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Paola De Simone

Un ponte oltre il tempo fra memoria e ricerca di suoni e parole, stili e cromìe, accenti, sospiri e ironie melanconiche, lungo il filo d'intesa fra le note dei Songs dell’era elisabettiana e i visionari pentagrammi del minimal postmoderno. Vale a dire, traendo spunto dai versi ispirati alla più alta fonte shakespeariana, fra i due estremi britannici in musica rappresentati dai compositori del Rinascimento inglese e il contemporaneo Michael Nyman, alfiere “in progress” tra i più efficaci e ai più noto per i suoi pentagrammi abbinati su grande schermo a "Lezioni di Piano" di Jane Campion e a “L’ultima tempesta” di Peter Greenaway. A darvi forma e tensione sono i tredici tasselli dell’inno a più fuochi ed immagini “No Time in Eternity”, rosa di brani per consort di cinque viole più controtenore attraverso i cui pentagrammi si esplorano e scoprono radici, connessioni ed evoluzioni di ritmo, armonie e colori comuni. A proporlo, oggi sabato 11 maggio alle ore 20.30 nelle Gallerie d’Italia-Palazzo Zevallos Stigliano, l’Ensemble Céladon (nelle foto e, al centro nel video, il progetto), grazie alla Fondazione Pietà de’ Turchini nell’ambito del ciclo “Musica tra nord e sud Europa”, in stagione per "Note d'altrove".

Un florilegio attraverso il quale Paulin Bündgen (controtenore), Catherine Arnoux, Viviana Gonzalez-Careaga, Liam Fennelly, Luc Gaugler, Nolwenn Le Guern, (viole da gamba) faranno ascoltare e rivivere l’ipnotica miscela sonora che caratterizza, fin dai suoi esordi, l’intera produzione di Michael Nyman, interpretando a specchio Songs e madrigali parimenti britannici ma di cinque secoli addietro a firma di William Byrd, Nathaniel Patrick, John Bennet, Richard Farrant, Christopher Tye. E dunque a partire dal poema musicale “No Time in Eternity” che sigla l'intera iniziativa, composto da Nyman appositamente per l’Ensemble Céladon nel 2016 sui versi del rinascimentale Robert Herrick, si dipanano le pagine dell'omonimo album pubblicato con etichetta Aeon nel 2017 accanto agli altri suoi cinque Songs for Ariel per voce solista ed archi, su testi di William Shakespeare e accanto agli otto brani di autori coevi del grande drammaturgo. Preziose pagine tardo-cinquecentesche per consort, caratterizzate da antiche dissonanze o sorprendenti soluzioni cicliche e minimal. Come nel caso della toccante elegia “Ye sacred muses, race of Jove” di William Byrd, “Prepare to die” o “Send forth thy sighs” del pressoché sconosciuto Nathaniel Patrick, compositore e organista della Cattedrale di Worcester, forse maestro di voci bianche. Per poi toccare le vette con il più noto madrigale celebrativo per la regina Elisabetta, “Eliza, her name gives honour” di John Bennet, o con l’addirittura avveniristica “Sit Fast” di Christopher Tye.

Ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Per informazioni 081402395 e coordinamento@turchini.it.

Programmi e note di sala su www.turchini.it.

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

Ensemble Céladon

“No time in Eternity”

Sabato 11 maggio ore 20.30

Gallerie d'Italia - Palazzo Zevallos Stigliano

Interpreti

Paulin Bündgen, controtenore

Catherine Arnoux, Viviana Gonzalez-Careaga, Liam Fennelly, Luc Gaugler, Nolwenn Le Guern, viole da gamba

Programma

Full fathom five - Michael Nyman (Songs for Ariel – da William Shakespeare)

Prepare to die - Nathaniel Patrick

While you here do snoring lie - Michael Nyman (Songs for Ariel – da William Shakespeare)

Where the bee sucks there suck I - Michael Nyman (Songs for Ariel – da William Shakespeare)

Eliza, her name gives honour - John Bennet

Sit Fast - Christopher Tye

Before you can say Come and Go - Michael Nyman (Songs for Ariel – da William Shakespeare)

Ye sacred muses, race of Jove - William Byrd

No Time in Eternity - Michael Nyman - 2016 (dallo short poem di Robert Herrick)

In Nomine - Picforth

Send forth thy sighs - Nathaniel Patrick

O Jove, from stately throne - Richard Farrant

Come unto these yellow sands - Michael Nyman (Songs for Ariel – da William Shakespeare)

In nomine - Christopher Tye

Self-Laudatory hymn of Inanna and her Omnipotence - Michael Nyman

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