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  • Paola De Simone

Una sfida a colpi di musica: oltre gli stili, oltre il tempo. Una sfida in bilico fra collisione e amalgama che difatti, miscelando nelle sonorità di un unico organico bifronte musica medievale, jazz, tradizioni arabe, contaminazioni folk del nord Europa e il rock/funk, s'intitola "Kronomakia".

A scendere in campo stavolta sul palcoscenico del Teatro Sannazaro fra le innovative contaminazioni proposte nel cartellone dell'Associazione Alessandro Scarlatti su disegno del direttore artistico Tommaso Rossi, dunque dopo il bel successo inaugurale della violinista iper classico-romantica Isabelle Faust accanto al barocco Giardino Armonico, proseguite con la Mullova in chiave brasiliana e con l'antico serpentone portato da Michel Godard fino ai nostri giorni, è il medievale Ensemble Micrologus che, domani giovedì 21 dicembre (ore 20.30), s'incontrerà per fondersi con il Rote Jazz Fraktion, capitanato da Daniele Sepe.

"Kronomakia" rappresenta infatti una battaglia contro il tempo, combattuta però pacificamente, con le armi dei rispettivi strumenti. Ossia, una sorta di rotta di collisione fra passato, tradizione e modernità per una nuova lettura della musica medievale pronta a comprendere, sul filo comune delle suggestive sonorità del Mediterraneo ma con impatto dirompente, le forme di linguaggi e stili differenti quali il rock e il jazz. A Daniele Sepe (sax e ai flauti) il compito di coordinatore e supervisore all'interno di una formazione allargata che a lui si affianca da tempo, la Rote Jazz Fraktion, nell'occasione divisa tra la voce di Emilia Zamuner, Alessandro Morlando alle chitarre, Tommy De Paola al pianoforte e tastiere, Davide Afzal al basso, Paolo Forlini alla batteria. Quindi, dinanzi e accanto, l'Ensemble Micrologus, gruppo d'eccellenza per la musica medievale.

Quale l'itinerario d'ascolto possibile attraverso una tale sfida?

In programma - così come da progetto discografico ideato da uno degli artefici di questa opera davvero inconsueta, Adolfo Broegg (liutista e fondatore dei Micrologus), mancato nel 2006 poche settimane dopo la registrazione dei brani confluiti nel CD omonimo (nell'immagine centrale) - ci saranno brani antichi tratti dai Carmina Burana, dalle Cantigas de Santa Maria e dal Libre Vermell de Monserrat, più vere e proprie rarità come Gran Miragre o un Saltarello del Trecento conservato in un manoscritto della British Library di Londra. "L’accostamento di strumenti moderni ai loro progenitori medievali, la chitarra elettrica all’oud, la tromba alla buccina non toglierà - assicurano - organicità alle composizioni, ma offrità un suono del tutto nuovo e interessante". Garanzia e merito, soprattutto, la qualità degli arrangiamenti e l’amalgama che due ensemble così diversi tra loro riescono a creare entro la scelta di un repertorio condiviso per genesi e vocazione, tratto colto e popolare, virtuosismo vocale e approfondimento strumentale, afflato religioso e sguardo profano.

Biglietti: platea e palco I° fila € 18; palco II°e III° fila € 13; ridotto giovani ( under 30) €13; last minute € 5 (under 25) in vendita un’ora prima del concerto.

Per informazioni: www.associazionescarlatti.it; info@associazionescarlatti.it

Infoline . 081 406011

Programma

KRONOMACHIA – La battaglia del Tempo

Anonimo (XIV secolo)

Saltarello

Alfonso X “el Sabio”

Que poral non deves om, dalle Cantigas de Santa Maria

Anonimo (XIII secolo)

Vite perdite, dai Carmina Burana

Vite perdite, dai Carmina Burana (arr. Daniele Sepe)

Alfonso X “el Sabio” (XIII secolo)

Suite galiziana, dalle Cantigas de Santa Maria

Suite galiziana, dalle Cantigas de Santa Maria (arr. Daniele Sepe)

Anonimo (XIII secolo)

Vinum bonum, dai Carmina Burana

Anonimo (XIV secolo)

La Manfredina

La Rotta

Anonimo (XIII secolo)

Tempus transit gelidum, dai Carmina Burana

Anonimo (XIV secolo)

Stella splendens, dal Llibre Vermell de Montserrat

Alfonso X “el Sabio” (XIII secolo)

Madre de Deus, dalle Cantigas de Santa Maria

Vivimus

Lignun Norvegiae

Ensemble Micrologus

Patrizia Bovi canto, arpa gotica, castagnette, buccina

Goffredo Degli Esposti flauto traverso, flauto doppio, zufolo e tamburo, cornamusa/electronic bagpipe, cennamella

Gabriele Russo nickelharpa, viella, cornamusa, buccina

Simone Sorini canto, citola

Enea Sorini canto, salterio a percussione, tamburello, darbukka, bendir, riqq

Peppe Frana oud (liuto arabo)

Rote Jazz Fraktion

Daniele Sepe sax e flauti

Emilia Zamuner voce

Alessandro Morlando chitarre

Tommy De Paola pianoforte e tastiere

Davide Afzal basso

Paolo Forlini batteria

ENSEMBLE MICROLOGUS

I musicisti dell’ Ensemble Micrologus sono stati tra i primi a contribuire alla riscoperta della musica medievale e dello spirito con cui fare questa musica oggi. Infatti, attraverso la ricerca e lo studio delle fonti dirette ed indirette è oggi possibile basare l’interpretazione della musica medievale su verosimili ipotesi di prassi esecutiva ed in generale di estetica musicale. La ricerca delle fonti, le indagini storiche, paleografiche, organologiche ed iconografiche (che hanno permesso, in certi casi, di ricostruire strumenti musicali unici), lo studio e la comparazione dell’etnomusicologia sono alla base del lavoro dell’ Ensemble Micrologus. Bisogna ricordare che proprio le ricerche etnomusicologiche hanno contribuito a rilanciare l’interpretazione della musica medievale, sia per quanto riguarda la riscoperta di particolari tecniche esecutive, vocali e strumentali, sia per chiarire problematiche d’intonazione nella modalità e nella polifonia: è infatti opinione, da più parti condivisa, che le culture musicali di tradizione orale conservino caratteristiche molto arcaiche assimilabili in linea di principio ad alcuni aspetti della musica antica ed in particolare di quella medioevale. Inoltre, ritenendo fondamentale le ricostruzione della funzione della musica medievale, sia per chi esegue che per chi ascolta (all’epoca non esisteva il “concerto” vero e proprio), tutti i musicisti del Micrologus hanno partecipato alle varie Feste Medievali, prima fra tutte quella del Calendimaggio di Assisi , in cui l’evento musicale è oggi ricollocato nel proprio spazio sonoro e temporale: la chiesa (ovverosia la preghiera e la solennità), la corte (con il canto epico, la lirica d’amore e il ballo), la piazza ( con la festa e il ballo), la strada (con il corteo e la processione religiosa). Nel 1984, dopo aver fatto musica per alcuni anni alla festa medievale del Calendimaggio di Assisi, Patrizia Bovi, Goffredo Degli Esposti e Gabriele Russo, insieme ad Adolfo Broegg (1961-2006), decidono di fondare l’ Ensemble Micrologus; così insieme realizzano nel corso degli anni oltre 30 diversi spettacoli, alcuni anche in forma teatrale, portandoli in concerto, non solo in Italia, ma anche in tutto il mondo. Al tempo stesso partecipano alle attività del Laboratorio Arte Musica e Spettacolo di Assisi nel quale seguono i corsi e i seminari che li hanno portati alla realizzazione di vari Drammi sacri e Sacre rappresentazioni medievali. Sempre negli anni ’80 hanno seguito le attività del Centro Studi Ars Nova di Certaldo in cui hanno avuto l’opportunità di conoscere e confrontarsi con le idee dei più prestigiosi professori italiani e stranieri. L’Ensemble Micrologus, utilizza fedeli ricostruzioni degli strumenti d’epoca (sempre collaborando direttamente con i vari liutai specializzati) e, nelle esecuzioni in forma di spettacolo teatrale, costumi ed elementi scenografici; ogni anno presenta al pubblico uno o due nuovi spettacoli tematici, alternando musica sacra e profana (dal XII al XV secolo), oltre alle realizzazioni su commissione per i vari Festival europei. In alcuni casi si avvale della preziosa collaborazione di eminenti studiosi, come la collaborazione col Prof. Dinko Fabris (Dipartimento di Musica antica – Conservatorio di Bari) per la collana discografica “I Tesori di Napoli”, e con i ricercatori del Centre de la Voix dell’Abbaye de Rouyamont. Nel 2002 ha avuto l’opportunità di registrare le musiche del Libre Vermell de Montserrat direttamente, primo gruppo nella storia, nell’antico monastero di Montserrat in Catalogna.

In collaborazione con l’Abbaye de Rouyamont (dove è stato in residenza nel 2002-2003) ha messo in scena l’opera “Li Gieus de Robin et de Marion” (fine XIII sec.), con la regia di Jean François Dusigne, con cui è stato in tour in Francia e altri paesi europei.

Per il Febbraio 2003 ha prodotto, su commissione de La Citè de la Musique di Parigi, “Nostra Donna”, un nuovo spettacolo multimediale sulle “Cantigas de Santa Maria” con la regia di Toni Casalonga..

Invitato dal Flanders Festival-Antwerpen come “Ensemble in residenza” per Laus Polyphoniae 2004 si è esibito con la nuova produzione “Festa Fiorentina…per contar di frottole” e con un nuovo programma su Zachara da Teramo, preparato in collaborazione col Prof. Francesco Zimei, di cui è stata effetuata una registrazione discografica. Dal 2007 al 2009 è stato in tour con la compagnia belga di Toneelhuis, con lo spettacolo di teatro-danza “Myth”, del coreografo Sidi Larbi Cherkaoui. Nel 2009, con il Libro-CD “Aragòn en Nàpoles” riceve il premio Biggest Surprise dal Boston Globe, nella lista top classical albums dell’anno. Da dicembre 2009 ha iniziato la sua attività didattica a Spello presso il Centro Studi Europeo di Musica Medievale “Adolfo Broegg”, dove vi è la mostra permanente di “Liuti e strumenti a corde dal Medioevo ai nostri giorni”. Da alcuni anni l’Ensemble Micrologus tiene corsi e stage sull’interpretazione della musica medievale in collaborazione con, tra gli altri: il Festival di Urbino, La Citè de la musique (Parigi), l’Abbaye de Rouyamont, Il Festival di Jaroslaw (Polonia).

Micrologus ha registrato 25 CD, ed è stato premiato con il “Diapason d’Or de l’Année” in Francia, nel 1996, per il CD “Landini e la musica fiorentina”, nel 1999, per il CD “Alla napolitana” e un “The Best of 2000 Award” di Goldberg per il CD “Cantico della terra”. Numerose solo le registrazioni radiotelevisive per : RAI 1, RAI 2, Radio 3, Radio France Culture, Radio France-Musique, ORF Vienna, Radio Suisse, Asahi Television di Osaka.

Tra gli ultimi appuntamenti segnaliamo la partecipazione al Festival OudeMuziek di Utrecht in agosto 2016, due concerti per il Festival Pergolesi Spontini a Jesi in settembre ed il concerto per il Festival di Vanves (Parigi) in novembre.

La registrazione di uno fra il loro ultimi programmi ideati, “Carnivalesque”, ha ricevuto il Diapason d’Or nel mese di novembre 2014.

DANIELE SEPE

Daniele Sepe è la napoletanità che si fonde con il jazz, il funk, le melodie mediterranee, il rock, il rap, in una contaminazione continua dove la vivacità e la forza dei suoni si accompagna ad una sentita critica sociale che non disdegna anche il gioco dell’ironia. La carriera artistica del poliedrico artista napoletano parte nella seconda metà degli anni ’70 con il gruppo operaio di Pomigliano d’Arco “’E Zezi” insieme al quale incide e suona per alcuni anni. Nel frattempo gli studi di flauto si concludono con un diploma al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli; ma il vero amore è il sassofono. La sua corrosiva forza entra in contatto con gruppi della new wave partenopea: in questo periodo riesce ad autoprodursi il primo album “Malamusica” che ottiene un buon riscontro dalla critica, così come i seguenti “L’uscita dei gladiatori” e “Play standards and more”.E’ grazie a Ninni De Pascale della PoloSud records che Daniele Sepe ottiene il suo primo contratto discografico sancito dal disco “Vite Perdite”. Forse inaspettato quanto meritato, il lavoro riceve un unanime consenso di critica e pubblico tanto che alcuni registi cinematografici (Martone, “L’amore molesto”, Ferrario, “Figli d’Annibale”, Battiato, “Cronache di un amore violato” e numerosi altri) lo scelgono per le proprie pellicole. Dopo queste impegnative quanto prestigiose fatiche Sepe incide dapprima “Spiritus Mundi” e poi il suo primo album per Il Manifesto “Trasmigrazioni”. I primi premi arrivano con “Lavorare stanca”, libro-cd che riceve tra l’altro il premio Tenco come miglior album in dialetto e la nomination al Premio Italiano della Musica. Verso la fine degli anni ’90 è invitato in prestigiosi festival europei come il” Womad” Bruxelles, “Les Allumees” di Nantes, “Beethoven Kunstnhalle” di Berlino. Non è quindi un caso che grazie a “Conosci Victor Jara” entra nelle classifiche indies italiane. Nel 2000 pubblica “Truffe & Other Sturiellett” a cui segue la messa in scena al Teatro Argentina dei “Dieci comandamenti” di Raffaele Viviani, realizzato insieme a Mario Martone.Le 20.000 copie vendute del successivo “Jurnateri” rappresentano una gran bella soddisfazione per Sepe, che ritorna di nuovo a collaborare con il cinema nei film di Gabriele Salvatores “Amnésia” e “Casa di frontiera” di Massimo Costa.Nel 2002 sempre per Il Manifesto pubblica “Anime Candide” (canzoni d’ amore e di guerra), che vende oltre 20.000 copie e, sul finire del 2004, “Nia Maro”, che registra il medesimo successo.Nel 2006, Sepe affronta a suo modo gli anni Settanta, politicamente e musicalmente, con “Suonarne uno per educarne cento”: dissacrante come nessun altro lavoro del musicista, ottiene grandi recensioni dalla stampa e ottime soddisfazioni di vendita.Nel 2010 esce “Fessbuk”,, , quattordici brani nati per buona parte dallo scambio di opinioni tra Daniele e i suoi amici e fan che per mesi hanno animato la “bacheca” del celebre social network. Brani che, come sempre, fotografano efficacemente l’Italia di oggi, attraverso la l’ironica celebrazione di vizi (tanti) e virtù, in una carrellata di personaggi e temi che faranno ridere, riflettere, discutere, in cui nessuno viene risparmiato. Tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 i mette a segno una prestigiosa collaborazionei con il grande regista statunitense Terry Gilliam (Brazil, L’esercito delle 12 scimmie, Paura e delirio a Las Vegas, Parnassus – solo per citarne alcuni), che rimane colpito dalla sua musica, e gli chiede di scriverne per il proprio cortometraggio” The Wholly Family”, ambientato e girato a Napoli. “Canzoniere Illustrato” segna una nuova tappa nella carriera di questo musicista. E’ in realtà molto di più di un semplice album: è un volume di grosse dimensioni (ben 106 pagine) contenente12 fumetti per 12 canzoni. Fumetti realizzati da geniali maestri del colore (Mauro Biani, Squaz, Kanjano, Akab, Kranti, Rosaria Cefalo, Shaone, Fulvio Cozza, Giuseppe Guida, Antonino Iuorio, Marcella Brancaforte, Tony Afeltra, Enzo Troiano, Giuseppe Guida, Luigi De Michele) ed arricchito da una splendida copertina del grande Altan. La musica prevede un menù internazionale di canzoni provenienti da tutto il mondo e dal folklore italiano orchestrati nei più diversi stili, con la partecipazione delle bellissime voci di Floriana Cangiano, Ginevra DI Marco, Flori N Barbu, Mazouk Mejri, Josè Seves, Robero Argentino Lagoa e Brunella Selo oltre ad una nutritissima schiera di musicisti da tutto il mondo. “A note spiegate” è il suo venticinquesimo disco, cui seguono i due capitoli della Saga di Capitan Capitone: “I fratelli della costa” e “ I parenti della sposa”. A distanza di più vent'anni da "Vite Perdite", l'album che fotografò la Napoli musicale dell'inizio degli anni novanta, Sepe prova a scattare una nuova istantanea su Napoli, riunendo in ognuno dei due dischi una ottantina di musicisti provenienti da gruppi napoletani. Nel 2016/2017 il pianista Stefano Bollani lo invita a collaborare al suo nuovo progetto “Napoli Trip” ( cd e tournèe in Italia e all’estero) incentrato sull’universo musicale napoletano, attraverso composizioni e improvvisazioni ispirate al repertorio di una delle città musicalmente più significative del mondo.

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