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Paola De Simone​ ​​ ​

Terzo appuntamento in stagione e secondo dedicato all'integrale delle Sonate per pianoforte di Beethoven con il Maggio della Musica, stasera giovedì 10 maggio alle ore 20 nella veranda neoclassica di Villa Pignatelli. A darvi forma e suono stavolta, dopo l'applaudito concerto di Benedetto Lupo interprete del primo trittico op. 2, un altro prestigioso interprete internazionale del pianoforte, Roberto Plano, nato a Varese nell'agosto 1978 e definito «l’erede di Horowitz e Rubinstein» ma anche come il «Pavarotti del pianoforte» per il suo peculiare lirismo, vincitore del Cleveland International Competition e dell’American Prize 2018, nonché primo italiano a insegnare pianoforte a Boston.

Il tracciato in programma prosegue dunque con la Sonata n. 4 op. 7, un importante lavoro edito sempre da Artaria a Vienna ma non a caso con numero d’opus a sé, scritto durante l’inverno 1796-1797 per la contessina Anna Luisa Barbara (Babette) von Klegevich e, stando all’alta considerazione che ne ebbe lo stesso autore, intitolata talvolta come Grande sonata. È infatti un interessante esempio di riflessione sullo schema sonatistico che sfocia in un inedito ampliamento degli spunti tematici nel primo movimento e nella generale riformulazione sia dell’impianto architettonico che degli effetti dinamico-sonori.

A seguire, Roberto Plano interpreterà le tre Sonate dell'op. 10, edite nell’anno 1798 per la Eder di Vienna con dedica alla contessa Anna Margarete, moglie del conte e amico Johann Georg von Browne cui l’autore fu particolarmente legato per la “munificence aussi délicate que libérale” secondo quanto da lui apposto nella lettera dedicatoria ai Trii op. 9. Nel complesso, un ritorno non solo all’idea della serie ma, anche, verso soluzioni strutturali molto meno ardite rispetto a quanto conquistato con l’op. 7.

L’op. 10 n. 1 in do minore si distingue per il taglio sintetico e le asciutte linee mozartiane o scarlattiane cui fa riscontro tuttavia, nei movimenti secondo e terzo, una notevole densità patetica prettamente beethoveniana. Ancora una “Sonata breve” è l’op. 10 n. 2 in fa maggiore, dunque in tre tempi e parimenti di fattura cembalistica, con chiari riferimenti allo Scarlatti figlio e allo stile di Haydn.

Diverso invece il caso della Sonata n. 7, in re maggiore op. 10 n. 3, di ampie e solenni proporzioni, ben scolpito nella dialettica tematica e dinamica, nelle tinte e figurazioni virtuose, sublime per quel suo tragicissimo Largo e mesto giustamente paragonato a un canto di dolore, dell'intera terra.

L’integrale delle Sonate di Beethoven del Maggio firmato da Michele Campanella proseguirà in ordine cronologico fino al 28 giugno, sempre a Villa Pignatelli ma passando il prezioso testimone nelle mani di altri importanti pianisti italiani.

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

Giovedì 10 maggio alle ore 20

Veranda neoclassica di Villa Pignatelli – via Riviera di Chiaia, 200 (Napoli)

Festival Beethoveniano

Roberto Plano, pianoforte

Ludwig van Beethoven

Sonata n. 4 in mi bemolle maggiore, op. 7

Sonata n. 5 in do minore, op. 10 n. 1

Sonata n. 6 in Fa maggiore, op. 10 n. 2

Sonata n. 7 in Re maggiore, op. 10 n. 3

Biglietto: 20 euro

Info e prenotazioni: tel 081 5601369 - maggiodellamusica@libero.it

Roberto Plano

Vincitore del Cleveland International Competition e premiato ai Concorsi Van Cliburn, Honens, Anda, Dublino, Valencia e Sendai, ha intrapreso una carriera internazionale che lo ha portato ad esibirsi in sale quali Lincoln Center e Steinway Hall (New York), Herculessaal e Gasteig (Monaco), Wigmore Hall e St. John’s Smith Square (Londra), Salle Cortot (Parigi), National Concert Hall (Dublino), Sala Verdi, Teatro Dal Verme e Auditorium di Milano, Teatro Donizetti (Bergamo), Teatro Manzoni (Bologna), Parco della Musica (Roma), per prestigiosi Festivals quali tra gli altri il Festival Michelangeli di Brescia e Bergamo, MusicaRivaFestival, Chopin Festival di Duszniki (Polonia), Ravinia Festival, Gilmore Festival, Portland Piano Festival (Usa), Stellenbosch Piano Symposium (Sudafrica) e il Bologna Festival-Grandi Interpreti.

Ha suonato come solista con prestigiose orchestre tra cui Houston Symphony, archi dei Berliner Philarmoniker, Kremerata Baltica, RTE National Symphony Orchestra, Konzertverein Orchestra, Festival Strings Luzern, Orchestra Sinfonica Verdi, con celebri direttori d’Orchestra quali Sir N. Marriner, P. Zuckerman, J. Conlon, G. Gelmetti, D. Renzetti.

Il mensile Amadeus gli ha dedicato la copertina due volte allegando Cd in cui interpreta Luchesi in prima registrazione mondiale e un’antologia di musiche scriabiniane.

Ha inciso per Brilliant, Azica, Arktos, Concerto e Decca (Harmonies di Liszt), opera che mancava nel catalogo della casa discografica inglese da più di 50 anni. Ha collaborato con celebri quartetti d’archi (Cremona, Takacs, Fine Arts, St. Petersburg, Vogler) e con solisti quali E. Bronzi, I. Grubert, G. Cassone, G. Scaglione, P. Del Negro - con cui forma un duo pianistico - e il pianista jazz P. Paliaga, con il quale ha inciso Inspiration, un cd dedicato alla fusione tra classica e jazz.

Ha tenuto Masterclasses nelle maggiori Università americane, in Giappone, a Taiwan e a Singapore. Per i suoi meriti artistici è stato invitato dal Senatore Thad Cochran presso lo U.S. Capitol a Washington.

È stato definito dal Chronicle il “Pavarotti del pianoforte” per il suo liricismo, definito l’erede di Rubinstein e Horowitz dal critico di Chicago P. Harvey e additato come uno tra i più grandi interpreti di Scriabin dal critico americano John Bell Young. Il New York Times ha scritto di lui: “Questo pianista italiano ha mostrato maturità artistica, una meravigliosa purezza e una padronanza delle suggestioni più profonde. Plano ha dato dimostrazione di virtuosismo levigato a livelli di competizione tanto quanto di profondità musicale”.

Nel 2016 è diventato il primo pianista italiano chiamato a ricoprire il ruolo di titolare di una Cattedra di Pianoforte di una delle università americane più prestigiose, la Boston University.

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