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Paola De Simone

Un'elegia d'incanto, di rara dolcezza lirica e perfezione poetica che nell'anno 1896, dunque a un passo dal secolo Ventesimo, lasciava per sempre dietro di sé le grandi figure storiche o d'invenzione del melodramma italiano ottocentesco per avvicinarsi, piuttosto, al cuore della gente comune raccontandone l'Amore per piccoli dettagli, fra tenerezze e abbandoni, nostalgie e ricordi, fra la gioia di un'aurora e il dolore di un tramonto. Un Amore fatto di illusioni e invenzioni romantiche ma affine al vero, bohèmien, quanto dalla modernità assoluta per l'impiego di una logica drammaturgico-musicale affidata a una molteplicità di frammenti o rimandi e ad uno sguardo coraggioso nello svelare l'effimero della giovinezza oltre che, in senso lato, dell'umana esistenza. Tecnicamente facendo tesoro della genialità formale dell'ultima scrittura verdiana del Falstaff al pari di una riformulazione della rete motivica wagneriana e dell'ineffabile impresso attraverso le gelide creature del Pelléas debussyano. Ed è forse proprio nella nuova attenzione per la nascita e la morte di un sentimento naturalmente semplice ma straordinariamente possente - scolpito in musica dalla trenodia finale di Mimì "Sono andati?" ripresa "con tutta forza" nella straziante chiusa dall'intera e sola orchestra - il segreto dell'imperituro successo della Bohème di Giacomo Puccini, dal suo esordio torinese del 1° febbraio 1896 e ancor più da quello napoletano (a poche settimane, il 15 marzo) ad oggi opera fra le più amate e cantate al mondo, di nuovo al Teatro San Carlo a partire da stasera, giovedì 11 gennaio alle ore 20, per cinque sere (e sei spettacoli, con doppia recita sabato 13) nel tradizionale allestimento creato nel 2015 da Mario Pontiggia con le scene e i costumi di Francesco Zito per il Massimo di Palermo (nella foto sotto).

L'Orchestra, il Coro e il Coro di Voci Bianche della Fondazione saranno diretti, così come nella penultima edizione del luglio 2015, da Stefano Ranzani.

Alta intanto da sempre, c'è da dire, la tradizione del capolavoro pucciniano al San Carlo che, a poche settimane dal debutto assoluto, sancì con il Rodolfo del mitico Fernando De Lucia il primo, vero trionfo del capolavoro in quattro quadri su libretto di Illica e Giacosa ispirato al romanzo di Murger trasformando in gaia fioraia tanto la prostituta del romanzo quanto la fragile donna del lavoro teatrale di Théodore Barrier: ad oggi, oltre 60 gli allestimenti e, con le prossime recite in locandina, 590 gli spettacoli fra i quali, nel 1964, si ricorda il debutto di Luciano Pavarotti nel ruolo di Rodolfo oltre che, nel 1967, di Ruggero Raimondi per Colline. Intere, poi, le generazioni di ugole d'oro con le Mimì di Elisa Petri (1896) e Angelica Pandolfini (1897 e 1901) accanto a De Lucia, Gilda dalla Rizza (1915) con Tito Schipa, Mafalda Favero e Licia Albanese negli anni Trenta, Magda Olivero e la grande Pina Esca negli anni Quaranta, la divina Tebaldi e Marcella Pobbe nei Cinquanta; poi, Maria Chiara nel 1967, Renata Scotto nel 1969, Adriana Maliponte negli anni Settanta e, in tempi a noi più vicini, l'indimenticabile Daniela Dessì (1985), Maria Dragoni in alternanza con Barbara Frittoli (nel 1992, nella regia di Kuhn citata a seguire), Angela Gheorghiu (2000), Maria José Siri (nel 2012, con la Musetta di Eleonora Buratto) e fino alle recenti Erika Grimaldi (2015) e Irina Lungu (2016). La produzione in scena sarà pertanto al riparo da sorprese (non dimentichiamoci il contestato allestimento sancarliano firmato venticinque anni fa dal direttore d'orchestra Gustav Kuhn, per una singolare scelta sul podio e regista al contempo, con la Mimì morta per overdose) e dunque stavolta con primo piano sul cast e riflettori puntati sul soprano lirico puro Eleonora Buratto (sopra, nella foto sopra di Francesco Squeglia e in apertura) che, recentemente apprezzatissima sulle scene napoletane per Liù e una Micaëla fiore all'occhiello della Carmen di Finzi Pasca, ha scelto il San Carlo per il suo debutto italiano nel ruolo della protagonista dopo l'applaudito esordio nel 2016 al Liceu di Barcellona, quindi all’Opernhaus Zürich e alla Dutch National Opera di Amsterdam (nei video pubblicati su YouTube, Eleonora Buratto accanto al Rodolfo di Saimir Pirgu, interpreta "Sì, mi chiamano Mimì" e, a seguire, "Sono andati?").

La sua Mimì? "È il ruolo sognato - come Eleonora Buratto ha dichiarato nell'intervista esclusiva rilasciatami per Connessi all'Opera - mentre cantava Musetta". Incarnazione stessa "della bohème", emblema della "morte delle illusioni e della giovinezza". Il soprano mantovano canterà stasera e nelle repliche del 13 e 14 gennaio alternandosi con il soprano rumeno Elena Mosuc. Rodolfo sarà quindi interpretato da Jean-François Borras e da Massimiliano Pisapia, il ruolo di Marcello è affidato all'ottimo baritono Mario Cassi e a Vincenzo Nizzardo mentre Musetta avrà la voce di Francesca Dotto e di Gladys Rossi. Completano il cast Leon Kim e Alessio Verna (Schaunard), Fabrizio Beggi e Laurence Meikle (Colline), Matteo Ferrara (Benoît / Alcindoro) e Stefano Pisani (Parpignol). Quanto alla modernità di Bohème e del suo autore ricordiamo che Giacomo Puccini (Lucca, 1858 - Bruxelles, 1924) fu l'ultimo esponente di una famiglia di musicisti attivi da cinque generazioni, compositore dalla sensibilità raffinata ed efficace interprete degli ideali piccolo-borghesi propri della cultura fra Otto e Novecento, quindi la maggiore firma della lirica italiana dopo la lunga era segnata dal successo incontrastato del grande Giuseppe Verdi. Al pari dei suoi contemporanei, generalmente accomunati per stile ed intenti d’impronta verista nel gruppo della Giovane Scuola, Puccini non si lanciò in imprese rivoluzionarie per lessico o per stile ma seppe adeguare perfettamente alla crepuscolare sensibilità del tempo, con il particolare intuito nell’equilibrio fra le cose musicali e le cose poetico-teatrali che fra tanti lo contraddistinse, scrittura e formule melodrammatiche. Dunque, arie dalle brevi strutture binarie, reiterazioni di agili incisi, particolare attenzione per i segni dinamici e di espressione, scrittura armonica sottilmente sperimentale nell’allentamento dei centri tonali e nell’impiego di toni interi o accordi paralleli. Fra i dodici titoli composti in quarant’anni, dal 1884 (Le Villi) al 1924 (Turandot), dimostrò grande varietà di scelte tematiche entro una costante struttura drammatica ad arco (primo atto/incontro fra i due amanti suggellato dal duetto; secondo atto/svolta e colpo di scena; terzo atto, il più breve, rapido scioglimento con lamento finale del protagonista) intorno al perno di “amore e morte”, reso emblematico nel sacrificio delle creature femminili, fragili e sensuali ad un tempo. Al periodo della formazione riconducono Le Villi (Milano, Teatro Dal Verme) del suo debutto in qualità di autore d’opera, Edgar (1889, Scala di Milano), sul modello della Carmen di Bizet, Manon Lescaut che, in scena al Regio di Torino nell’anno del Falstaff verdiano, segnala al mondo un nuovo, grande compositore nella storia del melodramma italiano. Si passa così nel 1896 alla Bohème, svolta e perno centrale del suo cammino artistico: d’ispirazione scapigliata e dunque opera pseudo-naturalista che, contro la critica italiana capeggiata da un Torrefranca sostenitore del sinfonismo puro e degli esponenti della generazione dell’Ottanta, dunque stroncato e considerato buon operista più che vero musicista perché "troppo sentimentale e popolare”, fu invece particolarmente apprezzata dal padre della dodecafonia Schönberg proprio per l’originalità e la modernità delle soluzioni strutturali ed armoniche. Comprese quelle celebri quinte vuote [Puccini-Quinten ebbe a definirle] in parallelo ai fiocchi di neve in apertura del terzo quadro, la Barriera d'Enfer.

Sarebbero poi nate Tosca (1900) e, nel 1904, Madama Butterfly. Infine, alla fase di ricerca di nuovi soggetti, stili ed espressioni, riconducono gli ultimi, ancor più moderni lavori: La fanciulla del West con la quale l'attuale stagione lirica del San Carlo ha voluto inaugurare il cartellone, la commedia lirica La rondine, il Trittico (Tabarro, Suor Angelica, Gianni Schicchi) e l’incompiuta Turandot.

Al termine due curiosità: Puccini avrebbe desiderato per il debutto della Bohème il palcoscenico di Roma o proprio quello di Napoli mentre, il soggetto degli studenti bohèmiens, così come suggerirebbe il tema gioviale affidato in apertura a Marcello composto nei primi anni Ottanta, si legherebbe senz'altro alla personale esperienza del periodo di formazione presso il Conservatorio "Giuseppe Verdi". Ossia, quando condivideva con un parimenti giovanissimo Mascagni appunto a Milano una modesta stanzetta, ironia del caso, al vicolo San Carlo.

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

Giovedì 11 Gennaio 2018, ore 20

Venerdì 12 Gennaio 2018, ore 18

Sabato 13 Gennaio 2018 ore 17 e ore 21

Domenica 14 Gennaio 2018, ore 17

Martedì 16 Gennaio 2018, ore 20

LA BOHÈME

Opera in quattro quadri

Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica

dal romanzo di Henri Murger Scènes de la vie de bohème

Direttore | Stefano Ranzani

Regia | Mario Pontiggia

Scene e Costumi | Francesco Zito

Luci | Bruno Ciulli

Interpreti

Mimì, Eleonora Buratto (11 gennaio, 13 gennaio ore 17.00 e 14 gennaio) / Elena Mosuc (12 gennaio, 13 gennaio ore 21.00 e 16 gennaio)

Rodolfo, Jean-François Borras (11 gennaio, 13 gennaio ore 17.00, 14 gennaio e 16 gennaio) / Massimiliano Pisapia (12 gennaio e 13 gennaio ore 21.00)

Musetta, Francesca Dotto (11 gennaio, 13 gennaio ore 17.00, 14 gennaio e 16 gennaio) / Gladys Rossi (12 gennaio e 13 gennaio ore 21.00)

Marcello, Mario Cassi (11 gennaio, 13 gennaio ore 17.00, 14 gennaio e 16 gennaio) / Vincenzo

Nizzardo (12 gennaio e 13 gennaio ore 21.00)

Schaunard, Leon Kim (11 gennaio, 13 gennaio ore 17.00, 14 gennaio e 16 gennaio) / Alessio Verna (12 gennaio e 13 gennaio ore 21.00)

Colline, Fabrizio Beggi (11 gennaio, 12 gennaio, 13 gennaio ore 17.00, 14 gennaio e 16 gennaio) / Laurence Meikle (13 gennaio ore 21.00)

Benoît / Alcindoro, Matteo Ferrara

Parpignol, Stefano Pisani

Allestimento del Teatro Massimo di Palermo

Orchestra, Coro e Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo

Stagione Educational

venerdì 12 gennaio 2018 ore 11

martedì 16 gennaio 2018 ore 11

La bohème

(selezione)

Musica di Giacomo Puccini

Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica

Direttore | Maurizio Agostini

Regia | Mario Pontiggia

Scene e Costumi | Francesco Zito

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo

Interpreti

Mimì, Benedetta Torre

Rodolfo, Massimiliano Pisapia

Musetta, Gladys Rossi

Marcello, Vincenzo Nizzardo

Schaunard, Alessio Verna

Colline Laurence Meikle

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