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Paola De Simone​ ​​ ​

Dopo tre giorni di studio letteralmente strepitosi per il Ballo tra approfondimenti, ricerche, mostre, laboratori e confronti ai fini della ricostruzione storica e il rilancio del primato europeo della Danza a Napoli nell'Ottocento, a segno grazie all'illuminato Convegno internazionale in dieci sessioni organizzato da AIRDanza e dalla Pietà de' Turchini chiamando a raccolta studiosi dalle specializzazioni molteplici e le massime Istituzioni Culturali della città, si fa veramente fatica a capire la scelta da parte del Teatro San Carlo, epicentro di tutte le relazioni ascoltate nella finalmente fondamentale occasione di riscoperta scientifica, di inaugurare la nuova edizione del proprio Autunno Danza con una serata dedicata al teatro mimico cinese, per quanto dalle nobilissime origini e dedicato a un'appassionata studiosa quale Annamaria Palermo, scomparsa la scorsa estate all'età di 74 anni. Autunno varato a suo tempo dalla direttrice della Compagnia Alessandra Panzavolta e purtroppo ridotto, quest'anno, a soli tre appuntamenti il primo dei quali era appunto, in data unica, Il padiglione delle peonie, un mosaico poetico-drammatico dell'Opera Kun d'epoca Ming (nelle foto) ideato in collaborazione con l'Orientale e l'Istituto Confucio di Napoli a coronamento del Festival MilleunaCina e al contempo delle celebrazioni per il decennale del Confucio. Intanto, al di là di qualche lento micro-movimento delle mani o dei piedi intuibile oltre la seta dei lunghi e pesanti kimoni (su coreografie di Jiang Shuhong e Hong Liang), la danza dov'era?

Che l'Oriente fosse d'interesse del Lirico Napoletano già lo avevano attestato un paio di puntate con le scorse sovrintendenze e programmazioni, in realtà verso il Giappone: nel febbraio del 1996 lo statico ma assai apprezzato spettacolo di Teatro Kabuki e, un po' più avanti nel febbraio del 2004, la prima nazionale in concerto dell'esercito di tamburi Kodò che mise a dura prova, per le vibrazioni possenti, gli stucchi del sottarco scenico che, difatti, iniziarono a sfarinare. Ad ogni buon conto, l'una per la programmazione lirica, l'altra per la concertistica, le due ospitalità si rivelarono di grande efficacia spettacolare. Nel caso della proposta affidata l'altra sera alla Compagnia dell'Opera Kunqu del Jiangsu, in verità, non c'era neanche quella.

Su fondo nero e giusto con l'apporto di una o qualche scatola scenica, gli attori hanno intonato l'antico ma elementare testo poetico in una sorta di recitar cantando penetrante e piacevole quanto la sirena di un'autoambulanza, acuto e uguale a se stesso sia per narrare i sogni d'amore quanto le dialettiche comiche condite con qualche guizzo o effetto onomatopeico in più. Apprezzabile, viceversa, l'impiego della musica dal vivo, con cinque strumenti tradizionali quali il flauto e l'organo a fiato di bambù, il sanxian o liuto a tre corde, il pipa (a sinistra, nelle foto di Francesco Squeglia).

Che i sia pur preziosi estratti scelti dal repertorio Kunqu tradizionale dei secoli XIV-XIX (Il poema rubato da Il fermaglio di giada, Scrivere poesie da Una pozione per curare la gelosia, quindi Camminando in giardino e Il sogno da Il padiglione delle peonie) non abbiano trovato più di tanto riscontro nella pur folta platea significativamente pur ricca di ospiti orientali (nella foto accanto), lo ha in effetti dimostrato la fuga alla spicciolata nel buio di una consistente quota di pubblico fra i vari brani. Se poi proprio a una formula mista ed esterna si doveva pensare, meglio allora sarebbe stata una coreografia acrobatica ricca di citazioni colte dal nostro mondo barocco operistico e strumentale come la virtuosistica e bellissima Aria di Emiliano Pellisari e NoGravity Dance Company, sul colto origamo musicale ritagliato da Lorenzo Tozzi, vista in estate con il Napoli Teatro Festival. Quindi, per la danza vera e propria nonché in attesa del Pulcinella stravinskiano in prima assoluta (il 18 e 19 novembre) nella versione contemporanea e partenopea firmata Nappa, si rinvia al prossimo appuntamento dal titolo Al di là di un sogno, carrellata antologica di vario stile con i 220 allievi della Scuola di Ballo del Teatro San Carlo, attualmente diretta da Stéphane Fournial, nella doppia data di martedì 14 alle ore 19 e di lunedì 20 alle ore 20.

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