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  • Paola De Simone

«Un Pulcinella senza maschera, non più marionetta buffa e goffa, bensì un uomo che cerca e che ritrova il suo grande amore». È il Pulcinella di Stravinskij in prima assoluta e in formula inedita secondo il coreografo napoletano Francesco Nappa (nella foto a seguire), stasera sabato 18 novembre alle ore 20 e in replica domenica 19 alle ore 17 al Teatro San Carlo ad apice e a sigillo dell'Autunno Danza 2017. Lo spettacolo, firmato da Nappa anche per la regia, i costumi e le luci, si aprirà con il canto di "Era de maggio", presenterà oltre alla partitura originale per voci e trentatré strumenti inserti di musica elettronica e si avvarrà delle installazioni d'arte di Lello Esposito, dei suoi “segni”, come le ha definite l’artista che ha reinterpretato la maschera e il volto di Pulcinella così come quello di San Gennaro unendolo a un corno, emblema della coesistenza di sacro e profano, propriamente partenopea.

Intorno alla maschera e alle origini del titolo coreutico da intendersi fra gli emblemi dello straordinario incontro fra le Arti messo a segno a Parigi dai Ballets Russes c'è, innanzitutto, tanta Napoli. L’idea della composizione delle musiche tratte dal Pergolesi per il balletto firmato Massine-Picasso-Stravinskij, è vero, sarebbe stata messa a punto in un pomeriggio del marzo 1919 durante una passeggiata di Stravinskij e Diaghilev a Place de la Concorde. Dopo un’iniziale riluttanza, il musicista russo avrebbe deciso di prendere in considerazione la proposta di Diaghilev, alla quale finì con l’aderire con grande entusiasmo entrando con tale titolo, dopo il russismo fauve dei precedenti lavori parimenti sostenuti dall’eclettico committente (L’oiseau de feu, Petruška, Le Sacre du printemps e Les Noces), in una fase riconosciuta come neoclassica, sollecitata dalla consapevolezza dell’irreversibilità di uno stato di crisi riconducibile, al di là delle ulteriori sfumature assunte a seguire, ad un’unica idea centrale. Ossia, come dirà egli stesso nelle Expositions (1962), un’idea maturata alla luce di una “scoperta del passato”, di uno “sguardo all’indietro” e, soprattutto, di uno “sguardo allo specchio” prendendo coscienza del proprio stile. Secondo ulteriori ricordi (Chroniques de ma vie, 1935), però, e a ben guardare quel bozzetto originale di Picasso con luna piena sul Vesuvio fumante oggi conservato al Musée national Picasso-Paris e in recente esposizione al Museo di Capodimonte al seguito dell’imponente tela magico-circense sempre a firma dell’artista spagnolo ma per il balletto Parade di Satie, lo spunto risalirebbe ai giorni trascorsi da Stravinskij e dall'artista spagnolo a Napoli (nell'immagine, il bozzetto con l'iniziale cornice teatrale poi eliminata).

Innanzitutto a partire dal Teatro San Carlo dove, il 18 aprile 1917, furono ospitati in cartellone proprio Les Ballets Russes di Sergej Diaghilev con ben quattro titoli coreografici divisi tra Fokine e Massine (Les Sylphides che avevano rivelato al mondo musicale e coreutico il talento di un giovanissimo Stravinskij trascrittore di Chopin, L’uccello di fuoco di e con Igor Stravinskij esordiente nell’occasione sul podio del Lirico partenopeo, Las Meninas di Fauré e il balletto Soleil de minuit sulle musiche di Rimskij-Korsakov). E sempre al San Carlo, due giorni a seguire, in quella straordinaria primavera del 1917 e sempre sotto la direzione di Ernest Ansermet, sarebbe andata in scena, con remake non dissimile da quello che sarà poi il Pulcinella, un’ulteriore proposta per la danza ancora firmata da Massine, Le donne di buon umore, sulle musiche settecentesche di Domenico Scarlatti trascritte da Vincenzo Tommasini in una rielaborazione che, unitamente al Rossini rivisto da Respighi con la Boutique fantasque, costituirà infatti un importante precedente.

Di quei giorni napoletani trascorsi al fianco dell’amico Picasso, così come si evince dai successivi colloqui con il direttore d’orchestra e musicografo Robert Craft, Stravinskij avrebbe ricordato: "Si fece insieme delle gite a Napoli […] e là passammo alcune settimane in stretta compagnia. Entrambi fummo molto colpiti dalla Commedia dell’Arte, che vedemmo in un’affollatissima saletta che puzzava d’aglio. Pulcinella era uno zotico ubriacone i cui gesti, e probabilmente anche ogni sua parola se mi fosse riuscito di capirla, erano osceni. Il solo altro episodio che ricordi della nostra vacanza napoletana fu il nostro arresto una sera mentre stavamo orinando contro una parete della Galleria [Umberto I]. Chiesi al poliziotto di portarci sino al poco distante Teatro San Carlo, per trovare qualcuno che si facesse garante per noi. Il poliziotto acconsentì alla nostra richiesta. Poi, mentre tutti e tre ci si dirigeva verso il retropalco, udì qualcuno darci del 'maestro' e ci lasciò andare". E ancora, fra le altre impressioni partenopee, si citano gli spettacoli di marionette e le visite a un bordello nei pressi dell’Hotel Vittoria, le gite guidate a Pompei e ad Ercolano, le immagini impresse nelle gouaches della Scuola di Posillipo catturate fra bancarelle e piccole botteghe, le passeggiate fra i vicoli e le strade della città con quella Fontana Medina, oggi in piazza Municipio, che si ritroverà in un altro bozzetto, sempre per il Pulcinella. Dai materiali teatrali e musicali conservati alla Nazionale di Napoli, deriverebbero poi tanto la trama quanto i pentagrammi della rielaborazione novecentesca. L’idea di un balletto ispirata alla Commedia dell’arte? Era venuta in verità al coreografo Massine, anch’egli a Napoli in quei giorni, dopo aver assistito per strada alla pièce del più celebre Pulcinella di allora, Antonio Petito. A seguito di uno scambio di informazioni con l’attore si sarebbe dunque recato in alcune biblioteche pubbliche alla ricerca del testo di quella commedia, rinvenendo così un manoscritto seicentesco contenente diversi canovacci a soggetto, fra i quali “Li Quattro Polichinelli Simili”, dunque trasformato in “action dansante” e intitolato “I quattro Pulcinella”. Di qui la trama, ambientata in una strada di Napoli, fra case con balconi, un porto e il Golfo sullo sfondo: Coviello e Florindo corteggiano Rosetta e Prudenza, ma tutte le ragazze del paese sono innamorate di Pulcinella che, da parte sua, ama solo Pimpinella. Coviello e Florindo, gelosi, aggrediscono Pulcinella e, nel momento in cui pensano di averlo ucciso, si impossessano di costumi simili al suo presentandosi, così travestiti, alle fidanzate. Pulcinella però, astuto, si è fatto sostituire da Furbo, il suo doppio, che finge di cadere sotto i colpi dei nemici di Pulcinella. A questo punto, il vero Pulcinella si traveste da mago e resuscita il suo doppio. Quando i quattro ragazzi pensano di essersi liberati del rivale, vengono a prendersi le fidanzate e Pulcinella appare a combinare le nozze. Quanto a lui, sposa Pimpinella, con la benedizione di Furbo che, a sua volta, riprende le vesti del mago (nella foto di Luciano Romano: Carlo De Martino, Pulcinella, e Claudia D’Antonio, Pimpinella, provano sulla scultura di Lello Esposito).

In merito al nuovissimo Pulcinella di Francesco Nappa, il direttore della Compagnia di Balletto sancarliana, Giuseppe Picone, ha dichiarato: «Ho voluto fortemente che questo allestimento di Pulcinella fosse realizzato da interpreti e da artisti napoletani per raccontare la città di oggi, quella dove sono tornato di recente, e che ho trovato positivamente cambiata».

Nei ruoli principali danzano Carlo De Martino (Pulcinella), Claudia D’Antonio (Pimpinella), Salvatore Manzo (Furbo) e Alessandro Staiano (Capo banda). Le musiche di Stravinskij da Pergolesi (Adriano in Siria, Flaminio, Lo frate 'nnamorato, Sinfonia per violoncello e basso continuo più falsi pergolesiani da Domenico Gallo, Fortunato Chelleri, Parisotti) saranno eseguite dal vivo con l'Orchestra della Fondazione diretta da Maurizio Agostini. Voci soliste, il soprano Laura Cherici, il tenore Giulio Pelligra e il basso Lugi De Donato.

Al pubblico, infine, sarà riservata una special size di “Prima” e di “Terra Mia” di Carthusia, così rinnovando la speciale collaborazione fra il Teatro di San Carlo di Napoli e il prezioso laboratorio caprese che, nel 2013, per la stagione del nostro Lirico aveva creato il profumo "Prima". Dunque, per l'occasione, la più recente creazione ha scelto l'immagine di un Pulcinella di Lello Esposito (nell'immagine) in linea con i principi dello storico brand di Capri: dall'omaggio sincero all’unicità delle proprie origini, dal viaggio e creazione alla tradizione, evoluzione, sorpresa, passione e futuro. Il tutto ricercando spunti olfattivi che richiamano le tradizioni della terra di Partenope quali il caffè, la crema di nocciole, i fiori d’arancio, la vaniglia accanto a bergamotto, neroli e pepe rosa che invece evocano il vortice di emozioni opposte che la maschera napoletana per antonomasia, da sempre, rappresenta.

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Autunno Danza 2017

Sabato 18 novembre 2017 alle ore 20

Teatro di San Carlo - via San Carlo 98f, Napoli

Pulcinella

Balletto in un solo atto con canto

Musica di Igor Stravinskij

Coreografia, regia, costumi e luci: Francesco Nappa

Installazioni: Lello Esposito

Carlo De Martino, Pulcinella

Claudia D’Antonio, Pimpinella

Salvatore Manzo, Furbo

Alessandro Staiano, Capo banda

Direttore: Maurizio Agostini

Laura Cherici, soprano

Giulio Pelligra, tenore

Luigi De Donato, basso

Direttore del Corpo di Ballo: Giuseppe Picone

Orchestra e Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo

Nuovo allestimento del Teatro di San Carlo

Prima assoluta

Replica: domenica 19 novembre 2017 alle ore 17

Info e biglietteria: 0817972331 – 412

www.teatrosancarlo.it

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