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  • Paola De Simone

Il Teatro San Carlo di Napoli inaugura la nuova Stagione lirica e di Balletto 2021/22 con un Otello di Verdi dalla pelle bianca e in chiave bellica contemporanea, portandolo ai nostri giorni e alla guida di un esercito occidentale in Medio Oriente, con tanto di donne armate, Desdemona compresa. Sul podio delle compagini della Fondazione, Michele Mariotti. Nei ruoli dei protagonisti cantano: Jonas Kaufmann in alternanza con Yusif Eyvazov, Igor Golovatenko e Maria Agresta

Grande attesa ma soprattutto curiosità per l'Otello di Verdi riletto in chiave bellica e contemporanea da Mario Martone, con il ruolo eponimo di pelle bianca e alla testa di un esercito occidentale in Medio Oriente, per l'inaugurazione della nuova Stagione lirica e di balletto del Teatro San Carlo, oggi domenica 21 novembre alle ore 19 alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Sul podio di Orchestra e Coro del Massimo napoletano, quest’ultimo preparato da José Luis Basso, ci sarà il Maestro Michele Mariotti. Il Coro di Voci bianche è curato da Stefania Rinaldi.

Firma le scene Margherita Palli, i costumi sono di Ortensia De Francesco mentre le luci sono di Pasquale Mari.

Nei panni di un Otello dunque non moro si alterneranno Jonas Kaufmann (nelle recite del 21, 24, 28 novembre, 1 e 4 dicembre) e il sempre più presente al San Carlo Yusif Eyvazov (nelle recite del 7, 10 e 14 dicembre), Maria Agresta, armata come tutte le altre donne, sarà Desdemona, Igor Golovatenko interpreterà Jago.

Completano il cast: Alessandro Liberatore (Cassio), Matteo Mezzaro (Rodrigo), Emanuele Cordaro (Ludovico) Biagio Pizzuti (Montano), Manuela Custer (Emilia), Francesco Esposito (Un araldo). Il Coro di Voci Bianche è guidato come sempre da Stefania Rinaldi.

«Il mio primo incontro con l’Otello di Verdi e Boito - spiega Martone nelle sue note di regia - risale al 1982, avevo ventidue anni e col mio gruppo Falso Movimento creai uno spettacolo che rielaborava immagini e musiche dell’opera in una forma totalmente libera e contemporanea. Lo spettacolo ebbe una lunga tournée internazionale, ma nonostante il successo non mi stancavo di rielaborarlo, come se inseguissi sempre qualcosa che mi sfuggiva. [...] Ho ritrovato Otello nel 2009 a Tokyo, questa volta l’opera vera e propria, il mio primo incontro con Margherita Palli, e l’ambientai tutta a Venezia. Adesso, di nuovo Otello e di nuovo a Napoli. Nel corso dei decenni tante cose sono cambiate e il tempo che passa impone di guardare l’opera con occhi nuovi. Non potrei più, né vorrei, tingere di nero il volto di Otello. Negli anni ’80 mi affascinava il segno, in quello spettacolo si trattava di un gesto che simboleggiava il desiderio di tingere di nero anche la nostra pelle. Ma se il fatto che Otello sia straniero conta certamente in Shakespeare, oggi mi rendo conto che nell’opera di Verdi e Boito, a parte alcuni passaggi del libretto, la questione non è un tema e che ben altro vi si trova, scavando nel rapporto tra uomo e donna. Il tempo che passa ci rivela che nessun progresso ferma la spinta brutale di troppi uomini nell’aggredire le donne che dicono di amare fino ad ammazzarle. E questo è un tema, e che tema, dell’Otello di Verdi. Per provare a farlo risaltare il più possibile ho spostato l’azione nel nostro tempo. Ho mantenuto la struttura narrativa dell’opera: c’è un esercito occidentale in medioriente, ci sono soldati che scalpitano per fare carriera, c’è un fazzoletto al collo tipico dei militari, c’è l’arrivo degli ambasciatori dalla madrepatria. Totale fedeltà, dunque. Ma trattandosi di un esercito contemporaneo anche le donne sono soldati, e lo è Desdemona, che viene rappresentata come una soldatessa valorosa e amata. Dunque anche lei è odiata da Jago, e vista immediatamente attraverso lo sguardo che fa di una donna libera “una vil cortigiana”. È uno sguardo maschile che finisce per venire condiviso da Otello, attraverso la manipolazione di cui Jago è capace, e non abbiamo bisogno di sprofondare nel XV secolo per credere all’efficacia di una strategia di manipolazione, ne siamo circondati anche oggi. Se Desdemona continua a intercedere per Cassio non è perché è una giovinetta un po’ lagnosa, ma perché chiede legittime spiegazioni che il suo superiore (e non solo il suo futuro marito) si rifiuta ostinatamente di darle. Nel provare questo spettacolo tante cose sono venute in luce, fino alla canzone del salice, che lega Desdemona, sua madre che gliela cantava, Barbara di cui si racconta e Emilia che ascolta il canto in una sola stretta, e questa stretta parla chiaramente di una condizione femminile per tanti versi immutata dai tempi di Verdi. La sensibilità di Verdi per le figure femminili, la sua capacità di empatizzare con la loro sofferenza e di denunciare la società che le produce, fa anche di Desdemona una creazione unica. Oltre a rivelare, una volta di più, quanto potente sia lo scandaglio che Verdi sprofonda nelle nostre coscienze, ancora oggi».

Sette in tutto le recite dello spettacolo che sarà in scena fino al 14 dicembre.

Non c'è posto per tutta la stampa ma in compenso per cento giovani sì, studenti universitari e dei Conservatori che saranno presenti assieme ai rettori e ai direttori dei Conservatori alla prima di stasera, grazie agli imprenditori di Concerto d’imprese,che tra i vari obiettivi, sostengono l’avvicinamento dei giovani all’Opera lirica attraverso lo strumento dell’Art bonus.

Studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli sono invece impegnati come stagisti della nuova piattaforma “On” per un progetto di formazione sui mestieri digitali.



Dal programma di sala dell’Opera


Quindici anni dopo Aida (1871), Verdi riuscì a completare negli ultimi giorni del 1886 quella che sarebbe stata la sua penultima opera, Otello, poi presentata in prima alla Scala nel febbraio 1887. Il ritorno all’amato Shakespeare, dopo l’ancora giovanile prova del Macbeth (1847, rimaneggiato poi in francese per Parigi nel 1865) e dopo il progetto mai realizzato del Re Lear, costituiva la perfetta chiusura di un itinerario di maturazione drammaturgica che aveva portato il compositore italiano al vertice della fama operistica mondiale. Non a caso la sua vita artistica si chiuderà ancora con un’opera tratta da Shakespeare, il Falstaff. Il soggetto di questo capolavoro assoluto si prestava particolarmente bene a disegnare quella terribile commedia umana che il librettista Boito, finalmente rappacificato con l’anziano compositore grazie all’intervento di Giulio Ricordi, aveva saputo cesellare mirabilmente, offrendo a Verdi un testo perfetto da rivestire di una musica per molti tratti stupefacente (si pensi al duetto d’amore alla fine del primo atto e ai tanti soli dei vari protagonisti). Il dramma della gelosia, innescato dalla diabolica personalità di Jago, porta all’epilogo tragico che condanna l’innocente Desdemona e lo stesso Otello, con un meccanismo drammaturgico inesorabile. I tanti grandi tenori che hanno impersonato il protagonista del titolo anche sulle scene del San Carlo (dove l’opera giunse come terza tappa nello stesso anno 1887della prima), da Tamagno a Del Monaco, hanno creato un modello interpretativo che recentemente è stato ridimensionato dalla innovativa analisi anti-eroica del personaggio da parte di Jonas Kaufmann, un’interpretazione già entrata nella leggenda dell’opera del nostro tempo.


La Fondazione Teatro di San Carlo ringrazia Concerto d’Imprese:

Aedifica / Brin 69 srl, ALA spa, Calzaturificio Sirio srl, Caronte spa, Philippe Foriel-Destezet, Getra spa, Temi spa per GLS, Isaia spa, Laminazione Sottile spa, Palazzo Caracciolo spa, Seda spa


Info tecniche:

- ORARIO DI INGRESSO DEL PUBBLICO | Per precise disposizioni di Cerimoniale e questioni legate alla sicurezza, l'ingresso del pubblico in Teatro sarà consentito a partire dalle ore 17.00 e non oltre le ore 18.30 (orario limite oltre il quale la possibilità di accesso non sarà più garantita). Si raccomanda, quindi, la massima puntualità al fine di consentire al personale preposto il corretto e fluido svolgimento delle operazioni di controllo accessi.

- DRESS CODE | La serata inaugurale prevede il dress code - cravatta nera.

- GREEN PASS E MASCHERINA | Per prevenire il rischio di diffusione dei contagi da Covid -19, ricordiamo che per accedere in Teatro è necessario essere in possesso di Green Pass valido e che l'uso della mascherina è obbligatorio per l'intera durata dello spettacolo e comunque per tutta la permanenza in Sala e negli altri ambienti del Teatro.




Inaugurazione Stagione d’Opera 2021/22

Dal 21 novembre al 14 dicembre 2021

Giuseppe Verdi

OTELLO

Opera in quattro atti

libretto di Arrigo Boito

Direttore | Michele Mariotti

Regia | Mario Martone

Scene | Margherita Palli

Costumi | Ortensia De Francesco

Luci | Pasquale Mari

Video | Alessandro Papa

Assistente alla regia | Raffaele Di Florio

Assistente alle scene | Valentina Dellavia

Assistente ai costumi | Concetta Nappi

Interpreti

Otello, generale dell'Armata Veneta | Jonas Kaufmann (21, 24, 28, 1, 4) / Yusif Eyvazov ♭ (7, 10, 14)

Jago, alfiere | Igor Golovatenko

Cassio, capo di squadra | Alessandro Liberatore

Roderigo, gentiluomo Veneziano | Matteo Mezzaro

Lodovico, ambasciatore della Repubblica Veneta | Emanuele Cordaro

Montano, predecessore di Otello nel governo dell'Isola di Cipro | Biagio Pizzuti

Un araldo | Francesco Esposito

Desdemona, moglie di Otello | Maria Agresta

Emilia, moglie di Jago | Manuela Custer

♭ debutto al Teatro di San Carlo Artista del Coro

Orchestra, Coro e Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo Maestro del Coro | José Luis Basso

Maestro del Coro di Voci Bianche | Stefania Rinaldi

Nuova produzione del Teatro di San Carlo in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo


mercoledì 24 novembre 2021, ore 18:00 - domenica 28 novembre 2021, ore 17:00

mercoledì 1dicembre 2021, ore 18:00 - sabato 4 dicembre 2021, ore 19:00

martedì 7 dicembre 2021, ore 20:00 - venerdì 10 dicembre 2021, ore 20:00

martedì 14 dicembre 2021, ore 20:00

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