Classica e lirica popolare d'estate con le due stagioni promosse a Caserta e a Benevento dalla Regione Campania con targa Scabec. Niente lirica quest'anno per "Un'estate da Re" che punta invece sui fenomeni di massa ospitando Ezio Bosso alla testa dell'Orchestra del "Verdi" di Salerno, i violinisti virtuosi David Garrett e Julian Rachlin, il Balletto Pulcinella con la Compagnia del Teatro San Carlo e un doppio appuntamento con Stefano Bollani più Orchestra del Lirico napoletano diretta da Zubin Mehta. Per il Governatore De Luca è l'evento-simbolo di rinascita del territorio. Intanto, per Benevento, si sceglie l'opera con la direzione artistica "virtuale" di Vittorio Sgarbi e tre titoli in data unica all'Anfiteatro Romano: Rigoletto, Pagliacci e Vedova allegra. In conferenza stampa il celebre critico d'arte spiega: «Il mio? Un atto di fede, essendo un direttore artistico che non ha fatto la programmazione ma l'ha solo benedetta. Così - conclude scherzando - si potrà dire: se va bene, è merito di Sgarbi; se va male, è colpa di De Luca». Poi il via alle sue tirate sulla politica
A stretto giro, nella sede della Regione Campania in via Santa Lucia a Napoli, due diverse conferenze stampa per la Classica d'estate: per entrambe le occasioni e allo stesso tavolo in Sala De Sanctis, al centro e in prima linea c'era parimenti il Governatore Vincenzo De Luca, motore e finanziatore della duplice impresa accanto ai differenti vertici-ospiti coinvolti. Obiettivo in campo, rendere vive alcune delle maggiori meraviglie dei nostri luoghi attraverso eventi musicali di punta, promossi e realizzati dalla società "inhouse" Scabec, presieduta da Antonio Bottiglieri. giocando rispettivamente nei principali poli d'interesse storico-architettonico e archeologico di Caserta e Benevento le carte dei fenomeni da concerto o della lirica di massa. Ossia puntando sui nomi di grande luce mediatica, tra l'altro gia visti e ascoltati in tempi recenti sul principale palcoscenico di Napoli, più che sull'originalità e valenza di pur possibili fari progettuali sull'esempio virtuoso di una Martina Franca.
Da un lato, in prima battuta ma posteriore per tempistica in agenda (dal 28 agosto al 29 settembre 2019), "Un'Estate da Re" alla Reggia di Caserta, la manifestazione partita quattro anni fa in pompa magna e a braccetto con il carismatico direttore d'orchestra Daniel Oren facendo leva sulla programmazione lirica sancarliana e salernitana ma che quest'anno, per la prima volta seppur sempre in tandem con entrambe le realtà liriche campane, totalmente a secco di opera perché la palla possa passare agilmente, evidentemente, alla rete beneventana come poi compreso nella sede della seconda conferenza. In locandina, infatti, nomi che fanno gran rumore e attirano innanzitutto le masse e le nuove generazioni o chi, della musica, apprezza le scintille più virtuose e vistose.
(Nelle foto a seguire: Ezio Bosso, Julian Rachlin, David Garrett, Stefano Bollani e Zubin Mehta, il balletto Pulcinella)
Nell'ordine, con sei concerti fra Aperia e Reggia vanvitelliana, i protagonisti nel dettaglio saranno pertanto: Ezio Bosso (già presente per la stessa iniziativa nel luglio 2017, a seguire all'Arena Flegrea e ora in apertura nel Cortile della Reggia mercoledì 28 agosto alle ore 19.30) alla testa della Filarmonica di Salerno con programma superstar diviso fra due Danze ungheresi di Brahms, la Sinfonia "Dal Nuovo Mondo" di Dvořák e il Bolero di Ravel; domenica 8 settembre Alvise Casellati salirà invece sul podio dell'Orchestra del San Carlo per rileggere la Sinfonia d'apertura dall'Italiana in Algeri di Rossini, il Concerto op. 64 di Mendelssohn con l'archetto solista virtuoso dell'austriaco di origine lituana Julian Rachlin (ascoltato con l'op. 35 di Čajkovskij nel 2015 appunto al San Carlo) e la Quinta Sinfonia di Schubert; venerdì 13 settembre (ore 19.30) la Compagnia di Balletto del Teatro San Carlo ripropone, dopo le recenti riprese a Ischia e per il San Carlo Opera Festival, ancora una volta il delizioso Pulcinella firmato Francesco Nappa con le installazioni d'arte di Lello Esposito; martedì 17 settembre, per la seconda e unica altra data oltre l'Arena di Verona, l'ex enfant prodige della Classica David Garrett, poi "terrible" essendo ormai noto come "il violinista del diavolo" in virtù della fama legata alle note composte per il grande schermo nel film di Bernard Rose (2014), propone "Unlimited-Greatest Hits - Live" laddove, laddove al San Carlo lo ascoltammo nel 2014 con Brahms e nel 2015 con Bruch. Garrett che si è detto "impaziente" di vedere la Reggia di Caserta. luogo che ancora non ha mai conosciuto. Infine doppio appuntamento (sabato 28 e domenica 29 settembre) con Zubin Mehta alla direzione dell'Orchestra sancarliana e del fenomeno Stefano Bollani (ospite al San Carlo nel settembre 2018 con la Rhapsody in blue di Gershwin), interprete per entrambe le serate del Concerto K. 488 di Mozart mentre, a cornice, si ascolteranno rispettivamente la Sinfonia dalla Forza del destino di Verdi con la Quinta Sinfonia di Čajkovskij e la Sinfonia dai Vespri siciliani sempre di Verdi unitamente all'ennesima Nona di Beethoven.
In totale, un mese di spettacoli firmato dalla direzione artistica di Antonio Marzullo (titolare della cattedra di trombone presso il Conservatorio "G. Martucci" di Salerno nonché segretario artistico del Municipale "G. Verdi" della stessa città) con cadenza quest'anno spostata a fine estate per la sovrapposizione con le Universiadi, secondo quanto dichiarato in conferenza stampa da Vincenzo De Luca. L'artefice artistico Marzullo ne ha sottolineato, illustrandone i dettagli, «il programma più esaltante del solito grazie alla grande sinergia tra le forze in campo e alla speciale passione di un Governatore, qual è De Luca, che ha portato in vetta sul fronte nazionale e oltre la Campania investendo nello sport e nella grande Cultura». A seguire, le parole preziose della "padrona di casa" Tiziana Maffei, architetto, neo nominata dal Ministro Bonisoli Direttrice della Reggia di Caserta: «Ho subito compreso l'importanza di ospitare e garantire stabilità a programmazioni di qualità e aperte a tutti essendo da sempre la Reggia un luogo ideale e meraviglioso per la costruzione e la sperimentazione dei linguaggi artistici così come voluto dalla monarchia illuminata dei Borboni. Mi auguro che l'intera struttura diventi un paesaggio sonoro sempre più importante, innanzitutto per i giovani, al cui cuore l'Arte arriva immediata al di là della conoscenza dei codici. Considerando la Reggia non come semplice museo o contenitore ma spazio di cultura vivo e aperto a tutti, ben vengano pertanto iniziative di concerto con itinerari che necessitano più di un giorno per visitare e conoscere i nostri spazi smisurati quanto magici, in special modo di sera». Naturalmente favorevole alla grande intuizione di valorizzare il territorio attraverso le attività culturali legate alla Reggia si è detto anche il sindaco di Caserta, Carlo Marino: «La nostra sfida per il futuro è l'incontro fra la Reggia e la Città, creando un Rinascimento sociale ed economico della nostra terra attraverso simili iniziative. Sin dal principio, per un'estate da Re, con il presidente della Regione De Luca abbiamo immaginato come il Re poteva immaginare attraverso un'estate di fare economia e di costruire un modello culturale. Un unicum, Patrimonio dell'Umanità quanto eccellenza in Italia della Terra di Lavoro». E così anche la sovrintendente del Teatro San Carlo, Rosanna Purchia: «Tengo solo a sottolineare il momento particolarmente felice per la Campania, per Napoli. E questo lo si vede dalla determinazione e dalla lungimiranza di chi guida oggi la Regione puntando su eventi non sporadici, ma costanti. E siamo orgogliosi che il San Carlo sia uno strumento prezioso al servizio del territorio tutto, da Napoli a Salerno, da Ravello a Caserta, trovando ulteriore forza nel tempo e oltre le mura del Teatro». Quindi Vincenzo De Luca: «In qualche modo Un'Estate da Re, a Caserta, conclude un anno che per la Regione Campania è stato straordinario. Un anno di grandi sforzi, anche soggettivi, per proiettare l'immagine di Napoli e della nostra Regione nel mondo: dall'attività del San Carlo nonostante le difficoltà che sappiamo alle grandi mostre a Capodimonte e al Mann, il Teatro Festival, Ravello, Giffoni, Campania by Art e il vero e proprio miracolo compiuto con le Universiadi. Per questo possiamo dire che oggi la Campania, nel contesto nazionale, può presentarsi quale Regione maggiormente ricca e vivace di offerte culturali. L'obiettivo sarà compiere ulteriori passi su tale straordinario percorso. Ricordando che per la Regione Campania "Un'estate da Re" resta la punta di diamante, l'evento-simbolo di un progetto di sviluppo complessivo dell'area casertana, il segno di una rinascita nel panorama nazionale. Emblematico, in tal senso, il protocollo d'intesa che siamo pronti a firmare in questi giorni per il rilancio del Litorale domizio, forse il tratto di spiaggia più esteso del nostro Paese e che, personalmente, considero una vera miniera d'oro per Caserta e il territorio campano. Abbiamo lavorato per ripulirne il mare, dovremo far fronte alle realtà locali e alle situazioni di camorra: ma sarà un altro piccolo, grande miracolo». (Sotto: la Reggia di Caserta, il Teatro Romano di Benevento, una scena dalla Vedova allegra in locandina e due primi piani di Vittorio Sgarbi)
Dall'altro lato, il ritorno in primo piano di Benevento e di un Teatro Romano nell'occasione paragonato all'Arena di Verona con una tradizione lirica che, in realtà, ben ricordiamo fino ai primi anni Novanta e ancora più di recente negli ultimi cinque anni grazie all'impegno di una giovane quanto lodevolissima formazione orchestrale fondata sul territorio e con dna sannita, l'Orchestra Filarmonica di Benevento (OFB), guidata e da sempre sostenuta da due direttori di differente generazione ma entrambi di fama e pregio assoluti: sir Antonio Pappano e Francesco Ivan Ciampa. Dunque, rispetto all'iniziativa di Caserta, con “Opera Lirica al Teatro Romano” compresa fra il 4 agosto e il 7 settembre niente radici e scarse star a Benevento per far leva, piuttosto, sulla notorietà - effimera in campo lirico - del direttore artistico Vittorio Sgarbi e di Katia Ricciarelli - ormai superati i fasti del suo un tempo notevolissimo canto - in qualità di regista del titolo di apertura. Buona viceversa l'intuizione della liaison con l'area calabra e con la relativa, vivace mente artistica della pianista Chiara Giordano, oggi vertice della manifestazione "Armonie d’Arte Festival", accanto all'alta competenza di Ferdinando Creta, direttore dell’Area Archeologica del Teatro Romano di Benevento, del Museo Archeologico del Sannio Caudino di Montesarchio e Direttore artistico del Museo Arcos. Così come da segnalare l'avvio, in tale occasione, del circuito museale della città con l'ingresso dal prossimo settembre di sette siti entro il sistema integrato di musei/trasporti Campania<Artecard: l’Area Archeologica del Teatro Romano di Benevento, l’Hortus Conclusus, l’Area Archeologica Arco del Sacramento, il Museo del Sannio, il Museo Ar-cos, il Museo dell’Arco di Traiano, il Museo Diocesano e percorso archeologico Ipogeo.
Per il resto, soliti titoli, nessuna particolare bacchetta, voci nella norma accanto a nomi del circuito minore, recite senza replica a prezzi accessibili per tutti (biglietto intero a 15 euro e a soli 5 per gli under 25 o i possessori di Campania>Artecard). In programma: Rigoletto portato in scena già all'indomani dell'incontro stampa, il 4 agosto, con la regia di Katia Ricciarelli, direzione di Leonardo Quadrini, Maurizio Leoni nel ruolo del titolo, l'ottima Annamaria Sarra in Gilda e il Duca di Zizhao Guo. In buca, una a noi sconosciuta Orchestra Sinfonica Internazionale della Campania accanto al Coro lirico Pugliese-Bitonto; scene di Damiano Pastoressa Bari, costumi della Sartoria Arrigo Milano, service audio e luci Men at Work. Prossima proposta, quindi, Pagliacci che, a giusta ragione nell'anno di Leoncavallo e firmato da una nuova regia di Sgarbi, andrà in scena l’11 agosto. Ad oggi non se ne conoscono i dettagli (in conferenza stampa il direttore artistico e regista ha solo letto qualche spunto sull'episodio criminoso alla base del libretto dello stesso compositore, aggiunto qualche idea e parlato di circo anziché di compagnia di teatranti come invece da testo originale), se non le tinte caravaggesche e un'originale indagine propensa ad esaltare di una tale vicenda di cronaca realmente accaduta "le pulsioni del dramma interiore, coinvolgendo il pubblico in un'esperienza travolgente". Sul podio di compagini parimenti a noi ignote - l'Orchestra Sinfonica di Udmurtia e Coro "Opera in Puglia" accanto al Corpo di Ballo Createdanza - sempre Quadrini con la Nedda di Rossana Potenza, il Canio di Piero Giuliacci, il Tonio di Alberto Mastromarino, più Silvano Paolillo (Beppe) e Carlo Provenzano (Silvio). Infine in chiusura, il 7 settembre, largo all'operetta con La vedova allegra di Franz Lehár, produzione Nania Spettacolo con la regia di Flavio Trevisan, scene di Filippo Sivelli, costumi di Eugenio Girardi, coreografie di Monica Emmi e direzione musicale di Maurizio Bagliolo, ma non si sa di quale orchestra. Guidano il cast: Clementina Regina, Claudio Pinto, Massimiliano Costantino.
Al tavolo dell'iniziativa fortemente voluta dal direttore Creta, finanziata dalla Regione Campania e da Confindustria Benevento in collaborazione con il Mibact, c'erano il presidente della sezione Turismo e tempo libero Fulvio De Toma, la direttrice del Polo Museale della Campania Anna Imponente, l'ideatrice Chiara Giordano, il vicesindaco di Benevento Mario Pasquariello in rappresentanza del sindaco Clemente Mastella che aveva già programmato le vacanze estive, il Governatore De Luca, Antonio Bottiglieri (presidente Scabec).
Fra tutti gli interventi qui riportiamo, grosso modo integralmente, quello scoppiettante del critico d'arte Vittorio Sgarbi, utile a chiarire il senso della sua direzione artistica fra le molteplici tirate su politica e magistrati, Berlusconi, Prodi e Mastella: «Diciamo che, il mio, è un atto di fede» ha esordito Sgarbi, per poi spiegare: «Nel senso che, in tal caso, io sono un direttore artistico che non ha fatto la programmazione ma l'ha solo benedetta. In un tempo molto accelerato, saranno tre o quattro mesi, Chiara Giordano mi ha messo in mezzo e io ho accettato. Naturalmente la responsabilità di uno che accetta fidandosi degli amici è molto più alta. Rispetto a Berlusconi, per esempio, preferisco circondarmi di persone molto capaci - e così De Luca - non temendo il confronto con loro. Il modello che ho citato, invece, preferisce avere intorno persone più deboli per non avere problemi. Poi i deboli si manifestano forti attraverso la rabbia, vedi il recente caso di Toti. Non so invece cosa capiterà al Presidente della Regione Campania che si circonda di persone intelligenti, e anche di me. Diciamo che ha molto coraggio». Poi Sgarbi, divertendo non poco l'uditorio, sposta la mira sul sindaco di Benevento, l'assente giustificato ma non proprio perdonato Clemente Mastella, illustra sinteticamente il suo percorso nella lirica fin qui a segno e chiude su Benevento quindi sulla sua rilettura di Pagliacci grazie al contatto creatosi a Catanzaro con la Giordano.
«Devo anche dire - ha proseguito divertendosi a sua volta fra ragionamenti e parole in cortocircuito - che trovo abbastanza insolito che il vicesindaco di Benevento parli di politica facendo riferimento a un modello di metamorfismo epocale qual è il sindaco Mastella. Dire che Mastella è dalla parte opposta a quella di De Luca è come dire che un mammifero non corrisponde all'uomo poiché, l'ultima sua traccia che ho, è la seguente: ministro della giustizia per il governo Prodi, notoriamente di sinistra quindi del tutto compatibile con l'amico De Luca che tra l'altro non è un prodiano; a seguire, ingiustamente perseguitato da criminali magistrati che stabiliscono l'uscita di sua moglie, presidente del Consiglio campano, fuori dalla Regione. Un'assurdità, da arrestare loro, piuttosto, per barbarie contro la legge e il diritto. Lui si dimette, fa cadere il governo Prodi e la colpa ricade su Berlusconi per aver pagato tal De Gregorio, un maiale vero e proprio, il quale arriva da dietro lavorando con la destra per diventare ministro della difesa nel 2006. Ma avendolo già comprato, si può dire, avrebbe ricomprato a peso doppio - secondo tutte inchieste del cazzo, scusate il termine, basate sul nulla e con personaggi inverosimili che diventano protagonisti tipo appunto De Gregorio - per far cadere Prodi, mentre anche i bambini sanno che è stato Mastella a farlo cadere. Mastella neanche poi diventando di destra, si è trovato solo, triste, abbandonato. Forse adesso sta a destra, ma un po' soltanto. Ma non lo è del tutto. Mi pare dunque giusto che un uomo sopra le parti, come De Luca, che è un uomo di destra che sta a sinistra, a cui piace moltissimo la destra, aiuti Benevento che è governata da uno di sinistra che però sta a destra. In sintesi, fa bene a dare i soldi a Benevento perché Mastella, alla fine, è una categoria dello Spirito. Detto questo, sono convinto che l'unica vera Regione autonoma sia proprio la Campania. Senza l'autonomia che deve essere decretata da Istituzioni presiedute da Fico e dalla Casellati. Roba da vendere tutto e andarsene. A questo punto, De Luca si è dichiarato autonomo da solo perché il vero potere è nel suo "fare", pronto appunto a sfidare ostacoli e autonomia. Incontrato Creta, il Governatore ha infatti subito realizzato il modello Benevento che ha alle spalle la più grande tradizione lirica legata al teatro antico tipo Arena di Verona, o al pari di realtà sulle quali invito ad investire come Pozzuoli e Santa Maria Capua Vetere. Ad ogni modo, oggi, si parte da Benevento, per creare un effetto straordinario di collisione fra l'antico e il moderno entro un genere che trionfa con l'Ottocento, nel Settecento con Mozart (non cita però e cassa in pratica in un sol colpo la fondamentale tradizione italiana e napoletana in primis, da cui Mozart stesso trasse ispirazione, ndr)».
Il discorso devia poi sulla sua esperienza nel campo: «Come è nata la mia sfida nella regia lirica? Fu l'allora sovrintendente dell'Orchestra Toscanini, il compianto Gianni Baratta, a propormi l'idea, con il Rigoletto. Io accettai e ne diedi una rilettura legata alla storia, ai luoghi e ai dipinti del Mantegna. Poi, bei risultati sono arrivati anche con un Don Giovanni diretto da Oren e ambientato nei Giardini di Bomarzo, una Vedova liberty sempre con lo stesso direttore pensata nelle Terme di Salsomaggiore, un'Arlesiana legata a van Gogh. Pagliacci è invece un'opera che ha una profonda radice calabrese». Ne legge la storia vera e il delitto avvenuto il 5 marzo 1865, quindi ne annuncia i termini: «Storia, circo, teatro antico e coscienza: il contrasto sarà potente. E questo è il mio compito». Quanto alla sua direzione artistica aggiunge ancora: «Sono coinvolto in un'operazione concepita in maniera autonoma e partita da tempo grazie a Chiara Giordano, entro una significativa collaborazione fra i mondi archeologici della Calabria e della Campania. Il tutto, naturalmente, sostenuto dall'inarrestabile Vincenzo De Luca. Pertanto, a parte lo spunto per un Festival dell'essere che farò senz'altro, oggi sono direttore artistico di questo Festival nato a mia insaputa e che dirigo a mia insaputa. Ma io ci sarò. E concludo che, in tal modo, almeno si potrà dire: se va bene, è merito di Sgarbi; se va male, è colpa di De Luca».
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