top of page
Paola De Simone

Dieci voci per quattro registri dal controllo polifonico assoluto, proiettate verso il sublime e finanche il trascendente grazie a un miracolo di tinte e intonazioni, di equilibri sia in amalgama che in definizione del singolo. Il tutto, entro un arco di stile purissimo, diviso fra il Cinque-Seicento inglese ed alcuni capolavori coevi italiani in estatica rifrazione verso la contemporaneità dei pentagrammi al platino di Arvo Pärt.

Il modello polifonico a cappella restituito oggi da un complesso di caratura mondiale qual è l'organico dei Tallis Scholars diretti dal loro fondatore, il rigorosissimo Peter Phillips (nelle foto), secondo quanto ascoltato dal mirabile concerto proposto dalla stagione dell'Associazione Alessandro Scarlatti al Teatrino di Corte del Palazzo Reale di Napoli, resta dunque dal 1973 e pur con i debiti cambi interni fra i massimi riferimenti per il genere e non solo. Un esempio vero del legame serrato quanto fondamentale tra polifonia, autenticità di formazione stilistico-canora e professionalità ineccepibile a fronte di tanti gruppi che s'incamminano per il globo su un analogo tracciato con esiti disparati e pur tuttavia con il merito, almeno, di divulgare il repertorio. Ma la loro è, anche, una prova di disciplina e perfezione importante, diciamo pure una sorgente di acqua sacrosanta per qualunque altro musicista. A dimostrarlo, l'itinerario proposto entro il cartellone per il primo anno curato dalla direzione artistica di Tommaso Rossi, vale a dire un musicista vero e flautista con esiti eccellenti dedito al Barocco come alla contemporanea, itinerario che ha perfettamente messo a fuoco tre punti-chiave dell'esperienza musicale a più voci esaltandone le radici, le trame e le tecniche, il senso del sacro, la luce e i respiri. Il primo ambito prescelto riguardava, ovviamente, la produzione britannica antica di casa, non esente da influenze di scuola romana ma sostanzialmente polarizzata intorno ad una texture tipicamente d'Albione. Così il mottetto Cecilia virgo del tardocinquecentesco Peter Philips, curioso caso di omonimia (giusto con una "l" di meno") con il direttore e fondatore dei Tallis forse neanche troppo casualmente giocato in apertura, il Leroy Kyrie di John Taverner e l'ancor più arcaico mottetto Nesciens mater di Jean Mouton. Poi, fra prima e seconda parte, il Sancte Deus e il Miserere dell'ancor più celebre Thomas Tallis - rimbalzato nel primo Novecento inglese offrendo vari spunti e un bel tema per una nota Fantasia sinfonica dell'ottimo Ralph Vaughan Williams - trovatosi al confine tra ortodossia cattolica e protestantesimo, fra gli archi gotici della Cattedrale di Canterbury e la Cappella della Corte, fra i regni di Enrico VIII e di Maria Tudor la Sanguinaria. Quindi, pagine di John Sheppard e di William Byrd, allievo del Tallis e noto virginalista di epoca elisabettiana.

Netto e assai significativo a seguire, quindi, il doppio salto sulla polifonia d'avanguardia, scolpita con lama affilatissima dall'estone Arvo Pärt fra il minimal e il mistico-surreale con The Woman with the Alabaster Box, Tribute to Caesar, il lancinante Nunc dimittis e con il ritmato, paronomastico Which was the Son of scritto nell'anno 2000. Poi, un'altra storia: quella incisa a note e lettere di marmo dalla scuola contrappuntistica italiana, raccontata al folto e attentissimo pubblico attraverso tre prospettive differenti ricorrendo ad altrettanti autori "miliari" quali Pierluigi da Palestrina (Nunc dimittis), Gregorio Allegri (con il meraviglioso Miserere eseguito con risultati folgoranti dividendo l'organico avanti e dietro le quinte) più l'impareggiabile Monteverdi in gradito omaggio fuori programma con il Cantate Domino, a crepuscolo della sottile e raffinatissima arte a più voci.

Al termine entusiastici consensi per tutti: per l'eccezionale Phillips e per i cristallini soprani Amy Haworth, Emily Atkinson, Charlotte Ashley, Gwen Martin, per i contralti Caroline Trevor, Alex Chance, per i tenori Simon Wall, Ben Alden e per una coppia di bassi strepitosi, Tim Whiteley e Robert Macdonald.

Si vieta la riproduzione dell'articolo e di ogni altra sua parte

SCARICA PDF

In primo piano
RSS Feed
  • Facebook Long Shadow
  • Google+ Social Icon
Recenti
bottom of page