Compiere settant'anni e festeggiarli in un modo assolutamente speciale: ossia, tornando nella propria città, suonando per il proprio pubblico due delle più belle pagine della cameristica firmata Brahms al fianco di uno dei massimi Quartetti d'archi italiani, dunque con targa Scala (nella seconda foto), all'interno di una sede museale che è fra i più alti esempi di stile neoclassico partenopeo. È così che l'appuntamento di domani sera, 5 giugno in Villa Pignatelli alle ore 20.15 con il "Maggio della Musica", rassegna di concerti di cui il pianista napoletano Michele Campanella (nella foto) è direttore artistico, si trasforma in occasione del suo compleanno in un evento che sublima vita e arte, tra l'altro, scegliendo (ne ricordiamo il sessantesimo compleanno sempre festeggiato in musica ma nel Conservatorio della sua formazione, il "San Pietro a Majella") una formula performativa di condivisione ideale qual è la musica d'insieme.
In ascolto Johannes Brahms, seguendo il filo dell'integrale delle opere da camera, in prima battuta con il Quartetto in do minore n. 3 op. 60 per archi e pianoforte, noto anche come Quartetto "Werther" per le tracce e i molteplici rinvii al drammatico romanzo epistolare del giovane Goethe sia per quel che riguarda la densità di un tormentato tessuto sonoro non solo rielaborato con vari cambiamenti in vent'anni ma, in concreto, corrispondente agli slanci e ai cupi umori preromantici dello Sturm und Drang, nonché per le parole espresse dallo stesso autore che, in merito al primo movimento, riferiva all'amico Hermann Deiters "Immagina un uomo cui non resta altra scelta che spararsi". Mentre, relativamente al finale, suggeriva al chirurgo Theodor Billroth l'idea di un "ultimo capitolo dell'uomo in marsina azzurra e panciotto giallo" con aggancio ancor più chiaro al capolavoro nato dalla letteratura tedesca del secondo Settecento. Quindi, a seguire, il Quintetto in fa minore op. 34, opera dalla genesi complessa (inizialmente pensata per Quintetto d'archi, poi per due pianoforti e infine per Quintetto d'archi con pianoforte) fra le più affascinanti della letteratura da camera ottocentesca e non a caso impiegata, nelle sole battute iniziali, come sigla di un format televisivo affidato vent’anni fa al grande Enzo Biagi. Terminata nell’estate 1864, l'op. 34 si rivela sintesi straordinaria fra la natura intimista tipicamente brahmsiana e la vigoria propria di un inedito innesto tra il concerto solistico e la musica da camera, fra il grande sinfonismo evidente nelle sonorità para-orchestrali e le delicate rarefazioni timbriche. In entrambi i lavori al pianoforte, e dunque accanto ai bravissimi archetti della compagine scaligera formata dai violinisti Francesco Manara e Daniele Pascoletti, dal violista Simonide Braconi e dal violoncellista Massimo Polidori applauditissimi due capitoli fa con il clarinettista Fabrizio Meloni, ci sarà Michele Campanella, fra gli eredi di punta della scuola pianistica napoletana di Vincenzo Vitale e, ad oggi, grande virtuoso e interprete lisztiano d'eccellenza oltre che artista ufficiale Yamaha. In oltre 50 anni di attività ha affrontato molte tra le principali pagine della letteratura pianistica, avvicinandosi ad autori come Clementi, Weber, Poulenc, Busoni, Rossini, Brahms, Beethoven, Mozart e Ravel. Ha inciso per importanti case discografiche e ha suonato con le principali orchestre europee e statunitensi, diretto da Claudio Abbado, Aldo Ceccato, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Georges Prêtre e altre prestigiose “bacchette”. Negli anni ’90 è stato al fianco di Salvatore Accardo e Rocco Filippini. Direttore e solista con le principali orchestre italiane, è membro dell’Accademia di Santa Cecilia dal 1983 e da cinque stagioni, diventandone il direttore artistico, ha avvicinato il Maggio della Musica di Villa Pignatelli al mito perduto delle Settimane di Musica d'Insieme degli anni '90 capitanate da Salvatore Accardo per l'Associazione Alessandro Scarlatti.
Fra le curiosità, oltre all'attività di scrittore (Il mio Liszt. Considerazioni di un interprete edito da Bompiani), c'è persino quella molto meno nota di compositore, essendo sue le musiche per il noto film su Renato Caccioppoli, Morte di un matematico napoletano, di Mario Martone. Volendo scegliere poi un tratto peculiare, oltre all'assoluto rigore analitico e allo spessore interpretativo che da sempre ne innervano il pianismo, c'è senz'altro l'autoironia, così come rivela egli stesso nella sua personalissima visione autobiografica: "Sono napoletano di spirito, di famiglia, di scuola. Tendo al pessimismo ma mi salva l’autoironia. Già a cinque anni cercavo la Musica, improvvisavo da autodidatta, poi ebbi la straordinaria fortuna di incontrare un grande maestro; concluso il liceo classico, ho incominciato a fare sul serio: ho partecipato a un solo concorso pianistico internazionale e l'ho vinto. Per cinquant’anni ho cercato il Suono e ancora sono per strada. Ho molti autori “preferiti” eppure mi definiscono “specialista” di Franz Liszt. Non amo questa etichetta, naturalmente, ma stimo altamente l’uomo. Ecco una sua sentenza che potrei prendere in prestito: «Tutto quello che si può fare è camminare diritto in tutta semplicità senza tanto spiegare agli altri il come e il perché…». Nella mia vita ho incontrato persone meravigliose, non necessariamente musicisti. Vivo in Italia nonostante numerose controindicazioni me lo sconsiglierebbero. Insegno musica al pianoforte da quando avevo 37 anni, perché credo sia possibile farlo seriamente. Non mi chiamate pianista, preferisco il termine “musicista”: con il primo si pensa alle mani, con il secondo al cuore e al cervello. La cosa più bella che possa capitarmi è incontrare persone che ricordano un mio concerto di 40 anni fa: qualcosa è rimasto, dunque. Non intendo considerare la mia carriera terminata, credo invece che il meglio debba ancora arrivare e lavoro affinché ciò avvenga. Oltre alla musica mi bastano pochissime cose: la mia famiglia, la lettura di tanti libri, le belle arti, le passeggiate nei boschi. Sono un discreto micologo e non ho mai avvelenato nessuno con i funghi. Ho dovuto arrendermi al computer, ma non possiedo un tablet".
Maggio della Musica, XX stagione concertistica 2017
Lunedì 5 giugno alle ore 20:15
Veranda neoclassica di Villa Pignatelli (via Riviera di Chiaia 200, Napoli)
Quartetto d’Archi della Scala di Milano
Michele Campanella, pianoforte
Johannes Brahms
Quartetto in do minore n. 3 per pianoforte e archi, op. 60
Quintetto in fa minore per pianoforte e archi, op. 43
Biglietto: 20 euro (ridotto: 10 e 15 euro) – prenotazione obbligatoria
Info: tel 081 5606630 - 3929161691 – 3929160934 – maggiodellamusica@libero.it
www.maggiodellamusica.it
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