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  • Redazione

Prosegue la Stagione di Concerti 2016/2017 del Teatro di San Carlo con un nuovo appuntamento in data unica dedicato al repertorio di Francia, domani sabato 27 maggio alle ore 20.30.

Sul podio, nell'occasione, ci sarà Eduard Zilberkant, di ritorno al San Carlo dopo due anni di assenza mentre il ruolo solista è affidato a una delle due spalle dell'Orchestra della Fondazione, Cecilia Laca (entrambi nella foto d'apertura). In programma, Maurice Ravel (1875 – 1937) con Alborada del gracioso, Rapsodie espagnole e Tzigane, quindi Ernest Chausson (1855 - 1899) con Poème per violino e orchestra, op. 25 e la scena finale da Le Roi Arthus, per baritono, coro e orchestra. Dunque un itinerario interpretativo non facile che esige, oltre ad una salda abilità tecnica, doti di spiccata sensibilità timbrica, dinamica ed espressiva, sia sul fronte orchestrale che, in particolare, per il violino solista, in primissimo piano nella rilucente Tzigane quanto nell'intenso Poème.

Eduard Zilberkant, nato in Russia, ha affiancato alla propria carriera di direttore di successo un importante percorso pianistico. Diverse le sue partecipazioni a Festival musicali internazionali tra cui: Festival di New York, Festival Baracasa di Radio France a Montpellier, Bellingham Music Festival a Washington. Ha diretto anche la Czech National Symphony Orchestra, la Prague Philarmonia e in Italia, oltre all'orchestra del San Carlo, l'Orchestra Sinfonica Sicliana.

Cecilia Laca è invece nata in Albania (a Shkoder, Scutari) da una famiglia di antiche tradizioni musicali, iniziando lo studio del violino a soli cinque anni sotto la guida di sua madre. Potentina d'adozione, si forma e si diploma in Italia, con il massimo dei voti e menzione speciale al Conservatorio "Carlo Gesualdo da Venosa" per poi perfezionarsi con Salvatore Accardo e Pavel Vernikov. Dal 2006 è Primo Violino di Spalla al Teatro di San Carlo di Napoli. Come Primo Violino Solista è stata invitata dal Teatro La Fenice di Venezia, al Carlo Felice di Genova, dal Petruzzelli di Bari, dalle Settimane Musicali di Stresa, dalla Filarmonica 900 Teatro Regio di Torino, dall'Orchestra Filarmonia Veneta e dal Lirico di Cagliari. E dallo stesso anno si è esibita anche all'estero sia in qualità di solista che di primo violino fondatore del Quartetto del San Carlo. Suona un violino “Marino Capicchioni” del 1957 della Fondazione Teatro di San Carlo.

Ad aprire il programma, i tre lavori di Ravel, compositore di origine basca del quale, in questa stagione, il San Carlo ha voluto celebrare gli 80 anni dalla scomparsa. Quarto brano della raccolta pianistica Miroirs, Alborada del gracioso fu trascritta dall'autore per orchestra nel 1918 e fu eseguita per la prima volta il 17 maggio 1919 a Parigi sotto la direzione di Rhené-Baton; la scrittura per orchestra è estremamente complessa e virtuosistica, tale da esaltare le più alte qualità di una compagine sinfonica. A seguire Rapsodie espagnole, anche in tal caso brano pianistico qui nella versione per orchestra. Quattro sono le parti che la compongono: Prélude à la nuit, Malagueña, Habanera, Feria. Ancora temi spagnoleggianti nella Tzigane cui Ravel lavorò nell’aprile 1924. La prima esecuzione avvenne a Londra il 26 aprile dello stesso anno con una donna al violino solista, l'ungherese Jelly d'Aranyi, dedicataria dell'opera e per la quale anche Bartók scrisse le sue due Sonate per violino e pianoforte. La prima esecuzione della versione per orchestra ebbe luogo il 30 novembre 1924 a Parigi.

Di Ernest Chausson si ascolterà a seguire Poème per violino e orchestra, op. 25 e la scena finale da Le Roi Arthus, per baritono, coro e orchestra. Poème rappresenta una sintesi della poetica del compositore, intrisa di una forte sensualità sia nella concezione del suono che in senso melodico-armonico; echi fortemente romantici riportano a Čajkovskij, modulazioni ed armonie riecheggiano Wagner, ma non manca la carica impressionistica ed innovativa di Debussy. La roi Arthus è un'opera in tre atti che Chausson compose tra il 1888 e il 1894, rappresentata solo dopo quattro anni dalla morte del compositore, nel 1903 a Bruxelles. Ispirata al ciclo arturiano dei Cavalieri della Tavola Rotonda di Camelot, nell'opera sono evidenti citazioni wagneriane del Tristan und Isolde e del Parsifal ma, anche, un'eco dei cori marinareschi del Der fliegende Holländer, con orecchio tuttavia ben teso alla musica di Berlioz, dalla quale Chausson trae i suoi spunti più originali.

Direttore | Eduard Zilberkant

Violino | Cecilia Laca

Baritono | Gary Griffiths

Cinque voci femminili | Olga Cafiero, Angela Gaetana Giannotti, Giuseppina Perna, Daniela Salvo, Leslie Visco

Programma

Maurice Ravel, Alborada del gracioso per orchestra

Maurice Ravel, Rapsodie espagnole per orchestra

Maurice Ravel, Tzigane, rapsodia per violino e orchestra

Ernest Chausson, Poème per violino e orchestra, op. 25

Ernest Chausson, Scena finale de Le Roi Arthus, per baritono, coro e orchestra

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo

sabato 27 maggio ore 20.30 Turno S / P

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