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  • Paola De Simone

«Una danza “simbolo” dei colori e della vivacità mediterranea, di un’ebrezza corale dalle antiche radici dionisiache, di uno slancio di libertà e potenza pari al movimento della vita».

È la danza del balletto in due atti Zorba il greco sulle travolgenti musiche di Mikīs Theodōrakīs (stavolta registrate) così come spiegato dallo stesso autore Lorca Massine, in ripresa stasera alle ore 20.30 (con repliche ogni sera fino al giorno 17) sul palcoscenico del Lirico in chiusura del pacchetto d’estate San Carlo Opera Festival, edizione 2017, promosso per Napoli Città Lirica con il contributo della Regione Campania. Un titolo che oggi, dopo il pieno successo delle rappresentazioni del luglio 2009 sempre targate dalla Fondazione e in estiva ma all’Arena Flegrea (lo danzarono, nei ruoli di punta, Hany Hassan, étoile ospite dell’Opera del Cairo, l’étoile Giuseppe Picone, oggi direttore della Compagnia sancarliana, Alessandro Macario, Giovanna Spalice e Roberta de Intinis), quindi del 2014 sul palcoscenico del Lirico (con il cileno Rodrigo Guzmàn e ancora il napoletano Macario), torna in quest’ultimo allestimento sempre con il Corpo di Ballo della Fondazione, le scene di Nicola Rubertelli e costumi di Giusi Giustino nei parametri coreografici pensati per il prestigioso palco sancarliano ma, ovviamente, con altri interpreti. Nel ruolo del protagonista danzerà David Khozashvili, stella del balletto di Ankara. Con lui, solisti, primi ballerini e Corpo di Ballo del Teatro San Carlo guidato da Giuseppe Picone (Foto di Francesco Squeglia).

«Il mio Zorba è l’eroe di un popolo d’avanguardia. Il suo antenato potrebbe essere Diòniso. La sua suprema affermazione del “sì alla vita”, con tutto il piacere e la sofferenza che essa contiene, gli ordina di danzare, superando le pagine del dramma con la filosofia del movimento» racconta Lorca Massine, coreografo newyorkese da sempre legato all’humus partenopeo e figlio d’arte del mitico Léonide dal quale, ebbe a dichiararci, ha tratto “la lezione di una grande disciplina e l’apertura verso ogni espressione dell’arte, ereditandone la stessa linea di equilibrio fra il razionale apollineo e il furore dionisiaco ma, anche, l’idea di un teatro portatore di sogni, vissuto ogni giorno come una continua scoperta, come un viaggio da un pensiero o da una passione all’altra”.

«L’ispirazione per questa coreografia che riporto al San Carlo dopo il successo del 2014? Mi è venuta – prosegue il coreografo – durante i numerosi soggiorni in Grecia. Lì ho capito che per un greco la danza non è mai un semplice fatto spettacolare. Quando un greco danza, lo fa principalmente per se stesso. In effetti tornare a rappresentare Zorba a Napoli – dichiara – ha per me un doppio significato, non solo perché la vitalità della città rispecchia quella del mio balletto, ma anche per i ricordi personali che mi legano a questo luogo, che ha per me un significato speciale».

La trama di Zorba il greco per la danza, balletto in due atti e ventidue quadri elaborato nel 1988 per l’Arena di Verona «dopo almeno una decina di rifacimenti del testo» confessa Massine e con il primo, grande interprete Vladimir Vassil'v, trae spunto dalla stessa storia firmata dal nietzschiano Nikos Kazantzakis da cui già era nato, negli anni Sessanta, il celebre film di Cacoyannis con Anthony Quinn e Irene Papas, sulle musiche di Mikīs Theodōrakīs e intorno al popolare cardine ritmico del sirtaki, danza centrale e persino climax corale nel finale per tale creazione coreografica.

In una Grecia senza tempo, fra il lavoro dei campi e in mare, si svolge la vicenda di Zorba (in scena, in alternanza, David Khozashvili, Ertu Gjoni ed Edmondo Tucci), uomo libero, «messaggero di Diòniso e non distante dal carattere dei napoletani» come precisa Massine, portatore di una saggezza arcaica, e di John (Alessandro Staiano e Alessandro Macario), l’americano che, giunto in Grecia, cerca di comprenderne il modo di vivere e di pensare. I due si legano di una profonda amicizia. Amicizia in cui Zorba è, per John, lo “straniero”, come un maestro da cui apprendere il significato liberatorio della danza e la spensieratezza di una vita libera da costrizioni. I due affronteranno situazioni complicate e dolorose, compreso l’amore osteggiato per Marina (Anna Chiara Amirante, Sara Sancamillo), ma le risolveranno con forza, attraverso l’energia di una danza che, al termine, arriverà a coinvolgere tutti.

Teatro di San Carlo

San Carlo Opera Festival 2017

martedì 12 settembre 2017 ore 20.30 Turno A

mercoledì 13 settembre 2017 ore 20.00 Turno M Opera

giovedì 14 settembre 2017 ore 18.00 Turno B

venerdì 15 settembre 2017 ore 20.00 Turno C / D / Turno M Sinfonica

sabato 16 settembre 2017 ore 20.00 Abbonamento Danza

domenica 17 settembre 2017 ore 17.00 Turno F

Zorba il Greco

Musica di Mikīs Theodōrakīs

(musiche registrate)

Coreografia: Lorca Massine

Assistente alla Coreografia: Anna Krzyskov

Direttore del Corpo di Ballo: Giuseppe Picone

Zorba: David Khozashvili / Ertu Gjoni (14-15/09), Edmondo Tucci (16/09)

John: Alessandro Staiano / Alessandro Macario (14-16-17/09)

Marina: Anna Chiara Amirante / Sara Sancamillo (14-16-17/09)

Manolios: Ertu Gjoni / Stanislao Capissi (13-14-15-17/09)

Madame Hortense: Candida Sorrentino / Valentina Vitale (16-17/09)

Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo

Allestimento del Teatro di San Carlo

Info e biglietteria: 0817972331 – 412

Teatro di San Carlo – via San Carlo 98f, Napoli

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