Pianista fra i massimi al mondo in virtù di un pianismo straordinario, in grado di illuminare con scatto adamantino e una sensibilità speciale le più sottili raffinatezze di stile quanto la piena sostanza sintattica e sonora di un repertorio compreso fra il Barocco di Francia, Couperin e Rameau in special modo (si vedano del primo, nel video di YouTube, la sua interpretazione del non facile Le Tic Toc Choc Ou Les Maillotins, quindi, del secondo, Les Sauvages dall'opéra-ballet Les Indes galantes), e il saldo fronte germanico, con Froberger e Bach. E ancora: il fondamentale Beethoven o il Romanticismo di Schubert, Schumann, Chopin, per poi restituire con pari maestria, passando attraverso il secondo Ottocento di Brahms, il grande Novecento storico russo e francese con Prokof'ev, Ravel, Skrjabin, Rachmaninov, Stravinskij. Compresi i pentagrammi polifonici più complessi della musica medievale e, all'estremo opposto, del padre della dodecafonia Arnold Schönberg.
Parliamo di Grigory Sokolov (nelle foto), il pianista immenso e fra i più interessanti del nostro tempo che domani, lunedì 26 marzo (ore 20.30) in data unica e dunque assolutamente da non perdere, torna al Teatro San Carlo per un recital attesissimo, fra i capitoli più alti della Stagione concertistica in corso. Al centro del suo itinerario in ascolto, un duplice fil rouge dedicato alla forma-sonata classica e alla forma breve romantica, con due compositori di epoche diverse che, rispettivamente, ne hanno offerto in misura estrema ed esemplare gli schemi strutturali e stilistici: Haydn e Schubert.
In apertura, dunque, Franz Joseph Haydn con le Sonate n. 32, 47, 49, opere pianistiche ideate ben oltre i simmetrici equilibri classici per guardare piuttosto in avanti, verso una malinconia e una vena lirica o inquieta, ormai già stürmeriana ma, fino ad allora, ancora inedita.
A seguire, il grande Sokolov proporrà i Quattro Improvvisi opera postuma 142 di Franz Schubert, un "must" del sentire e del genere, così come dello stile, prodotto dalla pianisticamente fondamentale e opulenta stagione romantica. Ricordiamo infine che, oltre alla presenza sancarliana nel novembre 1969 con Schubert, Chopin, Skrjabin e Prokof'ev, quindi nell'ottobre 1974 sempre con Chopin, Prokof'ev più Rachmaninov e Stravinskij, Sokolov fu ospitato a Napoli dall'allora giovane Associazione del Maggio della Musica, nell'anno 1999 al Teatro Bellini, con un programma assai versatile pronto a volare dal Cinquecento inglese di William Byrd al Cassicismo beethoveniano e a un bifronte Ravel, compreso fra la moderna Sonatine e lo sguardo al passato del suo particolarmente amato Le Tombeau de Couperin.
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TEATRO DI SAN CARLO
/ Concerto
GRIGORY SOKOLOV
Pianoforte | Grigory Sokolov
Franz Joseph Haydn, Sonata (Divertimento) n. 32 in sol minore, Op. 53 n. 4, Hob. XVI:44
Franz Joseph Haydn, Sonata (Divertimento) n. 47 in si minore, Op. 14 n. 6, Hob. XVI:32
Franz Joseph Haydn, Sonata n. 49 in do diesis minore, op. 30 n. 2, Hob. XVI:36
Franz Schubert, Quattro improvvisi per pianoforte, op. posth. 142, D. 935
Lunedì 26 marzo 2018, ore 20.30 Turno S
Grigory Sokolov
L’unica, irripetibile natura della musica suonata dal vivo è centrale per la comprensione della bellezza espressiva e dell’irresistibile onestà dell’arte di Grigory Sokolov. Le poetiche interpretazioni del pianista russo, che prendono vita durante l’esecuzione con un’intensità mistica, scaturiscono dalla profonda conoscenza delle opere che fanno parte del suo vasto repertorio. I programmi dei suoi recital abbracciano ogni cosa, dalle trascrizioni della polifonia sacra medievale e dai lavori per tastiera di Byrd, Couperin, Rameau, Froberger e Bach al repertorio classico e romantico, con particolare attenzione a Beethoven, Schubert, Schumann, Chopin, Brahms e alle composizioni di riferimento del XX secolo di Prokof’ev, Ravel, Skrjabin, Rachmaninov, Schönberg e Stravinskij. Tra gli amanti del pianoforte è considerato uno dei massimi pianisti di oggi, un artista ammirato per la sua introspezione visionaria, la sua ipnotica spontaneità e la sua devozione senza compromessi alla musica.
Sokolov è nato a Leningrado (San Pietroburgo) e ha intrapreso gli studi musicali all’età di cinque anni. Due anni più tardi ha cominciato gli studi con Liya Zelikhman alla Scuola Centrale Speciale del Conservatorio della sua città. A dodici anni ha tenuto il suo primo recital pubblico. Il suo prodigioso talento è stato riconosciuto nel 1966 quando, a soli sedici anni, è diventato il più giovane musicista di sempre a vincere il Concorso Internazionale Ciajkovskij di Mosca. Mentre negli anni Settanta Sokolov intraprendeva grandi tour di concerti negli Stati Uniti e in Giappone, il suo talento si è evoluto ed è maturato lontano dai riflettori dei media internazionali. In seguito al collasso dell’Unione Sovietica, ha iniziato ad apparire con maggiore frequenza nelle principali sale da concerto e nei principali festival europei. Nel corso della sua carriera si è esibito con le più prestigiose orchestre prima di decidere di dedicarsi esclusivamente al recital per pianoforte solo. Sokolov tiene circa settanta concerti ogni stagione, immergendosi completamente in un singolo programma e presentandolo in tutte le principali sale d’Europa. A differenza di molti pianisti nutre un profondo interesse e una estrema conoscenza tecnica dei pianoforti che suona. Prima di ogni esibizione è solito passare molte ore di studio sul palcoscenico per capire la personalità e le possibilità dello strumento con cui dovrà condividere il momento del concerto. La critica musicale è sempre affascinata dalla misteriosa abilità di Sokolov di saper “rileggere” la partitura proponendo interpretazioni originali e sempre nuove dei pezzi che suona.
Nel 2014, dopo un silenzio discografico durato quasi un ventennio, Sokolov ha iniziato una collaborazione con Deutsche Grammophon che ad oggi ha pubblicato tre registrazioni, rigorosamente tutte “dal vivo” di suoi concerti. Il primo album (2015) presenta la registrazione di un recital tenuto al Festival di Salisburgo nel 2008 con musiche di Mozart e Chopin, il secondo (2016) è dedicato a Schubert e Beethoven, il terzo presenta due straordinarie esecuzioni con orchestra: il Concerto K 488 di Mozart registrato a Salisburgo nel 2005 sotto la direzione di Trevor Pinnock e il Terzo Concerto per pianoforte di Rachmaninov eseguito a Londra nel 1995 con Yan Pascal Tortelier alla direzione della BBC Philharmonic. Nell’ultimo album è contenuto anche un dvd con un documentario dal titolo A Conversation That Never Was, diretto da Nadia Zhdanova, che ci consegna un ritratto dell’artista attraverso interviste, foto e documenti filmati inediti.