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  • Paola De Simone

Guidati dalla voce del Maestro Roberto De Simone nella vera storia dell'antica Festa di Piedigrotta, si inaugurano questa mattina alla Biblioteca Nazionale di Napoli l'installazione multimediale in Sala Leopardi "La Grotta di Virgilio" e il progetto "Tra colto e popolare" per un Archivio documentale sulle origini della Canzone napoletana


«Il Culto di Piedigrotta, antichissima festa al contempo lunare e solare, aveva i suoi simboli e le sue verità storiche di carattere metastorico nel pellegrinaggio in cui il popolo napoletano ripercorreva a ritroso il corso del raggio del Sole che al tramonto, in un giorno preciso dell'equinozio, entrava con la sua luce nella città, toccando un tracciato compreso fra la Grotta di Posillipo, il Castel dell'Ovo e il Chiatamone (dove ancora e non a caso, nei pressi di Piazza dei Martiri, c'è una cappella della Madonna di Piedigrotta), fino a raggiungere il Ponte della Maddalena. Oggi purtroppo il fenomeno, per le sovrapposizioni edilizie, è solo parzialmente visibile, ma il Mito e il Rito si univano intorno a un antro che doveva essere sacro già prima di Virgilio, celebrando in processione una divinità che viaggia nell'arcaico, a mio avviso solare e probabilmente riconoscibile nelle Matute di Capua, le Madri dell'Aurora». A spiegare con voce sibillina o virgiliana fuori campo le vere origini della Festa di Piedigrotta attraverso una storia al riparo dalle corruzioni del mito di epoca laurina, toccando dunque il cuore più remoto e autentico della grande tradizione delle feste e dei canti di Partenope, è il compositore, studioso e regista Roberto De Simone, Maestro per eccellenza del patrimonio storico-musicale di Napoli scelto quale presenza narrante al centro dell'installazione multimediale "La Grotta di Virgilio" realizzata dalla Biblioteca Nazionale di Napoli in Sala Leopardi a firma di Stefano Gargiulo (con il prezioso montaggio sonoro di Bruno Troisi), nell'ambito del più ampio progetto "Tra colto e popolare" per un Archivio documentale sulle origini della Canzone napoletana, in presentazione e inaugurazione oggi, domenica 13 ottobre alle ore 11, con il Direttore della prestigiosa Istituzione, Francesco Mercurio, accanto agli esperti e artefici dell'iniziativa Gennaro Alifuoco (responsabile della Sezione Lucchesi Palli), Domenico Ferraro (presidente dell'Associazione Altrosud), Raffaele Di Mauro (responsabile scientifico dell'Archivio documentale) e Stefano Gargiulo (direttore artistico di Kaos Produzioni).

In campo, i processi che hanno dato vita alla Canzone Napoletana, ricostruiti attraverso le fonti scritte e le successive fonti sonore, come le versioni apparse su 78 giri a inizio ‘900, e quelle registrate “sul campo”, durante le varie ricerche etnomusicologiche, attingendo ai numerosi fondi dell’Archivio Sonoro Musiche di Tradizione Orale della Campania. Il tutto reso palpabile da un'inedita esperienza virtuale che restituisce, grazie alla guida delle parole del Maestro De Simone, le radici esatte di un fenomeno da liberare una volta e per sempre dalle posticce sviste e incrostazioni sonore impresse a partire dal secondo dopoguerra.

«Che Virgilio avesse un culto importantissimo a Napoli - prosegue Roberto De Simone - lo sappiamo, e a lui risalgono i culti di Maria, compreso quello della Madonna di Piedigrotta. La simbologia è chiara nella disposizione a Oriente dell'altare, e a Occidente del portale. Il che spiega perché la Chiesa di Piedigrotta risulti girata al contrario, in linea con cappella e ingresso della grotta che ospitava, significativamente, una Natività scolpita nella pietra, poi finita al Cimitero delle Fontanelle. Quanto ai segni religiosi, bisogna farli risalire ai nove sabati precedenti l'8 settembre e al pellegrinaggio notturno compiuto dal Chiatamone alla Grotta, recitando durante il percorso i quindici misteri del Rosario, cantati. Giunti alla Cappella di Sant'Anna, i gruppi attendevano il sorgere del Sole, quindi si cantava "Ecco che sorge la bell'Aurora, vera madre del Sole celeste", da cui il legame fra l'astro e la madre di Maria. La sera del rito, i vari gruppi si muovevano quindi dai diversi luoghi della città, con mascherate varie e rituali come il matrimonio degli scugnizzi. Era poi nelle ore della notte che all'interno della grotta si accendevano i fuochi, simbolo della luce del Sole, e si ballava, mentre nei recessi più nascosti dell'antro antico succedevano anche altre cose. Ulteriori elementi rituali del culto antico erano i carri, non certo quelli fascisti di carattere allegorico, ma carri corporativi di artigiani o emblematici. Fra questi ultimi, quello delle Lucianelle (tipico dell'antico rione di Santa Lucia o del Chiatamone, citato anche nella "Piedigrotta" di Viviani) che, cantando al suono di un tamburo, si recavano verso la grotta alla ricerca di un innamorato per una notte. O quello dei ficaiuoli, che partiva dal Vomero, così detto perché avevano come segno una specie di ramo di fico. Il culto del fico era sacro a Diòniso, dunque ad immagine di un nesso orgiastico per l'incontro con il carro delle lavandaie che, a sua volta, partiva dalla zona del Mercato. L'unione era celebrata attraverso una sfida dinanzi alla grotta, cantando fronne improvvisate. Le canzoni nuove appartengono invece a tutt'altra storia, a una sovrapposizione nata dopo la più celebre "Te voglio bene assaje"».

La Biblioteca Nazionale di Napoli, in tal senso, è dunque ancora una volta in prima fila per valorizzare, difendere e far conoscere la storia, la cultura e la tradizione orale, musicale e scritta della città. In merito, il vertice Francesco Mercurio ha dichiarato: «L'Esito finale del progetto - promosso dalla Biblioteca Nazionale di Napoli e finanziato dalla Regione Campania (POC Campania 2014-20) con l'obiettivo di approfondire le peculiarità della fase di passaggio che a inizio Ottocento diede vita alla canzone napoletana - è la costituzione della banca dati in cui studiosi ed appassionati potranno consultare il materiale a stampa e digitale ricavato da anni di ricerche e studi sui copiosi fondi della Sezione Lucchesi Palli e della stessa Biblioteca Nazionale di Napoli, e su altre importanti raccolte italiane ed estere. L’ambiziosa iniziativa che si inaugura vuole offrire un percorso di lettura avvalendosi anche di suggestive animazioni multimediali per approfondire le origini di questo non comune fenomeno musicale e culturale. In tal senso assume particolare valenza il generoso contributo offerto dal Maestro Roberto De Simone, a cui va il mio commosso ringraziamento».

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