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  • Paola De Simone

Un programma dedicato a due grandi esponenti della letteratura pianistica russa e la presenza di un interprete moscovita ideale a darvi forma con l'ultimo appuntamento proposto dal Maggio della Musica prima della pausa d'estate, oggi giovedì 27 giugno (ore 19.45) a Villa Pignatelli.

Si tratta di Mikhail Lidsky (nella foto), classe 1968, impostosi all’attenzione del pubblico e della critica internazionale sin da giovanissimo (in Italia è dal 1997 ospite fisso delle Serate musicali di Milano e ha spesso duettato con Domenico Nordio), collaborando inoltre con le maggiori orchestre del suo Paese. Unico pianista della sua generazione a realizzare ogni anno recital alla Moscow International Music House con integrali di Beethoven, Mozart, Schubert, Schumann, Chopin e Liszt, replicati poi in molte città della Russia, qui darà forma e suono a due grandi capitoli rispettivamente dedicati a Scriabin e a Prokof'ev interpretando, del primo, un gruppo di pagine nate emulando Chopin (Mazuke op. 40, Quattro Preludi op. 48), quindi due capolavori nei quali prendono corpo le sue originalissime idee misticheggianti e visionarie (Sonate n. 5 e n. 8). Del secondo autore, invece, eseguirà la potente Sesta Sonata.

Allievo di Sergej Taneev, Anton Arenskij e di Vasilij Safonov, Scriabin divenne presto, nonostante avesse mani piuttosto piccole e di ampiezza pari a poco più di un’ottava, interprete acclamato, preservando in catalogo una grande e quasi esclusiva attenzione alla destinazione per tastiera oltre che per orchestra. All’incontro fra tardo-Romanticismo e sperimentalismo moderno, nonché all’apice di un itinerario creativo in crescente tensione armonica ed espressiva, fra estasi improvvise, ombre allusive e accesi furori fino al limite del visionario, si collocano le opere più mature come la Quinta e la Sesta delle dieci Sonate, rispettivamente composte nel 1907 e negli anni 1912-1913. Interessante in special modo in quanto chiave del suo singolare pensiero teosofico è la Sonata n. 5 in fa diesis maggiore op. 53, scritta a ridosso del suo grande “Poema dell’estasi”. È una pagina infatti assai difficile, senz’altro per tecnica ma, innanzitutto, per comprensione degli umori e dei concetti in bilico fra mistero, follia e furore, così come d’altra parte chiaramente intuibile già solo dalla seguente, misticheggiante epigrafe da lui stesso apposta all'opera: "Je vous appelle à la vie, o forces mysterieuses! / Noyées dans les obscures profondeurs / De l'esprit créateur, craintives / Ebauches de vie, à vous j'apporte l'audace" (Vi chiamo alla vita forze misteriose! / Immerse nelle profondità oscure dello spirito creatore, timide / ombre di vita, a voi poi porto l’audacia). Singolare, d’altra parte è anche l’architettura, con quel suo vortice a blocco unico di tre movimenti (Allegro. Impetuoso. Con stravaganza; Presto con allegrezza; Allegro fantastico) e a più dinamiche (languido, sottovoce, misterioso affannato, quasi tromba, imperioso, presto tumultuoso esaltato) che sfida ogni logica fra scarti, andamenti e suggestioni molteplici, come a scavare e scendere giù negli abissi, a partire da quel trillo incipitario alla destra e al grave, sottovoce, che suona come un tremore della terra.

A raccogliere l’eredità di Scriabin, unitamente ai riferimenti ineludibili di Rubinstein, di Rachmaninov (che dell’aristocratico Aleksandr sopra citato fu compagno di studi sotto la guida del comune maestro Nikolaj Zverev) e dei principali modelli francesi, sarebbe stato uno dei massimi esponenti del Novecento russo: Sergej Prokof’ev, compositore immenso tanto per la produzione sinfonica quanto per il teatro musicale, sul fronte pianistico, da camera, per le partiture destinate al grande schermo.

Portata a compimento l’11 febbraio del 1940, la Sesta Sonata in la maggiore op. 82 si articola in quattro movimenti, nel cui arco è possibile intravedere la ripresa di alcuni elementi caratteristici di alcuni suoi componimenti precedenti, in particolar modo la Quinta Sonata. Innanzitutto riappare l’incessante ricerca di inedite soluzioni timbriche, essenzialmente indirizzate verso esiti aggressivi se non addirittura violenti, di grande efficacia. Simile ad esempio a un “cluster” è l’indicazione apposta dallo stesso autore “col pugno” che rivela una chiara propensione alla massificazione sonora. Quest’ultima, nel corso dei vari movimenti, sembra dissolversi e cedere il passo ad atletici slanci toccatistici.

Eseguita per radio l’8 aprile 1940 dallo stesso Prokof’ev, pianista dalla tecnica agilissima, la Sesta Sonata fu ripresa per la prima volta in concerto a Mosca il 26 novembre dello stesso anno: al pianoforte sedeva Sviatoslav Richter.

La stagione del "Maggio" riprenderà in ottobre, con un capitolo dedicato alla Canzone napoletana e con il felicissimo contest "Il Maggio del Pianoforte".

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

Costo del biglietto: 20 euro (15 euro over 65; 10 euro under 26)

Prenotazione obbligatoria: 0815561369 - 392 9160934

Il Maggio della Musica 2019

VILLA PIGNATELLI

Veranda Neoclassica

Giovedì 27 giugno ore 19,45

MIKHAIL LIDSKY pianoforte

PROGRAMMA

Aleksandr Scriabin (1872 - 1915)

Due Mazurke, op. 40

Quattro Preludi, op. 48

Sonata n. 5 in fa diesis maggiore, op. 53

Allegro. Impetuoso. Con stravaganza

Sonata n. 8, op. 66

Lento. Allegro agitato

Sergej Prokof’ev (1891 - 1953)

Sonata per pianoforte n. 6 in la maggiore, op. 82

Allegro moderato

Allegretto

Tempo di valzer lentissimo

Vivace

Mikhail Lidsky _ Nato nel 1968 a Mosca, ha iniziato a studiare pianoforte all’età di cinque anni. Nel 1975 è stato ammesso alla Gnessin Moscow Specialized Music School (classe di Marina Marshak-Young). Dal 1978 fino alla laurea e successivamente dal 1987 al 1992 ha studiato con Vladimir Tropp alla Gnessin Russian Academy of Music. A 13 anni ha suonato per la prima volta con orchestra e a 15 ha tenuto il suo primo recital. Durante gli studi, ha tenuto molti concerti in numerose città dell’URSS come solista e musicista da camera. All’ottava competizione All-Russia Piano Competition (Kislovodsk, 1989) ha ricevuto il 1° premio (comune), il premio della Russia Music Society e un premio speciale per l’esecuzione del Concerto n.2 per pianoforte di Prokof’ev. Da allora, non ha più partecipato ad alcun concorso. La carriera concertistica di Lidsky comprende numerose apparizioni in Russia, Belgio, Regno Unito, Germania, Italia, Paesi Bassi, Finlandia, Francia, Turchia, Taiwan e Giappone. Il suo vasto e versatile repertorio comprende J.S. Bach, Scarlatti, Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert, Schumann, Chopin, Liszt, Brahms, Cajkovskij Rachmaninov. Scriabin, Medtner, Debussy, Ravel, Stravinsky, Hindemith, Myaskovsky, Prokof’ev, Shostakovich. Suona con The Russian State Symphony Orchestra, The Russian National Orchestra, The Moscow Philharmonic Orchestra, The Saint-Petersburg Philharmonic Orchestra, Lithuanian Chamber Orchestra, Netherlands Radio Philharmonic Orchestra, Rotterdam Philharmonic Orchestra, The Netherlands Radio Symphony Orchestra; collabora con direttori quali: Alexander Vedernikov, Feodor Glushchenko, Arnold Katz, Dmitri Liss, Vladimir Ponkin, Ravil Martynov, Vladimir Verbitsky, Yuri Simonov e per la musica da camera collabora stabilmente con i Virtuosi di Mosca, il Mozart Quartet e il violinista Domenico Nordio. Dal 2007 Lidsky è rimasto l’unico pianista della sua generazione a realizzare ogni anno recital alla Moscow International Music House, con Integrali di Beethoven, Mozart, Schubert, Schumann, Chopin e Liszt, replicati poi in molte città della Russia. Nel 2010 ha partecipato alla serata di chiusura del Antalya Piano Festival (Turchia) eseguendo il Concerto n.1 per pianoforte di Shostakovich con Virtuosi di Mosca diretto da Vladimir Spivakov, nel 2012 ha suonato al Russian Piano Music Festival (Mosca) eseguendo il Concerto n.1 per pianoforte di Medtner con la Filarmonica di Mosca e nel 2013 (San Pietroburgo) ha eseguito il Concerto n.5 per pianoforte di Prokof’ev con la Filarmonica di San Pietroburgo diretto da Alexander Vedernikov.

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