Penultimo tassello dell'integrale dedicata alle 32 Sonate per pianoforte di Beethoven, questa sera giovedì 21 giugno alle ore 20 nella veranda neoclassica di Villa Pignatelli per il Maggio della Musica firmato dalla direzione artistica di Michele Campanella, con un altro grande pianista di scuola italiana, Andrea Padova (nella foto d'apertura), nell'occasione interprete della Sonata op. 101 e dell'op. 106 nota come “Hammerklavier”.
Terminata nel 1816, dunque a un solo anno di distanza dall'op. 90 ma dopo una non facile gestazione stando alla molteplicità degli abbozzi, quindi pubblicata da Steiner a Vienna nel 1817 con dedica alla baronessa nonché bravissima allieva Dorothea Ertmann e con la specifica strumentale in frontespizio per "Hammer oder Hämmer-Klavier", o ancora "Hämmer-Flügel" unitamente al tradizionale "Piano-Forte", la Sonata op. 101 spalanca in assoluto ed entro il tracciato dello stesso stile pianistico beethoveniano una dimensione sonora e sperimentale fin lì senza precedenti, attivando in pentagramma una nuova quanto arcana trasfigurazione della forma, del linguaggio e dell’espressione. Dopo l’ampia fioritura sinfonica, è infatti da tale punto sonatistico che si entra nel terzo e ultimo, altissimo stile beethoveniano, stile in cui l’antico intreccio contrappuntistico s'innesta su strutture anomale e fra tagli visionari, unendo nel genere i cinque immensi capolavori finali per vie differenti ma sotto un unico denominatore comune, fatto di imprevedibili anticipazioni armoniche, scarti ritmici e sonori, uso inedito del trillo e della forma fugata. Il primo di tali capolavori è appunto la Sonata in La maggiore op. 101, alle cui spalle va tenuta anche in conto l’estenuante vertenza giudiziaria durata fino al 1820 per l’assegnazione del nipote Karl dopo la morte del fratello di Beethoven avvenuta nel 1815.
E come seguendo uno stesso filo d’indagine contrappuntistica, sullo stile e sulle forme, dall’ultimo movimento dell’op. 101 germina a specchio l’Allegro d’apertura della successiva Sonata in Si bemolle maggiore op. 106, la più audace ed estesa (circa 1200 battute), difficilissima e inafferrabile, composta fra gli anni 1817-1818, in doppia pubblicazione l’anno a seguire (a Vienna per Artaria e a Londra), con dedica all’arciduca Rodolfo d’Asburgo e con ripresa di quella destinazione strumentale citata per la precedente da cui l’epiteto di “Hammerklavier” (letteralmente, per tastiera a martelli) che l’accompagna. Se si pensa che, in parallelo, nascevano i primi due tempi della Nona Sinfonia, il Kyrie della Missa solemnis e l’idea di una pagina celebrativa per l’arciduca Rodolfo, risulta chiaro quanto Beethoven stesse spingendo in avanti e verso le massime vette monumentali le istanze lessicali e di stile sin lì compiute.
Dal 1995, Andrea Padova si è imposto sulla scena internazionale con la vittoria del “Bach international klavierwettbewerb”. Da allora ha tenuto concerti nelle maggiori sale del mondo. Interprete innovativo di Bach e pianista molto apprezzato dalla critica, si è dedicato anche ai contemporanei Boulez e Bernstein. Ha ottenuto riconoscimenti per le sue incisioni di Busoni e Schumann. Ha registrato l’integrale delle Sonate di Mozart.
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Giovedì 21 giugno alle ore 20
Veranda neoclassica di Villa Pignatelli – via Riviera di Chiaia, 200 (Napoli)
Festival Beethoveniano
Andrea Padova, pianoforte
Ludwig van Beethoven
Sonata n. 28 in la maggiore, op. 101
Sonata n . 29 in si bemolle maggiore, op. 106
Biglietto: 20 euro (ridotto over 65: 15 euro – ridotto giovani: 10 euro)
Info e prenotazioni: tel 081 5601369 - maggiodellamusica@libero.it