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  • Paola De Simone​ ​​ ​

Altro grande pianista di nuova generazione e talento italiano nato al Sud fra i più interessanti della piattaforma internazionale, oggi venerdì 28 (ore 20.30), in data unica al Teatro San Carlo con il Concerto in si bemolle minore per pianoforte e orchestra op. 66 di Giuseppe Martucci, abbinato con il doppio Ravel (Daphnis et Chloé, Suite n. 2 e Boléro) in programma per il sinfonico diretto da Elio Boncompagni (nella seconda foto).

Protagonista, infatti, Giuseppe Albanese (nella foto d'apertura), interprete dal bellissimo pianismo, rigoroso quanto autentico, intenso, travolgente. Calabrese (nasce a Reggio Calabria l'11 maggio del 1979), vincitore nel 2003 del prestigioso “Vendome Prize”, torna al San Carlo dopo due anni di assenza, ossia quando, nel gennaio 2015, fu caldamente applaudito con la Rapsodia su un tema di Paganini per pianoforte e orchestra op. 43 di Rachmaninov. Ha debuttato nel 2014 sotto la prestigiosissima etichetta gialla della Deutsche Grammophon con un concept album dal titolo "Fantasia", con musiche di Beethoven, Schubert e Schumann. Segue nel 2015 il suo secondo album, "Après une lecture de Liszt", interamente dedicato al compositore ungherese. È invitato per recital e concerti con orchestra da autorevoli istituzioni culturali tra cui il Metropolitan Museum, la Rockefeller University e la Steinway Hall di New York, l’Auditorium Amijai di Buenos Aires, il Cenart di Mexico City. E ancora, la Konzerthaus di Berlino, la Laeisz Halle di Amburgo, la Philharmonie di Essen, il Mozarteum di Salisburgo, St. Martin in the Fields e la Steinway Hall di Londra, la Salle Cortot di Parigi, la Filarmonica di San Pietroburgo. Ha collaborato con direttori illustri quali John Axelrod, James Conlon, Julian Kovatchev, Nicola Luisotti, Daniel Oren, George Pehlivanian, Donato Renzetti, Hubert Soudant, Pinchas Steinberg, Jeffrey Tate, Jurai Valčuha.

Altro grande ritorno, quindi, sul podio dell'Orchestra della Fondazione: Elio Boncompagni, direttore di antica scuola italiana, genero del mitico Tullio Serafin, per tre anni commissario e direttore artistico del Teatro San Carlo dal 1979 al 1982, dunque artefice di tre stagioni fra opere e concerti sinfonici, realizzando tra l’altro una nuova produzione della Tetralogia di Wagner. Nei primi anni Duemila si è particolarmente battuto, con chi scrive e al fianco del clarinettista Vincenzo Mariozzi nella Commissione Musica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a favore della promozione dei giovani e delle compagini orchestrali in Italia. È stato per cinque anni direttore stabile per il repertorio italiano alla Wiener Staatsoper e ha diretto in qualità di ospite alla Deutsche Oper di Berlino, la Deutsche Staatsoper sempre di Berlino, la Bayerische Staatsoper di Monaco, la Staatsoper di Amburgo, il Teatro Comunale di Firenze, Théâtre de l‘Opéra a Parigi. In ambito sinfonico ha guidato importanti complessi quali i Wiener Symphoniker, la London Symphony, la Royal Philharmonic Orchestra, la Dresdner Philharmonie, l’Orchestre Symphonique de Montreal.

Ad aprire il programma il Concerto in si bemolle minore per pianoforte e orchestra, op. 66 di Giuseppe Martucci (1856 – 1909). Composto nel 1884 – 1885 tra Napoli e Torre del Greco, consta di tre movimenti (Allegro giusto, Larghetto, Allegro con spirito) ed è dedicato all'amico Filippo Filippi. Ultima composizione di Martucci prima della partenza per Bologna, è un testo musicale di grande impegno esecutivo, che si riallaccia alla tradizione del Concerto Symphonique, paradigmatico in Listz, come altresì in Brahms e Čajkovskij. Ovvero più che ad un concerto per pianoforte con accompagnamento orchestrale, l’architettura richiama una vera e propria costruzione sinfonica. Il manoscritto del Concerto op. 66 è conservato nella Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella.

Secondo brano in programma è la Suite n. 2 da Daphnis et Chloé di Maurice Ravel (1875-1937), composta nel 1913. Tratto da Le avventure pastorali di Dafni e Cloe dell’autore greco Longo Sofista, Dafni e Cloe è un balletto scritto da Ravel per i Balletti Russi di Diaghilev, con le coreografie di Michel Fokine.

La prima esecuzione avvenne l’8 giugno del 1912 al Théâtre du Châtelet di Parigi con l’orchestra diretta da Pierre Monteux. Definita dallo stesso autore una “sinfonia coreografica”, non fu in grado di suscitare un grandissimo successo, anche se rimane ancora oggi uno dei brani più eseguiti del repertorio sinfonico e prediletto dai grandi direttori per il colorismo della prodigiosa strumentazione.

Ancora a Ravel, con l'energia travolgente e quasi ipnotica di Boléro è affidata la chiusa del concerto. Danza seducente e ricca di mistero, venne composta dall'autore francese nel 1928 e da lui stesso diretta l’11 gennaio 1930, in prima assoluta, in occasione dei Concerts Lamoureux a Parigi.

Teatro di San Carlo

venerdì 28 aprile ore 20.30 Turno S / P / Turno M - Sinfonica

Direttore | Elio Boncompagni

Pianoforte | Giuseppe Albanese

Programma

Giuseppe Martucci, Concerto n. 2 in si bemolle minore per pianoforte e orchestra, op.66

Maurice Ravel, Daphnis et Chloé, Suite n. 2

Maurice Ravel, Boléro

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