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Paola De Simone​ ​​ ​

Più che una conferenza stampa, quasi uno show, neanche troppo distante dalle corde vivaci e brulicanti di quel genere "Musical" che, dal dna prettamente americano e di ceppo lontano anni luce dalla nostra grande tradizione lirica e coreutica "colta" (si poteva pensare, e avremmo preferito guardando indietro sempre su via esterofila quanto all'alveo di un genere misto, magari meno popolare ma ben più nobile, alla meravigliosa opéra-ballet Les Indes galantes di Rameau, anno 1735), farà il suo ingresso per la prima volta come produzione nella storia e in stagione al Teatro San Carlo di Napoli, salendo in palcoscenico da martedì 6 al 14 febbraio con un titolo d'antan ma fra i più celebri, in nuovo allestimento e coproduzione con il Massimo di Palermo. È My Fair Lady, musical a firma nel 1956 della premiata ditta Lerner (libretto) e Loewe (musica), divenuto archetipo dall’adattamento della commedia Pygmalion (1913) di George Bernard Shaw, quindi dell'omonimo film (1938) di Gabriel Pascal. Ma in realtà, ai più, noto nell'edizione realizzata nel 1964 per il grande schermo da George Cukor, con Rex Harrison e una deliziosa Audrey Hepburn. Qui al San Carlo, con l'Orchestra e il Corpo di Ballo della Fondazione, la partitura sarà diretta da Donato Renzetti, insigne bacchetta classica dall'ampio repertorio e rossiniana in primis partita però, per sua stessa ammissione, dalle percussioni, dai night club e scrivendo canzoni. Per le recite del 9, 10 e 14 febbraio, sul podio, ci sarà invece Maurizio Agostini. La regia è di Paul Curran, le scene di Gary McCann, i costumi dagli ampi cappelli sono di Giusi Giustino, le coreografie di Kyle Lang, le luci di David Martin Jacques. Tra gli interpreti principali canteranno Nancy Sullivan (Eliza Doolittle), Robert Hands (Mr. Henry Higgins), Martyn Ellis (Alfred P. Doolittle), John Conroy (Colonnello Pickering).

A presentarlo ieri mattina nella Sala Giardini, ossia nel luogo destinato alle prove dell'Orchestra della Fondazione sottostante il parco del Palazzo Reale, l'intero staff di vertici del Lirico napoletano accanto al regista Paul Curran e al direttore d'orchestra Donato Renzetti. In prima fila dal lato della stampa, invece, c'era l'intera schiera dei cantanti protagonisti, tutti rigorosamente inglesi e specialisti del genere in locandina. Voci ideali ma piuttosto piccole per il nostro Lirico, così come ascoltato in un simpatico assaggio accompagnato nell'occasione al pianoforte (sotto riportato nel nostro video) e, difatti, microfonate (così come d'altra parte nell'uso dei musical) al loro debutto italiano e sancarliano. Alle spalle, infine, l'orchestra dei ragazzi del liceo musicale "Alfano I" di Salerno che, a chiusura d'incontro, hanno eseguito alcuni estratti da My Fair Lady sotto la direzione del corista Carlo Morelli, tra i curatori dei percorsi di Alternanza Scuola/Lavoro sostenuti, su tale titolo, da Generali Italia. (Sotto, nelle foto di Francesco Squeglia, le immagini della conferenza stampa mentre, al centro, una scena dello spettacolo).

«È una conferenza stampa un po' speciale - ha esordito in apertura la sovrintendente Rosanna Purchia - perché va a presentare una nostra nuova, grande sfida: la decisione - chiarisce - di produrre con le nostre forze e per la prima volta un musical targato Italia, targato Napoli. Una sfida lanciata e raccolta, non a caso, da un'altra importante realtà lirica del Sud, il Teatro Massimo di Palermo, divenuto nostro ulteriore compagno di viaggio per un allestimento che, siamo certi, avrà vita lunghissima. My Fair Lady sarà infatti occasione di grande fantasia, amore e gioia». A sottolineare l'importanza dell'impegno e la novità della produzione, dopo l'ospitalità data a un genere analogo ma di autore di sfera classica quale West Side Story di Leonard Bernstein (mentre Porgy and Bess di Gershwin, parimenti proposta anni fa e in ottima edizione, si classifica come opera nera), è stato il direttore artistico Paolo Pinamonti, cui è andato anche il compito di presentare la numerosissima compagnia di recitazione e canto, oltre che gli artefici dell'allestimento. Quanto alla trama, My Fair Lady racconta la storia del cinico professore di fonetica Henry Higgins, pronto a scommettere con un suo amico, il colonnello Pickering, che sarebbe riuscito a trasformare una fioraia rozza e incolta, Eliza Doolittle, in una raffinata donna dell’alta società. Higgings vincerà la scommessa e scoprirà di provare anche lui dei sentimenti.

Quindi, nella conferenza moderata in parte dal regista Curran e in parte dall'attrice Veronica Maya, la parola al direttore d'orchestra Donato Renzetti che, alla nostra richiesta di esprimere un sintetico giudizio su My Fair Lady, ha risposto: «È semplicemente un lavoro immortale. Sono cresciuto ascoltandone la musica e, da giovanissimo, ero persino innamorato della Hepburn». Rivolgendosi invece alla sala, ha tenuto a precisare l'importanza, per un teatro lirico e per un direttore, di operare scelte musicali prive di confini. «È un segnale importante per un palcoscenico storico così come per un direttore (non credo agli specialisti ma alla capacità di far tutto) aprire le porte anche al musical. La musica - sottolinea il maestro abruzzese - è totale. C'è musica bella, leggera, e classica brutta, o viceversa, con capolavori in ogni genere. Io stesso, in passato, ho già diretto musical come Kiss Me, Kate di Cole Porter e Cats di Andrew Lloyd Webber. Qui, piuttosto, c'è bisogno di cantanti non solo bravissimi ma in grado di sapersi muovere, e non certo di soprani da duecento chili».

Ispirato al Pigmalione di George Bernard Shaw, la storia del professor Higgins, che per scommessa riesce a trasformare in una signora dell’alta società l’incolta fioraia Eliza Doolittle, fu scritta nel 1956 da Alan Jay Lerner su musiche di Frederick Loewe. E fu subito un trionfo: il 15 marzo dello stesso anno My Fair Lady debutta a New York al Mark Hellinger Theatre dove sarà rappresentato per ben 2.700 volte e nel 1958, messo in scena a Londra, le repliche furono 2.281. Il successo si deve proprio alla solida struttura drammaturgica su cui poggia (Shaw per il suo Pigmalione si ispira a sua volta al raffinato racconto delle Metamorfosi di Ovidio), all’elegante gioco tra reale e onirico, alla varietà di personaggi e caratteri che affollano la scena, dal padre scansafatiche e alcolizzato della protagonista, alla madre-complice di Higgins, al sornione Colonnello Pickering, ai magnifici quadri di una società colorita e brulicante accanto all’aristocrazia inglese ingessata e pettegola. «My Fair Lady è uno dei musical più belli e conosciuti in assoluto - ha aggiunto il regista Paul Curran - per le sue scene spettacolari, per l’ironia, per la bellezza della vicenda che racconta. Ma è anche la storia di un ritratto e di un riscatto sociale. Pensando al gioco sul nome, ossia alla possibilità di tradurre il titolo sia come "mia bella signora" ma, anche, alludendo ad una zona ricca di Londra, il testo è una riflessione sul sacrificio e sulla possibilità di una donna di ritrovare una dignità esistenziale cui tutti hanno diritto. E questo mi sembra un aspetto di assoluta contemporaneità. Infatti nella mia regia non ho voluto stravolgere nulla rispetto all’originale, né tempo, né luogo, trattandosi di una storia senza tempo. Una storia umana che si può ripetere all’infinito». Interamente "made in London" inoltre il cast. Sempre Curran ha infatti aggiunto: «Abbiamo ricevuto circa 2400 richieste di audizioni dalle quali abbiamo poi selezionato 300 artisti per il provino. I cantanti sono anche ballerini e attori, tutti artisti straordinari che provengono prevalentemente dal Teatro Nazionale di Londra e della Royal Shakespeare Company». Quindi l'invito alla protagonista Sullivan - dettasi felicissima di esordire in un teatro così importante come il San Carlo e in un ruolo da lei sognato fin dall'infanzia, ruolo che Curran ha per impegno paragonato alla Brunhilde del Crepuscolo wagneriano - accanto a quattro suoi compagni di scena per far sentire nell'occasione un piccolo estratto (Wouldn't It Be Loverly) che riportiamo a seguire con l'accompagnamento del solo pianoforte, quindi nell'originale versione filmica di Cukor con la Hepburn:

Al margine: doppio appuntamento il 13 febbraio, giornata annunciata come "esplosiva" tra il flash mob da piazza del Plebiscito la mattina (ore 11.30) e, la sera (ore 22.30, nel Salone degli Specchi), un gran ballo in maschera per festeggiare il Carnevale sul tema del musical in programma, occasione al contempo per un progetto di fundraising il cui ricavato (ingresso spettacolo + party 100 euro) consentirà di restaurare e acquistare le sedie da collocare nei palchi di III-VI fila della Sala Storica. Il totale delle sedie/sgabelli conta 550 unità e ogni sedia ha un costo di 300 euro. Tra i benefit dedicati ai mecenati, la Fondazione realizzerà una targhetta nominativa da apporre sullo schienale delle sedute, consentendo ai Donors "di entrare a far parte della storia del Lirico più antico d’Europa". Inoltre, note sono le agevolazioni fiscali proposte dell’Art Bonus alle Fondazioni lirico-sinfoniche che consentono uno sgravio fiscale del 65 per cento delle erogazioni liberali, come previsto a seguito dell'approvazione della L. n.208/2015 (legge di stabilità 2016). Infine, prova generale (domenica 4 alle ore 17) dedicata ai bambini della Sanità, nell'ambito delle iniziative del San Carlo per il Sociale. Grazie all'azione di sostegno del parroco don Antonio Loffredo e alla volontà della sovrintendente Purchia, parte dell’incasso della prova generale aperta al pubblico sarà infatti devoluta in favore del Progetto Orchestra dei Giovani del Rione Sanità.

Dieci in sette giorni le recite e, con non trascurabile impegno dell'Orchestra, due date a doppio spettacolo.

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

Lerner & Loewe’s

MY FAIR LADY

Libretto e testi di Alan Jay Lerner

Musica di Frederick Loewe

Adattamento dalla commedia di G. B. Shaw

E dal film di Gabriel Pascal “Pygmalion”

Nuova Produzione del Teatro di San Carlo

In coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo

Direttori Donato Renzetti – Maurizio Agostini (9-10-14 febbraio)

Regia Paul Curran

Scene Gary McCann

Costumi Giusi Giustino

Coreografie Kyle Lang

Luci David Martin Jacques

Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo

Interpreti

Eliza Doolittle, Nancy Sullivan

Mr. Henry Higgins, Robert Hands

Alfred P. Doolittle, Martyn Ellis

Colonnelo Pickering, John Conroy

Freddy Eynsford-Hill, Dominic Tighe

Mrs. Eynsford-Hill, Gillian Bevan

Mrs. Pearce, Rachel Izen

Mrs. Higgins, Julie Legrand

Harry, Lee Orsmby

Jamie, Harry Morrison

Ensemble, Helen Colby, Jenna Boyd, Lauren Ingram, Olivia Holland-Rose, Matt Harrop, Liam Wrate, Nicholas Duncan, Michael Cotton

Martedì 06 Febbraio 2018, ore 20

Mercoledì 07 Febbraio 2018, ore 20

Giovedì 08 Febbraio 2018, ore 18

Venerdì 09 Febbraio 2018, (doppio spettacolo) ore 17 // ore 21

Sabato 10 Febbraio 2018, (doppio spettacolo) ore 17 // ore 21

Domenica 11 Febbraio 2018, ore 17

Martedì 13 Febbraio 2018, ore 20

Mercoledì 14 Febbraio 2018, ore 18

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