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Paola De Simone

«Quando si parla di Festival, si parla di dare corpo a un progetto. Vale a dire, individuare e mettere insieme dei significati che vadano a determinarlo partendo da una prospettiva speciale, soprattutto per la vostra età: quella del sogno». È quanto ha subito detto ai ragazzi dell’Università Suor Orsola Benincasa Ruggero Cappuccio (nella foto d'apertura), scrittore, regista e direttore artistico del Napoli Teatro Festival Italia, nel presentare accanto al Rettore Lucio d’Alessandro, membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Campania dei Festival, e accanto al giornalista, docente e moderatore Alfredo D'Agnese (nelle foto a seguire), il senso e il ‘viaggio’ che andrà a compiere all’interno degli Atenei campani l’undicesima edizione dell'imponente manifestazione di spettacoli da lui disegnata per il secondo anno consecutivo. E partendo, appunto, da una sede ideale che oggi vanta precisi percorsi disciplinari di alta formazione, specificamente dedicati al teatro, alla danza, al cinema, alla televisione e alla comunicazione. Presenti infatti in prima linea nella Biblioteca Pagliara del Suor Orsola, l'altra mattina, gli studenti del Liceo e del SOB, nonché gli allievi del Master in radiofonia sempre del Suor Orsola curatori delle rubriche speciali che Run Radio, la web radio di Ateneo, dedicherà anche quest’anno al Napoli Teatro Festival Italia.

«Il drammaturgo - precisa Ruggero Cappuccio - parte da una visione e/o da un sogno. Lo trasforma in testo e chiede agli attori di sognare quel sogno per la seconda volta. Il terzo sogno lo fate voi, ossia il pubblico. Si tratta di tre passaggi di complicità, attraverso i quali ognuno aggiunge ulteriori particolari. Questo è il teatro, un crocevia fra le arti che produce soggettività».

Passando quindi alla dicotomia fra Arte e Scienza, fra il mondo delle Accademie e quello delle Università come accennato dal Rettore d'Alessandro, il vertice artistico ha aggiunto: «I rapporti fra tali discipline sono molto più profondi di quanto si possa credere. Pensiamo a Leonardo da Vinci, del quale il prossimo anno ricorreranno i 500 anni dalla morte: era invariabilmente un artista e uno scienziato. Apprezzato innanzitutto per le sue riflessioni di ingegneria idraulica ma in realtà, alla corte di Ludovico il Moro a Milano, visto soprattutto come regista. Era praticamente il Luca Ronconi nella Milano del 1484-85. Tanto è vero che noi abbiamo ancora la raccolta completa dei bozzetti che lui disegnò per uno spettacolo, intitolato "Festa del Paradiso", progettato per diversi palcoscenici, doppio sistema rotante per un grande circo di pianeti, costellazioni e figure, costumi da lui stesso curati. E non a caso a lui possiamo riportare l'idea di far volare un essere umano, all'epoca soltanto un lontanissimo sogno. Sogno e visionarietà, o anche l'intuizione che, in fondo, si rivelano il fondamento della psicoanalisi freudiana e i motori della nostra vita oggi purtroppo in gran parte assorbita dall'intelligenza razionale, più che dall'emotiva. Cosa c'entra con tutto questo il Festival? Ebbene, il nostro Festival è un grande progetto di sogni che producono fatti reali, ai quali tutti hanno il diritto di accedere. Ecco perché, intanto, il biglietto che fino al giorno prima del mio arrivo costava 34 euro, oggi ne costa 8, 5 per gli under 30 e, transitando per la Feltrinelli il costo si abbassa ulteriormente a 2 euro e 50 centesimi o, addirittura, a zero per i pensionati che godono solo della pensione sociale. L'altro sogno concreto - prosegue Cappuccio - è un messaggio chiaro, sincero e preciso rivolto allo spettatore italiano. Spettatore che noi desideriamo e invitiamo ad un teatro non autoreferenziale - purtroppo come spesso è inteso nel nostro Paese rispetto all'estero - e come biblioteche e musei vissuto come cenotafio di prodotti culturali che vadano ad autorappresentarsi. Ne è segno evidente la logica della consolazione che regola i programmi correnti: se gettate un occhio anche in internet sulle locandine della lirica, vi troverete inondati di Verdi e Puccini, di Rossini e Donizetti. Se volete sperare di trovare un nome di un contemporaneo potete pure uscire pazzi.. E non parlo di compositori viventi, ma la morìa delle vacche riguarda anche gli autori del primo Novecento, penso a Britten o all'ultimo Rimskij-Korsakov, ai compositori della modernità: curiosa vicenda perché, ai primi dell'Ottocento, un signore che si chiamava Gioachino Rossini arrivava al Teatro Argentina di Roma avendo 24 anni e vi rappresentava il Barbiere di Siviglia. Che cosa è successo nel frattempo? Ecco perché il Napoli Teatro Festival - riponde e spiega - crea un programma soprattutto votato alle scritture contemporanee. Molti degli autori in locandina sono viventi, alcuni tra l'altro molto giovani». In più, leggendone le proposte, salta agli occhi una grande interdisciplinarietà che va ad incrociare musica e cinema, arte e teatro, letteratura e danza, con Mikhail Baryšnikov che diventa ad esempio attore su un testo di Joseph Brodsky, Končalovskij che firma la sua seconda regia per lo Stabile di Napoli o Isabelle Huppert che rilegge "L'Amant" Marguerite Duras.

E ancora per i giovani ci sarà la piattaforma dei laboratori: formazione per seicento attori e 14 percorsi gratuiti con altrettanti artisti diversi, del teatro corporeo o grandi maestri quali Nekrošius o Tomi Janezič. Quanto ai numeri dell’undicesima edizione del Napoli Teatro Festival, al via dal prossimo 8 giugno al 10 luglio: 216 saranno gli eventi, 160 gli spettacoli, 34 i luoghi e i giorni di programmazione effettiva, ben 85 compagnie, tra nazionali ed internazionali. Il tutto in 11 sezioni per un unico corpo sonoro: osservatorio, musica, laboratori, internazionale, letteratura, danza, mostre, italiana, sportopera, cinema e progetti speciali.

(A seguire, la ripresa in video della conferenza pubblicata da SICOMUNICAZIONE.net su YouTube)

Otto infine i titoli per la Danza e nove per la Musica: la prima con produzioni di diversi Paesi (dall’Italia alla Tunisia, Francia, Libano, Argentina, Inghilterra, Belgio); la seconda con concerti programmati in vari spazi del Capoluogo, tra il Cortile d’Onore di Palazzo Reale e il Teatro Diana, nonché in regione con le serate al Duomo di Salerno, all’Abbazia di Mercogliano, al Duomo di Amalfi, alla Reggia di Caserta.

La sezione DANZA sarà tesa alle esplorazioni contemporanee del corpo e della scena e presenterà “Tomorrowland” creazione e interpretazione di Annabelle Chambon, Cédric Charron, Jean-Emmanuel Belot, “Paradise lost (lies unopened beside me)” di Lost Dog, ideazione, regia e interpretazione di Ben Duke, “Wakan – la terra divorata” creazione e interpretazione di Gilles Coullet, “La conferenza degli uccelli” per la regia di Anna Redi, “Duo Goldberg” coreografie di Adriana Borriello, “Un Poyo Rojo” coreografia di Luciano Rosso e Nicolás Poggi per la regia di Hermes Gaido, “May he rise and smell the fragrance” coreografia Ali Chahrour, “Au temps où les arabes dansaient…” ideazione e coreografia di Radhouane El Meddeb.

Nella sezione MUSICA si annunciano i concerti dei Foja (al Cortile d’Onore di Palazzo Reale il 10 giugno) e, a seguire, “La voix humaine” di Francis Poulenc con il soprano Leona Peleskova e Monica Leone al pianoforte per la regia di Riccardo Canessa (al Teatro Diana il 19 giugno), il Beggar’s Theatre in concerto a cura di Mariano Bauduin (al Cortile d’Onore di Palazzo Reale il 29 giugno), Andrea Bonioli 4tet e Javier Girotto (al Cortile d’Onore di Palazzo Reale il 2 luglio). Ad essi si aggiungono quelli programmati in regione: “La voce dei venti sonori” dal Laboratorio delle Alme a cura di Stefania Rinaldi all’Abbazia di Mercogliano (Avellino) il 29 giugno, proseguendo con Enzo Gragnaniello & Solis String Quartet al Duomo di Amalfi il 30 giugno. Una segnalazione speciale al termine per “Sirene e ninfe napolitane” della Pietà de’ Turchini con il soprano Naomi Rivieccio, direttore Stefano Demicheli alla Reggia di Caserta il 4 luglio, per "Pensieri all'improvviso" di e con Lina Sastri" (sempre il 4 luglio ma nel Cortile d'Onore di Palazzo Reale) e per “L’armonia sperduta”, elaborazioni ed orchestrazioni di Roberto De Simone, direttore Renato Piemontese, con Raffaello Converso, al Duomo di Salerno il 7 luglio.

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

Il programma completo è su www.napoliteatrofestival.it

Eventi delle Sezioni Musica e Danza:

SEZIONE MUSICA

FOJA IN CONCERTO REALE

Cortile d’Onore

10 giugno

LA VOIX HUMAINE

(La voce umana)

di Francis Poulenc

Teatro Diana

19 giugno

Enzo Gragnaniello & Solis String Quartet in POETICANTO TRA NOTE E VERSI

adattamento testi Enzo Gragnaniello

Duomo di Amalfi

30 giugno

THE BEGGAR’S THEATRE – TEATRO DEI MENDICANTI IN CONCERTO

Di Mariano Bauduin

Cortile d’Onore

29 giugno

LA VOCE DEI VENTI SONORI

Concerto conclusivo del Laboratorio delle Alme

Abbazia di Mercogliano

29 giugno

ANDREA BONIOLI 4TET SPECIAL GUEST JAVIER GIROTTO

di Andrea Bonioli 4tet

Cortile d’Onore

2 luglio

SIRENE E NINFE NAPOLITANE TALENTI VULCANICI

progetto della Fondazione Pietà de’ Turchini

Reggia di Caserta

4 luglio

PENSIERI ALL’IMPROVVISO

Spettacolo in prosa versi e musica

Di e con Lina Sastri

4 luglio alle ore 21.30

Cortile d’Onore di Palazzo Reale

L’ARMONIA SPERDUTA

con Raffaello Converso

elaborazioni ed orchestrazioni Roberto De Simone

Duomo di Salerno

7 luglio ore 21.30

SEZIONE DANZA

TOMORROWLAND

creazione e interpretazione Annabelle Chambon, Cédric Charron, Jean-Emmanuel Belot

Sala Assoli

13, 14, 15 giugno

PARADISE LOST

(LIES UNOPENED BESIDE ME)

ideazione, regia e interpretazione Ben Duke

Teatro Trianon Viviani

16, 17 giugno

WAKAN

la terra divorata

creazione e interpretazione Gilles Coullet

Sala Assoli

19 giugno

DUO GOLDBERG

coreografa e danza Adriana Borriello

Teatro Trianon Viviani

21, 22 giugno

UN POYO ROJO

regia e disegno luci Hermes Gaido

Sala Assoli

22, 23, 24 giugno

MAY HE RISE AND SMELL THE FRAGRANCE

coreografia Ali Chahrour

Teatro Trianon Viviani

24 giugno

AU TEMPS OÙ LES ARABES DANSAIENT…

ideazione e coreografia Radhouane El Meddeb

Teatro Trianon Viviani

27 giugno

LA CONFERENZA DEGLI UCCELLI

regia Anna Redi

Sala Assoli

7, 8 luglio

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