Concerto dal pregio singolare per la Stagione della Fondazione Pietà de’ Turchini, la mattina di domenica 25 novembre (ore 11.30) nella Chiesa di Santa Caterina da Siena, con la prima nazionale a Napoli di Le Cris de Paris (nelle foto al centro), il laboratorio polivocale francese diretto da Geoffroy Jourdain che nell’unica data italiana proporrà “Melancholia”, estratti rinascimentali dal cd appena edito per Harmonia Mundi (2018) e qui, grazie alla collaborazione della Fondazione Nuovi Mecenati, in contaminazione con la sensibilità contemporanea data dall’esecuzione in anteprima della composizione What is the Word di Paolo Perezzani, su commissione dal Festival Milano Musica. Lungo il filo rosso della melancolia, dunque, i dieci interpreti de Le Cris de Paris attraverseranno quei sospiri e lamenti che innervano tanto il tessuto della produzione di mottetti e madrigali dell'ultimo Cinquecento, polarizzati fra Italia e Inghilterra intorno alla figura emblematica del principe Carlo Gesualdo da Venosa, quanto le riflessioni più recenti sull'esistenza umana. In prima battuta, dunque, guardando al radicalismo etico ed estetico a fuoco in musica attraverso il dramma della parola e dell’assurdo in György Kurtág e nel suo Samuel Beckett: What is the Word del 1990-1991, “ultimo nastro di Krapp” e dunque indagine struggente sull’inafferrabilità della parola così come nell’appena varata Fin de partie in prima mondiale alla Scala, c'è Paolo Perezzani (Suzzara, Mantova, 1955), compositore contemporaneo formatosi con Salvatore Sciarrino e autore di un già considerevole catalogo di opere per vario organico, pronto a raccoglierne la ricerca sull’elemento vocale entro la sfida lanciata da Milano Musica. Al centro, le inquietudini profonde della modernità, l’indagine sul linguaggio svuotato e i percorsi d’ispirazione per suoni che ne svelano l’essenza. In via analoga, l’omonima What is the Word, omaggio fra i tanti tributati dall’autore mantovano intorno al pensiero e alla scrittura di Beckett, commissionata per il 2018 in occasione dell’evento Kurtág e lì presentata da Perezzani in prima assoluta al termine dello scorso ottobre.
E, con un salto all'indietro di circa mezzo millennio, superati gli schemi strofici dell’Ars nova trecentesca e con essi i paletti fonici e metrico-ritmici della parola poetica in abbinamento alla musica, un paritetico lavoro di scavo sul linguaggio si ritrova nell’evoluzione del mottetto e del madrigale del tardo Rinascimento italiano. Le forme si aprono (durchkomponiert) per aderire non solo alla pelle ma al sangue dei testi poetici, tra l’altro scelti fra quelli di più alto rango letterario (oltre al Petrarca, Tasso, Guarini, Marino), con l’obiettivo d‘innescare un prezioso virtuosismo in simbiosi e d’intesa tra il significato poetico e il significante sonoro. Risultato, nei madrigali come nel genere religioso, una musica “visiva”, ossia metafora figurata della parola. Le declinazioni sono tante e diverse, ma tutte in via analoga elaborate sul tema dell'amore/tormento, con esiti centrali e avveniristici nei libri del principe Carlo Gesualdo da Venosa di cui si ascoltano i Responsorî O vos omnes e Tristis est anima mea rispettivamente a 5 e a 6. La "melancolia" affiora anche, sebbene in forme più distese, nell’opera di uno dei più celebri madrigalisti inglesi, John Wilbye, così come attestano Draw on sweet night o, con diverso respiro, O wretched man a 5 voci. Di uno dei più noti virginalisti inglesi dell’era elisabettiana, Orlando Gibbons, è proposto il madrigale What is our life? edito nel 1612 sul testo del sonetto di Sir Walter Raleigh, autore dal destino singolare: poeta e corsaro favorito da Elisabetta I, avrebbe scoperto le coste del Nord America divenendone governatore, caduto quindi in disgrazia sarebbe stato condannato e decapitato. Ed è appunto nell'attesa dell’esecuzione, chiuso nella Torre di Londra, che nasce questo unitamente ad altri componimenti poetici. “Cos’è la nostra vita? Un gioco di passione” ci dice l’incipit, che, in musica, oscilla fra la forma del lamento e una lacerante, disincantata ironia. Tornando in Italia e al circolo culturale di casa Gesualdo, il programma sceglie La mia doglia s'avanza di Pomponio Nenna, nome fra i più significativi del madrigalismo di area napoletana. Quindi, a seguire, uno dei più alti cantori del nostro Rinascimento musicale, Luca Marenzio, abilissimo nel valorizzare l’intero arsenale delle tecniche madrigalistiche, così come nel petrarchesco Crudele acerba inessorabil’ morte pubblicato nel 1599 nel Nono libro de’ madrigali à cinque voci. Infine ancora l'Inghilterra con William Byrd, in chiusura di percorso, con il mottetto Tristitia et anxietas dalle Cantiones Sacrae (1589).“Nel chiaroscuro di una ditta di curiosità musicali, a cavallo dei secoli XVI e XVII – citiamo la didascalia che spiega i termini dell’idea-guida portata avanti dal direttore musicale Geoffroy Jourdain – dieci cantanti svelano opere d'avanguardia con motivi misteriosi, tenuto conto delle esperienze più inaspettate. Figura ispiratrice di questo programma, Carlo Gesualdo che, in preda al terrore e al senso di colpa, incarna da solo tutta questa parte oscura ed enigmatica delle ultime ore del Rinascimento musicale. Come lui, Orlando Gibbons, William Byrd o Luca Marenzio, hanno favorito l'espressione di malinconia per scrivere mottetti e madrigali sorprendentemente moderni, laboratori di armonie e audacie vocali”.
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Per informazioni 081402395, coordinamento@turchini.it, www.turchini.it
Fondazione Pietà de’ Turchini
Les Cris de Paris
Geoffroy Jourdain, direttore
“Melancholia” Domenica 25 novembre ore 11.30
Chiesa di Santa Caterina da Siena
Via Santa Caterina da Siena, 38, Napoli
Programma:
Paolo Perezzani (1955): What is the Word (omaggio a Samuel Beckett) (2018) Commande Festival Milano Musica
Da "Melancholia":
Carlo GESUALDO (v. 1560-1613) O vos omnes a 5 / Tristis est anima mea a 6
John WILBYE (1574-1638) Draw on sweet night a 6 / O wretched man a 5
Pomponio NENNA (1556-1608) La mia doglia s'avanza a 4 Orlando GIBBONS (1583-1625) What is our life a 5
Luca MARENZIO (1553-1599) Crudele acerba a 5
William BYRD (1543-1623) Tristitia et anxietas (prima pars) a 5