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  • Paola De Simone

«Nell'istessa sera di giovedì [26 dicembre 1737] andò per la prima volta in scena nel Real Teatro di Corte l'opera in musica intitolata L'Olimpiade che, sì per l'abiti come per le vedute delle nuove scene e per la musica del celebre vicemaestro della Real Cappella Leonardo Leo, riuscì di sommo gradimento». E ancora, in merito alla rappresentazione del secondo dei drammi per musica scelti per la prima stagione del Real Teatro di San Carlo inaugurata con l'Achille in Sciro di Domenico Sarro il 4 novembre, giorno onomastico del re Carlo III, i coevi Avvisi di Napoli riportavano in data 31 dicembre dello stesso anno e in riferimento al grande sovrano: «[...] la sera [del 29] passò al Real teatro ad ascoltare l'opera, di cui restò la maestà sua molto contenta». Il titolo, in realtà pensato per il compleanno di Carlo di Borbone che cadeva il 20 gennaio, giorno in cui fu invece rappresentato l’Artaserse di Leonardo Vinci, stando alla dedica del 19 dicembre 1737 fu allestito con ogni probabilità per il giorno del compleanno di Filippo V, pertanto in data posteriore. Era certamente tra i più fortunati e complessi libretti dell'abate romano Pietro Trapassi in arte Metastasio, dunque scelto all'epoca in posizione centrale entro la grande triade inaugurale e con le musiche appositamente create per 220 ducati da uno dei più interessanti compositori di prima generazione napoletana dedito sia al genere serio che encomiastico-celebrativo, al sacro, strumentale quanto all'interpolazione di scene buffe: il pugliese Leonardo Leo, nato nell'estate 1694 a San Vito degli Schiavi (oggi San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi), formatosi dal 1709 al Conservatorio di S. Maria della Pietà de' Turchini con il maestro Nicola Fago, nominato nel 1713 organista sopranumerario della cappella vicereale (ne diverrà primo organista nel 1725) e, a seguire, maestro di cappella del marchese Rocco Stella (1715), del principe Nicola di Sannicandro e della chiesa di S. Maria della Solitaria (1717). Della Cappella Vicereale sarebbe diventato vicemaestro nel 1737 succedendo al Mancini, quindi primo maestro della nuova Cappella Reale nel 1744 al soldo di 35 ducati annui, in successione del Sarro. E a Napoli il talentuosissimo musicista pugliese Leonardo Leo, inoltre maestro alla Pietà e al S. Onofrio (fondamentali restano le sue opere didattiche), si sarebbe spento nel 1744 per poi essere sepolto nella chiesa di Montesanto - al pari di Alessandro Scarlatti - nella cappella dei musici di Real Palazzo intitolata a Santa Cecilia.

Per quella prima Olimpiade, ventuno arie con relativi recitativi più un duetto con vetta nell'esemplare cammeo di furia per Licida "Gemo in punto, e fremo" e, all'epoca, occasione di ulteriore trionfo per il soprano Vittoria Tesi nel ruolo di Megacle, i costumi furono ideati da Cristofaro Russo, le scene dal direttore Pietro Righini e dallo scenografo Zaccaria Danise. Ebbene quel prezioso titolo di Leo, secondo una doverosa strategia di recupero del nostro più autentico ed alto patrimonio musical-teatrale, torna stasera in data unica alle ore 20 sul palcoscenico del San Carlo, in occasione dei 280 anni dalla storica inaugurazione del 1737, dopo l'unica altra replica sei anni più tardi (nell'immagine d'apertura, il frontespizio della copia per la ripresa del 1743 conservata presso la Biblioteca del Conservatorio "San Pietro a Majella") e dunque in prima esecuzione moderna semiscenica, con libera drammatizzazione e realizzazione a cura di Filippo Zigante, inserti e revisione critica sull’edizione del 1737 a cura di Ivano Caiazza.

Un'edizione particolare e un po' al confine rispetto all'originale che, secondo quanto già sperimentato lo scorso anno con il remake dell'Achille inaugurale firmato Sarro sempre in formula semiscenica, stavolta vedrà affidata l'esecuzione al Coro e all'Orchestra della Fondazione diretti da Gianluca Marcianò tra l'altro abbinando un attore ad ogni personaggio - e dunque cantante - per le narrazioni dei recitativi rivolti in prosa. Dalla scelta delle voci e dalla collaborazione con gli allievi della Scuola del Teatro Stabile di Napoli–Teatro Nazionale, i tandem saranno i seguenti: David Ferri Durà con Ruben Rigillo (Clisthène), Cinzia Forte con Angela Bertamino (Aristea), Manuela Custer con Serena Mazzei (Argene), Daniela Cappiello con Francesco Scolaro (Licida), Gaia Petrone con Emanuele D’Errico (Megacle), Michela Antenucci con Roberto Pappalardo (Aminta), Raffaella Milanesi con Davide D’Antonio (Alcandro).

«Poco più di un mese dopo l’inaugurazione del San Carlo - ha spiegato il maestro Zigante - già si respirava aria diversa sul piano musicale: Sarro era musicista dotto, di severa formazione contrappuntistica, laddove Leo annunciava un mutamento nel linguaggio e quella cantabilità che costituirà la nota identificativa della scuola napoletana del Settecento, modello per i maggiori compositori europei. Il titolo riprende la storia narrata da Erodoto durante l’Olimpiade ai tempi del tiranno Clisthène: una vicenda di amori contrastati, oracoli e riconoscimenti improvvisi, con tanto di caso di “frode sportiva”». La ripresa in tempi moderni, posta ad anniversario della nascita del Lirico e in chiusura della Stagione d’Opera e di Balletto 2016-17 con la targa del progetto “Napoli Città Lirica” finanziato dalla Regione Campania, sarà trasmessa in diretta da Rai Radio Tre. L’appuntamento è stato inoltre scelto per la chiusura ufficiale delle “Celebrazioni dedicate a Carlo III di Borbone (1716 - 1788)”, il sovrano che ne ordinò la costruzione entro gli obiettivi strategici di una delle massime capitali culturali e musicali d'Europa.

* * *

Sabato 4 novembre 2017 alle ore 20

Teatro di San Carlo

Stagione d'Opera e di Balletto 2016-17

L'Olimpiade (1737)

libretto Pietro Metastasio

musica di Leonardo Leo

revisione critica e inserti Ivano Caiazza

Esecuzione semiscenica

Libera drammatizzazione e messa in scena Filippo Zigante

Direttore Gianluca Marcianò

Maestro del Coro Marco Faelli

Interpreti (voce / attore)

Clisthène, David Ferri Durà e Ruben Rigillo

Aristea, Cinzia Forte e Angela Bertamino

Argene, Manuela Custer e Serena Mazzei

Licida, Daniela Cappiello e Francesco Scolaro

Megacle, Gaia Petrone ed Emanuele D’Errico

Aminta, Michela Antenucci e Roberto Pappalardo

Alcandro, Raffaella Milanesi e Davide D’Antonio

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo

In collaborazione con gli allievi della Scuola di teatro del Teatro Stabile di Napoli–Teatro Nazionale

In occasione dei 280 anni del Teatro di San Carlo (1737-2017)

e per la chiusura delle "Celebrazioni dedicate a Carlo III di Borbone (1716-1788)"

Info e biglietteria: 0817972331 – 412

www.teatrosancarlo.it

Teatro di San Carlo – via San Carlo 98f, Napoli

Ufficio stampa Teatro di San Carlo

+39 081 79 72 301 – 202

ufficiostampa@teatrosancarlo.it

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