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Paola De Simone

Questa sera, giovedì 7 giugno alle ore 20 nella veranda neoclassica di Villa Pignatelli, toccherà a Massimiliano Damerini (nella foto sopra), pianista italiano fra i più insigni e rappresentativi della sua generazione, proseguire la serrata maratona dedicata al corpus integrale delle 32 Sonate per pianoforte di Beethoven, dando forma e suono alle Sonate n. 21 “Waldstein” o "Aurora", n. 22 e n. 23 “Appassionata”.

In apertura di serata, dunque, si ascolterà la Sonata in do maggiore op. 53 “Waldstein” (dal nome del conte dedicatario e primo benefattore di Beethoven) o anche nota con il titolo apocrifo di “Aurora”, scritta in piena fase eroica negli anni1803-1804 e prima Sonata ideata dal compositore per una tastiera dall'estensione moderna, ossia elaborata secondo una concezione timbrica e strutturale pronta a scavalcare i paletti del pianismo classico maturo, fino a vibrare di un respiro orchestrale veicolato dal dato virtuosistico e determinato da un'espansione tonale, ritmica e dinamica all'epoca senza precedenti. A tal punto che, il Lenz, ebbe a definirla "una sinfonia eroica per pianoforte". Una scrittura nuova, che forza gli equilibri interni alla stessa struttura della forma-sonata per trasfigurarne i profili tecnici e sonori. Si spiega così quell'incipit di massima suggestione che ha appunto portato al titolo di "Aurora", avvertibile con rara suggestione nei guizzi di luce che dal nebuloso caos primordiale aprono la “Waldstein” sullo sfondo di un accordo ripetuto al grave in pianissimo e tanto simile a un rumore. Atipica, d'altra parte, si rivela anche l’armonia nell'Allegro con brio d'apertura, su schema dal I al III anziché V grado, e senz’altro il timbro oltre che il brillante virtuosismo, pensato per il nuovo strumento costruito da Erard a Parigi nel 1802. Elementi del motivo aurorale protratto attraverso ripetuti pedali e del contrastante secondo tema, “dolce e molto legato”, andranno quindi a dar forma allo Sviluppo e alla Ripresa. Segue la brevissima (solo 28 battute) quanto splendida ombra estatica dell’Introduzione Adagio molto (in origine era previsto un tempo in 3/8 poi pubblicato come Andante favorì) per poi chiudere con un energico Rondò giocato su un'inedita divaricazione sonora.

Un caso singolare e a sé, fra i due altissimi capolavori op. 53 e op. 57, è invece costituito dalla Sonata in fa maggiore op. 54, scritta nel 1804, edita nel 1806 e articolata soltanto in due tempi (un Minuetto variato e un Allegretto). All'epoca, in verità, non piacque e, a tutt’oggi, in repertorio non è mai entrata. Osservandone superficialmente le peculiarità di stile, si è spesso - ma erroneamente - parlato di un nostalgico ritorno dell'autore alla dimensione arcaica settecentesca per via del cerimonioso gusto rococò che la contraddistingue. In realtà la Sonata, tassello per nulla da sottovalutare entro il tracciato sonatistico beethoveniano, è un acutissimo sguardo operato dal compositore sulla materia sonora oscillando fra ironia e riflessione. A suggerirlo? La dimensione di esercizio quasi in caricatura evidente in diversi luoghi, fra ornamentazioni, lunghe serie di ottave in terzine, quel muro di accordi in decrescendo non dissimili da un avveniristico cluster al termine del primo tempo e un secondo movimento singolarissimo, concepito come perpetuum mobile.

Infine la Sonata in fa minore op. 57, grande vertice di forma e passione destinato a compendiare e ad esaltare le espansioni fin lì da Beethoven esplorate fra dati tonali, ritmici e dinamici all’interno di una forma cardine dello Stile classico da qui in avanti utilizzato quale contenitore privilegiato per uno stile interiore, trasfigurato, trascendente. Composta fra il 1804 e il 1805, edita due anni dopo dal medesimo stampatore viennese delle precedenti con dedica al conte Franz von Brunswick, deve il titolo apocrifo quanto appropriato di “Appassionata” all’editore Cranz di Amburgo che, nel 1838, nel pubblicare una versione a quattro mani volle vedervi una dedica segreta per la sorella del conte dedicatario, Therese, allieva e pupilla (nonché ritenuta la misteriosa immortale amata) dello stesso Beethoven.

Interprete ideale per dar forma e suono a tutto ciò, entro un articolato itinerario interpretativo - soprattutto in vista dell'imponente registrazione dell'integrale delle 32 Sonate beethoveniane per IMD MUSIC & WEB - sarà dunque Massimiliano Damerini, senza dubbio uno dei pianisti italiani più interessanti e attivi della scena internazionale. Genovese, ospite dei più importanti teatri del mondo, Damerini ha vinto nel 1992 il Premio Abbiati come miglior concertista. La critica lo ha accostato a Benedetti Michelangeli e a Pollini. Molte sono le sue registrazioni discografiche e molti i compositori che gli hanno dedicato opere pianistiche. Elliot Carter, dopo averlo ascoltato a New York, disse: «Ogni suo concerto è un’esperienza indimenticabile». La sua intensa e multiforme attività, con un particolare interesse verso la musica del '900 ed il repertorio contemporano (è egli stesso valente compositore), non conosce soste e così pure la sua ampia discpografia che ha avuto un notevole incremento negli ultimi due anni. Infatti Damerini, tra le altre cose, è uno degli artisti maggiormente presenti nell'ambito del progetto multimediale IMD MUSIC & WEB di Andrea Fasano che, oltre ad "ospitare" altri importanti pianisti italiani tra cui Monica Leone e il milanese Carlo Levi Minzi, ha immesso sul mercato ben 115 titoli in poco più di due anni, dei quali 23 in collaborazione con il Teatro Carlo Felice di Genova. Fondazione che, ovviamente, ha con Damerini un rapporto privilegiato. Il pianista genovese è infatti presente nella prestigiosa collana discografica "Archivi del Teatro Carlo Felice" con numerose sue interpretazioni (Primo e Terzo Concerto di Beethoven, Primo Concerto di Čajkovskij, I Quattro Temperamenti di Hindemith e il titanico Concerto op. 39 di Ferruccio Busoni). Al di fuori di questa "collana", Damerini ha pubblicato con IMD MUSIC & WEB altre registrazioni "Live" e in studio tra cui la Sonata di Liszt (registrata dal vivo alla GOG nel 2013) e l'Eroica di Beethoven nella trascrizione pianistica di Liszt, registrata dal vivo a Roma nel 2011 in una "maratona" dedicata alle Sinfonie di Beethoven/Liszt realizzata sotto la direzione artistica di Michele Campanella.

Dopo un recente album monografico schubertiano, il pianista si accinge a completarne - sempre con IMD MUSIC & WEB - l'integrale delle Sonate per passare poi alla "grande avventura" delle 32 Sonate di Beethoven utilizzando una formula "speciale" che già fu del mitico Glenn Gould: ossia, attrezzando un avanzatissimo studio di registrazione nella propria abitazione genovese dove, tra l'altro, possiede uno dei migliori "Gran Coda" Steinway che si possano trovare in tutto il Nord Italia.

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

Giovedì 7 giugno alle ore 20

Veranda neoclassica di Villa Pignatelli – via Riviera di Chiaia, 200 (Napoli)

Festival Beethoveniano

Massimiliano Damerini, pianoforte

Ludwig van Beethoven

Sonata n. 21 in do maggiore, op. 53 “Waldstein”

Sonata n. 22 in fa maggiore, op. 54

Sonata n. 23 in fa minore, op. 57 “Appassionata”

Biglietto: 20 euro (ridotto over 65: 15 euro – ridotto giovani: 10 euro)

Info e prenotazioni: tel 081 5601369 - maggiodellamusica@libero.it

Massimiliano Damerini

Genovese, ha compiuto gli studi musicali nella sua città, diplomandosi in pianoforte e composizione. Considerato uno degli interpreti più rappresentativi della sua generazione, ha suonato in alcuni dei più importanti teatri e sale da concerto del mondo: Konzerthaus di Vienna, Barbican Hall di Londra, Teatro alla Scala di Milano, Teatro Colón di Buenos Aires, Herkules Saal di Monaco, Gewandhaus di Lipsia, Salle Gaveau e Cité de la musique di Parigi, Victoria Hall di Ginevra, Tonhalle di Zurigo, Auditorio Nacional di Madrid, ecc., suonando in qualità di solista con molte prestigiose orchestre sinfoniche.

Ha inciso per molte etichette discografiche, tra cui: EMI, Etcetera, Warner, Arts, Brilliant, Ricordi-BMG, IMD, Accord, Marco Polo, Col Legno, Musikstrasse, ecc. Moltissime le opere pianistiche a lui dedicate da importanti autori tra i quali: Ambrosini, Asturias, Di Bari, Donatoni, Fellegara, Ferneyhough, Gaslini, Gentilucci, Landini, Sciarrino, Skrzypczak, Sotelo, Vacchi, ecc. Attivo anche come compositore, ha presentato in importanti rassegne e festival numerosi suoi lavori, alcuni dei quali pubblicati da Rai Trade, Preludio, Da Vinci, MAP, Edipan.

Il famoso compositore Elliott Carter, dopo averlo ascoltato a New York, disse di lui: “Ogni suo concerto è un’esperienza indimenticabile”, e dopo il suo recital a Monaco nel 1997 la Süddeutsche Zeitung lo ha definito “uno dei tre massimi pianisti italiani della nostra epoca, con Benedetti Michelangeli e Pollini”. La critica italiana gli ha conferito il prestigioso Premio Abbiati 1992 quale concertista dell’anno.

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