Ellis Island, 12 novembre 1954: l'isola alla foce del fiume Hudson e grande porta d'ingresso delle migrazioni in America di fine Ottocento, chiude per sempre. Ed è lì, in quel momento, che un uomo anziano arriva in scena (l'attore Lello Serao), chiedendo cinque minuti di silenzio a una guardia di polizia: per ricordare. Attraverso un dialogo, entro una sequenza di visioni cinematografiche. È il De Grieux, ormai ottantenne, della Manon Lescaut di Puccini in scena da stasera (ore 20.30) in nuova produzione (nelle foto di Laura Ferrari) al Teatro San Carlo secondo il regista Davide Livermore, in collaborazione con il Teatro Liceu di Barcellona e il Palau de las Arts de Valencia dove arriverà, rispettivamente, nel 2018 e nel 2019. Un De Grieux che, entrando nel reparto di quarantena di quella grande porta, lì dove è morta la sua Manon, fa di Ellis Island il contenitore in cui liberare i fantasmi sospesi della sua memoria, dunque tornando indietro in flashback al 1892 per riconoscervi la stazione di Amiens, il boudoir-bordello parigino di Manon, un carcere, il fronte del porto. E, tra la folla immensa di migranti, il deserto di un'anima. Quello inventato nella Louisiana pucciniana e qui, proprio perché nella realtà mai esistito, riletto e trasformato in una condizione dell'esistenza umana. Forse come lo immaginava e intendeva il compositore. «L'opera? Per me non è un manifesto politico o ideologico - spiega il regista torinese classe '66, dal gennaio 2015 General Manager nonché Direttore Artistico del Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia e con Giò Forma ideatore anche delle scene, nel presentare in conferenza stampa la sua inedita Manon pucciniana, accanto ai vertici della Fondazione, ad alcuni interpreti e ai procuratori della Repubblica rispettivamente di Salerno e di Benevento Corrado Lembo e Giovanni Conzo - bensì un'espressione d'arte che deve far crescere in ognuno di noi la sensibilità per la Bellezza. Ma, al contempo - così come specificato anche dalla sovrintendente Rosanna Purchia - un'opera d'arte non può non vedere ciò che accade intorno. Uomini, donne e bambini gettati su un gommone e mandati a morire dall'altra parte del mondo». Di qui l'idea di un escamotage teatrale di grande impatto, senz'altro originale ma, soprattutto, d'intelligente sensibilità che, al di là di un incipit che collega tre piani storici differenti - la data dell'opera pucciniana, la chiusura di Ellis Island e il dramma odierno delle migrazioni nel Mediterraneo - lascia a seguire intatta la storia di Manon, narrata anche attraverso alcuni piccoli dettagli cromatici presenti nella fodera dei costumi storici (rosa per l'innocenza di bambola-bambina, oro in riferimento alla ricchezza che lascerà cadere a terra rinunciandovi per amore) creati da Giusi Giustino, sia pur intervenendo con qualche ritocco sul suo destino, con mano registica leggera.
«Sarà una Manon del Mediterraneo, un viaggio - dichiara la Purchia non solo ricordando in video anche il bel successo del recente flash mob ma sottolineando l'attenzione del Teatro per il fenomeno della prostituzione in Campania sulla statale Domiziana così come documentato da uno speciale di RaiNews ed attestato dai procuratori invitati all'incontro - che faremo insieme imparando attraverso un teatro pronto ad unire in confronto realtà diverse. Il titolo, poi, torna dopo ben 23 anni di assenza. Dopo tanto, troppo tempo, di nuovo con Daniel Oren sul podio». Oren ancora una volta grande assente in conferenza stampa mentre, al direttore artistico Paolo Pinamonti, è andato il compito di illustrare in sintesi le peculiarità storico-musicali del primo titolo che nel catalogo operistico dell'autore rivelò al mondo il grande talento di Giacomo Puccini. Sei le recite fino al 21 giugno. Nel cast: per il ruolo del titolo canterà Maria José Siri - molto applaudita lo scorso anno in un altro titolo pucciniano, Suor Angelica - che si alternerà con Ainhoa Arteta (impegnata il 16, 18 e 20 giugno); Renato Des Grieux avrà la voce di Roberto Aronica e Murat Karahan (16, 18 e 20 giugno); il baritono Alessandro Luongo sarà Lescaut, fratello della sensuale protagonista, mentre Carlo Striuli interpreterà il vendicativo Geronte di Revoir che, per la recita del giorno 20, avrà il volto e la voce di Gianvito Ribba (a margine la locandina completa). A causa di un’improvvisa indisposizione dell’artista Monica Bacelli, invece, il ruolo del Musico sarà sostenuto da Clarissa Leonardi.
Infine dalla Sartoria del Teatro è in arrivo il foulard in seta ispirato a tale nuovo allestimento della Manon pucciniana. «A darvi forma - annuncia la responsabile dei costumi Giusi Giustino, che ha progettato e firmato l'esclusivo prodotto - l'insieme dei bozzetti di scena che ho pensato di inserire, ciascuno, su una cartolina. Un modo, da sempre, per stare vicino alle persone lontane».
Daniel Oren torna al Massimo napoletano a pochi mesi dal successo di Adriana Lecouvreur di Cilea, in scena lo scorso ottobre. Un legame consolidato, quello tra Oren e il San Carlo, Teatro dove il maestro israeliano ha esordito nel 1980 e dove ha regalato esecuzioni memorabili, tra queste ricordiamo, nel 1982 la prima opera diretta al San Carlo, Tosca di Puccini con Raina Kabaivanska, che ha guidato in seguito ne La vedova allegra e Falstaff del 1985, in Manon di Massenet nel 1990, Adriana Lecouvreur nel 1992 e nuovamente in Tosca nel 1996. In quest'ultimo allestimento venne scritturato anche Luciano Pavarotti, con cui Oren ha portato in scena Un ballo in maschera di Verdi (1994) e Messa da Requiemnel 1996 (al Palasport di via Argine). E ancora, Don Carlos del 1984 (con Renato Bruson e Ghena Dimitrova), Nabucco del 1991, Otello e La Forza del destino del 1992, Carmen per la regia di Pappi Corsicato (2000), La Bohéme con la regia di Franco Zeffirelli (1996), Lucia di Lammermoor (1993) e Aida (1998).
Davide Livermore, torinese, classe '66, è dal gennaio 2015 General Manager e Direttore Artistico del Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia. La sua ventennale carriera lo ha portato a calcare i palcoscenici di tutta Europa, pur non dimenticando Torino. Artista poliedrico è regista scenografo, costumista, cantante, attore, autore e insegnante. È riconosciuto a livello internazionale come uno dei registi più talentuosi della sua generazione e ha firmato produzioni dei più importanti teatri e festival: Maggio Musicale Fiorentino, Regio di Torino, Carlo Felice di Genova, La Fenice di Venezia, Rossini Opera Festival di Pesaro, i teatri d'opera di Philadelphia, Montpellier, Avignone, Tokyo e Seoul. Al Teatro di San Carlo Livermore è stato applaudito per Demetrio e Polibio di Rossini, in scena nella stagione 2012/2013.
Manon Lescaut, primo vero successo (in una cronologia che si estenderà fino al 1924) del giovane Giacomo Puccini, andò in scena per la prima volta al Teatro Regio di Torino il 1°febbraio del 1893. Suscitò consenso unanime e immediato di pubblico e critica, contrariamente a capolavori successivi, come La Bohéme, Tosca, Madama Butterfly, che ebbero invece debutti più incerti. Un esito particolarmente felice grazie anche ad una partitura che vede fondersi mirabilmente la grande scuola italiana con la lezione wagneriana. L'autore, per nulla spaventato dal confronto con l’omonima opera di Massenet, scrisse: “Lui la sentirà da francese, con la cipria e i minuetti. Io la sentirò all’italiana, con passione disperata”.
Prima eroina pucciniana che ancora oggi commuove il pubblico dei teatri di tutto il mondo, Manon ebbe una gestazione lunga e travagliata, a cominciare dal libretto, ispirato al romanzo Histoire du chevalier des Grieux et de Manon Lescaut di Antoine François Prévost, che passò di mano in mano, tanto che Ricordi stampò la prima edizione senza i nomi degli autori. A redigere i versi erano stati principalmente Domenico Oliva e Luigi Illica, con interventi di Marco Praga, Ruggero Leoncavallo, gli stessi Giacomo Puccini e Giulio Ricordi e ancora Giuseppe Adami. Fu proprio con l'aiuto di Illica che Puccini eliminò l'atto dell'idillio amoroso e trasformò i due quadri dell'atto III in atti separati (III e IV).
La vicenda narrata è quella dell'avvenente Manon, indecisa tra l’amore dello studente Renato Des Grieux e quello del ricco tesoriere Geronte di Ravoir. Le attenzioni e le ricchezze di Ravoir la conquisteranno più che la spontaneità di Des Grieux con cui tuttavia sarà colta in flagrante proprio da Geronte. Manon dunque viene denunciata come prostituta e condannata all’esilio negli Stati Uniti, terra dove arriverà con il fedele Des Grieux, tra le cui braccia, stremata dalla fatica, si spegnerà.
Manon Lescaut fu rappresentata l'ultima volta al Teatro di San Carlo nel 1994 proprio con la direzione di Daniel Oren e per la regia di Beppe De Tomasi. Tra gli interpreti Miriam Gauci (Manon), Nicola Martinucci (Des Grieux), Anthony Michaels Moore (Lescaut), Alfredo Mariotti (Geronte).
#MA_NON, iniziativa della Direzione Marketing e Affari Istituzionali del Teatro di San Carlo, tesa a sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema della tratta delle schiave, ovvero dello sfruttamento delle donne nigeriane che giungono nel nostro Paese in cerca di un avvenire migliore e che invece si ritrovano nel mercato italiano della prostituzione. Lo scorso lunedì 5 giugno e martedì 6 giugno migliaia di persone, lungo le strade del centro di Napoli, hanno raccolto l'appello delle giovani attrici vestite da Manon (anch'essa deportata come prostituta nelle Americhe) e hanno scritto, per oltre 35 metri, su un grande rotolo di carta bianca il proprio pensiero o augurio rivolto a queste giovani donne e ai loro sogni, utilizzando l'hashtag #MA_NON. L’iniziativa si è avvalsa della collaborazione con importanti associazioni del territorio, tra le quali ricordiamo Casa Ruth.
MANON LESCAUT
dramma lirico in quattro atti
musica di Giacomo Puccini
libretto di Domenico Oliva e Luigi Illica dal romanzo di Antoine-François Prévost L’histoire du chevalier des Grieux et de Manon Lescaut
Direttore | Daniel Oren
Regia | Davide Livermore
Scene | Giò Forma e Davide Livermore
Costumi | Giusi Giustino
Luci| Nicolas Bovey
Video Design | D-wok
Interpreti
Manon Lescaut, Maria José Siri (15, 17 e 21 giugno) / Ainhoa Arteta (16, 18 e 20 giugno)
Renato Des Grieux, Roberto Aronica / Murat Karahan (16, 18 e 20 giugno)
Lescaut, fratello di Manon Alessandro Luongo
Geronte di Ravoir, Carlo Striuli / Gianvito Ribba (20 giugno)
Edmondo, Francesco Marsiglia / David Ferri Durà (16 giugno)
Un Lampionaio, Vincenzo Peroni
Un Musico, Clarissa Leonardi / Miriam Artiaco (16 – 18 giugno)
Un Oste Giuseppe Scarico / Antonio De Lisio (16 – 18 – 20 giugno)
Il maestro di ballo, Cristiano Olivieri
Un sergente degli arcieri, Angelo Nardinocchi
Il comandante di marina, Costantino Finucci
con la partecipazione di Lello Serao nel ruolo di Renato Des Grieux da anziano
Nuova produzione Teatro San Carlo in coproduzione con il Teatro Liceu di Barcellona e il Palau de las Arts de Valencia
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
giovedì 15 giugno 2017 ore 20.30 Turno A
venerdì 16 giugno 2017 ore 20.00 Fuori Abbonamento
sabato 17 giugno 2017 ore 18.00 Turno B
domenica 18 giugno 2017 ore 17.00 Turno F
martedì 20 giugno 2017 ore 20.00 Turno C / D
mercoledì 21 giugno 2017 ore 18.00 Fuori Abbonamento
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