top of page
Paola De Simone

Il Maggio della Musica recupera domani nella Chiesa dell'Ascensione a Chiaia l'appuntamento in stagione saltato lo scorso giugno per l'integrale beethoveniana con l'Elias Quartet, interprete dell'op. 18 n. 4 e dell'op. 130


In via del tutto eccezionale, domani giovedì 31 ottobre alle ore 19.45 nella Chiesa dell’Ascensione a a Chiaia, il Maggio della Musica torna alla programmazione della stagione principale fra gli appuntamenti del contest pianistico per recuperare, come promesso, un importante concerto rinviato in stagione per motivi di salute di uno dei componenti della formazione in locandina. Si tratta del prestigioso Quartetto Elias (nelle foto d'apertura), previsto con uno dei tasselli dell’integrale dei Quartetti per archi di Beethoven lo scorso 20 giugno. La formazione, particolarmente apprezzata a livello internazionale, ha inciso tutti i Quartetti per archi beethoveniani, eseguendoli in una tournée che ha toccato undici delle più prestigiose sale da concerto inglesi (con diffusione sulla Bbc Radio) e, successivamente, la Carnegie Hall di New York.

Invariato rispetto a quella data saltata, il programma d'ascolto che propone l'op. 18 n. 4 e l'op. 130.

All’interno del gruppo dei sei lavori a quattro archi op. 18 di Beethoven, scritti a cavallo di secolo nel biennio 1798-1800, quindi pubblicati l’anno dopo a Vienna dall'editore Mollo nel 1801 con il titolo in francese di "Six quatuors pour deux violons, alto e violoncello, composés et dédiés a S.A.M. le Prince régnant Franz Joseph Lobkowitz", il Quartetto n. 4 in do minore presenta per diversi motivi, formali ed espressivi, un carattere decisamente a sé. Composto con ogni probabilità per ultimo fra gli altri della stessa serie e per lo più fortunato (in realtà sopravvalutato) grazie a quella tonalità di caratura eroica e patetica condivisa con alcuni dei capolavori beethoveniani più amati quali la Quinta Sinfonia, la Sonata n. 8 op. 13 (degli stessi anni e nota appunto come “Patetica”), il Trio per archi e pianoforte op. 1 n. 3, il Terzo Concerto per pianoforte e orchestra, si distingue infatti dal prevedibile impianto quartettistico per la presenza di una tensione armonica più che di una vera e propria dialettica tematica interna al primo movimento, per l’assenza di un tradizionale tempo lento in seconda posizione che, qui, prende invece forma come “Andante scherzoso. Quasi Allegretto” nella parallela maggiore, nonché per il netto svettare del primo violino sull’economia dell’insieme sin dalle prime battute, con il risultato di un rapporto equivalente a un canto con accompagnamento secondo la coeva moda del quartetto concertante e brillante di tradizione francese. Nel complesso, pertanto, segnerebbe addirittura un passo indietro rispetto ad esempio ai numeri 2 e 3 dell’op. 18. Ad ogni buon conto, il primo movimento risulta caratterizzato da un tema denso di passione che accelera sull’espressione e sulla rincorsa epidermica più che su un’effettiva elaborazione a contrasto con i temi secondari seguenti. Ancor più anomalo è lo Scherzo su tema fugato trattato in forma-sonata quale secondo tempo in luogo di un “lento”. Tuttavia c’è da dire che l’elaborazione contrappuntistica è assai mirabile, così come quel gioco meccanico in pianissimo e staccato che sembra addirittura anticipare il movimento ispirato alla nuova invenzione del metronomo di Mälzel contenuto nell’Ottava Sinfonia. Strano è anche il troppo austero Minuetto, ternario ma in scansione non simmetrica secondo quanto previsto dai pentagrammi legati alla danza. Al termine, un incisivo Allegro in forma di Rondò dagli echi vagamente gitani, velocissimo e di sicuro effetto.

Tutt’altro discorso con il Quartetto n. 13 in si bemolle maggiore op. 130, scritto da Beethoven un quarto di secolo dopo, fra il 1825 e il 1826, eseguito per la prima volta a Vienna, nella Großer Redoutensaal del Burgtheater, il 21 Marzo 1826 e pubblicato postumo l’anno dopo dalla prestigiosa Artaria con dedica al Principe Nikolas Galitzin. L’impronta è quella fortemente sperimentale dei grandi capolavori della maturità, così come riscontrabile nell’op. 132, Quartetto composto in parallelo e infatti considerato gemello in special modo per la comune cellula tematica basata su un intervallo di seconda minore, quasi una ricerca sul parametro semitonale unita allo scarto metrico interno. Singolarmente capriccioso può infatti definirsi il primo di ben sei tempi, una forma-sonata che mette in gioco per quindici volte un Adagio in 3/4 e un Allegro in 4/4 a incrocio, sovrapposizione e in reciproca interruzione, saltando fra i motivi e gli stessi strumenti. Seguono: un breve Scherzo (Presto), virtuosistico e in pianissimo; un Andante enigmatico e caleidoscopico, fitto di mutamenti interni, tanto musicali quanto emotivi; un nuovo Scherzo, stavolta umoristico, che si apre leggendo al contrario (per moto retrogrado) il primo tempo della Sonatina op. 79; quindi il cuore con la Cavatina, pagina sublime in mi bemolle maggiore e “nata nel dolore, il cui solo ricordo – avrebbe confessato l’autore - mi costava sempre una lacrima”. Infine è qui che, inizialmente, avrebbe dovuto risuonare la Grande Fuga, poi divenuta in via autonoma op. 133 e nel Quartetto sostituita da un diverso Finale dal vigoroso piglio ungherese. Quasi uno sguardo dall’alto di una gioia ormai lontana, verso l’allegria del primo stile: ed è questa, a quattro mesi dalla morte, l’ultima pagina scritta da Beethoven.

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

Giovedì 31 ottobre alle ore 19,45

Chiesa dell'Ascensione a Chiaia – via Ascensione 15 (Napoli)

Elias Quartet

Sara Bitlloch, Donald Grant – violini Simone van der Giessen – viola

Marie Bitlloch – violoncello

Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)

Quartetto per archi in do minore, op. 18 n. 4

Allegro, ma non tanto

Andante scherzoso, quasi Allegretto

Minuetto. Allegretto

Allegro

Quartetto per archi in si bemolle maggiore, op. 130

Adagio ma non troppo, Allegro

Presto

Andante con moto ma non troppo. Poco scherzando

Alla danza tedesca. Allegro assai

Cavatina. Adagio molto espressivo

Finale. Allegro

Costo del biglietto: 20 euro (15 euro over 65; 10 euro under 26)

Prenotazione obbligatoria: 0815561369 - 392 9160934

L’Elias Quartet è oggi uno dei quartetti di maggior prestigio a livello internazionale. Apprezzato per le intense e vibranti interpretazioni, il quartetto si sta esibendo in tutto il mondo collaborando con alcuni dei più raffinati interpreti d’oggi. Nel corso del 2015 la formazione è stata impegnata nell’esecuzione e nell'incisione di tutti i Quartetti di Beethoven, eseguiti in undici fra le più celebri sale da concerto dell’Inghilterra e trasmessi dalla Bbc Radio 3. Lo stesso progetto beethoveniano è stato proposto dal Quartetto negli Usa alla Carnegie Hall (New York) e a San Francisco. L’intero progetto ha trovato il supporto del Borletti-Buitoni Trust con un sito appositamente dedicato a questo itinerario (thebeethovenproject.com). Alla Wigmore Hall ha presentato in prima esecuzione un lavoro del giovane compositore inglese Emily Howard, che ha convolto i pianisti Jonathan Biss e Francois-Rene Duchable e il Kungsbacka Trio. L’Elias è stato invitato a partecipare al ciclo della Bbbc Radio 3 dedicato agli “interpreti della nuova generazione”, anche a seguito del premio Borletti-Buitoni ottenuto nel 2010. Premiato con il secondo premio alla nona edizione del Concorso per quartetto di Londra, la formazione ha suonato al Théàtre des Champs-Elysees a Parigi ed è ospite abituale del Musikverein di Vienna, della Konzerthaus di Berlino, del Concertgebouw di Amsterdam, della Bibioteca del Congresso di Washington, della Wigmore Hall di Londra, della Concert Halls di Glasgow, della Turner Simms Concert Hall (Southampton) e al Festival di Brighton. Hanno collaborato con il quartetto artisti quali Leon Fleischer, Michael Collins, Christian Zacharias, Pascal Moragues, Ralph Kirshbaum, Dame Anne Murray, Joan Rogers, Mark Padmore, Michel Dalberto, Peter Cropper, Malin Broman, Simon Crawford-Philips, Piers Lane, Ettore Causa, Anthony Marwood, Huw Watkins, Roderick Williams, Allan Clayton, Melvyn Tan and the Endellion, Vertavo, Navarra, Heath, i quartetti Belcea e Jerusalem. L’Elias è profondamente innamorato della musica contemporanea, proponendo prime esecuzioni di lavori di Sally Beamish, Colin Matthews, Matthew Hindson e Timo Andres. I quattro artisti hanno lavorato con Henri Dutilleux sul suo quartetto “Ainsi la Nuit” e recentemente hanno inciso il brano di Huw Watkin “In My Craft or Sullen Art ” con Mark Padmore per l’etichetta Nmc label. Il loro catalogo discografico si sta ampliando sempre più. Oltre ai quartetti di Beethoven si segnalano quelli di Mendelssohn e Britten, un cd con musiche francesi per arpa e quartetto per l’etichetta Ambroisie, i quintetti di Dvorak e Schumann con il pianista Jonathan Biss e quello di Goehr con il pianista Daniel Becker, edito da Meridian Records.

In primo piano
RSS Feed
  • Facebook Long Shadow
  • Google+ Social Icon
Recenti
bottom of page