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Paola De Simone

Se esiste un ideale punto di riproduzione stilistico-espressiva del secondo Settecento musicale e, nello specifico, del Classicismo viennese riconoscibile in forma esemplare nel sinfonismo di Haydn o nelle diverse pagine da Concerto mozartiane, diciamo pure di averlo trovato in un'esecuzione di bellezza e perfezione rare, nata dall'incontro originalissimo fra le radici barocche e la forza romantica, in esatta sintesi fra lo scatto geometrico e una nuova, illuminata sensiblerie in equilibrio fra virtuosismo e lirismo, estro e ragione. Una magia, andata a inaugurare con pieno quanto meritato successo la nuova Stagione concertistica dell'ormai storica Associazione Alessandro Scarlatti - 99 anni, sede inedita al Teatro Sannazaro di via Chiaia, primo cartellone interamente firmato dal direttore artistico di recente nomina Tommaso Rossi e bel segnale dal pubblico dei giovanissimi in abbonamento ai 23 eventi con soli 50 euro - grazie alla singolare quanto formidabile unione tra la violinista tedesca di caratura mondiale Isabelle Faust e uno dei migliori ensemble barocchi internazionali con targa italiana e strumenti antichi, Il Giardino Armonico fondato e diretto dal flautista Giovanni Antonini (nelle foto). In ascolto e a incastro, nell'occasione, due fra le 104 Sinfonie di Haydn (la Palindrome del 1772 e la Passione del 1768) più due dei 5 Concerti per violino e orchestra di Mozart (il primo, in si bemolle maggiore K. 207, e l'ultimo, in La maggiore K. 219, del 1775) in linea con i paralleli e premiati progetti discografici europei rispettivamente siglati Alpha Classics (in dirittura d'arrivo nel 2032) e Harmonia Mundi (vincitore del Gramophone Awards 2017).

Vale a dire, uno sguardo attento ed autentico sulla musica della Mitteleuropa coevo ad una delle più fertili stagioni culturali della Napoli borbonica ben connessa, pur mantenendo la propria specificità negli anni delle nozze di Ferdinando IV con Maria Carolina d'Asburgo-Lorena (1768), della nascita della primogenita Maria Teresa Carolina (1772) e del primo figlio maschio Carlo duca di Calabria (1775), con le più avanzate istanze culturali e musical-teatrali testate nelle affiliate per diplomazia e parentela Vienna e a Parigi.

In prima linea, già con la Sinfonia in Sol maggiore in catalogo Hoboken numero I:47 e titolo derivato dalla particolare trovata del Minuetto al Roverso, quindi confermato in terza battuta dalla non distante Sinfonia Hob. I:49, il gioco serrato in formazione orchestrale da camera tra la chiarezza strumentale e strutturale, l'invenzione tematica e gli straordinari chiaroscuri dinamici, nonché la vivacità dell'intesa concertante di archi e fiati accanto ad una coesione ritmica di tempra entusiasmante, con climax notevolissimo - bravi tutti gli strumentisti del gruppo capitanati dall'ottimo primo violino Stefano Barneschi e meravigliosamente diretti da Antonini - nel Presto assai finale.

Diverso ma non meno sorprendente il risultato messo a segno al fianco della solista Isabelle Faust con il suo acuminato Stradivari del 1704, riscoperto dopo lungo silenzio e, pertanto, ribattezzato "The Sleeping Beauty". Un dialogo intenso e costante che con naturalezza estrema ha visto la grande interprete entrare e partecipare sin dal "Tutti" d'apertura con una particolarissima sintonia fatta di suoni e respiri paritetici ma, anche, di contrasti attraverso i suoi intensi interventi a "Solo" sempre ben tesi e aderenti alle corde, un virtuosismo cadenzale persino moderno al termine dei diversi movimenti o nelle brillanti sortite di plasticità sulfurea in gioco con gli spettacolari affondi dell'intero organico nell'esotico episodio alla turca o zingaresca, che dir si voglia, interno al Finale del capolavoro n. 5 in la maggiore K. 219. Negli esiti di entrambi i Concerti, dunque, un Mozart mirabile, dall'efficacissima intesa quanto dalle sorprese virtuose e, innanzitutto, di grande verità stilistica entro la sublimazione continua delle tante tessere giocate a contrasto. Al termine, applausi immensi e un omaggio fuori programma con il dolcissimo Andante cantabile del n. 4, K. 218, parimenti estratto dal prezioso cofanetto dei premiati (ultima foto) Concerti per violino e orchestra di Mozart.

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