top of page
Paola De Simone

Inizialmente annunciato e regolarmente programmato dal Teatro San Carlo nel calendario d’opera 2016/2017, nel solco di una doverosa valorizzazione delle opere del Settecento musicale napoletano, per ben quattro sere al Teatrino di Corte del Palazzo Reale nei mesi di aprile-maggio e in nuova, propria produzione firmata dalla regia di Elena Barbalich, con scene e costumi di Tommaso Lagattolla, con il curatore e promotore del progetto Antonio Florio sul podio dell’Orchestra della Fondazione e cast capitanato da Anicio Zorzi Giustiniani (Cosroe), Cristina Alunno (Siroe), Valentina Varriale (Emira), Leslie Visco (Medarse) e Daniela Salvo (Laodice).

Quindi, soppresso e rinviato all’anno successivo, il titolo proposto in prima rappresentazione in tempi moderni avrebbe quest’anno dovuto contare fuori abbonamento almeno tre sere (3, 4 e 6 novembre) sempre in forma scenica per quanto nell’assai poco ideale cornice del Politeama, ma con il Cosroe di Francesco Marsiglia e l’Emira di Roberta Invernizzi, fermi restando gli altri interpreti. Ebbene, ora finalmente il Siroe, Re di Persia, dramma per musica in tre atti firmato da Pietro Metastasio sotto le spoglie arcadiche di Artino Corasio (nelle immagini, le scene del I e II atto dagli archivi della Fondazione Cini) e con la musica del calabrese di Scuola partenopea Leonardo Vinci, riesce finalmente a prender forma e direttamente al San Carlo (in apertura nella foto di Luciano Romano), ma solo in versione da concerto e per un’unica data pomeridiana, domenica 4 novembre alle ore 17, con ancora un ritocco al cast, Carlo Allemano nel ruolo del vecchio re di Persia Cosroe. Resta in compenso, dopo tanto tribolare, la prima ripresa in tempi moderni che in realtà, a dispetto delle radici di formazione del Vinci nel più antico Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo, non ha legami con i teatri napoletani e dunque risulta a tutti gli effetti una prima assoluta per la città del San Carlo – che l’ha scelta per festeggiare i propri 281 anni dal giorno onomastico del Re che ebbe a ordinarne la fondazione e dunque dalla prima apertura avvenuta, come noto, il 4 novembre 1737 con l’Achille in Sciro di Domenico Sarro – stando alla ricostruzione del complesso itinerario delle molteplici rappresentazioni e rielaborazioni musicali.

La prima assoluta dell’opera di Vinci “Promaestro della Real Cappella di Napoli” avrebbe infatti avuto luogo a Venezia, “nel famosissimo Teatro Grimani [a S. Giovanni Grisostomo] nel Carnevale dell’anno 1726” (2 febbraio), come da frontespizio del primo libretto a stampa (Sartori 22096) edito da Marino Rossetti (nell’immagine a seguire, accanto a un disegno dell’azione), con il celebre castrato Nicola Grimaldi, detto il Nicolino e Cavaliere della Croce di S. Marco nel ruolo del titolo, l’evirato Carestini per il secondogenito di Cosroe, Medarse, e il soprano Marianna Benti Bulgarelli detta La Romanina, musa ispiratrice e protettrice del Metastasio (al quale lasciò l’intera sua eredità) nei panni di Emira, principessa di Cambaja, in abiti da uomo e sotto il nome di Idaspe. Il tutto con i balli di Gaetano Testagrossa (ossia, il nostro impresario Grossatesta, con un nome invertito e inevitabilmente caricaturale che si ritrova spesso anche nei coevi documenti conservati negli archivi napoletani). A seguire, sempre nella versione musicale di Leonardo Vinci, il dramma per musica metastasiano messo fra gli altri in musica da Vivaldi, Porpora, Händel, Sarro e Hasse (nel 1733 al Malvezzi di Bologna, con i balli di Francesco Aquilante), sarebbe andato in scena a Verona (Teatro della Via Nova, nel 1728, con la curiosa dicitura “Musica di Leonardo Vincè”), di nuovo a Venezia al San Giovanni Grisostomo oggi Malibran, nel 1731, ma con le aggiunte del Pescetti e del Galuppi (Sartori 22108), quindi nel 1734 a Praga (al Teatro Sporck).

Quanto a Napoli: lo stesso titolo risulta in scena appena un anno dopo la prima veneziana, nel Carnevale del 1727, ma ovviamente al vecchio Teatro S. Bartolomeo (Sartori 22098, una cui copia è anche nella Biblioteca del “San Pietro a Majella”) e con le musiche di quel Domenico Sarro che avrebbe poi inaugurato esattamente dieci anni più tardi il San Carlo, con Intermezzi comici e sempre con l’Emira della Romanina. Quindi finalmente sarebbe sbarcato al Lirico napoletano ma nel 1740, con musica di Davide Perez e una grande coppia di castrati – Gaetano Majorano, meglio noto come il "Caffarelli" o "Caffariello" e il fiorentino Giovanni Manzuoli detto il “Succianoccioli” – nei rispettivi ruoli dei fratelli Siroe e Medarse.

Oggi, il cast previsto per la complessa azione polarizzata intorno a una lotta per la successione, sarà formato da Carlo Allemano (il re Cosroe, amante di Laodice), Cristina Alunno (il primogenito Siroe, amante di Emira), Leslie Visco (il secondogenito del re, Medarse), Roberta Invernizzi (Emira, principessa di Cambaja Laodice, amante di Siroe), Daniela Salvo (Laodice, amante di Siroe e sorella di Arasse) e da Luca Cervoni (Arasse, generale dell’armi persiane e amico di Siroe).

Nell’occasione, il curatore del progetto Antonio Florio (nella foto in basso), direttore, studioso e docente al “San Pietro a Majella” specializzato nella prassi esecutiva della musica antica, cui va tra l’altro attribuito il recupero di numerosi capolavori del repertorio barocco della Napoli del Sei e Settecento, salirà sul podio dell’Orchestra del San Carlo al cui organico sarà tuttavia aggiunto per il basso continuo un gruppo di musicisti fidati per il repertorio, vale a dire Andrea Lattarulo al violoncello, Franco Pavan alla Tiorba e, ai clavicembali, Carlo Maria Barile con Patrizia Varone.

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

Antonio Florio

Nato a Bari, ha ricevuto una formazione classica, diplomandosi in violoncello, pianoforte e composizione al Conservatorio di Bari, sotto la guida di Nino Rota. Ha in seguito approfondito lo studio degli strumenti antichi e della prassi esecutiva barocca, studiando clavicembalo e viola da gamba. Dopo aver iniziato molto giovane ad insegnare in Conservatorio, nel 1987 ha dato vita al complesso di musica antica “Cappella della Pietà dei Turchini” con cui ha fortemente innovato “dal sud” la concezione della prassi esecutiva di un repertorio straordinario, quello della musica napoletana dei secoli XVII e XVIII, recuperando con una duplice azione di ricerca musicologica - da sempre condotta con il musicologo di fama internazionale Dinko Fabris - e di esecuzione capolavori del tutto sconosciuti, che sono stati riproposti nelle più prestigiose sale e rassegne del mondo ed incisi in oltre 50 cd. Tra i tanti titoli di melodrammi riscoperti da Florio a partire dal 1987 citiamo “La colomba ferita” (1670), “Il schiavo di sua moglie”(1671) e “La Stellidaura vendicante” (1674) del maggior maestro napoletano del Seicento, Francesco Provenzale; “Il disperato innocente” di Francesco Boerio (1673);“La finta cameriera” di Gaetano Latilla (1673); “Li Zite’n Galera” di Leonardo Vinci (1722); “Il Pulcinella vendicato” di Giovanni Paisiello (1767); “La Statira” di Francesco Cavalli (nell’edizione per Napoli del 1666); “Motezuma” di Francesco De Majo (1765),”Ottavia restituita al trono” di Domenico Scarlatti (1703), “La finta giardiniera” di Pasquale Anfossi (proposta insieme all’omonimo titolo mozartiano presso la Fondation Royaumont), “La Partenope” di Leonardo Vinci (prima esecuzione moderna scenica nei teatri spagnoli di Ponferrada e León nel 2005), “L’Alidoro” di Leonardo Leo (Teatro Valli di Reggio Emilia e al Mercadante di Napoli nel 2008): tutte opere incise in video o in cd. Nel 1999 e nel 2000 ha diretto l’Orchestra Sinfonica di Santiago de Compostela, presentando “La serva padrona” e lo“Stabat Mater” di Giovan Battista Pergolesi. Nella stagione lirica 2018 del Teatro San Carlo Florio dirige la prima esecuzione moderna del “Siroe re di Persia” di Leonardo Vinci. Ancora più numerose sono state le esecuzioni di repertorio sacro e strumentale della musica napoletana dal 1400 al 1800, compreso un programma commissionato al violoncellista Giovanni Sollima con un suo brano appositamente composto per il gruppo di Florio e inciso in cd. Il programma concertistico più fortunato, che continua a girare per il mondo da decenni, è intitolato “Festa napoletana”, con la voce solista dello straordinario cantante-attore Pino De Vittorio, con cui Florio collabora ininterrottamente da oltre trent’anni. Non meno impegnativa è la sua attività didattica: ha tenuto seminari e masterclass sulla vocalità barocca e sulla musica da camera, tra le tante istituzioni europee, per il Centre de Musique Baroque di Versailles, per la Fondation Royaumont e per il Conservatorio di Toulouse. Come titolare della cattedra di musica da camera al Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli, ha creato un corso avanzato di vocalità e interpretazione del repertorio barocco, soprattutto fondando un Master di II livello universitario in Musica antica unico in Italia. E’ co-direttore artistico dello “Scarlatti LAB” , laboratorio per la musica barocca a cura dell’Associazione Scarlatti di Napoli. Numerosi sono stati i riconoscimenti ottenuti durante la sua carriera. Nel 2004 nell’ambito del Festival di musica antica del Mediterraneo Mousiké di Bari, Antonio Florio ha ricevuto il primo “Premio per la diffusione della Musica Mediterranea”. La registrazione dvd dell’opera “Alidoro” ha ottenuto il prestigioso“Diapason d’Or” e “Orphèe d’or-Paris-accademie du disque lyrique”. Insieme a quest’ultimo, ad Oviedo in Spagna, gli è stato attribuito il premio “Luis Gracia Iberni” – corrispondente all’italiano premio Abbiati – per la “miglior direzione musicale” in occasione della prima esecuzione in tempi moderni dell’opera “Ottavia restituita al trono” di Domenico Scarlatti, presentata a San Sebastian nell’agosto del 2007. Nell’ottobre 2008, insieme con i Turchini, si è aggiudicato inoltre il “Premio Napoli”, nella sezione “Eccellenze Nascoste” della città. Ha partecipato al Festival “MITO” presentando in versione concertistica l’opera “Aci, Galatea e Polifemo” di Haendel nel Teatro dell’Arte di Milano, poi nel giugno 2009 in versione scenica, con la regia di Davide Livermore, al Teatro Regio di Torino (l’edizione in dvd Dynamic ha ottenuto altri riconoscimenti). Sempre nel 2009, ha presentato “La Partenope” di Vinci in coproduzione con il Teatro S.Carlo di Napoli e vari teatri spagnoli ha ottenuto il Premio Oviedo per la miglior produzione teatrale. Nel 2010, ha diretto “Orfeo e Euridice” di Fux alla Konzerthaus di Vienna, e in più occasioni l’orchestra barocca “Casa da Musica” di Oporto e l’Orchestra di Galicia-La Coruna.“ Nel 2012 ha diretto alla Konzerthaus di Vienna “Dorimena e Tuberone” di Francesco Conti e “Incoronazione di Poppea” di Monteverdi al teatro Calderon di Valladolid con la regia di E.Sagi. Al Ravello Festival dell’agosto 2016 ha eseguito nel fascino della notte il “Fairy Queen” di Henry Purcell basato sul “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare. Dopo aver cambiato il nome del suo gruppo storico in “Cappella Neapolitana”, dal 2016 Florio ha creato un nuovo centro di musica antica nel cuore di Napoli, presso la Domus Ars (nella splendida chiesa barocca di San Francesco delle Monache a Santa Chiara) con cui è giunto nel 2018 alla terza edizione della rassegna “Sicut Sagittae”. Nel 2018 la sua direzione dell’”Orfeo” di Monteverdi al Teatro Regio di Torino è stata definita dalla critica “impresa di valore culturale altissimo”. Nello stesso anno la consacrazione internazionale della sua costante opera di riscoperta dei tesori di Napoli è giunta con acclamati concerti al Concertgebouw di Amsterdam e a Gand, la prima moderna del “Siroe re di Persia” di Vinci al Teatro San Carlo di Napoli e, nel 2019, la direzione artistica della 19ma edizione del prestigioso Festival “Misteria Paschalia” di Cracovia. Le vicende artistiche di Antonio Florio e del suo complesso si fondono per cui si rimanda alla storia della Cappella Neapolitana per le incisioni discografiche e video da lui dirette.

SIROE RE DI PERSIA

Dramma per musica in tre atti

Libretto di Pietro Metastasio

Prima rappresentazione: Venezia, Teatro Grimani a S. Giovanni Grisostomo, Carnevale 1726

Direttore | Antonio Florio

Interpreti

Cosroe, Carlo Allemano

Siroe, Cristina Alunno

Medarse, Leslie Visco

Emira, Roberta Invernizzi

Laodice, Daniela Salvo

Arasse, Luca Cervoni

Basso Continuo

Violoncello, Andrea Lattarulo

Tiorba, Franco Pavan

Clavicembalo, Carlo Maria Barile

Clavicembalo, Patrizia Varone

Orchestra del Teatro di San Carlo

Opera in forma di concerto

Domenica 4 Novembre 2018, ore 17.00

Spettacolo Fuori Abbonamento

In primo piano
RSS Feed
  • Facebook Long Shadow
  • Google+ Social Icon
Recenti
bottom of page