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  • Redazione

È fissato per domani sera, domenica 7 ottobre alle ore 20.30 al Cinema Hart ex Ambasciatori, il secondo appuntamento proposto da Scarlatti Contemporanea che, dopo la sonorizzazione della Corazzata Potëmkin dello scorso anno, si cimenta stavolta con il film muto Vedi Napule e po' mori! firmato nel 1924 da Eugenio Perego. Protagonisti, originalissimi, I Virtuosi di San Martino (nella foto d'apertura e in basso).
Come nasce alle origini la storia della pellicola? Per un non inconsueto caso di migrazione al contrario il milanese Eugenio Perego (Milano, 1876-Roma, 1944), attivo da tempo in una delle maggiori case di produzione cinematografica di quegli anni, la Milano Films, si trasferisce a Napoli. Qui, grazie al felice sodalizio con il produttore napoletano Gustavo Lombardo e con la sua compagna altrettanto famosa, l’attrice Leda Gys, gira alcuni film. Vedi Napule e po’ mori (nel fotogramma centrale) si presenta come un affresco autentico e lieve della città ma, in realtà, è un potente contenitore di questioni assai importanti in quegli anni. Si disegna il profilo anticonvenzionale di una donna emancipata, la protagonista Pupatella che parte con il suo spasimante Billy da donna libera e per giunta con l’approvazione del padre. Si affrontano temi sociali quali l’emigrazione italiana e soprattutto si rinnova il rapporto stretto con altri linguaggi come la canzone, un rapporto connesso con la trama visiva della pellicola tant’è che potremmo parlare di un vero e proprio film musicale. La lunga sequenza finale del film è una stupefacente descrizione della festa di Piedigrotta, un trionfo di musica, cibo e culto religioso della Madonna omonima. È da questo punto che Federico Odling, l'autore della sonorizzazione che stiamo per ascoltare, coglie l’ispirazione per l’impianto musicale dell’intero film affidato ai Virtuosi di San Martino e introducendo la qualità attoriale e vocale di Roberto Del Gaudio al quale è assegnata una scrittura teatrale parallela che si sovrappone alle didascalie. L’idea della sonorizzazione ed il coinvolgimento di Federico Odling nella veste di compositore è nata da Simona Frasca in occasione del Festival “Echoes of Parthenope”, dedicato al cinema muto napoletano, che si è tenuto a Francoforte nel dicembre 2017.

Biglietto unico 8€

Infoline

Associazione Alessandro Scarlatti – 081 406011

www.associazionescarlatti.it

Programma

Domenica 7 ottobre 2018 – Cinema Hart

ore 20.30

Vedi Napule e po’ mori! (1924)

Regia Eugenio Perego

Sonorizzazione live, musica di Federico Odling

Presentazione della prof. Anna Masecchia, Università Federico II

I VIRTUOSI DI SAN MARTINO

Roberto Del Gaudio, voce

Carmine ianniciello, violino

Federico Odling, violoncello

Vittorio Ricciardi, flauto

Carmine Terracciano, chitarra

I Virtuosi di San Martino nascono a Napoli nel 1994, quando debuttano al Teatro Cilea di Napoli con “Cosima e altre storie”, spettacolo dedicato alla celebre coppia di autori Pisano e Ciuffi, con la regia di Francesco Silvestri.

Un quintetto (flauto traverso, violino, violoncello, chitarra e voce) che si propone innanzitutto la rivisitazione di materiale di repertorio attingendo alla tradizione della canzone popolare degli anni trenta, in una formula che occhieggia alla musica “colta” e al teatro.

E’ solo l’inizio di una più che decennale attività. Salutati immediatamente ed in modo più che lusinghiero dalla critica e dal pubblico, i Virtuosi intraprendono un percorso di ricerca proprio su quei materiali, percorso che sfocia nella proposizione di una trilogia che dal primo spettacolo, attraverso “Ciccio Concerto” (1994), giunge a “Nel nome di Ciccio”, (1995) spettacolo che li segnala nei teatri di tutta Italia, dal quale auto-producono un cd live.

E’ dell’anno successivo (1996) “So’ tribbale”, che debutta al Teatro Nuovo di Napoli, scritto da Roberto del Gaudio (testi), e Federico Odling (musica). Da questo momento i Virtuosi si dedicheranno alla messa in scena di spettacoli su materiale originale di loro composizione.

Del 1996 è la loro partecipazione alla piéce “Piedigrotta Lunaire”, di Pasquale Scialò, nella quale propongono un micro-atto unico dedicato a Rodolfo de Angelis e ad Ettore Petrolini (debutto a Napoli, Sala dell’ex Lazzaretto).

Nascono “Blu Carogna” (1997), debutto al Festival Benevento Città Spettacolo di Benevento, e “Carogna Suite” (1997-98), debutto al Teatro Juvarra di Torino.

E’ della stagione 1998-99 la loro collaborazione con Enzo Moscato, per lo spettacolo “Arena Olimpia”, dello stesso Moscato, debutto al Festival di Benevento.

Negli stessi anni cominciano varie partecipazioni a programmi radio (Le stanze della musica – Radiotre; In aria – Radiodue; ecc.) e in televisione (Maurizio Costanzo Show, Buona Domenica – Canale 5; Come si ride all’ombra del Vesuvio – Raitre; Convenscion a colori –Raidue, ecc.).

Nel 2001 debuttano al Festival delle Colline Torinesi con “Medea Marturano”, (testo di Roberto Del Gaudio, musica di Federico Odling), opera che frutta ai Virtuosi il Premio Nazionale della Critica di Teatro 2001, premio loro conferito per la loro attività di ricerca musicale e teatrale. Il testo di Medea Marturano è per altro pubblicato nella collana di Teatro, presso Editore Guida Napoli.

Nel 2002 debuttano al Teatro Nuovo di Napoli con “Vade retrò”, spettacolo dedicato ai fasti dell’avanspettacolo, con testi e musica originali.Nel 2003, debuttano con “Tintarella di sale”, a Napoli, Teatro Nuovo, testi e musica originali.Nel 2004 cominciano a lavorare al loro primo cd in studio.Nel 2005 esce il loro cd “Carogne”, Bideri Editore, distribuito dalla Lucky Planet.

Inizia il tour legato al cd, che li vede impegnati per tutto il 2006.

Nel 2007 debuttano al T.I.N. di Napoli con “5 in condotta”, con testo di Del Gaudio e musica di Odling. Nello stesso anno sono all’Auditorium di Roma per “5 in condotta” e per “Napoli sopra e sotto”. Partecipano alla trasmissione televisiva RAI “ Per un pugno di libri”, condotta da Neri Marcorè.

Nel 2008 proseguono le repliche di “5 in condotta” e di “Napoli sopra e sotto”.Nel 2009 sono in sala per la registrazione del cd “5 in condotta”. Scrivono nel frattempo “La Repubblica di Salotto”, che debutta al Teatro Nuovo di Napoli in dicembre.

I Virtuosi di San Martino si propongono di far sprofondare nella loro formula a cavallo tra teatro e musica, divisa tra avanspettacolo e opera, formula che occhieggia e talvolta sbeffeggia la musica “colta” nella sua riduzione a luogo comune. Si propongono inoltre di introdurre nel teatro quanto manca ai concerti e nei concerti quanto manca della ritualità del teatro.

Alcune delle loro canzoni (‘O cineasta napulitano, So’tribbale, Il calipso del vegetariano, Alzati e cammina, Auguri per la macchina nuova, ed altre) sono ormai dei veri e propri piccoli cult per il loro pubblico. Del resto è proprio la forma canzone che i Virtuosi hanno prediletto per molti anni, e che ancora prediligono, essendo essa quella maggiormente legata –a loro giudizio- alle modalità di fruizione del pubblico dei nostri tempi. Inoltre i Virtuosi hanno reintrodotto un uso “tragico” del coro, rifacendosi sia ai poeti del grande teatro greco, sia all’opera lirica, sia però anche ai Beatles, a Zappa e ad altri.

Essi hanno la pretesa di avere inaugurato un vero e proprio stile, fondato sullo sprofondamento, e quindi sul superamento, dei “generi”, ritenendo che il teatro sia uno e che soprattutto la musica sia una. Tuttavia al termine contaminazione, che pure tanti critici hanno associato alle loro performances, essi prediligono il concetto di Teatro-Musica Frankenstein, di un teatro musicale cioè che smembri corpi di cadaveri (musicali e teatrali, appunto) per ricomporre una macchina a tratti mostruosa, a tratti comica.

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