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  • Paola De Simone

Alla Reggia di Caserta “Maestri forastieri a Napoli nella seconda metà del ‘700”, tre giornate internazionali di studio, più spettacolo in prima assoluta, con targa Fondazione Pietà de' Turchini



Da Gluck a Schuster, da Hasse all'ultimo figlio maschio di Bach, da Pleyel a Winter, Portugal o ai maestri stranieri di ballo, tutti compositori e artisti di punta del secondo Settecento in tour di formazione e apprendistato in una Napoli all'epoca riconosciuta fra le massime capitali culturali d'Europa. Per l'opera in primis.

Il tema, importantissimo, sarà al centro del confronto scientifico internazionale organizzato per tre giorni nella sontuosa cornice della Reggia di Caserta dalla Fondazione Pietà de' Turchini unendo incontri e spettacolo a partire da oggi, giovedì 13 ottobre (inizio alle ore 17), fino a sabato 15 nella Sala Incontri d’Arte della magnifica residenza reale patrimonio UNESCO. Dedicata dunque ai “Maestri forastieri”, compositori e musicisti stranieri attivi nella Capitale meridionale nella seconda metà del Settecento l'iniziativa, che taglia inoltre il nastro delle celebrazioni per il 25ennale della Fondazione napoletana, rientra nell'ambito del bando di valorizzazione partecipata della Reggia di Caserta. Avviato nello scorso anno, il bando nasce con lo scopo di affermare il ruolo del Museo quale officina culturale e creativa, luogo di costruzione culturale sulla base di progettualità condivise.

L’intento è di indagare e approfondire nella sua complessità la tematica riguardante il flusso di compositori e musicisti che arrivano a Napoli nel corso del Settecento avviando innovativi ed originali processi di ibridazione di linguaggi e stili, creando nuove reti di relazioni professionali e contatti politici, sviluppando e modificando il gusto del pubblico partenopeo dell’epoca. Molti di questi artisti sono chiamati a rendere più varia la programmazione del Teatro di San Carlo (è il caso di Johann Adolf Hasse, Christoph Willibald Gluck, Johann Christian Bach, Josef Mysliveček, Joseph Schuster, Vicente Martín y Soler, Johann Franz Xaver Sterkel, Ignaz Pleyel, Pëtr Alekseevič Skokov, Peter Winter e Friedrich Heinrich Himmel); altri giungono in città attraverso canali e con obiettivi diversi (si pensi a Wolfgang Amadeus Mozart o François Hippolyte Barthélemon).


Si parte questo pomeriggio con la proiezione del documentario Confessions d’un disparu, Regia di Petr Václav, (© Mimesis Film, 2015) per poi proseguire domani, venerdì 14, con il convegno internazionale sul tema curato dal comitato scientifico composto da Federica Castaldo, Paologiovanni Maione, Angela Romagnoli, Lucio Tufano e realizzato in collaborazione con le Università degli Studi di Palermo e Pavia e con il patrocinio della Società Italiana di Studi sul secolo XVIII. Quindi chiusura sabato 15, alle ore 17, con la prima esecuzione assoluta dello spettacolo in musica intitolato “Leggi Napoli, suona Mondo”, che verrà allestito nel vestibolo superiore, con una drammaturgia originale di Antonio Piccolo, che firma anche la regia dell’allestimento, con un cast che accoglie il soprano Marie Lys (al debutto sulla scena campana), due attori della compagnia Teatro in Fabula e l’ensemble Talenti Vulcanici diretti da Stefano Demicheli. In apertura del convegno è programmata la proiezione di “Confessions d’un disparu”, film documentario di Petr Václav (prodotto da Mimesis Film) sulla vita del compositore italo-ceco Josef Myslivecek .

“Abbiamo sottoposto al bando di valorizzazione partecipata, promosso dalla direzione della Reggia di Caserta, il nostro progetto convinti che fosse luogo ideale per darvi il giusto respiro, aggiungendo bellezza alla qualità dei contenuti. Il venticinquennale è un tempo che merita la sua solennità celebrativa e la Reggia di Caserta è un luogo unico ed esprime al meglio il fasto e la raffinatezza di quel momento storico” – sottolinea Federica Castaldo presidente della Fondazione Pietà de’ Turchini. “Nel corso del Settecento la capitale del meridione d’Italia accoglie un gran numero di compositori “forestieri” – continua Paologiovanni Maione che ha curato il progetto su basi scientifiche - “costoro vi giungono per perfezionare il proprio “mestiere” ma soprattutto per conoscere i “segreti” di un’arte sopraffina che aveva asservito l’Europa intera”.

Artisti, come Johann Adolf Hasse, Christoph Willibald Gluck, Johann Christian Bach, Josef Mysliveček, Joseph Schuster, Vicente Martín y Soler tra i tanti, approdano nella capitale alla ricerca di un’identità “napoletana” capace di garantire l’accesso ai grandi centri musicali internazionali. A loro e alle loro opere sono dedicate queste giornate alla Reggia di Caserta.

Saranno infatti proprio le pagine di questi autori a comporre il programma dello spettacolo in musica di Antonio Piccolo, destinato a mostrare le “molte” voci di cui si alimentava ai tempi la scena culturale e musicale cittadina.


Il pubblico potrà accedere, fino ad esaurimento posti, con il biglietto di ingresso della Reggia di Caserta. Per partecipare al convegno, che sarà comunque trasmesso in streaming sul sito www.turchini.it/live, ci si potrà accreditare via mail all’indirizzo segreteria@turchini.it (entro le ore 12.00 del 12 ottobre). Info: www.turchini.it tel.081402395.



Leggi Napoli, suona Mondo

Prima esecuzione assoluta

Sabato 15 ottobre 2022, ore 17, Vestibolo Superiore della Reggia di Caserta

Nell’ambito del progetto “Maestri forastieri a Napoli nella seconda metà del Settecento”.



Nota dell’autore e regista

Quando la Fondazione Pietà dei Turchini mi ha sollecitato a scrivere qualcosa sul Settecento Napoletano, ho ripassato vicende che già sapevo; approfondito eventi che conoscevo solo in superficie; ma soprattutto imparato tanto di nuovo e di sorprendente. Mi sono imbattuto in personaggi di statura e di spessore notevoli, non solo storicamente, ma anche teatralmente: dal Principe di Sansevero, che vedevo come uno scienziato geniale e un po’ pazzo, a Charles Burney, primo grande storico della musica, che immaginavo come un elegantone spiritoso che si scambiava battute con i posteggiatori dei vicoli di Napoli. E poi Maria Carolina, Lady Hamilton, tutti i compositori italiani e forestieri di passaggio al Teatro dei Fiorentini e al San Carlo. Di figura in figura, è stato spontaneo ricalcare – come un nano sulle spalle di giganti – le orme già solcate da quei grandi artisti in quella splendida trasmissione radiofonica di cui sopra. Nella mia testa, incontravo ognuno di questi tipi e chiacchieravo con loro, stupiti ma non troppo di aver di fronte un uomo con l’onniscienza e lo spirito del XXI secolo. Un po’ ispirandomi al programma che nel 1974 Radio Rai lanciò con grande successo: “Le interviste impossibili”.

Ebbene, per l’affondo finale ho iniziato a pensare ad Eleonora Pimentel Fonseca. Un’antica passione liceale. Una donna d’avanguardia in una città d’avanguardia, come dimostrano le conquiste di quegli anni in ogni campo. Unica donna – ascoltata e rispettata - in un contesto in cui, come d’abitudine, la facevano da padrone gli uomini. La scintilla decisiva l’ho avuta quando ho trovato notizia della Cantata per Caterina II di Russia, da lei composta nel 1781, forse eseguita al San Carlo e forse musicata da Paisiello (dico “forse” perché non tutto ci è rimasto dei repubblicani napoletani, a causa della successiva damnatio memoriae monarchica: gli spettatori mi perdoneranno alcune licenze e libertà poetiche?).

Soltanto a scrittura terminata mi sono reso conto che Eleonora ha in comune con i compositori proposti in concerto dalla Fondazione una fondamentale caratteristica: è una straniera che si sente ormai napoletana, una straniera che prende da Napoli e dà a Napoli in egual misura, una straniera che non si rende conto più d’esser tale, perché nel suo mondo delle idee illuministe così come negli spartiti non c’è spazio per steccati o frontiere di alcun genere. Una sorpresa? Solo in parte. Perché in quella Napoli, così capitale, così internazionale, niente di più facile che potesse accadere questo. E poi perché, come dice un aforisma a me caro, l’opera ne sa più dell’autore. Anzi. Mai come in questa occasione mi sembra opportuno scriverlo con una maiuscola in più: l’Opera (!) ne sa più dell’autore.




Maestri forastieri a Napoli nella seconda metà del Settecento Giornate di Studio internazionali dal 13 al 15 ottobre Sala Incontri d’Arte, Reggia di Caserta _________________________________________ Accesso libero, fino ad esaurimento posti, con il biglietto di ingresso della Reggia di Caserta. Consigliata la prenotazione via mail all’indirizzo segreteria@turchini.it (entro le ore 12.00 del 12 ottobre).

in collaborazione con Università degli Studi di Palermo Università degli Studi di Pavia con il patrocinio di Società Italiana di Studi sul secolo XVIII _________________________________________ Comitato Scientifico Mariafederica Castaldo Paologiovanni Maione Angela Romagnoli Lucio Tufano Coordinamento Scientifico Gianmarco Lombardi _________________________________________ L’evento sarà trasmesso in streaming sul sitowww.turchini.it/live Giovedì 13 ottobre, ore 17.00 Proiezione del documentario Confessions d’un disparu, Regia di Petr Václav, (© Mimesis Film, 2015)

Venerdì 14 ottobre, ore 10.00 Presiede Paologiovanni Maione Tommasina Boccia I figlioli forastieri nei reali conservatori di musica napoletani nella seconda metà del Settecento Paola De Simone Johann Adolf Hasse, un tedesco “napoletano” per il secondo Settecento al San Carlo Angela Romagnoli “Di stile tutto vario e mai più inteso”: ancora su Gluck e Napoli Lucio Tufano Le occasioni napoletane di Johann Christian Bach (1761-1762) ore 16.00 Presiede Angela Romagnoli Paologiovanni Maione Schuster “legge” Metastasio Steffen Voss “…il sibilo lusinghiero de’ bicchieri”: Amore e Psiche di Joseph Schuster (Napoli 1780) e l’effetto sonoro della glasharmonika Lorenzo Mattei Un maestro austriaco al San Carlo: l’Ifigenia in Aulide di Ignaz Pleyel Davide Pulvirenti «Stimerei che non si rappresentasse il dramma»: il Rinaldo di Pëtr Alekseevič Skokov (Napoli, 1788) Sabato 15 ottobre, ore 10.30 Presiede Lucio Tufano Rosa Cafiero Pierre Dutillieu, Orbech e una stagione di musica e ballo al Teatro del Fondo (1788) Berthold Over Uno “spettacolo tutto insieme di una bellezza e gradimento straordinario”. L’Antigona di Peter Winter al Teatro San Carlo (1791) Mariateresa Dellaborra La ‘stagione’ napoletana di Marcos Antonio Portugal (1762-1830) Maria Venuso Maestri forastieri per forastieri compositori di balli a Napoli al volgere del XVIII secolo

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