top of page
  • Paola De Simone​ ​​ ​

Si conclude oggi, giovedì 28 giugno alle ore 20 nella veranda neoclassica di Villa Pignatelli alla via Riviera di Chiaia, l'integrale delle trentadue Sonate per pianoforte di Beethoven promossa dal Maggio della Musica assegnandone l'esecuzione ad alcuni dei miglio pianisti italiani. Per dar forma e suono all'ultima, superba triade di Sonate, ossia alle opere 109, 110 e 111, scenderà direttamente in campo il vertice artistico Michele Campanella (nelle foto). L’appuntamento chiude la prima sezione della rassegna che riprenderà in autunno, con il contest per giovani talenti “Il Maggio del pianoforte” al museo del tessile Elena Albobrandini - Fondazione Mondragone.

Nella splendida Sonata in mi maggiore op. 109 composta nella tarda estate di quell’anno, nell’op. 110 in la bemolle maggiore del 1821 e nella vigorosa op. 111 in do minore terminata all’inizio del 1822, confluiscono i frutti di una profonda trasformazione interiore che, pur tradendo esteriormente gli schemi classici, avrebbe portato a un’improvvisa svolta verso una personalissima condotta retrospettiva. Elementi arcaici trasfigurati e proiettati verso una futura dimensione, colorature di sorprendente spontaneità, l’uso di microstrutture tematiche, la soavità di alcuni spunti melodici e i multiformi aspetti assunti dai ritmi rinnovano profondamente la forma sonatistica adoperata dal Beethoven dell’ultimo periodo. In senso trasfigurato va dunque intesa l’adozione di forme quali la Fuga e la Variazione che, proprio attraverso le ultime tre Sonate per pianoforte, raggiungono un’arte di sublime altezza.

L’op. 109, pubblicata da Schlesinger a Berlino nel 1821 con dedica a Maximiliana Brentano, rivela una singolare attenzione per l’asimmetria della forma, messa oltre ogni prevedibile schema in tal modo a segno: un Vivace, ma non troppo in apertura dal carattere preludiante e improvvisativo ma comunque radicato sul principio di una modernissima forma-sonata il cui secondo tema dà vita a un nucleo (Adagio espressivo) metrico, ritmico e motivico a sé stante. A contrasto, segue un Prestissimo in mi minore di forza e solidità schumanniana, ricco di passione e che, con il movimento precedente, conduce al baricentro dell’opera: un’architettura mirabile su Tema variato che, attraverso sei metamorfosi, quasi si smaterializza per poi risorgere, etereo, oltre il fuoco parallelo dei doppi trilli. Completata verso la fine del 1821 e pubblicata nell’agosto 1822, la Sonata in la bemolle maggiore op. 110 si apre invece con un Moderato cantabile molto espressivo che, con immediatezza, definisce la dolcezza velata e dimessa che pervade l’intero movimento. Il secondo tempo, Allegro molto, è una breve pagina ricca di forza contenuta, con funzione di Scherzo mentre, il successivo Adagio ma non troppo, si carica di una forte tensione espressiva, segnata da figurazioni proprie del recitativo e dell’arioso per poi distendersi in una patetica melodia in minore. L’ultimo tempo è una Fuga a tre voci, interrotta dalla comparsa dell’Arioso dolente che, spegnendosi, cede nuovamente il passo all’intreccio fugato, stavolta, sotto una luce di disteso ottimismo.

Infine la Sonata in do minore op. 111, la trentaduesima e ultima del catalogo beethoveniano, contrassegnata in testa al primo foglio dalla data autografa “13 gennaio 1821” e pubblicata sempre da Schlesinger a Berlino nel 1823 con dedica all’arciduca Rodolfo nelle edizioni di Parigi, Vienna e Berlino, ma ad Antonie Brentano in quella londinese. Solo due sono i movimenti, un Maestoso-Allegro con brio e appassionato seguito da un’Arietta, anche in tal caso con variazioni, all’interno di una grandiosa costruzione concepita come un unico blocco. Sedici battute d’introduzione, increspata fra salti melodici e settime diminuite, per poi dare origine all’alta concentrazione dell’Allegro elaborato, circolarmente tornando alla prima Sonata su un solo tema, qui pari a un soggetto di fuga. Vi fa seguito un’Arietta di tranquillità visionaria, “espressione – è stato scritto – di uno spirito in stato di assoluto riposo in pace con se stesso, non tanto rassegnato alla sofferenza, quanto disposto ad accettarla trasfigurandola in un sentimento indistinguibile dalla gioia”.

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

Giovedì 28 giugno alle ore 20

Veranda neoclassica di Villa Pignatelli – via Riviera di Chiaia, 200 (Napoli)

Festival beethoveniano

Michele Campanella, pianoforte

Ludwig van Beethoven

Sonata n. 30 in mi maggiore, op. 109

Sonata n. 31 in la bemolle maggiore, op. 110

Sonata n. 32 in do minore, op. 111

Biglietto: 20 euro (ridotto over 65: 15 euro – ridotto giovani: 10 euro)

Info e prenotazioni: tel 081 5601369 - maggiodellamusica@libero.it

In primo piano
RSS Feed
  • Facebook Long Shadow
  • Google+ Social Icon
Recenti
bottom of page