario ensemble”.


Posto unico euro 7,00. Prenotazione obbligatoria per email a coordinamento@turchini.it

Info: tel. 081402395 www.turchini.it


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