Le Sinfonie per fiati di Gaetano Donizetti, Teodulo Mabellini e Joachim Raff per un Ottocento italiano non solo d'opera e in bel confronto con i paralleli pentagrammi d'Europa. È quanto proposto in ascolto domani, domenica 12 novembre alle ore 19 nella chiesa di S. Caterina da Siena per la Pietà de' Turchini da un importante ensemble italiano: i Fiati di Parma, fondati nel 1990 e da sempre diretti da Claudio Paradiso (nelle foto). In programma, un esempio d'Oltralpe e due partiture sinfoniche del nostro Romanticismo per fiati con un omaggio speciale in occasione dei duecento anni dalla nascita del compositore Mabellini, il più celebre allievo del Mercadante, autore di numerosi lavori strumentali, sacri e teatrali fra i quali la sua prima opera di successo, Rolla, così lodata dal Romani nell'anno 1840 sulle colonne della rivista La Fama: "[...] la musica del giovine compositore ha tutta la luce che si ammira nei più sublimi lavori del Mercadante: vi ha la filosofia che governa l’invenzione, vi ha la naturalezza delle melodie, l’arte di unire le voci, di distribuire le parti, di regolare i concenti; vi ha finalmente l’ordine, la chiarezza e lo studio nei pezzi concertati e nei grandi finali".
«Gli ultimi decenni di ricerche e studi musicologici - spiega infatti il flautista Claudio Paradiso, curatore di un volume dedicato al dimenticato musicista pistoiese, autore della voce biografica per la Treccani e revisore di alcune sue pagine strumentali, nonché proprietario di un nuovo, ricco fondo musicale nella sua città di Latina - sono finalmente riusciti a incrinare la veridicità di un nostro Ottocento musicale dedito esclusivamente al teatro in musica, all’opera lirica. Sappiamo oggi che nel corso dei secoli passati la musica di uso quotidiano era soprattutto quella dei salotti, delle chiese, delle filarmoniche, delle bande, delle società del quartetto e di quelle cittadine. Solo sporadicamente gli impresari affittavano i teatri, li allestivano e mettevano in scena qualche opera con generale soddisfazione: era infatti il prodotto di fictionpiù desiderato non esistendo dischi, radio, televisione, cinema. Il presente programma si dedica esclusivamente alla sinfonia da concerto, autonoma, partendo da un Donizetti ventenne cimentatosi durante gli anni di studio bolognesi in una ouverture strumentale, quella bipartita magnificata da Beethoven. Il compositore bergamasco utilizza infatti lo standard della sinfonia d’opera, costituita cioè da un breve movimento lento che confluisce senza soluzione di continuità in uno rapido e brillante. L’organico scelto da Donizetti è una Harmonie di soli strumenti a fiato, cioè la sezione di fiati di un’orchestra sinfonica con una storia e un repertorio propri risalenti al secondo Settecento.
Quindi, a seguire, il pistoiese Teodulo Mabellini, ancor oggi pressoché ignorato in patria nonostante cada in questo 2017 il duecentesimo anniversario della nascita: fu il più famoso allievo di Mercadante. Operista di successo, primo direttore d’orchestra professionista e ultimo maestro di cappella italiano nella corte del granducato di Toscana e poi di casa Savoia al tempo di Firenze capitale d’Italia, anticipò tutti componendo il primo inno nazionale – L’Italia risorta – già nel 1847. La sua Sinfonia per fiati, quadripartita, concepita per ottetto classico con l’aggiunta di un flauto e di un controfagotto e dedicata «Ai Conservatori Musicali d’Italia» in segno di contributo didattico ma soprattutto di condivisione unitaria, allo stato attuale delle ricerche è sicuramente il capolavoro italiano del genere in tutto il secolo XIX». Interessante infine, in chiusura, il confronto con la Sinfonietta op. 188 dello svizzero-tedesco Joseph Joachim Raff, composta nel 1873 e pubblicata a Lipsia l’anno successivo. «Raff - aggiunge Paradiso - fu un compositore completo e raffinato che orchestrò anche molti lavori, tra cui i poemi sinfonici del suo "padre adottivo" Franz Liszt. Inoltre sembra ormai accertato che, il termine Sinfonietta, sia stato utilizzato per la prima volta proprio per l’opera 188: Raff sarebbe dunque l’inventore di un neologismo poi così ampiamente utilizzato nella storia della musica a seguire».
I Fiati di Parma
Antonio Amenduni e Bartolo Piccolo, flauti
Davide Bertozzi e Maria Chiara Braccalenti, oboi
Francesco Zarba e Francesco Scozzaro, clarinetti
Marco Panella e Andrea Caretta, corni
Paolo Rosetti e Antonello Capone, fagotti
Sergio Lazzeri, fagotto e controfagotto
Claudio Paradiso, direzione
SINFONIE PER FIATI
Gaetano Donizetti (1797-1828)
Sinfonia per fiati
Andante
Allegro
Teodulo Mabellini (1817-1897)
Sinfonia per fiati
Largo molto, Allegro giusto
Scherzo e Trio
Adagio
Finale
IN OCCASIONE DEL DUECENTESIMO ANNIVERSARIO
DELLA NASCITA DI MABELLINI
Joachim Raff (1822-1882)
Sinfonietta op. 188
Allegro
Allegro molto
Larghetto
Vivace
Ingresso a pagamento
Biglietto intero € 10,00 | Biglietto ridotto € 7,00*
over 60, under 30, Soci Fai, Feltrinelli Card, Wine&theCity Card, Artecard, Associati Distretto Culturale Siti Reali
Biglietti disponibili sul circuto online azzurroservice.net o al botteghino mezz'ora prima del concerto
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