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  • Paola De Simone

Una tre-giorni d'inizio maggio, con targa Associazione Alessandro Scarlatti e ad oggi senza precedenti qui a Napoli, all'insegna del Barocco per tastiera con uno dei massimi specialisti al mondo: l'olandese Ton Koopman, clavicembalista, organista, direttore d’orchestra, grande interprete e studioso, più volte ospite nelle stagioni della medesima Associazione ma, per la prima volta, protagonista di una serrata quanto esclusiva maratona che lo ha di volta in volta visto, in formula parimenti a noi inedita, nel ruolo di formatore in masterclass, di clavicembalista accanto alla moglie Tini Mathot al Conservatorio San Pietro a Majella e, in una gremita Chiesa dalla più antica cupola di Napoli, ossia Santa Caterina a Formiello, in qualità di organista chiamato tra l'altro a inaugurare, in apertura della parallela rassegna intitolata "Organi Storici della Campania" e all'interno del calendario del Maggio dei Monumenti promosso dal Comune, l'appena restaurato strumento a canne settecentesco di scuola napoletana, opera di Giuseppe de Martino, con interventi a cura di Giuseppe Fontana e patrocinio della storica Associazione oggi presieduta da Oreste de Divitiis con la direzione artistica di Tommaso Rossi.

Spettacolare, il pomeriggio del giorno 5 maggio, è stato innanzitutto il concerto a uno e a due cembali, con tre strumenti (compreso quello storico conservato nel Museo della Biblioteca del San Pietro a Majella) sul palcoscenico della Sala Scarlatti del Conservatorio di Napoli. Intanto già si apprezzava nell'occasione la felice sinergia fra le istituzioni e la presenza di un simile, grande nome del panorama musicale internazionale così come nei tempi antichi dell'Associazione, in origine attiva proprio in quella Sala inaugurata dal Cilea direttore, con meravigliosa foggia neoclassica poi purtroppo trasformata in stile Anni '70 dopo il drammatico incendio del 1973. Quindi, oltre la masterclass del giorno 4, la grande lezione di tecnica e di altissimo stile che, in alternanza o in unione con la moglie a sua volta docente di clavicembalo al Conservatorio Reale de L’Aja, ha offerto attraverso l'immensa musica del Sei e Settecento europeo passando da François Couperin (Sonata ‘L’Impériale’ in re minore e Ciaccona in pari tonalità) al Bach del celeberrimo Preludio e Fuga in Do maggiore posto in apertura del Clavicembalo ben temperato BWV 846, dei 5 Contrapuncti dall'Arte della Fuga BWV 1080, del Preludio e Fuga in Do maggiore BWV 547, da Antonio Soler (Concierto in Sol maggiore) a Louis Couperin (Ciaccona in Do maggiore). E, variando l'esecuzione nell'alternanza a due o a quattro mani su due cembali, fino al più noto Mozart della Sonata in Re maggiore K. 381 e della Fuga in do minore K. 426 (nel video) mentre alla sola Mathot spettava la Seconda Suite di Jean-Henry d’Anglebert.

Filo comune alle interpretazioni dei lavori in ascolto, la dimensione ora meramente tastieristica, ora orchestrale e persino corale, chiarissima nell'intreccio dei contrappunti, nel gioco delle voci quanto densa nell'ordito elaborato fra le linee superiori e il basso, fitta ritmicamente tra fioriture e diminuzioni, sfavillante timbricamente attraverso un'impiego delle dinamiche e degli attacchi tagliente, deciso, scattante. Ma si badi, non forza sui tasti, bensì pienezza di un mondo barocco dalle sfumature tecnico-stilistiche declinate e dosate a seconda della latitudine storica, geografica e culturale. E per bis, sempre in un tandem di superba intesa con la moglie Tini, un folgorante Alleluja dal Messiah di Händel.

Lucente ed immenso poi, il giorno a seguire, il suono dell'organo di Santa Caterina a Formiello inaugurato appunto dal grande Koopman. Anche in tal caso, al di là dell'infinità di note e di registri, a colpire è stata la vitalità estrema interna, quasi si trattasse di cembali, ai diversi tessuti sonori proposti in programma fra il sacro e il profano: da Jan Pieterszoon Sweelinck (Ballo del Granduca in sol minore, Allein Gott in der Höh’ sei Ehr in fa maggiore) al Tiento in sol minore di anonimo; da Francisco Correa de Arauxo (Todo el mundo in fa maggiore) a Girolamo Frescobaldi (Toccata, Kyrie 1 & 2, Christe 1 &2, Kyrie 1&2, Canzona dopo l’epistola, Toccata alla elevazione in re minore e Bergamasca in sol maggiore dalla Messa della Domenica); da Johann Jacob Froberger (Toccata n. 2 in re minore) a Zipoli (Pastorale) e al doveroso Bach con la Pastorale in fa maggiore BWV 590. Al termine, affacciandosi dall'organo in alto a sinistra e levando verso il cielo lo spartito con la musica, ha regalato al pubblico in piedi e plaudente un vivace omaggio profano tutto per Napoli: neanche a dirlo, firmato Scarlatti (nel video).

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