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Paola De Simone

“Può una canzone fermare un proiettile?”: ossia, stretto a bruciapelo nel pugno di una domanda, un linguaggio musicale inteso quale potere universale che unisce i popoli, le religioni e i paesi del mondo secondo quanto dichiarato dal clarinettista siriano Kinan Azmeh (nella doppia foto d'apertura) nel recente docufilm realizzato da Morgan Neville sul Silk Road Ensemble capitanato dal violoncellista Yo-Yo Ma, gruppo con il quale l'artista nato a Damasco esattamente quarantun’anni fa, il 10 giugno 1976 e questa sera altro solista d'eccellenza a Villa Pignatelli (ore 20.15) per il Maggio della Musica accanto all'ottimo pianista napoletano - classe 1971 - Fabrizio Soprano (nella foto sotto), ha appena vinto il Grammy per l’album “Sing me home” (in basso la locandina del concerto).

Radici etniche siriane e uno straordinario impegno interculturale sono infatti i codici peculiari dell’essenza creativa e interpretativa di Azmeh, compositore e solista di fama internazionale, già al fianco di importanti formazioni tra cui la Bavarian Radio Orchestra e la West-Eastern Divan Orchestra di Daniel Barenboim e, per la prima volta qui da noi in versione da camera oltre che in qualità di autore (anni fa lo ascoltammo in formazione orchestrale al Teatro Mediterraneo diretto da Giuseppe Camerlingo per CosaRara), con un concerto che si annuncia in esclusiva per l'Italia.

Nell'occasione, entro un filo rosso fatto di attenzione per il Novecento eurocolto e la ricerca sui linguaggi musicali popolari, per la forza concettuale e le suggestioni d'Oriente, proporrà la Sonata per clarinetto e pianoforte di Poulenc dedicata ad Arthur Honegger, i Vier Stücke per clarinetto e pianoforte op. 5 di Alban Berg, le sette Rumänische Volkstänze di Béla Bartók, e le Danze di Korond dell'ungherese László Draskóczy. E, oltre i tre capitoli pianistici di Venezia e Napoli di Franz Liszt affidati al solo Fabrizio Soprano, Azmeh darà forma e suono a una vera primizia con le sue Sirian Miniatures scritte per clarinetto appena quest'anno, in aggiunta ad un cospicuo catalogo di composizioni che, dal 2003, annovera pagine per clarinetto solo e per altri strumenti, musica da camera e per multimedia, colonne sonore per film, brani per il teatro, per la danza.

Fra i capisaldi della letteratura novecentesca per clarinetto e pianoforte, la Sonata di Poulenc nasce nel 1962 come parte di un progetto di Sonate per fiati di cui il compositore parigino riuscì a realizzare, a causa dell’improvvisa morte per infarto forse causato dall’abuso di antidepressivi, solo due opere (questa per clarinetto e l’altra per oboe, dedicata a Prokof’ev). La dedica andava ad Honneger, con Poulenc accanto a Louis Durey, Darius Milhaud, Germaine Tailleferre, George Auric musicista del celebre “Groupe de Six” fondato nel 1918 da Satie; la scrittura invece fu pensata per Benny Goodman, clarinettista dalle doti eccezionali, uno dei maggiori jazzmen bianchi della Chicago anni Venti e vero sovrano con la sua orchestra dello Swing nel decennio a seguire. Fu lui, ovviamente, il primo interprete della Sonata, nell’aprile del 1963 ad appena tre mesi dalla scomparsa dell’autore, nella prestigiosa Carnegie Hall e accanto ad un pianista parimenti eccellente: Leonard Bernstein. Alle atmosfere alterate dell’Espressionismo atonale elaborato in seno alla seconda Scuola di Vienna appartengono invece i Vier Stücke per clarinetto e pianoforte op. 5, composti nel 1913 da Alban Berg con dedica al maestro e mentore delle dodecafonia, Arnold Schönberg. Quindi ritorno al pieno Romanticismo prettamente pianistico con i tre paragrafi pianistici di Venezia e Napoli, supplemento delle Années de pélerinage (Deuxième Année) e, dunque, omaggio all'Italia. Scritti da Franz Liszt nel 1859 conciliando le ardite soluzioni sperimentali meccanico-timbriche volte a una piena valorizzazione delle risorse del pianoforte e la convinzione tipicamente romantica della necessità per la musica di un sostegno poetico ideale, i tre movimenti traggono rispettivamente spunto da canzoni e danze caratteristiche delle due splendide città fondamentali nel Tour ottocentesco: Gondoliera, elaborata sulla canzone popolare "La Biondina in Gondoletta" di Giovanni Battista Perucchini, Canzone, basata sulla canzone del Gondoliere dall'Otello di Gioachino Rossini e Tarantella, un magnifico Presto sullo spunto di una tarantella di Guillaume Louis Cottrau. Ricerca e autenticità delle radici folcloriche magiare innervano a seguire le sette brevi Danze popolari rumene di Béla Bartók, composte per pianoforte nel 1915 e trascritte poi per orchestra nel 1917. Chiudono infine l'itinerario d'ascolto, le novecentesche Danze di Korond del compositore ed educatore ungherese László Draskóczy, elaborate su armonie, timbriche, moduli ritmici e spunti tematici mutuati dal vivo dei repertori popolari di un villaggio rumeno celebre per le ceramiche artigianali, Corund (Korond in ungherese), posto nel cuore della regione storica della Transilvania.

Con tale appuntamento - un concerto per la pace e per il dialogo interculturale e interreligioso contro ogni guerra -, il Maggio della Musica vuole mantenere alta l’attenzione e sensibilizzare le coscienze collettive sulla tragedia umanitaria del popolo siriano e dei migranti.

Maggio della Musica, XX stagione concertistica 2017

Kinan Azmeh, clarinetto

Fabrizio Soprano, pianoforte

Francis Poulenc, Sonata per clarinetto e pianoforte, FP 184

Alban Berg, Vier Stücke per clarinetto e pianoforte, op. 5

Kinan Azmeh Sirian Miniatures per clarinetto solo (2017)

Béla Bartók, Rumänische Volkstänze

László Draskóczy, Danze di Korond

Biglietto: 20 euro (ridotto: 10 e 15 euro) – prenotazione obbligatoria

Info: tel 081 5606630 - 3929161691 – 3929160934 – maggiodellamusica@libero.it

www.maggiodellamusica.it

Kinan Azmeh - Nato a Damasco, Azmeh ha cominciato a suonare il clarinetto all’età di sei anni dopo aver preso, inizialmente, lezioni di violino. Studia a Damasco, frequentando il Conservatorio di musica araba per poi conseguire la laurea in musica presso la Juilliard School di New York. Nel 1997, Azmeh è stato il primo musicista arabo a vincere il primo premio al concorso Nicolay Rubinstein International Youth di Mosca. Solista, compositore, improvvisatore, è inoltre uno dei cinque membri fondatori nel 2003 dell’ensemble Hewar (“dialogo” in arabo), interamente formato da musicisti provenienti dalla Siria. Sul suo sito, Azmeh descrive l’Hewar come “un tentativo per superare le barriere fatte di disparità culturali e di pregiudizi, attraverso una musica che attinge ad un’ampia varietà di influenze, sia dal mondo arabo che dall’Occidente”. Nel 2009 Azmeh ha suonato al Festival di Arabesque presso il Kennedy Center di Washington e, a seguire, con l’Orchestra Sinfonica Nazionale Siriana, debuttando con un concerto per clarinetto scritto appositamente per lui da Zaid Jabri all’apertura della Damasco Opera House. Si è quindi esibito con la Bavarian Radio Orchestra, la West-Eastern Divan Orchestra di Daniel Barenboim, la NDR big-band, la Kiev Camerata, la Knights Orchestra, la Izmir State Opera Orchestra, l’Ensemble Cosarara, Orchestra, il New Juilliard Ensemble e la Syrian Symphony Orchestra, dividendo il palcoscenico con grandi artisti quali Yo-Yo Ma, Marcel Khalife, Simon Shaheen, Solhi-al-Wadi, Calefax Reed Quintet e con alcuni musicisti della Berlin Philharmonic Orchestra. Azmeh risiede attualmente a New York, dove sta portando a compimento il suo dottorato presso la City University con Charles Neidich. Si reca tuttavia regolarmente a Damasco, partecipa a concerti e a laboratori. Le sue composizioni includono lavori di vario genere, per strumento solista, orchestra, da camera, per film, illustrazioni live e musica elettronica.

Fabrizio Soprano - Nato a Napoli, si diploma brillantemente presso il Conservatorio di S. Cecilia in Roma sotto la guida di Aldo Tramma, e quindi seguendo i principi della scuola pianistica napoletana del Maestro Vincenzo Vitale. Successivamente segue i corsi di perfezionamento tenuti negli Stati Uniti da Emanuel Ax. Ha al suo attivo numerosi concerti in Italia e all’estero (Russia, Inghilterra, Francia,Germania, Stati Uniti) in importanti centri musicali (Lincoln Center, Kennedy Center, Salle Gaveau, Marble Palace), dove ha riscosso sempre unanimi consensi di critica e pubblico. Durante il soggiorno in America viene a contatto con altri stimolanti generi musicali come il jazz ed il rock ed inizia un percorso di ricerca che lo porterà a collaborare con nomi illustri del panorama musicale internazionale (Harry Connick jr, Clemens Orth, Tony Bennet, Gato Barbieri). Da allora Fabrizio Soprano porta avanti, parallelamente all’attività classica, un approfondimento di nuovi stili e linguaggi musicali che approdano, ad esempio, a recital monografici dedicati ai Beatles o a Cole Porter in un compromesso dialettico tra l’idioma classico e le nuove avanguardie della musica moderna. Dal 2005 è produttore dell’Amalfi Coast Music & Arts Festival e nel 2009 è stato nominato Segretario Artistico della “Società Liszt”, chapter italiano dell’American Liszt Society. È stato tra i pianisti invitati dall’Accademia di Santa Cecilia a partecipare alle Maratone Liszt 2010-2011 presso il Parco della Musica di Roma, in occasione delle celebrazioni del bicentenario lisztiano. Fabrizio Soprano ha collaborato recentemente con il Teatro San Carlo di Napoli in qualità di assistente del Maestro di Coro; esperienza fruttuosa che gli ha dato la possibilità di effettuare produzioni musicali con prestigiosi solisti e Direttori (Renato Bruson, Alexander Anisimov, Maurizio Benini, Riccardo Muti).

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