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Paola De Simone

Quartetto da non perdere, stasera martedì 26 marzo (ore 20.30) al Teatro Sannazaro per la stagione dell'Orchestra Alessandro Scarlatti perché, sul palcoscenico, torna il magnifico Belcea (nelle foto), formazione a quattro archi fra le più quotate e interessanti della scena musicale internazionale.

Corina Belcea e Axel Schacher rispettivamente al primo e al secondo violino, Krzysztof Chorzelski alla viola, Antoine Lederlin al violoncello: alle spalle, una storia lunga 25 anni, costellata di riconoscimenti, incisioni e cambiamenti di formazione, il Quartetto Belcea è oggi una realtà aperta e dinamica anche grazie alle diverse radici culturali che convivono al suo interno. Fondato al Royal College of Music di Londra nel 1994, il Belcea è composto da una violinista rumena e da un violista polacco oltre che dai francesi Axel Schacher e Antoine Lederlin. Le diverse influenze sono meravigliosamente fuse in un linguaggio musicale omogeneo, raffinato ed espressivo, e si riflettono anche nelle scelte di repertorio, che spazia dalle grandi opere classiche e romantiche fino a pagine sovente commissionate dalla formazione stessa. Naturalmente, il Quartetto Belcea è applaudito dalle maggiori platee del mondo e recentemente ha registrato live l’integrale dei Quartetti di Beethoven, aggiudicandosi il secondo ECHO Klassik Award della sua carriera. Tra gli altri premi ricevuti negli anni, il Diapason d’Or e il Gramophone Award.

Di bel pregio, tra l'altro, il programma. Si inizia con il Quartetto in re minore op. 76 n. 2 di Haydn, detto “delle quinte” perché forza motrice del primo movimento è la coppia intervallare di quinte (la/mi, re/la) enunciata in apertura ed elaborata in varia formula. Originale anche il secondo movimento, non un tradizionale Adagio bensì un Andante o piuttosto Allegretto, montato in forma strofica al quadrato, ossia variando ciascuna strofa in compiaciute e quasi retrospettive diminuzioni virtuosistiche del primo violino sul pizzicato degli altri archi. Di tempra piuttosto ironica è invece il Minuetto che, in forma di canone con Trio centrale, vede viola e violoncello riprendere a distanza di una misura e in doppia ottava quanto proposto dai due violini. Il carattere di Scherzo e la singolare irruenza dell’inseguimento nelle parti a canone ne avrebbe poi suggerito l’ulteriore appellativo “delle streghe”. Il Quartetto si conclude con un breve Finale, Vivace assai, tecnicamente al centro esatto fra magistero rigoroso e arte dell’invenzione. A seguire, il Quartetto n. 3 op. 94 per archi di Benjamin Britten, scritto a un anno di distanza dalla morte del compositore britannico, dunque nell’autunno del 1975 e con tutte le suggestioni del caso. La singolarità dell’opera, oltre alle particolari definizioni date a ciascuno dei cinque tempi in partitura, fu subito notata già in sede di prima esecuzione assegnata, il 19 dicembre 1976, al Quartetto Amadeus. Particolarissimi già solo i movimenti: Duets, in concreto un dialogo, fitto e fluente, in bilico fra l’antico e il moderno, Ostinato, Solo, Burlesque e una bellissima chiusa, un Recitativo con Passacaglia considerata il testamento artistico e spirituale di Britten, richiamando al consapevole tramonto di una vita che si spegne le stesse ombre e luci, i temi e le armonie della sua celebre, ultima opera teatrale Morte a Venezia. Infine il Quartetto n. 15 in la minore, op. 132, di Beethoven nel 1825 all’indomani di un momento particolarmente critico della sua malattia fisica e morale, così come ben ricorda la didascalia autografa in tedesco “Heiliger Dankgesang” (letteralmente, “Canto sacro di ringraziamento”) che contrassegna il terzo movimento. Anche se ancor di più, a dircelo, è la musica febbrile, inquieta, sofferente. L’intero tracciato interno all’opera è effettivamente leggibile quale passaggio dai giorni dello scoramento e del dolore alla gioia e alla gratitudine rivolta a Dio per la guarigione.

«Abbiamo studiato questo Quartetto di Britten con i membri del Quartetto Amadeus, per i quali il lavoro è stato scritto». Racconta in merito al percorso in ascolto Krzysztof Chorzelski, viola del gruppo, quindi conclude: «Amiamo Haydn e pensiamo che sia molto difficile da interpretare. La principale difficoltà? Per me sta nell’ottenere l’innata libertà e il senso del divertimento tipico di questa musica in una grande sala da concerto. Questi pezzi sono l’essenza della musica da camera, ci deliziano e ci ispirano».

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

Biglietti: platea e palco I° fila € 18; palco II°e III° fila € 13; ridotto giovani ( under 30) €13; last minute € 5 (under 25) in vendita un’ora prima del concerto. Biglietti online in vendita nel circuito Ticketone

Per informazioni: www.associazionescarlatti.it; info@associazionescarlatti.it

Infoline . 081 406011

Programma

Franz Joseph Haydn (1732 - 1809)

Quartetto in re minore op. 76 n. 2 “delle quinte”

Benjamin Britten (1913 - 1976)

Quartetto n. 3 in si bemolle maggiore op. 94

* * *

Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)

Quartetto in la minore op. 132

Quartetto Belcea

Corina Belcea violino

Axel Schacher violino

Krzysztof Chorzelski viola

Antoine Lederlin violoncello

“Ciò che sembra essere l’impulso predominante alla guida di questa musica è la brama di libertà dell’uomo,l’inesauribile desiderio di espandere i propri limiti e di scoprire la verità su se stessi in questo processo.”

Quello che scrive il Quartetto Belcea nell’introduzione alla sua registrazione dei Quartetti di Beethoven può essere descritto come il credo artistico dell’ensemble, le cui diverse radici culturali lo rendono aperto, dinamico e libero nell’espressione.

Fondato al Royal College of Music di Londra nel 1994, il Belcea risiede in Gran Bretagna, ma la violinista rumena Corina Belcea e il violista polacco Krzysztof Chorzelski, i due fondatori, vi trasmettono la tradizione musicale dei paesi d’origine, che si allarga ai colleghi francesi Axel Schacher (violino) e Antoine Lederlin (violoncello), e accoglie l’esperienza dei loro mentori, i Quartetti Alban Berg e Amadeus. L’ensemble fonde le diverse influenze in un linguaggio musicale omogeneo.

Queste diversità, unite alla raffinatezza e intensità espressive, si riflettono nel repertorio che spazia dalle grandi opere classiche e romantiche fino alle novità, sovente commissionate dal

Belcea, quali Twisted Blues with Twisted Ballad (2010) e Contusion (2014) di Mark-Anthony Turnage, Lucid dreams di Thomas Larcher (2015), il Quarto Quartetto di Krzysztof Penderecki.

Dalla stagione scorsa il Belcea è Quartetto residente della nuova Pierre Boulez Saal di Berlino. Dal 2010 divide con l’Artemis Quartet il titolo di Quartetto in Residenza alla Konzerthaus di Vienna.

Recentemente i musicisti hanno creato il Belcea Quartet Trust, il cui scopo è sostenere i giovani quartetti attraverso intense masterclass e commissionare nuovi lavori ai principali compositori del panorama musicale.

Il Belcea vanta una vasta discografia. Nei molti anni di esclusiva con EMI ha registrato le integrali di Britten e Bartók, oltre a opere di Schubert, Brahms, Mozart, Debussy, Ravel e Dutilleux. Tra il 2012 e il 2013 ha registrato live nel Benjamin Britten Studio a Snape l’integrale dei Quartetti di Beethoven, per ZigZag Territoires, la nuova etichetta del Belcea. Così come gli album precedenti, anche questa produzione è stata accolta calorosamente dalla critica, aggiudicandosi l’Echo Klassik Award.

Nel 2015, in coincidenza con il 20° anniversario, l’album con musiche di Webern, Berg e Schönberg è stato accolto con grande entusiasmo. Nell’autunno 2016 ha pubblicato l’integrale dei Quartetti e il Quintetto con pianoforte di Brahms, per il quale ha vinto il Diapason d’Or. Nell’aprile 2018 è uscito l’ultimo lavoro discografico contenente il Terzo Quartetto per archi e il Quintetto per archi e pianoforte di Šostakovič, in collaborazione con Piotr Anderszewski.

Nell’autunno 2014 i concerti dell’integrale di Beethoven registrati alla Konzerthaus di Vienna

nel 2012 sono stati trasmessi sul canale Mezzo TV e sono disponibili in DVD e Blu Ray

(Euroarts), insieme al documentario Looking for Beethoven a cura di Jean-Claude Mocik.

Eventi principali della stagione 2018/19 sono i concerti alla Wigmore Hall di Londra,

Carnegie Hall di New York, Théâtre des Champs-Elysées, Konserthus di Stoccolma, Alte

Oper di Francoforte e National Concert Hall di Taipei.

Corina Belcea suona un violino Giovanni Battista Guadagnini (1755)

gentilmente prestato da MERITO String Instruments Trusts di Vienna

Axel Schacher suona un violino Nicolas Lupot (1824)

Krzysztof Chorzelski suona una viola Nicola Amati (ca. 1670)

Antoine Lederlin suona un violoncello Matteo Gofriller (1722)

gentilmente prestato dalla MERITO String Instruments Trusts di Vienna.

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