Questa sera, giovedì 14 giugno alle ore 20 nella veranda neoclassica di Villa Pignatelli, prosegue l'integrale delle 32 Sonate di Beethoven con targa Maggio della Musica. Protagonista stavolta, con ben sei numeri d'opus, Monica Leone (nelle foto) che eseguirà le due Sonate facili dell'op. 49, l'op. 78, l'op. 79, la celeberrima “Les adieux” e la non meno frequente (in special modo fra gli studenti in Conservatorio) op. 90.
Compiendo qualche passo indietro nella cronologia delle Sonate di Beethoven sin qui ascoltate, ossia tornando agli anni della "Patetica" (1797-1799) ma al tempo della “Waldstein” per edizione nell’anno 1805 (di qui il numero d’opus successivo alla ben più matura op. 31) e medesimo editore Bureau des Arts et d'Industrie di Vienna, appartengono i due esempi rivolti ai principianti dell’op. 49, rispettivamente in sol maggiore e in sol minore. Denominate infatti “Sonate facili”, entrambe le opere non presentano innovazioni di forma né di linguaggio, si articolano in due soli tempi secondo lo schema galante dell’ultimo figlio maschio di Bach, Johann Christian, entro una fattura semplice quanto ben ancorata alle regole della forma-sonata nei rispettivi primi movimenti, alla vivacità di un tipico Rondò dalla ricca elaborazione nel caso della n. 1 e, nella seconda, alle particolarmente riuscite peculiarità di un Minuetto a seguire reinventato per il ben più celebre Settimino op. 20.
Viceversa nuova è la concezione della Sonata op. 78 composta quattro anni dopo l’”Appassionata”, dunque nel 1809, condividendone in sede di pubblicazione (nel 1810) la dedica per Therese von Brunswick. Non furono in molti a comprenderne la modernità ma sappiamo che, Beethoven, la predilesse per l’asciutta logica formale e per l’intensa cantabilità al suo stesso Chiaro di Luna. Una via intermedia è invece la “Sonata facile ou sonatine” op. 79, edita nel novembre 1810 a Londra dalla Clementi e senza dedica ma, con ogni probabilità, offerta a Teresa Malfatti. Opera non complessa ma comunque non rapportabile alla coppia op. 49, la Sonata in sol maggiore presenta al pari della precedente un’interessante concentrazione strutturale e stilistica propria dei lavori più maturi.
Ad un clima spirituale d’insolita distensione lirica e di singolare attenzione per la tendenza programmatica della musica romantica appartiene invece la Sonata op. 81a che Beethoven intitolò eccezionalmente di suo pugno “Les adieux”, edita più volte nel 1811 a distanza di cinque mesi, prima a Londra quindi a Lipsia dalla Breitkopf & Härtel, e con l’aggiunta della lettera “a” per la parallela quanto inavvertita pubblicazione di un’altra sua opera. Atipiche, d’altra parte, anche le didascalie scelte per contrassegnare i singoli movimenti Abschied, Abwesenheit, Ankunft (congedo, assenza, arrivo), unitamente al motto Lebewohl (addio, o letteralmente vivete bene) sui tre bicordi dell'incipit corrispondenti alla partenza dell’arciduca Rodolfo, dedicatario dell’opera, costretto ad allontanarsi da Vienna per l’attacco delle truppe napoleoniche nel 1809. Composta dunque fra quell’anno e il successivo, la Sonata ritorna all’ormai superata struttura in tre tempi ma con il chiaro obiettivo di proiettarne la sostanza verso nuovi orizzonti espressivi nell’affondo dei tre stati d’animo fra l’Adagio-Allegro imperniato sulle tre note del “Lebewohl”, l’intenso Andante espressivo e, in collegamento diretto attraverso sei battute di spasmodica attesa, il lieto finale Vivacissimamente.
Altro e ancora diverso è il caso dell’op. 90, ultimata nel 1814 e pubblicata da Steiner a Vienna l’anno successivo. Anch’essa in soli due tempi ma con singolari indicazioni in tedesco degli andamenti e contenuti che alluderebbero alla “lotta tra la mente e il cuore” e alla “conversazione con l’amata” stando allo stesso autore e alle tribolazioni amorose del dedicatario conte Moritz Lichnowsky il quale, contro la volontà della famiglia, aveva sposato una cantante del Teatro and der Wien, Johanna Stummer.
Erede dell’impostazione della Scuola pianistica di Vincenzo Vitale, Monica Leone si è esibita in prestigiose sale in Italia e all’estero, con tournée in Australia e in Brasile, e concerti, tra l’altro, al Teatro di San Carlo, al Maggio musicale fiorentino, a Santa Cecilia. Solista per importanti orchestre, si dedica con entusiasmo alla musica da camera. Il suo repertorio comprende tra gli altri Haydn, Mozart, Poulenc e Beethoven.
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Giovedì 14 giugno alle ore 20
Veranda neoclassica di Villa Pignatelli – via Riviera di Chiaia, 200 (Napoli)
Festival Beethoveniano
Monica Leone, pianoforte
Ludwig van Beethoven
Sonata n. 19 in sol maggiore, op. 49 n. 1
Sonata n. 20 in sol maggiore, op. 49 n. 2
Sonata n. 24 in fa diesis maggiore, op. 78
Sonata n. 25 in sol maggiore, op. 79
Sonata n. 26 in mi bemolle maggiore, op. 81 “Les adieux”
Sonata n. 27 in mi minore, op. 90
Biglietto: 20 euro (ridotto over 65: 15 euro – ridotto giovani: 10 euro)
Info e prenotazioni: tel 081 5601369 - maggiodellamusica@libero.it
Monica Leone
“Monica Leone è una pianista antistar, dove tutto tende a servire la musica e dove la capacità di concentrazione risulta in una straordinaria intensità d’effetto” così Paolo Totaro, critico della “Fiamma” di Sydney, ha salutato il debutto di Monica Leone in Australia, ed aggiunge: ”ecco, il più grande complimento che si può fare ad un musicista con l’opera 101 di Beethoven è che ha mantenuto in maniera assoluta l’integrità e l’unità del pezzo. Per una pianista tanto giovane suonare così è segno della protezione degli dei e di un grande futuro”.
Nata a Campobasso, Monica Leone ha iniziato gli studi pianistici sotto la guida della madre, Carmen Mazzarino, e li ha proseguiti poi con Massimo Bertucci presso il Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli. Ha così ereditato l’impostazione pianistica della scuola di Vincenzo Vitale, il più importante didatta italiano della seconda metà del secolo XX.
Si è quindi perfezionata con Michele Campanella presso la Scuola di Pianoforte di Ravello e l’Accademia Chigiana di Siena, dove le è stato conferito il Diploma d’onore. Si è esibita in sale prestigiose sia in Italia che all’estero. Ha partecipato alla registrazione della Petite messe solennelle per il Rossini Opera Festival di Pesaro. È presente come solista nelle stagioni dell’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, l’Orchestra della Toscana, i Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, I Virtuosi Italiani, I Solisti Aquilani e ha collaborato con solisti quali Antony Pay, Karl Leister e Alessandro Carbonare.
Tra febbraio e marzo 2006 ha svolto una lunga tournée in Australia e Nuova Zelanda, nel 2008 ha debuttato per le stagioni del Teatro San Carlo di Napoli e dell’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma. Nel 2010 ha effettuato un tournée in Brasile come solista e ha partecipato alle Maratone Liszt dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nel gennaio 2011. Il 2015 ha visto il suo debutto al Maggio Musicale Fiorentino e la sua partecipazione a “Bach in Black”, sempre a Firenze, oltre che l’esecuzione integrale dei concerti di Bach per tastiera insieme a Massimiliano Damerini. Nel 2016 ha debuttato al Teatro Vittorio Emanuele di Messina e a Palermo con l’Orchestra Sinfonica Siciliana. Nel 2017 ha suonato per la Società Barattelli dell’Aquila e per il XXXXII Cantiere Internazionale di Montepulciano.
Il suo repertorio per orchestra, oltre a tutti i concerti di Bach, comprende opere di Haydn, Mozart, Beethoven, Saint-Saëns e Poulenc. Si dedica con entusiasmo alla musica da camera in varie formazioni e suona stabilmente in duo con Michele Campanella. È docente di pianoforte per i corsi invernali dell’Amalfi Coast Music and Arts Festival e di Musica da Camera al Conservatorio “A. Corelli” di Messina.