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  • Paola De Simone

Dopo il capitolo al Teatro di Corte nel maggio 2016 dedicato a Paisiello con i Fiati del Teatro San Carlo (nella foto d'apertura ma con il primo corno Simone Baroncini anziché Ricardo Serrano) affiancati dalle voci virtuose del soprano Gemma Bertagnolli e del mezzosoprano Monica Bacelli, capitolo notevolissimo per la riscoperta di pagine rare, prezioso negli esiti sia canori che per i rilievi strumentali concertanti ma molto meno per la fastidiosa distrazione della pittrice Maria Luisa D'Eboli che, simultaneamente alle note, dipingeva accanto ai musicisti e su disegno già precotto una sua creazione di dubbio gusto quanto di dubbia arte (se ne riportano in basso le foto), torna nella locandina sancarliana il bel primo piano su uno dei nostri massimi autori di fine Settecento, fortunatamente senza pennello e in data unica domani lunedì 22 maggio alle ore 20.30, con repertorio non dissimile, rarità scovate negli archivi pietroburghesi, pari organico di fiati più basso continuo ma con qualche novità fra voce e podio.

Per la negata agibilità del Teatro di Corte il concerto si terrà infatti direttamente sul palcoscenico del Lirico sotto la direzione di Francesco Belli e, in luogo della inizialmente prevista Gemma Bertagnolli, costretta a disdire l'impegno partenopeo per un'improvvisa indisposizione, al fianco del mezzosoprano Agata Bienkowska (nella foto sotto a sinistra) canterà Maria Grazia Schiavo (nella foto sotto a destra), soprano amatissimo dal pubblico napoletano e voce sublime, tra l'altro ideale per il repertorio in programma. Immutata la formazione sancarliana che, accanto al continuista esterno Francesco De Mattia, sarà costituita dai flautisti Bernard Labiausse e Gianpiero Pannone, dai clarinettisti Luca Sartori e Sisto Lino D’Onofrio, dai cornisti Ricardo Serrano e Salvatore Acierno, dal fagottista e revisore delle partiture sanpietroburghesi Giuseppe Settembrino, dal contrabbassista Paolo Di Iorio.

Il concerto si aprirà con i Divertimenti per fiati dedicati a Caterina II per poi proseguire con la celebre aria “Nel cor più non sento” tratta dalla commedia per musica su testo di Giuseppe Palomba La molinara, in prima esecuzione assoluta in tempi moderni nella versione di Francesco Belli che ne ha curato la revisione critica per contrabbasso solista e fiati (Tema e Varazioni opus 23, per Contrabbasso e Fiati, nell’originale trascrizione di Giovanni Bottesini).

Seguono quattro Notturni per due voci, fagotto e fortepiano (San Pietroburgo, 1777): "Mancò l'antico ardore" (Andante – Largo), "Sogno, ma te non miro" (Andante – Largo), "Di tua beltà ragiono" (Andante – Largo), "Volgimi il guardo altero" (Moderato – Andantino), dedicati alla zarina Caterina II di Russia. L’omaggio include anche due brevi Serenate per fiati e basso continuo (Gavotta, Marcia), pagine di sintesi fra tradizione belcantistica e sapienza strumentale. Chiudono il programma ancora due Notturni, riproposti dopo la prima assoluta in tempi moderni in occasione del concerto citato in apertura durante le Celebrazioni sancarliane nel 2016 al Teatrino di Corte in parallelo all'efficace mostra attualmente visitabile al Memus.

Nato a Taranto nel 1740, Giovanni Paisiello (accanto, nella copia dal dipinto attribuito a Vigéé-Le Brun, Museo del Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli) si formò nell’ambiente napoletano diventando, dopo l’esordio come operista a Bologna e i primi successi nelle principali città del nord Italia, il compositore più in voga con Niccolò Piccinni nella Napoli dominata dai Borbone. La vedova di bel genio

fu il primo di una lunga serie di lavori che fecero di Paisiello il protagonista assoluto delle scene dei due maggiori teatri napoletani in quel periodo dediti all’opera comica: il Teatro Nuovo, appunto, e il Teatro dei Fiorentini. Suoi, non a caso, i titoli (L'idolo cinese in ripresa a Caserta e la Serenata teatrale Le nozze di Peleo e Tetide al San Carlo) prescelti per celebrare l'arrivo nella capitale del nuovo re Ferdinando IV con la sposa Maria Carolina nell'anno 1768. Nel 1775 nasceva intanto l'esilarante e coraggioso, infatti censurato, Socrate immaginario (portato in splendida edizione con targa San Carlo e la regia di Roberto De Simone alla Scala di Milano), opera parodistica su testo del Lorenzi ma su invenzione del Galiani che lanciava i propri strali contro il Mattei, la paludata cultura napoletana settecentesca, il riformato Orfeo gluckiano in scena l'anno prima con interpolazioni di Johann Christian Bach e contro gli stessi reali impegnati, secondo "la filosofia delli moderni", a "mangiare, divertirsi e a non far niente". Nel 1776, probabilmente grazie proprio alla mediazione di Ferdinando Galiani, stretto corrispondente di Madame d’Epinay e di Friedrich Melchior Grimm, Paisiello sarebbe stato invitato da Caterina II di Russia in qualità di direttore musicale della cappella di corte avviando, così, una nuova fase nella sua esperienza di uomo di teatro e di autore di opere buffe così come praticate in Italia. A tale periodo appartengono appunto i Divertimenti, i Notturni e l'Alcide al bivio, opera seria la cui nuova impostazione tendeva ad asciugare i virtuosismi vocali a favore di una maggiore complessità della scrittura, in special modo dei recitativi, qui sempre accompagnati. Nel 1784 Paisiello rientra a Napoli e riceve la nomina da re Ferdinando di “compositore della musica de’ drammi”. Durante il lungo viaggio di ritorno sarebbe stato ospite dapprima del re di Polonia, Stanislaw Poniatowski, quindi dell’imperatore Giuseppe II a Vienna il quale gli avrebbe commissionato un’opera per il Burgtheater, Il Re Teodoro di Venezia su libretto del Casti. Opera che, rappresentata il 23 agosto del 1784, sarebbe stata modello prezioso per il Mozart teatrale. Nuovo il suo interesse, in questi anni, per l’opera seria in parallelo alla nascita di capolavori buffi quali L’amor contrastato (1788) e Nina ossia La pazza per amore (1789). Restaurato il dominio borbonico dopo la breve parentesi della Repubblica Partenopea (nel 1799, al cui clima politico si lega l’ultima opera paisielliana, I Pittagorici del 1808, nata per onorare le vittime del ’99 e per glorificare Napoleone), il Bonaparte, che già da tempo mostrava interesse per l’attività del compositore tarantino, lo invitò a Parigi in qualità di direttore della musica sacra della propria cappella. Nel 1804 Paisiello decide di rientrare nella Napoli governata da Giuseppe Bonaparte e, a seguire, da Gioacchino Murat. Ma nel 1815, tramontato l’impero napoleonico, il rapporto di Paisiello al servizio dei Borbone risultava ormai compromesso in seguito al favore dimostrato verso la Repubblica partenopea e verso il dominio napoleonico. Sarebbe morto a Napoli il 5 giugno del 1816.

Come sono giunte fino a noi le sue opere? Nel 1813, dolente che il Zingarelli fosse stato a lui preferito quale direttore del Real Collegio di Musica San Sebastiano, Paisiello presentò in omaggio al Murat l’unica e preziosa collezione quasi completa dei suoi manoscritti autografi: 80 opere teatrali in 146 volumi, 15 Messe e Dixit in 15 volumi più altre 4 raccolte con composizioni varie. Il tutto, con la preghiera di conservarli nella Biblioteca degli Studii al Museo e non già all’Archivio del Collegio, non ritenendo quest’ultimo, dato il non digerito sorpasso al vertice, “degno di possederli”. Il saggio Murat decise invece, fortunatamente, di consegnarli alla Biblioteca del Conservatorio di Napoli dove, attualmente, sono custoditi.

Il programma

Teatro di San Carlo

Lunedì 22 maggio 2017, ore 20.30

I FIATI DEL TEATRO DI SAN CARLO

Direttore Francesco Belli

Soprano Maria Grazia Schiavo

Mezzosoprano Agata Bienkowski

Fortepiano Francesco De Mattia

Flauti Bernard Labiausse, Gianpiero Pannone

Clarinetti Sisto Lino D’Onofrio, Luca Sartori

Corni Ricardo Serrano, Salvatore Acierno

Fagotto Giuseppe Settembrino

Contrabbasso Paolo Di Iorio

Giovanni Paisiello (1740 – 1816)

Divertimenti… dedicati a S.M. Caterina II, Zarina di tutte le Russie (San Pietroburgo 1777) per 2 Flauti, 2 Clarinetti, 2 Corni, 1 Fagotto e Basso Continuo

Nel cor più non sento...(prima esecuzione assoluta in tempi moderni) Tema e variazioni opus 23, per Contrabbasso e Fiati, di Giovanni Bottesini, revisione critica e arrangiamento a cura di Francesco Belli

Per contrabbasso e fiati.

Revisione critica e arrangiamento a cura di Francesco Belli

Duetti Notturni (prima esecuzione assoluta in tempi moderni), per due voci, Fagotto e Fortepiano (San Pietroburgo 1777)

2 “Mancò l’antico ardore”

3 “Sogno, ma te non miro”

4 “Di tua beltà ragiono”

5 “Volgimi il guardo altero”

A Ciel Sereno…serenate da opere paisielliane, Napoli '700 per Fiati col Basso Continuo: Gavotta, Marcia

Due Notturni per due voci, Clarinetti, Corni, Fagotto e Basso Continuo

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