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  • Paola De Simone

Dopo i focus romantici rispettivamente dedicati con il primo e secondo capitolo concertistico a Chopin e a Clara Schumann, il Maggio della Musica vira stasera giovedì 16 maggio (ore 19.45, sempre a Villa Pignatelli) verso il Barocco e sceglie uno spazio monografico stavolta interamente riservato al grande Johann Sebastian Bach. A darvi forma e suono, la pianista Monica Leone (nelle foto) - interprete di vivo smalto e rigore, ex allieva e oggi compagna di vita come nell'arte del direttore artistico Michele Campanella - che offrirà del compositore tedesco un compiuto sguardo scegliendo alcune pagine emblematiche dalla produzione per tastiera. Vale a dire, entro il range catalografico in sigla BWV (Bach-Werke-Verzeichnis, letteralmente, Catalogo delle opere di Bach) creato da Wolfgang Schmieder non per cronologia, bensì tipologia d’organico e dunque in relazione al segmento per clavicembalo compreso fra i numeri BWV 772-994, eseguirà quelle quindici, deliziose Invenzioni a due voci che si studiano nei primi anni di Conservatorio, apparentemente facili ma, in realtà, fitte di insidie e piuttosto rare nei programmi da concerto. Sono infatti miniature didattiche estranee alla produzione ufficiale, di taglio familiare-precettistico e, come indicato dallo stesso Bach in testa all'autografo BB P 610, "Guida veridica, mediante la quale si indica ai dilettanti della tastiera, ma specialmente a coloro i quali sono desiderosi di apprendere, un metodo chiaro, non soltanto per imparare a suonare correttamente a 2 voci, ma anche con ulteriori progressi a procedere giustamente e bene a 3 'parti obbligate', e inoltre a ottenere al tempo stesso non solo delle buone inventiones, ma anche a ben eseguirle, e soprattutto ad acquisire nell'esecuzione una maniera cantabile e inoltre ad impadronirsi sin dall'inizio di un solido gusto nei confronti della composizione". In pratica, una sorta di metodo per insegnare ai principianti ed evidentemente ai propri figli una progressiva maturazione della tecnica tastieristica, l’indipendenza fra le mani, i principi della costruzione del discorso musicale su forme bipartite o tripartite, tra imitazioni, fughette a due voci, canoni all'ottava, contrappunto doppio. Il tutto, con logica tonale ascendente e in tandem maggiore-minore.

Un'analoga semplicità caratterizza a seguire la Toccata in mi minore BWV 914, composizione del Bach ventitreenne e fra le prime a noi giunte. Articolata come da tradizione fra parte libera scioglidita e sezione fugata, consta di un breve Preludio, di un lento Fugato, di un plastico recitativo e di una vivacissima Fuga. Presentato invece con l'Ouverture in stile francese come seconda parte della Klavier-Übung, il Concerto nach Italienischen Gusto BWV 971 (Concerto alla maniera italiana) mira a riprodurre fra i due manuali del cembalo lo stesso gioco fra solista e insieme strumentale concertante proprio dello stile italiano da lui più conosciuto, ossia quello dei Concerti di Vivaldi, di Albinoni e di Alessandro Marcello. Ad aprire infine quella stessa raccolta, è la prima delle sei Partite tedesche, in si bemolle maggiore BWV 825, scritta lasciando Köthen per Lipsia, forse per gli screzi con la moglie del principe ma pur ferma restando la dedica al neonato Emanuel Ludwig di Anhalt-Köthen. La forma è quella della Suite tuttavia trattata con un originale e libero innesto, nel rispetto dello stile delle diverse danze, di invenzioni virtuose o melodiche, ritmiche e in contrappunto.

Al margine, sarà bene ricordare la singolare sorte artistica toccata a Bach, oggi riconosciuto vertice del tardo Barocco tedesco e, in assoluto, fra i massimi compositori di ogni tempo per l’estrema severità della poetica sonora a fronte di un sempre vivace ésprit de géometrie, per l’altissimo rigore della scrittura contrappuntistica accanto a uno spiccato interesse per la ricerca, monitorata in concreto declinando in tutte le soluzioni possibili e in sillogi per Klavier (organo, clavicembalo o clavicordo), il suo studio sulla forma, sulla tecnica, su modi e tonalità. Eppure, come ben ci ricorda il massimo studioso italiano del compositore, Alberto Basso, Johann Sebastian “non figura negli atti del tempo al posto giusto, anzi, non vi compare”. Di conseguenza, osserva, “la biografia è lacunosa, scarse le fonti dell’epoca, incerte per non dire evanescenti le notizie sulle condizioni economiche del musicista, opachi i dati sulla psicologia del personaggio, vani i tentativi di definire una volta per sempre la cronologia delle opere, impossibile il calcolo delle composizioni perdute, modestissimo il contributo recato dall’esile epistolario (una trentina di lettere), irrilevante il peso “commerciale” delle opere (praticamente mai uscite, vivente l’autore, dai confini geografici della Turingia e della Sassonia), pochi e non certo entusiastici gli attestati critici”, considerandolo “un musicista fuori del tempo”. Praticamente, “roba da museo”. E difatti solo ai primi del secolo successivo, in special modo con la riscoperta e prima esecuzione nel 1829 della sua Matthäus-Passion ad opera del ventenne Mendelssohn, sarebbe iniziata la cosiddetta “Bach Renaissance”. Il che spiega anche il singolare sistema di catalogazione siglato BWV (Bach-Werke-Verzeichnis, letteralmente, Catalogo delle opere di Bach) creato da Wolfgang Schmieder non per cronologia, bensì tipologia d’organico secondo quanto segue: composizioni vocali (BWV 1-524), per organo (BWV 525-771), per clavicembalo (BWV 772-994), per strumenti solisti (BWV 995-1013), musica da camera per duetti e trii (BWV 1014-1040), Suites per orchestra e concerti (BWV 1041-1071), lavori contrappuntistici (BWV 1072-1080), aggiunte recenti (BWV 1081-1128), Appendice (BWV Anh. 1-212). Risulta chiaro, dunque, che il programma di stasera offre in traduzione pianistica un ampio segmento estratto dalle opere per clavicembalo per lo più risalenti al periodo compreso fra il 1717 e il 1723, trascorso da Bach quale Maestro di Cappella del principe Leopold di Anhalt-Köthen, la cui fede calvinista avrebbe dispensato il compositore dal produrre dalla musica religiosa. A cornice, la Toccata in mi minore BWV 914 fu scritta intorno al 1708 con edizione Peters a Lipsia nell'anno 1839 Peters mentre, il Concerto Italiano, risale sia per composizione che per pubblicazione (avvenuta a Norimberga) all'anno 1735.

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

Giovedì 16 maggio alle ore 19,45

Veranda neoclassica di Villa Pignatelli – via Riviera di Chiaia, 200 (Napoli)

Monica Leone, pianoforte

Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)

Invenzioni a due voci BWV 772-786

Toccata in mi minore BWV 914

Concerto nello stile italiano BWV 971

Partita in si bemolle maggiore BWV 825

Nata a Campobasso, Monica Leone ha iniziato gli studi pianistici sotto la guida della madre, Carmen Mazzarino, e li ha proseguiti poi con Massimo Bertucci presso il Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli. Ha così ereditato l’impostazione pianistica della scuola di Vincenzo Vitale, il più importante didatta italiano della seconda metà del ventesimo secolo. Si è quindi perfezionata con Michele Campanella presso la Scuola di Pianoforte di Ravello e l’Accademia Chigiana di Siena, dove le è stato conferito il Diploma d’onore. Si è esibita in sale prestigiose sia in Italia che all’estero. Ha partecipato alla registrazione della Petite messe solennelle per il Rossini Opera Festival di Pesaro. È presente come solista nelle stagioni dell’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, l’Orchestra della Toscana, i Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, I Virtuosi Italiani, I Solisti Aquilani e ha collaborato con solisti quali Antony Pay, Karl Leister e Alessandro Carbonare. Tra febbraio e marzo 2006 ha svolto una lunga tournée in Australia e Nuova Zelanda, nel 2008 ha debuttato per le stagioni del Teatro San Carlo di Napoli e dell’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma. Nel 2010 ha effettuato un tournée in Brasile come solista e ha partecipato alle Maratone Liszt dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nel gennaio 2011. Il 2015 ha visto il suo debutto al Maggio Musicale Fiorentino e la sua partecipazione a “Bach in Black”, sempre a Firenze, oltre che l’esecuzione integrale dei concerti di Bach per tastiera insieme a Massimiliano Damerini. Nel 2016 ha debuttato al Teatro Vittorio Emanuele di Messina e a Palermo con l’Orchestra Sinfonica Siciliana. Nel 2017 ha suonato per la Società Barattelli dell’Aquila e per il XXXXII Cantiere Internazionale di Montepulciano. Il suo repertorio per orchestra, oltre a tutti i concerti di Bach, comprende opere di Haydn, Mozart, Beethoven, Saint-Saëns e Poulenc. Si dedica con entusiasmo alla musica da camera in varie formazioni e suona stabilmente in duo con Michele Campanella. È docente di pianoforte per i corsi invernali dell’Amalfi Coast Music and Arts Festival e di Musica da Camera al Conservatorio “A. Corelli” di Messina. «Monica Leone è una pianista antistar, dove tutto tende a servire la musica e dove la capacità di concentrazione risulta in una straordinaria intensità d’effetto»: così Paolo Totaro, critico della “Fiamma” di Sydney, ha salutato il debutto di Monica Leone in Australia. Aggiunge: «Ecco, il più grande complimento che si può fare ad un musicista con l’opera 101 di Beethoven è che ha mantenuto in maniera assoluta l’integrità e l’unità del pezzo. Per una pianista tanto giovane suonare così è segno della protezione degli dei e di un grande futuro».

Costo del biglietto: 20 euro (15 euro over 65; 10 euro under 26)

Prenotazione obbligatoria: 0815561369 - 392 9160934

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