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  • Paola De Simone

Al Teatro San Carlo la Lucia di Lammermoor di Donizetti, nella produzione "di casa" firmata Amelio, con Nadine Sierra protagonista



Dopo il posticipo di tre giorni per il riscontro di alcuni casi di positività al Covid, torna da stasera in scena al Teatro San Carlo per cinque recite fino al 29 gennaio la Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, secondo titolo in cartellone per la nuova Stagione nella versione registica prodotta dalla stessa Fondazione esattamente dieci anni fa a firma del cineasta Gianni Amelio, nuovamente ripresa a seguire nel 2017 e ora (come allora in quella seconda battuta) nelle mani del figlio del Direttore generale Emmanuela Spedaliere, Michele Sorrentino Mangini. Scene e costumi di Nicola Rubertelli e Maurizio Millenotti, luci di Pasquale Mari.



Peculiarità dello spettacolo in locandina, la Lucia affidata all'ottimo soprano di coloratura statunitense Nadine Sierra (nella foto), già apprezzata al San Carlo (per quanto in streaming) proprio con un estratto da tale ruolo per il “Gala belcanto” del dicembre 2020, ossia con l’aria “Ardon gl’incensi … Spargi d’amaro pianto” dal terzo atto (al link https://www.youtube.com/watch?v=m1MFv8z11WQ; per la mia recensione su Connessi all'Opera si rinvia invece al link https://www.connessiallopera.it/recensioni/2020/napoli-teatro-san-carlo-gala-mozart-e-belcanto/). Inoltre, così come nell'ultima versione sempre su regia di Amelio ma diretta da Stefano Ranzani con la Lucia di rara autenticità interpretata da Maria Grazia Schiavo, svetta l'impiego della glassarmonica, originariamente voluta ma poi non più impiegata (per screzi di paga con l'esecutore) nella partitura autografa per un'allucinata quanto sinistra e irreale scena della pazzia dal compositore bergamasco, qui suonata da Sascha Reckert. All'epoca della première della produzione, sul podio c'era l'indimenticato Nello Santi (con la coppia di interpreti Jessica Pratt-Gianluca Terranova) mentre, in queste sere, sarà Carlo Montanaro a dirigere Orchestra e Coro del Lirico di Napoli, quest'ultimo istruito dal Maestro José Luis Basso.

Completano il cast: il Lord Enrico Asthon di Gabriele Viviani, il Sir Edgardo di Ravenswood di Pene Pati, tenore samoano cresciuto in Nuova Zelanda e in tale occasione al suo debutto in Italia, il Raimondo di Bidebent di Dario Russo, l'Arturo di Bucklaw di Daniele Lettieri. Inoltre, per le parti minori, Tonia Langella sarà Alisa e Nicola Pamio Normanno.

Il dramma tragico in tre atti composto a Napoli in appena cinque settimane da Donizetti sull'esemplare libretto di Salvatore Cammarano, tratto dal romanzo storico The Bride of Lammermoor di Walter Scott e portato in scena con successo immediato fin dalla prima rappresentazione avvenuta il 26 settembre 1835 al San Carlo, si avvarrà per tale ripresa anche del Balletto del San Carlo - diretto da Clotilde Vayer – su coreografie create dal direttore della Scuola di ballo della Fondazione, Stéphane Fournial.




Dal saggio di Paolo Fabbri, Direttore del centro Studi Donizettiani di Bergamo, nel programma di sala di Lucia di Lammermoor del Teatro di San Carlo


Salvadore Cammarano, che già si era cimentato come autore di testi per il teatro parlato, nel 1834 aveva esordito a Napoli anche come librettista, in teatri minori. Nel carnevale dell’anno dopo, però, lavorava per il S. Carlo: a 4 mani con Emanuele Bidera, fornirà Ines de Castro a Giuseppe Persiani. Donizetti gli offrirà l’occasione di riapparire a breve su di un palcoscenico così prestigioso con un titolo interamente suo. L’individuazione del soggetto, però, non fu opera sua ma di Donizetti: ed è un vero peccato che non sia reperibile la missiva del 25 maggio, in cui il compositore esponeva le ragioni della sua scelta. Qualcosa trapela da un’altra sua lettera, inviata il 14 luglio 1835 al venerato maestro Mayr: «Io andrò alla fine del venturo [mese] colla Lucia di Lammermoor».

Il mondo di Walter Scott (che era stato a Napoli dal 26 dicembre 1831 al 16 aprile 1832, assistendo al debutto di Fausta del bergamasco, che trovò poco interessante), Donizetti l’aveva incrociato già da anni: dai tempi di Il castello di Kenilworth (Napoli, S. Carlo, luglio 1829: libretto di Tottola). Un po’ percepito come continuatore del gusto ossianico, e soprattutto eletto a campione del nuovo romanzo storico, Scott costituiva ormai un fenomeno di moda e di costume anche in Italia, dove le prime traduzioni erano apparse nel 1821. Romanzo, traduzioni soprattutto, e sue sceneggiature: è questa la rosa entro la quale Donizetti poté venire a conoscenza del soggetto, che fu poi ritagliato e ridisegnato in modo radicale. Dei 35 capitoli di cui consta il romanzo di Scott, le vicende che stanno alla base del libretto di Cammarano interessano di fatto solo alcuni capitoli.

La focalizzazione è evidente fin dai titoli stessi che Cammarano diede alle «parti» del suo libretto: La partenza («in un solo atto»), che funge da antefatto; Il contratto nuziale, che «in due atti» sceneggia quanto narrato nel blocco dei capitoli finali. Tanta essenzialità ha un corrispettivo in tempi teatrali che conoscono ben poche distensioni: il sipario si alza quasi subito, dopo un Preludio di fulminea preparazione, e in pieno dramma (da un paio d’anni Donizetti aveva accantonato la tradizionale Sinfonia avanti l’opera, come anche Rossini nei suoi anni napoletani). La cavatina di Lucia non è un innocuo biglietto di presentazione, ma già un presagio di come finiranno le cose. Per il tenore, niente sortita convenzionale, ma subito un appassionato duetto con la donna. Dopo questo preambolo filato e tutto d’un fiato, la «Parte seconda» si svolge ancor più concentrata temporalmente. Non solo vi si succedono scene interconnesse, senza intervallo tra l’una e l’altra (il colloquio tra Enrico e Lucia continua in quello tra Lucia e Raimondo negli appartamenti privati, immediatamente prima della festa nel salone), ma si accavallano a un ritmo sempre più compresso: su quei diverbî si sovrappongono i suoni festivi da fuori. Più tardi, la sfida fra Enrico ed Edgardo nella torre di Wolferag, così come il contemporaneo gesto insano di Lucia, si compiono mentre prosegue la festa nuziale al castello. L’attesa dell’alba e del duello mortale si consuma durante l’epilogo di quella che Edgardo crede ancora una festa, e che invece è ormai segnata dal lutto. In una connessione tanto embricata di luoghi, episodî e tempi scenici, inclinata in modo da far rotolare a valanga gli eventi, il tableau improvvisamente statico del Sestetto, col colpo di scena dell’arrivo di Edgardo, vira controcorrente e impone un arresto ‘innaturale’: non solo il consueto distillato delle emozioni in campo, bloccate in un tempo sospeso, ma l’unico momento in cui la vicenda staziona, invece di precipitare.”




Teatro di San Carlo

martedì 18 gennaio 2022, ore 20:00

venerdì 21 gennaio 2022, ore 20:00

domenica 23 gennaio 2022, ore 17:00

mercoledì 26 gennaio 2022, ore 18:00

sabato 29 gennaio 2022, ore 19:00


Gaetano Donizetti

LUCIA DI LAMMERMOOR

Opera in tre atti

libretto di Salvadore Cammarano, tratto da The Bride of Lammermoor di Walter Scott

Direttore | Carlo Montanaro

Regia | Gianni Amelio

Regista per la ripresa | Michele Sorrentino Mangini

Assistente alla regia | Luca De Lorenzo

Coreografia | Stéphane Fournial

Scene | Nicola Rubertelli

Costumi | Maurizio Millenotti

Assistente ai costumi | Concetta Nappi

Luci | Pasquale Mari

Interpreti

Lord Enrico Ashton | Gabriele Viviani

Lucia di Lammermoor | Nadine Sierra

Sir Edgardo di Ravenswood | Pene Pati

Lord Arturo Bucklaw | Daniele Lettieri

Raimondo Bidebent | Dario Russo

Alisa | Tonia Langella

Normanno | Nicola Pamio

debutto al Teatro di San Carlo

Orchestra, Coro e Balletto del Teatro di San Carlo Direttore del Coro | José Luis Basso

Direttore del Balletto | Clotilde Vayer

Produzione del Teatro di San Carlo





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