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  • Paola De Simone

Multimediale e coloratissima, in vertiginoso equilibrio fra sogno, realtà e fantasia. Ma, soprattutto, Arte magica in palcoscenico che lega mirabilmente e con efficacissimo rimbalzo l'ottocentesca tradizione della più celebre fiaba letteraria di Carrol con le rielaborazioni animate o filmiche della contemporaneità, le radici dei luoghi partenopei con il segno delle moderne risoluzioni grafiche, la grande danza accademica e le evoluzioni estreme del linguaggio coreutico in special modo agganciando, argutamente, la fruizione delle generazioni più giovani.

In sintesi, Alice in Wonderland, il balletto inedito e spettacolare creato sulle notevolissime coreografie dello scaligero Gianluca Schiavoni, con le caleidoscopiche videoproiezioni di Sergio Metalli, le scene di Andrea Tocchio e i deliziosi costumi di Simona Morresi (sopra, nelle bellissime foto di Luciano Romano). Il tutto, per la Compagnia di Balletto del Teatro San Carlo oggi brillantemente diretta da Giuseppe Picone, dunque in scena in prima assoluta e con vivo successo in queste sere (fino a giovedì 25 maggio) al Lirico napoletano con l'Orchestra della Fondazione diretta da Alberto Nanetti.

Sgargiante e finanche stilisticamente ridondante è lo stacco sonoro sulle note di Ciajkovkij impresso dal maestro sul podio. Un po' da banda ma, se si vuole, un motore efficace e coinvolgente che, senza cercare il dettaglio della scrittura in pentagramma, punta sull'effetto, trascina il pubblico e, cosa rara, presta costante attenzione alla sintonia fra buca e gambe in palcoscenico. Le note sono quelle più celebri di Čajkovskij e di Khachaturjan (purtroppo la sua celebre Danza della Sciabola in Gayaneh è stata ridicolizzata dallo spot pubblicitario di un efficace detersivo sgrassante, tanto da far scattare in platea occhiate e risatine alle prime battute) ma, anche, dello stesso Nanetti, compositore degli assai efficaci punti di raccordo fra i due immensi autori russi. Poi, levatosi il sipario, il primo piano su Alice - la bravissima Alicia Amatriain per le prime due sere mentre, a seguire, l'ottima sancarliana Luisa Ieluzzi - e sulla sua amica in short e T-shirt in corsa dalla platea facendo selfie, mentre sullo sfondo scorrono in dimensione virtuale le più belle immagini di Napoli: Piazza del Plebiscito, Castel dell'Ovo, la Galleria Umberto I, vicoli e angoli di strada. Quindi il via alla storia e al viaggio di Alice finendo giù con lei nel vortice galattico da capogiro che ci proietta in un mondo di meraviglie. Un mondo popolato dalle creature immaginate da Carrol ma rivisitate con tante altre citazioni interne, dal bosco di James Cameron per Avatar alle tante porte colorate del Monsters & Co. targato Pixar, o al Tim Burton del Cappellaio matto (un talentuoso e agilissimo Carlo De Martino) perfettamente ritagliato sulla gestualità costantemente "in bilico" di Johnny Depp nel surreale e piuttosto recente Alice in Wonderland per grande schermo. E poi la danza firmata Schiavoni: in filo serrato con il racconto ma nuova e brillante, giocata fra ampie linee e spinte centrifughe, fra saldi ancoraggi alle figure classiche quanto aperto per dinamiche ad un'originale contemporaneità, efficacemente geometrica negli assieme (sorprendente la marcia reale e la chiusa a castello per le carte da gioco), di volta in volta modulata sui diversi personaggi in scena.

Magnifica, in primis, l'Alice ingenua e curiosissima di Alicia Amatriain, l'étoile spagnola dello Stuttgart che, con grande potenza espressiva, sfodera una sintesi superba fra esatta fisicità moderna e lo stile classicissimo delle punte acuminate o dei suoi dolci port de bras. A seguire, la danza agile e saltellata dell'assai prestante Salvatore Manzo per il Bianconiglio, la prova nobile e intensa assegnata, sia in assolo che in coppia con Alice, al Fante di cuori di un raffinato interprete quale Alessandro Staiano, la spigolosa e ironica Regina di cuori di Anna Chiara Amirante, il Brucaliffo fra l'esotico e il metal del sempre incisivo Edmondo Tucci, le deliziose disposizioni simmetriche di Pinko Panko e Panko Pinko realizzate a meraviglia da Stanislao Capissi e da Francesco Lorusso.

Nell'insieme, Corpo di Ballo e allievi della Scuola della Fondazione in grande forma e un successo pieno non solo ben promosso tra flashmob e spot pubblicitari a vernice su strada (nelle nostre foto, i marciapiedi intorno a piazza Vanvitelli) quanto assicurato in via paritetica dalla qualità e dalla sostanza di tutte le componenti in gioco. Compresa l'idea di esporre le creazioni contemporanee, sul tema di Alice e su Napoli, a firma dell'artista partenopeo Lello Esposito nella galleria delle carrozze del Teatro (nelle foto sotto).

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