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  • Redazione

Domani, venerdì 20 gennaio (ore 20.30) e sabato 21 (ore 18), quinto appuntamento della Stagione di concerti del Teatro San Carlo: sul podio, dopo il bel successo registrato la scorsa stagione, il genovese Fabio Luisi (nella foto sotto) tornerà a dirigere l'Orchestra della Fondazione, mentre solista al pianoforte sarà il grande Joaquín Achúcarro (nella foto d'apertura). In programma, una pagina di rara bellezza, il Concerto in Sol maggiore per pianoforte e orchestra di Maurice Ravel, proposto in apertura del ciclo dedicato al compositore in occasione degli 80 anni dalla morte, e la Sinfonia n. 7 di Ludwig van Beethoven.

Fabio Luisi ritorna infatti sul podio del San Carlo dopo il pieno e meritato consenso di critica e di pubblico registrato recentemente in due concerti all’insegna di Mahler (sia con l’Orchestra della Fondazione che con l’Orchestra dell’Accademia della Scala), nell’autunno 2015. Classe 1959, Luisi è alla sua sesta e ultima stagione come direttore principale della Metropolitan Opera House di New York, e al suo quinto anno in qualità di Direttore Musicale dell'Opera di Zurigo. È stato nominato nuovo Direttore Principale della Danish National Symphony Orchestra (DNSO) a partire dalla stagione 2017-18 e altresì dell’Opera di Firenze (sotto, l'Orchestra del Teatro San Carlo).

Grande è quindi l’attesa per il ritorno del pianista Joaquín Achúcarro, ascoltato anni fa alla Rai di Napoli, nel giugno 2014 ospite d'eccellenza del Maggio della Musica di Michele Campanella e, in precedenza, per un’unica volta protagonista al Massimo napoletano, il 15 ottobre 1994 al fianco dell’Orchestra del Lirico diretta da Yuri Ahronovitch e con il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra di Brahms. Nato a Bilbao nel 1936, Achúcarro ha debuttato nel 1959 con la vittoria al Concorso Internazionale di Liverpool e il suo primo concerto alla Royal Festival Hall con la London Symphony. Da allora ha suonato in cinquantanove Paesi, ha collaborato con ben duecentosei orchestre tra cui la Berlin Philarmonic, la Tokyo Symphony, la New York Philarmonic e La Scala di Milano, e ha lavorato con trecentocinquantaquattro direttori tra cui Claudio Abbado, sir Adrian Boult, Riccardo Chailly, sir Colin Davis e Zubin Mehta che di lui ha scritto: “Un suono simile l’ho sentito soltanto da Arthur Rubinstein”. Nominato nel 2000 Artist for Peace dall’UNESCO in segno di “riconoscimento per il suo straordinario lavoro artistico”, nel 2004 è stato insignito del titolo “Figlio Prediletto della Città di Bilbao” dopo aver suonato al concerto inaugurale del Museo Guggenheim dinanzi ad una platea di venticinquemila spettatori e oltre cento nazioni collegate in diretta televisiva. Vincitore di numerosi premi per le sue incisioni di Falla, Granados, Ravel e Brahms, tra cui i recenti “Choc de Classica” e “Diapason” per la “Fantasia” di Schumann, nel 2008 un gruppo di persone ed istituzioni di Dallas – dove il maestro è docente alla Sothern Methodist University – ha creato la “Joaquín Achúcarro Foundation” per “rendere immortali le sue doti artistiche e accadamiche” e aiutare i giovani pianisti all’inizio della loro carriera.

Apre il programma il Concerto in Sol maggiore per pianoforte e orchestra scritto da Maurice Ravel (1875-1937) a partire dal 1929 contemporaneamente al Concerto per la mano sinistra, terminando quest’ultimo nel 1930, mentre il Concerto in Sol maggiore sarebbe stato concluso l’anno a seguire. Dedicato alla pianista francese Marguerite Long, il Concerto in Sol venne eseguito per la prima volta a Parigi il 14 gennaio 1932. Come Čajkovskij, Ravel idolatrava Mozart e il Concerto ne è una splendida testimonianza. Nella composizione, caratterizzata da un’innegabile scrittura virtuosistica sono evidenti anche diverse influenze jazzistiche, citazioni dalla Rhapsody in blue e dal Concerto in fa per pianoforte e orchestra, (lavori composti da George Gershwin nel 1924 e 1925), così come il ritmo di foxtrot alla mano sinistra e l’uso delle percussioni rinviano senz'altro alla musica di Broadway.

La seconda parte del concerto propone la Sinfonia n. 7 di Ludwig van Beethoven (1770 – 1827), composta nell’inverno 1811-12 ed eseguita per la prima volta l’8 dicembre 1813 in un concerto all’aula magna dell’Università di Vienna, a beneficio dei soldati austriaci e bavaresi feriti nel corso della battaglia di Hanau (30-31 ottobre). Durante il concerto venne eseguita anche La vittoria di Wellington o La battaglia di Vitoria (titolo originale in tedesco: Wellingtons Sieg oder die Schlacht bei Vittoria op. 91) composta da Beethoven per celebrare il trionfo delle truppe britanniche sull’esercito francese in Spagna, presso la città di Vitoria nei Paesi Baschi, il 21 giugno dello stesso 1813. Alcuni tra i più importanti musicisti di Vienna furono presenti all'esecuzione: Antonio Salieri (presunto rivale di Mozart, già insegnante del giovane Beethoven), Joseph Weigl (compositore e direttore, anch’egli allievo di Salieri) e il pianista virtuoso e compositore Johann Nepomuk Hummel (allievo di Mozart, Clementi e Salieri).

Nei confronti della Sinfonia n. 7 così si espresse Richard Wagner «La sinfonia è l'apoteosi della danza: è la danza nella sua suprema essenza, la più beata attuazione del movimento del corpo quasi idealmente concentrato nei suoni. Beethoven nelle sue opere ha portato nella musica il corpo, attuando la fusione tra corpo e mente».

Programma

Maurice Ravel, Concerto in sol maggiore per pianoforte e orchestra

Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 7 in la maggiore, op.92

Direttore | Fabio Luisi

Pianoforte | Joaquín Achúcarro

Orchestra del Teatro di San Carlo

Teatro di San Carlo

venerdì 20 gennaio, ore 20.30 Turno S sabato 21 gennaio, ore 18.00 Turno P / Turno M - Sinfonica

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