Ispirato a un Rinascimento cortigiano e duale, dalla tagliente drammaturgia antifrastica, ossia allo specchio edonisticamente erotico quanto allo scavo drammaticamente umano, colto e deviato, fastoso, spregiudicato, claustrofobico e solitario a un tempo, torna il Rigoletto di Verdi nell'originale versione registica creata da Giancarlo Cobelli per Bologna nel 1989 e riproposta un po' ovunque con vario scalpore in special modo per quella scena orgiastica a ritratto della corte di Mantova e dei seriali stupri del Duca parata, in apertura, oltre la griglia di una vetrata deformante. Quindi, proposta anche al Teatro San Carlo di Napoli, nel maggio 2005 sotto la sovrintendenza Lanza Tomasi (direttore Antonino Fogliani con il Rigoletto di Ambrogio Maestri) ed ora di nuovo in scena, a cinque anni dalla scomparsa dello straordinario regista e attore milanese classe 1929, nonché dopo la brutta edizione veronese di quattro anni fa, con altre voci e due bacchette in atipica alternanza sul podio di Orchestra e Coro della Fondazione a partire da mercoledì prossimo, 18 gennaio, per un totale di ben nove recite. Première alla quale sarà inoltre presente Claudio De Vincenti, neo-nominato Ministro della Coesione Territoriale e del Mezzogiorno con il Governo Gentiloni.
Alle spalle dell'allestimento ripreso da Ivo Guerra e delle scene di Paolo Tommasi, dunque, il colpo d'arte che rinvia ai dipinti di Giulio Romano a Palazzo del Té e agli affreschi del Mantegna con ulteriore prospettiva caravaggesca attraverso il gioco di luci e di ombre, sul podio una doppia direzione singolarmente condivisa fra il grande veterano Nello Santi e il giovane, valente Jordi Bernàcer mentre sul palco, in alternanza con il secondo cast, ci saranno le belle voci di George Petean (Rigoletto), Rosa Feola (Gilda), Piero Pretti (Duca di Mantova), Anna Malavasi (Maddalena) e di Giorgio Giuseppini (Sparafucile). E mentre in Teatro per tutti gli artisti e per i tecnici fervono le prove, nei piani della sovrintendenza si accelera sulla massima divulgazione e diffusione del prodotto lirico. Mercoledì scorso, attraverso il flash-mob che per la prima volta a Napoli ha chiamato a raccolta chiunque volesse cimentarsi con la celeberrima Canzonaccia del Duca, "La donna è mobile" (foto in basso; in primo piano, seduti al tavolo da sinistra, il soprano Rosa Feola, il mezzosoprano Anna Malavasi e il baritono George Petean).
Quindi, come annunciato a seguire dalla sovrintendente Rosanna Purchia, dal direttore artistico Paolo Pinamonti e dalla responsabile marketing Emmanuela Spedaliere in conferenza stampa (nella seconda foto in alto) unitamente ai principali dettagli dello spettacolo e al fianco di alcuni voci protagoniste nonché dei vertici di EAV (Umberto De Gregorio), ANM (Alberto Ramaglia) e della Miradois onlus (Antonello Pisanti), il Rigoletto del San Carlo entrerà fra la gente, con attori e studenti, nelle stazioni di circumvesuviana e metro. E, come ormai da tradizione, per il sociale. «Portare la bellezza e l'arte nella società: praticamente, una rivoluzione» ha commentato in merito Pisanti. «Crediamo fortemente nella trasversalità del pubblico» ha poi aggiunto la Purchia tenendo testa anche ai recenti attacchi mediatici sull'apertura del Lirico alla terna Maradona-Siani-Clementino dimenticando ad esempio di celebrare il bicentenario dalla riapertura dopo lo sciagurato incendio del 1816, apparsi sui maggiori quotidiani locali o anche negli strali online (al link http://www.napoli.com/sport/viewarticolo.php?articolo=42873). «Il teatro deve vivere, quindi - ha ribadito la sovrintendente - accetta e affronta le critiche e i malumori se si aprono le porte ad altri generi. Il risultato? Dalle venti, trentamila persone all'anno, siamo passati a circa trecentomila presenze al San Carlo». E sull'iniziativa che unisce la cultura musicale ed artistica ai trasporti, il Presidente dell'EAV ha aggiunto: «Non pensiamo certo di risolvere con il Rigoletto e con le iniziative artistiche su Montesanto i problemi dell'utenza pubblica ma, oltre all'impegno per ottenere più vagoni ed ulteriori infrastrutture, riteniamo fondamentale il binomio con un soggetto che, qui a Napoli, ci offre il più alto lustro». E così Alberto Ramaglia, amministratore unico di ANM: «Portare nelle nostre stazioni il messaggio di un teatro quale il San Carlo e sfatando chiusure d'élite significa trasportare non solo persone, ma idee. Abbiamo il teatro e la stazione metro più belli d'Europa: ecco perché, mettendoli insieme, mi sento come un ragazzino degli anni passati che, finalmente, ha trovato la figurina rarissima mancante per completare il suo album».
Nell'occasione, il direttore artistico Pinamonti ha sottolineato le peculiarità dell'allestimento e le novità formali in numeri chiusi «ormai "sfasciati" a partire da uno Stiffelio da intendersi primo tassello di una Tetralogia più che di una Trilogia popolare formata appunto dal Rigoletto con Trovatore e Traviata» mentre, il direttore Bernàcer, ha posto l'accento sulla «centralità, in partitura, dell'elemento "contrasto" evidente nella contrapposizione distonica fra due mondi così distanti, quello di Rigoletto e della corte, fra musiche di tinta tragica e da festa, con banda dietro le quinte o nella stessa vocalità di una Gilda che, evolvendosi da ragazza ingenua a donna, si divide fra le agilità di un virtuosismo di settecentesca memoria e i più profondi accenti lirico-drammatici. Quanto alle voci presenti all'incontro, il baritono George Petean ne ha spiegato «la complessità e le intenzioni per riproporne con naturalezza l'intensità e le atmosfere, l'ossessione mentale e l'essere egli stesso vittima della maledizione», dunque «la drammaticità e al contempo il lirismo entro il solco di tanti modelli del passato e del presente ma, in primis, alla luce della lezione ricevuta dal proprio maestro, Giorgio Zancanaro». Per Gilda, infine, Rosa Feola restituirà «una donna di forti sentimenti, pronta a morire - ha detto - anziché non avere il suo amore».
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TEATRO DI SAN CARLO
Rigoletto
melodramma in tre atti
di Giuseppe Verdi
libretto di Francesco Maria Piave dal dramma di Victor Hugo Le roi s’amuse
Produzione del Teatro Comunale di Bologna
Nel quinto anniversario della morte di Giancarlo Cobelli
(Milano, 12 dicembre 1929 - Roma, 16 marzo 2012)
Direttore | Nello Santi / Jordi Bernàcer
Regia | Giancarlo Cobelli
Interpreti
Il Duca di Mantova, Piero Pretti / Stefan Pop (22 - 25 - 29 gennaio e 1 febbraio)
Rigoletto, George Petean / Enkhbat Amartuvshin (22 - 25 - 29 gennaio e 1 febbraio)
Gilda, Rosa Feola / Jessica Nuccio (22 - 25 - 29 gennaio e 1 febbraio)
Maddalena, Anna Malavasi / Annunziata Vestri (22 - 29 gennaio e 1 febbraio) / Rossana Rinaldi 25 gennaio)
Sparafucile, Giorgio Giuseppini / Antonio Di Matteo (24 - 28 - 31 gennaio e 1 febbraio)
Marullo, Donato Di Gioia
Giovanna, Antonella Carpenito
Il Conte di Monterone, Maurizio Lo Piccolo
Matteo Borsa, Enzo Peroni / Stefano Pisani ( 22 - 25 - 29 gennaio)
Il Conte di Ceprano, Francesco Musinu
La Contessa di Ceprano, Miriam Artiaco
Teatro di San Carlo
mercoledì 18 gennaio 2017 ore 20.30 Turno A
domenica 22 gennaio 2017 ore 17.00 Turno F
martedì 24 gennaio 2017 ore 20.00 Turno C / D
mercoledì 25 gennaio 2017 ore 20.00 Turno M Opera
giovedì 26 gennaio 2017 ore 18.00 Turno B
sabato 28 gennaio 2017 ore 20.00 Fuori Abbonamento
domenica 29 gennaio 2017 ore 17.00 Fuori Abbonamento
martedì 31 gennaio 2017 ore 20.00 Fuori Abbonamento
mercoledì 1 febbraio 2017 ore 18.00 Fuori Abbonamento
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