top of page
  • Paola De Simone

Ultimi venti giorni di apertura (fino al 21 luglio) per la bellissima mostra-installazione multimediale Il corpo dell'idea. Immaginazione e linguaggio in Vico e Leopardi (in estratto nel video e a seguire nelle foto) firmata da Stefano Gargiulo con Kaos Produzioni e realizzata grazie al sostegno della Regione Campania nella Sala Dorica del Palazzo Reale di Napoli su commissione della Biblioteca Nazionale diretta da Francesco Mercurio mentre, la mattina di martedì 2 luglio (ore 12) nel foyer del Teatro San Carlo, ne sarà presentato l'ampio e prezioso catalogo curato da Fabiana Cacciapuoti in edizione Donzelli. Il tutto, nell'ambito delle iniziative del Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario de “L’Infinito” di Giacomo Leopardi. Nell'occasione, saranno presenti: Giuseppe Balboni Acqua (Presidente del Comitato), Fabio Corvatta, Presidente del Centro Nazionale di Studi leopardiani, il Direttore della Nazionale Mercurio, la sovrintendente del Teatro San Carlo Rosanna Purchia, Anna Imponente (Direttore del Polo Museale della Campania) e, a coronamento, l’Ensemble Orchestrale del Liceo Musicale Margherita di Savoia che sarà protagonista di una breve performance.

Dunque, all'interno dello spazio del Palazzo Reale di Napoli diretto da Paolo Mascilli Migliorini, la possibilità di entrare gratuitamente in una scatola magica e scura che interseca suggestioni, saperi e segni molteplici sull'elemento-chiave della parola e, dunque, entro il dialogo poliforme e virtuale fra il mondo poetico leopardiano e il pensiero di Giambattista Vico, così come ricostruito da Fabiana Cacciapuoti portando all'incontro due testi parimenti fondamentali quali lo Zibaldone e La Scienza Nuova. Quindi amplificato e reso immaginifico grazie ai raffinati effetti speciali targati Kaos Produzioni.

Un incontro allo specchio e in gioco sinestetico nella molteplicità dei piani percettivi, dai miti agli eroi e agli uomini, fra conoscenza e sogno. Un viaggio fatto di storia e conoscenza, fra luci, colori e ombre atti a solleticare i sensi, il cuore e la mente, avvolgendo e di volta in volta scoprendo toccando un tablet o un mappamondo immagini, suoni e rumori in sospensione oltre il tempo, fra carte autografe e testi in lettura, proiezioni in metamorfosi e corpi. Corpi in ologramma, scolpiti nel marmo delle statue prese in prestito fra il Mann e e il Museo del Palazzo Reale, o le forme delle stesse parole che vestono tanto l'arte poetica quanto la scienza.

Vale a dire, un percorso ad alta concentrazione di significati e significanti che, in via antropologica, ci accompagna attraversando il mito delle origini, l'elaborazione poetica fra primi canti arcaici e quella omerica, la costruzione dei linguaggi e delle civiltà, il cui eccesso per entrambi gli autori, inteso quale eccesso di ragione, riconduce alla barbarie, alla decadenza, alla corruzione. Temi che Vico e Leopardi affrontarono in maniera diversa: storico-provvidenzialistica, il primo; radicale invece il secondo. In esposizione, tra gli altri, gli autografi della Scienza Nuova, dello Zibaldone di pensieri, delle Operette Morali, del più celebre Idillio L'infinito corredato da correzioni e ripensamenti dello stesso poeta di Recanati, il Canto Alla Primavera e i frammenti apocrifi di Stratone da Lampsaco, conservati presso la Biblioteca Nazionale. Il progetto delle strutture espositive è di Giancarlo Muselli mentre le realizzazioni del sound e le creazioni musicali originali sono di Bruno Troisi.

Al termine del percorso? C'è il messaggio leopardiano, esistenziale e umanissimo, della Ginestra. Un messaggio in versi che il visitatore distillerà allo specchio e nell'alone della propria voce al microfono lasciandosi guidare dall'ultima delle iscrizioni alle pareti, osservando al contempo il formarsi alle spalle di un'immagine che tanto appartiene a quell'arbusto fiorito e alla terra di Partenope, come un fuoco d'artificio.

KAOS PRODUZIONI

Il corpo dell'idea. Immaginazione e linguaggio in Vico e Leopardi

"Il concept del progetto exhibit e multimediale si fonda sullo studio dei rapporti tematici tra Giambattista Vico e Giacomo Leopardi: attraverso un lungo lavoro sui testi si è giunti a un dialogo immaginario tra i due autori, dal quale nascono l’ambientazione scenica e una sceneggiatura.

Il titolo della stessa mostra nasce da una considerazione che Leopardi annotò nel suo Zibaldone: “L’intelletto non potrebbe niente senza la favella, perché la parola è quasi il corpo dell’idea la più astratta”. Se quindi la parola è il nodo concettuale della mostra, la materia, il corpo, ne è la narrazione. Materia che di volta in volta veste forme diverse: i testi delle fonti; le immagini del linguaggio del corpo, le scultoree presenze mitologiche.

Nel progetto espositivo la parola prende forma di scrittura amanuense: il pensiero e il linguaggio di Vico e Leopardi segnano il perimetro dello spazio scenico come stazioni di un viaggio, incorniciati all’interno di scolii medievali.

Il dialogo si materializza dapprima attraversando una simbolica biblioteca dove le fonti comuni esposte sono narrate da una voce che si attiva al passaggio del visitatore. Sono le origini del pensiero dei due autori, ma anche quelle dell’umanità stessa: a segnare il tempo in questa biblioteca il mito dell’Origine assume forma circolare accogliendo al suo interno le immagini in movimento di due corpi, quelli di Gea e Urano, in un groviglio generatore e vivificatore.

Si apre il mondo degli Dei: sulla superficie di un mappamondo, come un “gran Corpo animato”, sono riprodotte le visioni cosmogoniche degli antichi, che lo spettatore può svelare attivando il sistema di interazione. Il richiamo alla natura e il rapporto che i primi uomini hanno con essa ha nella mitologia la chiave di lettura: un torso vigoroso e statuario si anima di immagini e suoni di una natura primigenia e inviolata, e di forme e sembianze umane che sinuosamente si fondono con essa.

Sulla via del mito, tra presenze di sculture marmoree, si apre la seconda sezione alla scoperta degli Eroi. Come in un’azione scenica, rifacendosi all’iconografia greca classica, una figura in ombra interpreta le gesta dell’Iliade, si munisce di spada ed elmo, diviene guerriero: ecco che si rivela Achille. Movimenti sicuri e fieri, conosciuti e ripetuti con estrema cura, di cui il corpo si è appropriato.

Si arriva al nucleo nodale della mostra, dedicato agli Uomini e al farsi della conoscenza. Se finora le parole dei due autori venivano fissate nelle scritture riprodotte sul perimetro della sala, qui prendono corpo nelle voci degli attori Nello Mascia e Pietro Pignatelli. Il dialogo immaginario è reso possibile dalla fusione di sonorità e immagini che si compongono e affiorano da un cumulo di foglie: emergono i primi uomini che, atterriti dal fragore di un tuono e spinti da Curiosità e Maraviglia, con lo spirito proprio dei fanciulli, come in una favola cercano di dare nome e significato alla natura che li circonda; da suoni primordiali e ancestrali nascono le parole, e da esse le lingue dei popoli, la poesia, la filosofia e la civiltà. Ma l’eccesso di civiltà, generato dal predominio della ragione sulla passione, conduce alla barbarie e alla decadenza dell’uomo.

Si arriva a un divario fra i due pensieri, che si accentua quando diviene centrale il tema della salvezza: se per Vico essa è costituita dalla “Provvedenza”, per Leopardi, che chiude il dialogo, “vòte son le stanze dell’Olimpo”.

Il visitatore è ora condotto a seguire il pensiero di Leopardi verso un’ultima installazione: il tema è La Ginestra e qui il corpo è assente, almeno all’apparenza. Lo spettatore è solo, in un “non-luogo”, davanti a sé uno specchio, un microfono e gli ultimi versi della poesia scritta da Leopardi alle pendici del Vesuvio: man mano che si recitano i versi, alle sue spalle un microcosmo di particelle si compone, restituendo un’immagine in cui egli stesso si trova immerso. La sensazione è di sentirsi parte di un tutto che lo spettatore contribuisce a generare, perché è la sua parola riflessa in uno specchio a dare corpo e senso all’immagine".

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

Napoli, Sala Dorica del Palazzo Reale di Napoli

Mostra Il corpo dell'idea. Immaginazione e linguaggio in Vico e Leopardi

Progetto Exhibit e multimediale a cura di Kaos Produzioni

Direzione artistica di Stefano Gargiulo

Biblioteca Nazionale di Napoli diretta da Francesco Mercurio

Polo Museale della Campania diretto da Anna Imponente

Palazzo Reale di Napoli diretto da Paolo Mascilli Migliorini

Esposizione e catalogo a cura di Fabiana Cacciapuoti

Regione Campania

Orario Apertura

dal lunedì al venerdì

ore 10.00-17.00

sabato, domenica e festivi

ore 10.00/19.00

mercoledì chiuso

Martedì 2 luglio 2019 ore 12.30

Foyer del Teatro di San Carlo

La Biblioteca Nazionale di Napoli e

il Centro Nazionale di Studi Leopardiani

presentano

Le iniziative del Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario

de “L’Infinito” di Giacomo Leopardi

Intervengono

Giuseppe Balboni Acqua, Presidente del Comitato Nazionale per il Bicentenario dell’Infinito

Fabio Corvatta, Presidente del Centro Nazionale di Studi leopardiani

Francesco Mercurio, Direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli

Rosanna Purchia, Sovrintendente della Fondazione Teatro di San Carlo

Anna Imponente, Direttore del Polo museale della Campania

Presentazione del catalogo della mostra

Il Corpo dell’idea

Donzelli editore

A cura di Fabiana Cacciapuoti

Intervento musicale dell’Ensemble Orchestrale

del Liceo Musicale Margherita di Savoia

Direttore | M° Filomena Piccolo

In primo piano
RSS Feed
  • Facebook Long Shadow
  • Google+ Social Icon
Recenti
bottom of page