Nato a Ragusa nel 1997 e residente a Comiso, al pianoforte già dall'età di 5 anni, concertista a 13, a 17 il diploma al "Bellini" di Catania con il massimo dei voti e lode più segnalazione per una produzione discografica e, ad oggi, esibizioni, persino composizioni e riconoscimenti importanti, fra i quali il terzo posto al prestigioso Premio Venezia. Più, da ieri mattina, la conquista della terza edizione del Maggio del Pianoforte. È stato infatti Ruben Micieli (nella foto d'apertura) a vincere la sfida a colpi di tasti con l'ex aequo Giorgio Trione Bartoli (nella foto sotto a destra)
in spareggio finale per la competizione pianistica internazionale under 35 del Maggio, anno 2016, svoltasi ieri mattina al Multisala Filangieri di Napoli. Giuria, secondo l'originale peculiarità dell'iniziativa, ancora una volta il pubblico; in premio, un concerto in stagione già nel mese di maggio accanto agli illustri nomi della locandina 2017. Intanto in sala, oltre ai vertici dell'Associazione e degli "Amici" del Maggio della Musica, Sergio Meomartini e Luigia Baratti, accanto al direttore artistico ideatore del contest, Michele Campanella con la moglie e pianista Monica Leone, c'è stata un'inattesa quanto prestigiosissima presenza, fra gli spettatori, arrivato a sorpresa assieme alla consorte: il pianista Joaquín Achúcarro, applaudito protagonista nelle due sere precedenti con il Concerto in Sol di Ravel per la Sinfonica al Teatro San Carlo (nella foto sotto).
E c'è stata ancora un'altra, bella notizia: anche Giorgio Trione Bartoli, ventenne di Trani, grande talento e allievo di Pasquale Iannone al "Piccinni" di Bari, apprezzatissimo sia nel corso della rassegna che all'esibizione di ieri stando alle schede del pubblico più competente scrutinate da chi scrive insieme al critico musicale e direttore artistico dell'Arena Flegrea, Stefano Valanzuolo, avrà la possibilità di esibirsi nella nuova stagione di concerti, però in novembre. Quanto alla qualità delle due esibizioni a confronto nella mattinata e, se vogliamo, in radiografia data l'acustica secchissima, eccone in sintesi gli esiti: ha iniziato Giorgio Trione Bartoli, con la bellezza del suo tocco e il notevolissimo gusto musicale che già gli avevamo riconosciuto. In programma, un doppio Liszt (Rapsodia ungherese n. 13 e Walzer dal Faust) e, al centro, il primo dei quattro Scherzi di Chopin. Al di là dell'ottima articolazione tecnica e della felicità di ogni suono ascoltato nell'intera gamma dal grave all'acuto, Giorgio Trione Bartoli ha nell'occasione confermato la sua salda memoria e una cura non comune nel connotare i diversi tracciati formali e dinamici fra le sezioni in cantabile e quelle meramente virtuose, donando stile al ritmo e colore alle espressioni, luce alle cascate sonore all'acuto, elasticità ai ribattuti e viva sensibilità allo staccato. Ne è risultato, pertanto, un Liszt autenticamente romantico quanto compiaciuto fra il salottiero e il circense mentre, il suo Chopin, si è rivelato sintesi superba di vigore e dolcezza. Pari maturità meccanica ma approccio dinamico-timbrico sostanzialmente differente nella compatta omogeneità degli effetti ha sfoderato a seguire il vincitore Ruben Micieli, presentatosi con un programma maggiormente variegato rispetto all'eroica impresa dell'intera raccolta degli Studi di Chopin proposti precedentemente in gara e recuperandone stavolta quattro esempi dall'opera 10, ovviamente eseguiti magistralmente. Poi, un rarefatto Intermezzo di Brahms (l'op. 76 n. 3), l'arduo e grottesco Scarbo dal Gaspard del la nuit di Ravel e un ottimo Liszt con la Rapsodie espagnole. Al termine, tanti gli applausi, il veloce spoglio delle schede di valutazione compilate dal pubblico e la proclamazione annunciata dal pianista e direttore artistico Michele Campanella. Infine, due commenti "flash" sui concorrenti in lizza, strappato in uscita dalla sala del Filangieri al grande Achúcarro, spettatore non votante dettosi colpito dalla «personalità speciale» di Trione Bartoli e dalla «compiutezza pianistica» del vincitore Micieli.
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